Quando hai bisogno, Qumran ti dà una mano, sempre.
Ora Qumran ha bisogno di te.
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PREGHIERA
Padre, tu non sei un Dio frenetico:
non ti lasci prendere dall'agitazione
di chi è in perenne lotta con il tempo.
Regala qualche sosta al tuo popolo
perché si fermi sotto la tua «nube»
per riassaporare, nella gratitudine,
la freschezza della tua ombra
e ritrovare l'agilità di un buon passo
sulla strada che ancora ci resta da fare.
Nella tua tenerezza, tu non sei avaro
di ristoro e di pace per quanti ami.
Quando ci fermiamo per pigrizia,
per incapacità o per colpa, la tua nube
sosti sul nostro capo e resti con noi
finché ci rialziamo di nuovo.
Mandaci la brezza leggera dello Spirito,
che offre suggerimenti interiori
produce mentalità senza ricorrere alla forza
e spinge al cambio senza creare traumi.
viaggiopreghierarapporto con Diocamminostrada
inviato da Anna Lianza, inserito il 11/12/2002
PREGHIERA
Tu che vieni come luce
per accompagnarci
lungo un cammino di fatica e di speranza.
Resta con noi, Signore,
quando i dubbi contro la fede ci assalgono
e lo scoraggiamento
atterra la nostra speranza.
Quando l'indifferenza raffredda il nostro amore,
e la tentazione sembra troppo forte.
Quando qualcuno deride la nostra fiducia,
e le nostre giornate sono piene di distrazioni.
Quando la sconfitta ci coglie di sorpresa
e la debolezza invade ogni desiderio.
Quando ci troviamo soli, abbandonati da tutti,
e il dolore ci porta alle lacrime disperate.
Signore, nella gioia e nel dolore,
nella vita e nella morte, resta con noi!
speranzarapporto con Diodebolezzasofferenzasfiduciasolitudinedoloredubbifedefatica
inviato da Chicco Ambrosino, inserito il 11/12/2002
TESTO
283. Imparare la tristezza del Natale 1
Alessandro Pronzato, Vangeli scomodi
Tre righe in tutto. Per raccontarci l'avvenimento più straordinario della storia del mondo, Luca impiega tre righe. Un Dio che viene a "piantare la propria tenda in mezzo a noi". E l'evangelista ce lo riferisce in tre righe. Probabilmente la sua penna deve aver lottato parecchio per resistere alla tentazione di dire di più.
Tre righe in cima alla pagina. Quindi tutto un foglio bianco. E noi ci precipitiamo a imbrattarlo con le nostre parole.
Può sembrare un'idea bizzarra quella di aprire la serie dei "Vangeli scomodi" con il racconto della natività, con una pagina che pare autorizzare esclusivamente la tenerezza, la dolcezza e i pensieri più consolanti.
Eppure proprio queste tre righe di Luca, se riusciamo a spazzare via le nebbie di un equivoco sentimentalismo, risultano terribilmente scomode. Infatti costituiscono una spietata condanna per il nostro Natale gonfio di retorica, per il nostro Natale zeppo di cattiva poesia, per il nostro Natale ricco di cianfrusaglie multicolori e commozione a buon mercato.
Tre righe. E noi, invece, abbiamo imbastito un copione mastodontico e interminabile, imbottito di pacchianerie.
Gli abbiamo rovesciato sopra tonnellate di sentimentalismi.
Il silenzio è l'elemento naturale per la discesa della Parola sulla terra.
E noi abbiamo pensato di rompere quel silenzio che ci impacciava con gli scoppi di milioni di tappi champagne.
inviato da Foggi Silvana, inserito il 11/12/2002
TESTO
La repressione delle tendenze egoistiche e lo sviluppo dell'amore e dello spirito di servizio del prossimo aprono il cuore alla presenza di Dio e producono un cambiamento totale nella persona, dandole un'autentica gioia celeste, tento da farne un essere completamente diverso. Il problema per lui diventa ora non "cosa mi può dare la vita", ma "cosa posso dare io nella vita".
Il servizio non è solo per il tempo libero. Il servizio dev'essere un atteggiamento della vita che trova modi per esprimersi concretamente in ogni momento.
Non riceviamo una paga o una ricompensa per un servizio reso, ma proprio questo fa di noi, che lo rendiamo, uomini liberi. Non lavoriamo per un datore di lavoro, ma per Dio e per la nostra coscienza.
inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 07/12/2002
TESTO
Quando fai il segno di croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all'altra.
Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l'animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all'altra. Allora tu lo senti: ti avvolge tutto, ti consacra, ti santifica. Perché? Perché è il segno della totalità ed il segno della redenzione.
Sulla croce nostro Signore ci ha redenti tutti. Mediante la croce egli santifica l'uomo nella sua totalità, fin nelle ultime fibre del suo essere. Perciò lo facciamo prima della preghiera, affinché esso ci raccolga e ci metta spiritualmente in ordine; concentri in Dio pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera, affinché rimanga in noi quello che Dio ci ha donato.
Nella tentazione, perché ci irrobustisca. Nel pericolo, perché ci protegga. Nell'atto di benedizione, perché la pienezza della vita divina penetri nell'anima e vi renda feconda e consacri ogni cosa.
Pensa quanto spesso fai il segno della croce, il segno più santo che ci sia!
Fallo bene: lento, ampio, consapevole. Allora esso abbraccia tutto il tuo essere, corpo e anima, pensieri e volontà, senso e sentimento, agire e patire, tutto vi viene irrobustito, segnato, consacrato nella forza del Cristo, nel nome del Dio uno e Trino.
segno di crocepreghierarapporto con Dio
inviato da Corradini Don Lorenzo, inserito il 04/12/2002
PREGHIERA
Jean Galot, Vieni, Signore
Avvento, tempo dell'attesa e della speranza:
è la tua venuta, o Cristo, che vogliamo rivivere,
preparandoci più profondamente
nella fede e nell'amore.
Avvento, tempo della Chiesa affamata del Salvatore:
essa vuole ripeterti, volgendosi a te
con più insistenza, con un lungo sguardo,
che tu sei tutto per lei.
Avvento, tempo dei desideri più nobili dell'uomo
che più coscientemente convergono verso di te,
e che devono cercare in te, nel tuo mistero,
il loro compimento.
Avvento, tempo di silenzio e di raccoglimento,
in cui ci sforziamo d'ascoltare la Parola
che vuol venire a noi,
e di sentire i passi che si avvicinano.
Avvento, tempo dell'accoglienza
in cui tutto cerca di aprirsi,
in cui tutto vuol dilatarsi nei nostri cuori troppo stretti,
al fine di ricevere la grandezza infinita
del Dio che viene a noi.
inviato da Anna Barbi, inserito il 04/12/2002
ESPERIENZA
Tutti desideriamo amare Dio. Ma come si fa?
Gesù si convertì in pane di vita per saziare la nostra fame.
Quindi si fece ignudo, sfrattato, abbandonato, lebbroso, drogato, prostituta, di modo che tutti noi, tanto voi come io, potessimo saziare la sua fame con il nostro amore.
Sicuramente non vi capiterà di vedere nei vostri paesi malati rosi da vermi, ma ci sono vermi che tarlano i cuori.
Mi commosse moltissimo il gesto di una bambina piccola che decise di mandarmi i soldi della sua prima comunione invece di tenerseli per comprare un vestito per quella festa.
In Africa ci sono molte migliaia di persone che muoiono di fame a causa della siccità.
Mi imbattei in strada in una bambina di cinque o sei anni e le diedi un pezzo di pane.
Cominciò a mangiarlo briciola per briciola, dicendo che avrebbe avuto ancora fame, una volta terminato il pane.
Lei aveva già fatto esperienza di cosa è la fame, qualcosa che né io né voi ancora sappiamo cos'è.
inviato da Viola, inserito il 04/12/2002
PREGHIERA
Abbiamo bisogno di te, di te solo.
Tu solo conosci il bisogno che c'è di te,
in questo mondo, in quest'ora del mondo.
Gesù, tutti hanno bisogno di te
anche quelli che non lo sanno.
E quelli che non lo sanno
assai più di quelli che sanno.
L'affamato si immagina
di cercare il pane
e ha fame di te.
L'assetato crede di volere l'acqua
e ha sete di te.
Il malato s'illude di cercare la salute
e il suo male è l'assenza di te.
Tu sai quanto sia grande
per me e per tutti noi
il bisogno del tuo sguardo
e della tua parola.
Tu che fosti tormentato
per amore nostro
ed ora ci tormenti con tutta la potenza
del tuo implacabile amore.
bisognoricerca di sensorapporto con Dio
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 04/12/2002
PREGHIERA
289. Preghiera di un soldato morto in guerra
Ascolta, mio Dio.
mi hanno detto che non esistevi
e io, come uno stupido,
ho creduto che avessero ragione.
L'altra sera dal fondo di una voragine,
scavata da un obice, ho visto il tuo cielo.
Di colpo mi sono accorto che mi avevano imbrogliato.
Avessi preso un po' di tempo per guardare le cose,
mi sarei accorto benissimo che quelle persone
si rifiutavano di chiamare gatto un gatto.
Mi chiedo, mio Dio,
se ti andrebbe di stringermi la mano...
Eppure sento che non ti sarà difficile comprendermi.
E' curioso che sia dovuto venire
in questo luogo d'inferno,
per aver il tempo di vedere il tuo volto.
Ti amo terribilmente: ecco quello che voglio che tu sappia.
Tra poco ci sarà un orribile attacco.
Chissa! Può darsi che proprio questa sera
io bussi alla tua porta.
Noi due, fino a quest'istante, non siamo stati amici,
e mi chiedo se mi aspetterai sulla soglia della tua casa.
Lo vedi? Adesso piango. Sì, proprio io, piango come un bambino.
Se ti avessi conosciuto prima...
E' l'ora! Bisogna che vada.
E' strano; da quando ti ho incontrato
non ho più paura di morire.
La paternità di questo testo non è chiara: alcuni testi su internet l'attribuiscono a Aleksandr Zacepa, soldato dell'Armata Rossa; altri dicono che è stato trovato sul cadavere di un soldato americano al momento dello sbarco in Africa del Nord, durante l'ultimo conflitto mondiale. Al di là dell'incertezza sull'autore del testo, resta valido il suo messaggio.
morteguerrafedevita eternaricerca di Dio
inviato da Claudio Guazzarotto, inserito il 03/12/2002
TESTO
La preghiera è una sinfonia,
non si può fare una sinfonia con un solo strumento.
Non si può pregare chiedendo solo aiuto.
Pregare è...
Lodare Dio con l'entusiasmo dei pastori
che hanno visto Gesù nella mangiatoia.
Ringraziare Dio con la gioia del lebbroso
risanato da Gesù.
Raccontare a tutti le meraviglie
che Dio compie per noi, suo popolo.
Riconoscersi peccatore con la commozione del figlio
che abbraccia il padre che lo perdona.
Riconoscere con la fermezza di Pietro
che Gesù è il nostro salvatore.
Interrogare Gesù su che fare nella vita
come lo interroga il giovane ricco.
Dire di sì all'invito di Dio
Con Maria che si dichiara serva del Signore.
Invocare Dio e chiedergli aiuto
con la fede del lebbroso che supplica Gesù.
inviato da Federico Bernardi, inserito il 03/12/2002
PREGHIERA
291. Tu ci ami per primo, sempre 2
Noi parliamo di te
come se ci avessi amati per primo
una volta sola.
Invece, continuamente,
di giorno in giorno,
tu ci ami per primo.
Quando al mattino mi sveglio
ed elevo il mio spirito a te,
tu sei il primo,
tu mi ami per primo.
Se mi alzo all'alba
ed immediatamente elevo a te
il mio spirito e la mia preghiera,
tu mi precedi.
Tu mi hai già amato per primo.
È sempre così.
E noi ingrati,
che parliamo come se
tu ci avessi amato per primo
una volta sola.
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 03/12/2002
TESTO
Cristo non ha mani
ha soltanto le nostre mani
per fare oggi il suo lavoro.
Cristo non ha piedi
ha soltanto i nostri piedi
per guidare gli uomini
sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra
ha soltanto le nostre labbra
per raccontare di sé agli uomini di oggi.
Cristo non ha mezzi
ha soltanto il nostro aiuto
per condurre gli uomini a sé oggi.
Noi siamo l'unica Bibbia
che i popoli leggono ancora
siamo l'ultimo messaggio di Dio
scritto in opere e parole.
NB: in alcuni pagine web il testo viene attribuito a Raoul Follereau mentre in altre ad un Anonimo fiammingo del XIV secolo.
inviato da Suor Irina Mandro, inserito il 03/12/2002
RACCONTO
Un giorno, un santo si fermò da noi. Mia madre lo scorse nel cortile, mentre faceva divertire i bambini. "Oh", - mi disse - "è proprio un santo; puoi andargli incontro, bambino mio".
Il santo posò la mano sulla mia spalla e mi chiese: "Bimbo mio, che cosa vuoi fare?".
"Non lo so. Che cosa vuoi che faccia?".
"No, dimmi tu cosa vuoi fare".
"A me piace giocare".
"Allora vuoi giocare con il Signore?".
lo non seppi cosa rispondere. Egli continuò: "Vedi, se tu potessi giocare con il Signore, sarebbe la cosa più grande del mondo. Tutti lo prendono talmente sul serio che lo rendono mortalmente noioso... Gioca con Dio, bambino mio: è il più meraviglioso compagno di gioco".
inviato da Barbara, inserito il 02/12/2002
ESPERIENZA
Romeo, C'ero anch'io Lourdes 2001
Così, in quei momenti di preghiera, cosa che difficilmente riusciamo a fare a casa frastornati da mille impegni, da mille luci e da mille suoni, riusciamo a dialogare con noi stessi e a sentire Dio vicino a noi come mai in altre occasioni. Riusciamo a capire quanto importante sia la vita e quanto sia bella quella che Dio ci ha donato indipendentemente dai problemi che possiamo avere e ci rendiamo conto, dopo aver visto handicappati sorridere. E qui capisci che, forse, i veri handicappati siamo noi che non sappiamo valutare le nostre piccole-grandi fortune: poter camminare e mangiare da soli. Se il riavvicinamento di un'anima a Dio può essere considerato un miracolo, allora posso affermare di essere stato testimone di tanti miracoli.
Poi arriva il momento di partire, pochi giorni volati. Si salutano tutti e ci si accorge di quanti giorni di tutta Europa hanno fatto la nostra stessa scelta e ci si accorge che non siamo gli unici giovani cristiani come alcuni vogliono farci credere.
Il treno parte, ma Lourdes non è finito, questa esperienza non finisce così, ce la porteremo sempre dentro, ormai vediamo con altri occhi, vivremo con gli altri in altro modo, abbiamo quasi la consapevolezza di conoscere cose che altri non conoscono.
Lourdesmalattiadoloresofferenzacrocevita
inviato da Federico Bernardi, inserito il 02/12/2002
RACCONTO
Piero Gheddo, Il Vangelo delle 7.18, De Agostini 1989
Tempo fa un grande maestro indiano di vita spirituale scrisse: «Sono seduto sulla riva di un ruscello e osservo un sasso rotondo immerso nell'acqua. Da quanti anni il sasso è bagnato dall'acqua? Forse da dieci, forse da cento? Ma l'acqua non è riuscita a penetrare nel sasso. Se spacco quella pietra, dentro è asciutta.»
Così è anche per noi, che viviamo immersi in Dio e non ce ne lasciamo penetrare: Dio rimane alla superficie della nostra vita, non ci trasforma perché non siamo disposti a lasciarci penetrare e trasformare dall'amore di Dio. Siamo come un sasso nel ruscello che nel suo interno rimane asciutto.
inviato da Anna Lianza, inserito il 29/11/2002
TESTO
L'altro
è un fratello
per mezzo del quale
Dio ci parla.
Per mezzo del quale
Dio ci aiuta
e ci consola,
Dio ci ama
e ci salva.
L'altro - ogni altro -
è un fratello da amare.
Egli è in cammino
con noi
verso la casa del Padre.
L'altro è Gesù.
inviato da Eleonora Polo, inserito il 29/11/2002
ESPERIENZA
297. Dopo una giornata particolarmente dura...
Dopo una giornata particolarmente dura, andai a letto a tarda ora. Mia moglie era già addormentata e io quasi sonnecchiavo, quando il telefono squillò, e una voce irosa disse: "Stai a sentire, negro, noi abbiamo preso tutti quelli di voi che abbiamo voluto. Prima della prossima settimana, ti dispiacerà di essere venuto a Montgomery". Io riattaccai, ma non potei dormire: sembrava che tutte le mie paure mi fossero piombate addosso in una volta: avevo raggiunto il punto di saturazione.
Mi alzai dal letto e cominciai a camminare per la stanza; infine andai in cucina e mi scaldai una tazza di caffè. Ero pronto a darmi per vinto. Cominciai a pensare ad una maniera di uscire dalla scena senza sembrare un codardo.
In questo stato di prostrazione, quando il mio coraggio era quasi svanito, decisi di portare il mio problema a Dio. La testa tra le mani, mi chinai sul tavolo di cucina e pregai ad alta voce. Le parole che dissi a Dio quella notte sono ancora vive nella mia memoria: "Io sono qui che prendo posizione per ciò che credo sia giusto. Ma ora ho paura. La gente guarda a me come a una guida, e, se io sto dinanzi a loro senza forza né coraggio, anch'essi vacilleranno. Sono al termine delle mie forze. Non mi rimane nulla. Sono arrivato al punto che non posso affrontare questo da solo...".
In quel momento sperimentai la potenza di Dio come non l'avevo mai sperimentata prima. Mi sembrava di poter sentire la tranquilla sicurezza di una voce interiore che diceva: "Prendi posizione per la giustizia, per la verità. Dio sarà sempre al tuo fianco". La paura si allontanò per sempre e fui pronto, nel nome di Dio, ad affrontare ogni pericolo, ogni prova.
Sentivo che in un mondo buio e confuso il regno di Dio può ancora regnare nel cuore degli uomini... Dio non ci lascia soli nelle nostre agonie e nelle nostre battaglie: ci cerca nelle tenebre e soffre con noi.
pauracoraggiofedeabbandonoingiustizia
inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002
PREGHIERA
298. Invocazione allo Spirito Santo 2
Centro Pastorale Ragazzi di Verona
Spirito Santo, noi vogliamo parlare con te e invocarti, anche se facciamo fatica a capire chi sei e a riconoscerti.
Noi crediamo che ci sei vicino e ci vuoi bene, perché Gesù stesso ti ha mandato a noi per farci conoscere e capire le sue parole. Tu ci aiuti a vivere i suoi insegnamenti.
Tu sei con noi dal giorno del Battesimo e ogni momento guidi la nostra vita. Ci vieni donato in modo speciale nella Cresima per renderci testimoni di Gesù.
Ti chiediamo di offrirci i tuoi santi doni per arricchire la nostra vita quotidiana.
Donaci l'intelletto, per capire chi è Dio e quanto è grande il suo amore per noi.
Donaci la scienza, per guardare la vita e tutto ciò che ci circonda con gli occhi stessi di Dio, e riconoscere la sua presenza d'amore in ogni cosa.
Donaci il consiglio, perché tra le tante proposte di ogni giorno possiamo scegliere ciò che piace a te.
Donaci il timor di Dio, per sentire la sua presenza piena di tenerezza e vivere come suoi amici.
Donaci la fortezza, per vivere le grandi scelte della vita, come figli di Dio e fratelli di Gesù.
Donaci la pietà, così che sappiamo orientare il nostro cuore e tutta la nostra vita verso l'amore di Dio, che, come stella polare, ci indica la vera gioia.
Donaci la sapienza, per imparare a misurare ogni gesto con il metro dell'amore di Dio, con la sua bontà e tenerezza di Padre.
Spirito Santodoni dello Spirito Santocresima
inviato da Marianna, inserito il 25/11/2002
PREGHIERA
Signore Gesù,
sul far della sera ti preghiamo di restare.
Ti rivolgeremo questa preghiera,
spontanea ed appassionata,
infinite altre volte nella sera del nostro smarrimento,
del nostro dolore e del nostro immenso desiderio di te.
Tu sei sempre con noi.
Siamo noi, invece, che non sempre sappiamo diventare
la tua presenza accanto ai nostri fratelli.
Per questo, Signore Gesù, ora ti chiediamo di aiutarci
a restare sempre con te,
ad aderire alla tua persona
con tutto l'ardore del nostro cuore,
ad assumerci con gioia la missione che tu ci affidi:
continuare la tua presenza,
essere Vangelo della tua risurrezione.
evangelizzazionemissionerapporto con Diodiscepoli di emmaus
inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002
TESTO
Paulo Coelho, I racconti del maktub
Santa Teresa d'Avila dice: «Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e - dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. Egli disse: "Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed Io gli darò da bere". Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: "Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati". Egli non impone condizioni. E' sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore».
rapporto con Diopreghieraamore di Dio
inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002