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TESTO

1. Lettera di un animatore Grest ad un genitore

Roberta Carta, Blog Vita piena

Caro genitore di un bambino che frequenta il Grest,

sono quel ragazzo a cui hai lasciato timoroso le mani del tuo bambino.

Ho visto che mi guardavi preoccupato, forse della mia giovane età, forse del mio taglio di capelli... allora ho pensato di scriverti per ringraziarti, perché non mi conosci e mi stai affidando la cosa più preziosa che hai!

Immagino ti sarai chiesto perché un ragazzo della mia età passi le sue ore estive gratuitamente con tuo figlio. In questi giorni ascolto alla radio una canzone che dice "vale la pena mi amor", ti voglio allora dire perché ne vale la pena passare parte della mia estate con tuo figlio!

Qualcuno mi sta insegnando che donare il mio tempo per gli altri, specialmente per i più piccoli, mi può rendere felice... ho scoperto che è vero! Quando riesco a far sorridere tuo figlio; quando al mattino lo vedo corrermi incontro insieme agli altri; quando riesco a far ballare i bambini più rigidi nei miei bans scatenati; quando li consolo per una caduta o un gioco in cui non hanno vinto; quando mi vedono come un punto di riferimento, proprio me che in casa sono considerato ancora "il piccolo"... non sai quanto ne valga la pena! Ad ognuna di queste piccole cose mi sembra che il mio cuore cresca un po' di più.

Quando il mio coordinatore mi affida la responsabilità della conduzione di un gioco, delle scenografie, oppure il compito di recitare o preparare il laboratorio; sento che vede il mio talento, che mi considera competente e capace di crescere sempre di più. Non sai quanto ne valga la pena per vedere i suoi occhi soddisfatti del mio lavoro!

Quando il Don ci ringrazia a nome di tutti i bambini e genitori e di Chi sa, vale tutta la pena anche solo per me, e poi ci dice che siamo tanto amati e che è orgoglioso di noi, ne vale la pena!

E... quando condivido questo servizio con i miei amici, sì a volte litighiamo, ma più spesso siamo una grande squadra, ci abbracciamo, scherziamo... e a volte finisce a gavettoni! non sai quanto ne valga la pena!
Ti voglio ringraziare ancora per esserti fidato di me.

Ti prego non ti arrabbiare quando tuo figlio torna con la maglietta tutta sporca, non sai quante risate si è fatto mentre dipingevamo con le tempere! Valgono più di una maglietta da ricomprare, lo sai meglio di me!

Non ti sentire in colpa perché lo lasci al Grest anche la mattina in cui sei libero, gli stai regalando un esperienza unica.

Non essere preoccupato delle sbucciature, dei graffi; sono i segni di un guerriero felice che si è lanciato, ha giocato, non si è risparmiato!

Fidati che vorrò bene a tuo figlio, ho già il suo nome nella mia maglietta, so le sue canzoni ed i suoi giochi preferiti, so cosa lo spaventa e ti prometto di tenerlo per mano fino a quando non lo riconsegnerò nelle tue.

Vale la pena anche per incrociare il tuo sguardo e il tuo sorriso a fine Grest.
Alla prossima!

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inviato da Roberta Carta, inserito il 20/02/2017

TESTO

2. Un decalogo per il papà   4

Bruno Ferrero, Bollettino Salesiano, marzo 2005

1°. Il primo dovere di un padre verso i suoi figli è amare la madre. La famiglia è un sistema che si regge sull'amore. Non quello presupposto, ma quello reale, effettivo. Senza amore è impossibile sostenere a lungo le sollecitazioni della vita familiare. Non si può fare i genitori "per dovere". E l'educazione è sempre un "gioco di squadra". Nella coppia, come con i figli che crescono, un accordo profondo, un'intima unione danno piacere e promuovono la crescita, perché rappresentano una base sicura. Un papà può proteggere la mamma dandole in "cambio", il tempo di riprendersi, di riposare e ritrovare un po' di spazio per sé.

2°. Il padre deve soprattutto esserci. Una presenza che significa "voi siete il primo interesse della mia vita". Affermano le statistiche che, in media, un papà trascorre meno di cinque minuti al giorno in modo autenticamente educativo con i propri figli. Esistono ricerche che hanno riscontrato un nesso tra l'assenza del padre e lo scarso profitto scolastico, il basso quoziente di intelligenza, la delinquenza e l'aggressività. Non è questione di tempo, ma di effettiva comunicazione. Esserci, per un papà vuol dire parlare con i figli, discorrere del lavoro e dei problemi, farli partecipare il più possibile alla sua vita. E' anche imparare a notare tutti quei piccoli e grandi segnali che i ragazzi inviano continuamente.

3°. Un padre è un modello, che lo voglia o no. Oggi la figura del padre ha un enorme importanza come appoggio e guida del figlio. In primo luogo come esempio di comportamenti, come stimolo a scegliere determinate condotte in accordo con i principi di correttezza e civiltà. In breve, come modello di onestà, di lealtà e di benevolenza. Anche se non lo dimostrano, anche se persino lo negano, i ragazzi badano molto di più a ciò che il padre fa', alle ragioni per cui lo fa. La dimostrazione di ciò che chiamiamo "coscienza" ha un notevole peso quando venga fornita dalla figura paterna.

4°. Un padre dà sicurezza. Il papà è il custode. Tutti in famiglia si aspettano protezione dal papà. Un papà protegge anche imponendo delle regole e dei limiti di spazio e di tempo, dicendo ogni tanto "no", che è il modo migliore per comunicare: "ho cura di te".

5°. Un padre incoraggia e dà forza. Il papà dimostra il suo amore con la stima, il rispetto, l'ascolto, l'accettazione. Ha la vera tenerezza di chi dice: "Qualunque cosa capiti, sono qui per te!". Di qui nasce nei figli quell'atteggiamento vitale che è la fiducia in se stessi. Un papà è sempre pronto ad aiutare i figli, a compensare i punti deboli.

6°. Un padre ricorda e racconta. Paternità è essere l'isola accogliente per i "naufraghi della giornata". E' fare di qualche momento particolare, la cena per esempio, un punto d'incontro per la famiglia, dove si possa conversare in un clima sereno. Un buon papà sa creare la magia dei ricordi, attraverso i piccoli rituali dell'affetto. Nel passato il padre era il portatore dei "valori", e per trasmettere i valori ai figli basta imporli. Ora bisogna dimostrarli. E la vita moderna ci impedisce di farlo. Come si fa a dimostrare qualcosa ai figli, quando non si ha neppure il tempo di parlare con loro, di stare insieme tranquillamente, di scambiare idee, progetti, opinioni, di palesare speranze, gioie o delusioni?

7°. Un padre insegna a risolvere i problemi. Un papà è il miglior passaporto per il mondo " di fuori". Il punto sul quale influisce fortemente il padre è la capacità di dominio della realtà, l'attitudine ad affrontare e controllare il mondo in cui si vive. Elemento anche questo che contribuisce non poco alla strutturazione della personalità del figlio. Il papà è la persona che fornisce ai figli la mappa della vita.

8°. Un padre perdona. Il perdono del papà è la qualità più grande, più attesa, più sentita da un figlio. Un giovane rinchiuso in un carcere minorile confida: "Mio padre con me è sempre stato freddo di amore e di comprensione. Quand'ero piccolo mi voleva un gran bene; ci fu un giorno che commisi uno sbaglio; da allora non ebbe più il coraggio di avvicinarmi e di baciarmi come faceva prima. L'amore che nutriva per me scomparve: ero sui tredici anni... Mi ha tolto l'affetto proprio quando ne avevo estremamente bisogno. Non avevo uno a cui confidare le mie pene. La colpa è anche sua se sono finito così in basso. Se fossi stato al suo posto, mi sarei comportato diversamente. Non avrei abbandonato mio figlio nel momento più delicato della sua vita. Lo avrei incoraggiato a ritornare sulla retta via con la comprensione di un vero padre. A me è mancato tutto questo".

9°. Il padre è sempre il padre. Anche se vive lontano. Ogni figlio ha il diritto di avere il suo papà. Essere trascurati, trascurati o abbandonati dal proprio padre è una ferita che non si rimargina mai.

10°. Un padre è immagine di Dio. Essere padre è una vocazione, non solo una scelta personale. Tutte le ricerche psicologiche dicono che i bambini si fanno l'immagine di Dio sul modello del loro papà. La preghiera che Gesù ci ha insegnato è il Padre Nostro. Una mamma che prega con i propri figli è una cosa bella, ma quasi normale. Un papà che prega con i propri figli lascerà in loro un'impronta indelebile.

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inviato da Gianni Andrea Granzotto, inserito il 29/09/2005