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RACCONTO

21. Il grillo del signor Fabre   1

Bruno Ferrero, Il canto del grillo

Siamo a Londra. In una vasta e tumultuosa via alberata di Londra. Strepito di cavalli e di carrozze, vociare di mercanti e di strilloni. Trambusto di uomini e di mezzi. Chi corre perché ha fretta. Chi passeggia. Un po' di tutto. Un via vai continuo. Ma ecco... quel signore che si è fermato. Pare in ascolto. Ma di che? Trattiene per un braccio l'amico e gli sussurra: "Senti? C'è un grillo!". L'amico lo guarda stralunato: com'è possibile sentire il cri-cri di un grillo in quel mondo di rumori? "Ma cosa dice, professore? Un grillo?!". E il signore, che si è fermato, come guidato da un radar, si accosta lentamente a un minuscolo ciuffo d'erba ai piedi di un albero. Con delicatezza sposta steli e dice: "Eccolo!". L'amico si curva. E' davvero un piccolo grillo. Stupore per il fatto del grillo a Londra. Ma doppio stupore per averlo sentito. D'accordo. Per avvertire certe "voci", occorre grande capacità d'ascolto. E quel signore ce l'aveva.

Era il grande etmologo francese Jean Henry Fabre. E la sua grande capacità di ascolto era rivolta in modo specifico al mondo degli insetti.

"Ma come ha fatto a sentire il grillo in tutto questo chiasso?" domanda l'amico al signor Fabre, mentre riprendono il cammino.

"Perché voglio bene a quelle piccole creature. Tutti sentono le voci che amano, anche se sono debolissime. Vuoi che proviamo?".

Il signor Fabre si ferma. Estrae dal borsellino una sterlina d'oro e la lascia cadere a terra. E' un piccolo din, ma una decina di persone che camminano sul marciapiede si voltano di scatto a fissare la moneta.

"Hai visto" dice il signor Fabre, "Queste persone amano il denaro e ne percepiscono il suono, anche tra lo strepito più chiassoso".

Per avvertire certe "voci" occorre una grande capacità di ascolto. E la capacità di ascolto di certe "voci" c'è, se tu quelle "voci" le ami. Il signor Fabre è stato un grande nel mondo degli insetti per la sua capacità di ascolto, scaturitagli dal suo amore verso quelle piccole creature.

Chi vuol diventare "grande" - in qualunque campo, soprattutto nel "campo" di Dio" - deve avere una grande capacità di ascolto.

preghieraascoltosensibilità

inviato da Mariangela Molari, inserito il 05/05/2002

TESTO

22. La preghiera

Kahlil Gibran, il Profeta

Allora una sacerdotessa disse: Parlaci della preghiera.
Ed egli rispose, dicendo:

Voi pregate nelle angustie e nel bisogno; ma io vorrei che voi pregaste anche nella gioia piena e nei giorni dell'abbondanza.
Poiché che altro è la preghiera se non l'espansione di voi stessi nell'etere vivente?
Ed è a voi di conforto versare nello spazio la vostra oscurità, ed è anche per voi di diletto versare nell'esterno la gioia mattinale del vostro cuore.
E se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi spinge alla preghiera, essa dovrebbe spingervi, comunque, fino al punto che attraverso le lacrime spunti il sorriso.
Quando pregate voi vi innalzate a incontrare nell'aria tutti coloro che in quel medesimo istante sono in preghiera, che mai, se non nella preghiera, potreste incontrare.
Perciò non sia questa vostra visita a quell'invisibile tempio che estasi e dolce comunione.
Poiché se intendeste entrare nel tempio non per altro che per chiedere, non ricevereste nulla:
E se entrate per umiliarvi, non sareste innalzati:
E se anche voleste entrare per intercedere per il bene di qualcun'altra non sarete esauditi.
Basta già che voi entriate nell'invisibile tempio.
Io non posso insegnarvi parole di preghiere.
Dio non ascolta le vostre parole, a meno che non le pronunci attraverso le vostre labbra.
Ed io non posso insegnarvi la preghiera dei mari, delle foreste, delle montagne.
Ma voi, nati dai monti, dalle foreste e dal mare potete ritrovare nei vostri cuori la loro preghiera.
E se solo state in ascolto nella quiete delle notti udrete mormorare:
"Dio nostro, che sei la nostra ala, è la tua volontà che vuole in noi,
è il tuo desiderio che desidera in noi,
è il tuo impulso in noi che può trasformare le nostre notti, che sono anche le tue notti, in giorni che siano anche i tuoi giorni.
Nulla possiamo noi chiederti, poiché tu conosci le nostre necessità prima ancora che nascano in noi:
Sei tu la nostra necessità; e nel darci più di te stesso, tu ci dai tutto".

preghierarapporto con Dio

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 03/05/2002

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