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TESTO

361. Che le persone incontrino Cristo

Kadamphul Nayak

Mio marito celebrerà le feste in comunione con Gesù, che ha sempre amato e al quale ha dedicato la sua vita. Per la festa chiedo solo che le persone incontrino il messaggio di salvezza che Cristo annuncia al mondo e imparino tutte a perdonare.

Kadamphul Nayak, moglie di Samuel Nayak, cristiano ucciso in Orissia, India dai fondamentalisti indù il 26 agosto 2008 scorso perché si è rifiutato di rinnegare la fede in Cristo e convertirsi all'induismo.

testimonianzamartiriofedeperdono

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inviato da Qumran2, inserito il 11/01/2012

TESTO

362. Dare la vita per il Signore

Santa Maria Chiara Nanetti

Sono venuta qua per esercitare la carità e, se occorre, versare il sangue per Cristo.
Sono venuta qua a dare la mia vita per Gesù, se è necessario.
Sapevo da tempo il pericolo, mi sono preparata: chiedo di restare e di dare la vita per il Signore, lui mi darà la forza.

S. Maria Chiara Nanetti, missionaria francescana martire in Cina

martiriocoraggiotestimonianzadonazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 11/01/2012

PREGHIERA

363. Perché il mondo creda

don Andrea Santoro, Urfa, 29 aprile 2001

Signore, benedici i tuoi figli che desiderano solo servirti servendo quelli che tu hai loro affidato. Effondi su di noi il tuo Spirito perché possiamo farlo traboccare con abbondanza.

Tienici uniti nella nostra diversità: non così uniti da spegnere la diversità, non così diversi da soffocare l'unità. Compi in noi il miracolo della tua unità: tu Uno nella sostanza eppure trino nella relazione personale.

Donaci la tua fecondità di Padre, la tua donazione di Figlio, la tua effusione di Spirito, perché il mondo creda che tu ci hai mandato e perché ci sia dato di amarlo questo mondo, di rigenerarlo con te, di portarlo stretto a noi come una madre porta stretto a sé il proprio figlio.

Donaci di amarti e di svuotarci per te per riempirci di te. Benedici questa terra già benedetta e donaci di essere per essa una benedizione.

Donaci quella benedizione che in essa lasciarono, calpestandola, i patriarchi, gli apostoli, Maria, e tutti i nostri padri nella fede.

don Andrea Santoro, missionario ucciso il 5 febbraio 2006

testimonianzamartiriofedemissione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 11/01/2012

TESTO

364. La missione è testimonianza

Mons. Luigi Padovese, II Assemblea ecclesiale del Patriarcato di Venezia, 11 ottobre 2009

Essere uniti per essere testimoni (...) non riguarda soltanto le nostre Chiese di Oriente che vivono in una situazione minoritaria e di confronto con il mondo islamico, ma si può applicare anche alle Chiese di Europa messe a confronto con una società pluralistica e dove è anche dalla comunione dei cristiani tra loro che deve nascere la loro testimonianza. Come è stato osservato la Chiesa non ha una missione, non fa missione, ma è missione. E dunque va capita da essa. Se vuol rimanere Chiesa di Cristo deve uscire da sé. In quanto - come dice il Concilio. Vaticano II - è "sacramento universale di salvezza", essa è ordinata al Regno, è al suo servizio, esiste per proclamare il vangelo, e non soltanto oggi come misura d'emergenza in tempo di crisi, ma come costitutiva del suo essere. E il senso di tale impegno è di far sì che un'esperienza divenuta messaggio torni ad essere esperienza. Noi parliamo di ciò che "abbiamo visto ed udito", dichiara Giovanni (1 Gv 1,3).

La missione dunque è testimonianza resa all'amore di Gesù Cristo e al volto di Dio da lui rivelato. Si tratta di portare gli uomini a scoprire liberamente che il cammino di fede alla sequela di Gesù arricchisce la vita: va restituito al vangelo il carattere di vangelo, cioè di notizia che dà gioia, trasmettendo la visione che Gesù aveva del Regno, ma pronti a raccogliere anche delusioni. Ma non può essere altrimenti poiché la fede, in quanto espressione congiunta della grazia di Dio e della libera adesione umana, non si può imporre ma soltanto proporre.

Ed è qui che il ruolo della testimonianza diventa fondamentale anche perché, come diceva un Padre della Chiesa - "gli uomini si fidano più dei loro occhi che delle loro orecchie".

Annunciare Gesù Cristo per l'Apostolo Paolo è stata una necessità che nasceva dall'amore per lui. Ciò significa che chi incontra Cristo non può fare a meno di annunciarlo, sia con la vita che con le parole.

Monsignor Luigi Padovese, vescovo, ucciso il 3 giugno 2010.

testimonianzamartiriofedeevangelizzazionechiesamissione

inviato da Qumran2, inserito il 11/01/2012

TESTO

365. Perché complicarsi la vita?   2

Ti manca una persona? Chiamala.
Vuoi vedere una persona? Invitala.
Vuoi che le persone ti comprendano? Spiegati.
Hai delle domande? Falle.
Qualcosa non ti piace? Dillo.
Qualcosa ti piace? Affermalo.
Vuoi qualcosa? Chiedi.
Ami qualcuno? Diglielo.

Nessuno saprà cosa ti passa per la mente. È meglio esprimerlo piuttosto che aspettarselo.
Hai già dei "no", prenditi il rischio di un "sì".
Noi abbiamo questa vita... Rendiamola semplice!

semplicitàfranchezzaaperturacoraggiodialogoesprimersichiusura

5.0/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 08/01/2012

TESTO

366. La vera tragedia   4

Platone

Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio.
La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.

buioluceDioGesù Cristoverità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 07/01/2012

PREGHIERA

367. Grazie per questo anno (versione lunga)   1

Tonino Bello

Eccoci, Signore, davanti a te.
Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.

Ma se ci sentiamo sfiniti,
non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,
o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.

È perché, purtroppo, molti passi,
li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e non sulle tue:
seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà faccendiera,
e non le indicazioni della tua Parola;
confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre,
e non sui moduli semplici dell'abbandono fiducioso in te.

Forse mai, come in questo crepuscolo dell'anno,
sentiamo nostre le parole di Pietro:
"Abbiamo faticato tutta la notte,
e non abbiamo preso nulla".

Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente.
Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto,
ci aiuti a capire che senza di te,
non possiamo far nulla. Ci agitiamo soltanto.

Ma ci sono altri motivi, Signore, che, al termine dell'anno,
esigono il nostro rendimento di grazie.

Ti ringraziamo, Signore,
perché ci conservi nel tuo amore.
Perché continui ad avere fiducia in noi.

Grazie, perché non solo ci sopporti,
ma ci dai ad intendere che non sai fare a meno di noi.

Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi.
Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini.

Anzi, ci metti nell'anima un cosi vivo desiderio di ricupero,
che già vediamo il nuovo anno
come spazio della speranza e tempo propizio
per sanare i nostri dissesti.

Spogliaci, Signore, di ogni ombra di arroganza.
Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza.
Donaci un futuro gravido di grazia e di luce
e di incontenibile amore per la vita.

Aiutaci a spendere per te
tutto quello che abbiamo e che siamo.
E la Vergine tua Madre ci intenerisca il cuore.
Fino alle lacrime.

ringraziamentofine annogratitudine

1.5/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 31/12/2011

TESTO

368. La carità   1

Raoul Follereau

La carità è una presenza. E' necessario non soltanto donare, ma donarsi.

caritàdonodonarecondivisioneamore

inviato da Qumran2, inserito il 30/12/2011

PREGHIERA

369. Donaci intelligenza   1

Tonino Lasconi, Paoline.it

Vieni, Signore Gesù,
donaci l'intelligenza per vagliare ogni cosa
e la forza per scegliere ciò che è buono.
Donaci la voce per gridare di prepararti la strada,
e coraggio per essere i primi a prepararla.

Donaci la capacità di essere sempre lieti
anche quando la tua parola,
che innalza i piccoli e abbassa i forti,
ci pone contro la logica umana.

Donaci di consolare chi sta peggio di noi,
di confortare chi soffre più di noi,
di rallegrare chi ha meno gioia di noi,
di farci vicini a chi ha bisogno di noi.
Amen!

attesagiovanni battistaletiziaottimismogioia

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 11/12/2011

PREGHIERA

370. Signore Gesù, vieni accanto a noi   2

Tonino Lasconi, Paoline.it

Signore Gesù,
vieni accanto a noi!
Come un pastore buono,
prendici in braccio e consolaci.
Parla al nostro cuore,
e scaccia da noi la paura
di camminare sulle tue strade.

Aiutaci a non trattenere per noi
i doni della tua bontà,
ma a trafficarli generosamente,
per colmare i vuoti dell'indifferenza
ed eliminare gli inciampi dell'egoismo.

Signore Gesù,
aiutaci a vivere
nella santità della condotta
e nelle preghiere,
affinché la misericordia e la verità,
la giustizia e la pace si incontrino
anche nella nostra vita.

avventoattesapastore

3.7/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 11/12/2011

PREGHIERA

371. Vieni e rinasci in noi

Didier Rimaud, Gli alberi nel mare, Elledici 1977, p. 99

Vieni e rinasci in noi,
sorgente della vita;
vieni e rendici liberi,
principe di pace.

Vieni e saremo giusti,
seme della giustizia;
vieni a risollevarci,
figlio dell'Altissimo.

Vieni ad illuminarci,
luce di questo mondo:
vieni a rifare il mondo,
Gesù, figlio di Dio!

avventoattesaGesùrinascita

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 10/12/2011

TESTO

372. Credere, sperare, amare   2

Carlo Carretto, Beata te che hai creduto

Se credere è difficile, non credere è morte certa.
Se sperare contro ogni speranza è eroico, il non sperare è angoscia mortale.
Se amare ti costa il sangue, non amare è inferno.

fedesperanzavitamortepaurascoraggiamentodisperazioneamore

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 09/12/2011

PREGHIERA

373. Come vorrei che tu venissi   1

Come vorrei che tu venissi tardi,
per avere ancora tempo di annunciare
e di portare la tua carità agli altri.

Come vorrei che tu venissi presto,
per conoscere subito, alla fonte, il calore della carità.

Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter costruire nell'attesa,
un regno di solidarietà, di attenzione ai poveri.

Come vorrei che tu venissi presto,
per essere subito in comunione piena e definitiva con te.

Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter purificare nell'ascesi,
nella penitenza, nella vita cristiana la mia povera esistenza.

Come vorrei che tu venissi presto,
per essere accolto, peccatore, nella tua infinita misericordia.

Come vorrei che tu venissi tardi,
perché è bello vivere sapendo che tu ci affidi
un compito di responsabilità.

Come vorrei che tu venissi presto,
per essere nella gioia piena.

Signore, non so quello che voglio,
ma di una cosa sono certo:
il meglio è la tua volontà.

Aiutami ad essere pronto a compiere
in qualsiasi tempo e situazione
la tua volontà d'amore per noi,
adesso e al tempo della mia morte. Amen.

avventonataleattesavenutavolontà di Diovitamorteresponsabilità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 09/12/2011

TESTO

374. Ave Maria   3

Carlo Carretto, Beata te che hai creduto

Una sera tentai il discorso con Maria.
Mi era così facile!
Le volevo così bene!
Maria, dimmi come è andata? Raccontalo a me come l'hai raccontato a Luca l'evangelista.

Tu lo sai, mi disse, perché conosci il Vangelo.
È stato tutto molto bello!
lo vivevo a Nazaret in Galilea e la mia vita era la vita di tutte le ragazze del popolo: lavoro, preghiera, povertà, molta povertà, gioia di vivere e soprattutto speranza nelle sorti di Israele.
Abitavo con Anna, mia madre, in una casetta molto semplice che aveva un cortile davanti ed un gran muro di cinta fatto apposta perché noi donne ci sentissimo in libertà ed intimità.
Lì sostavo sovente per lavorare e pregare. In me l'una e l'altra cosa si mescolavano ed ero piena di pace e di gioia.
Quel giorno ero sola nel piccolo cortile e una gran luce mi avvolgeva.
Pregavo, seduta su uno sgabello. Tenevo gli occhi socchiusi e sentivo una gioia invadermi tutta.
La luce aumentava ed io incominciai a socchiudere le palpebre che avevo chiuso per non restare abbacinata.
Ero contenta di lasciarmi riempire di quella luce. Mi pareva il segno della presenza di Dio che mi avvolgeva come un manto. Ad un tratto quella luce prese l'aspetto di un angelo. Ho sempre pensato agli angeli così come lo vidi in quel momento.
Tu sai com'è la questione della fede. Non sai mai se la visione è dentro o fuori.
È certamente dentro perché se fosse solo fuori potresti dubitare come fosse un'illusione.
Ma dentro l'illusione non c'è, è così, sai che è così: ne è testimone Dio.
lo stavo molto ferma per paura che tutto scomparisse.
E invece l'Angelo parlò. Anche qui: non sai mai se la voce la senti nell'orecchio o più in profondo.
Certamente in profondo perché se fosse solo nell'orecchio potresti illuderti.
La voce la senti là dove lo stesso Dio è il testimone.
E che ti disse?
Mi disse: Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
E tu che provasti?
È evidente che ne fui turbata. Era come se fossi visitata da cose troppo grandi per me e per la mia dimensione così piccola.
Tu puoi pensare alle cose di Dio con immenso desiderio ma quando ti toccano non puoi non spaventarti.
Difatti mi disse subito.
«Non temere, Maria» (Luca 1,30).
Mi feci coraggio perché la stessa frase l'avevo sentita alla Sinagoga quando si leggeva la storia di Abramo.
«Non temere, Abramo. lo sono il tuo scudo» (Genesi 15, 1).
Poi l'Angelo mi diede l'annuncio della maternità con poche parole ma così chiare che avevo l'impressione mi stessero nascendo dentro. Non mi era mai capitato di sentire parole come fossero avvenimenti.
Dimmi, Maria, sei stata colta di sorpresa? Non avevi mai pensato prima che tu... proprio tu...
Oh sì! Ci avevo pensato. Noi ragazze ebree non pensavamo ad altro. Sentivamo che i tempi erano quelli e quando pregavamo nella Sinagoga, l'aria era satura di attesa del Messia.
Che hai capito quando l'angelo ti disse che eri tu la scelta e che il Messia sarebbe nato da te?
Capii esattamente cosa voleva dirmi, e rimasi soltanto stupita della straordinarietà della cosa. Com'era possibile se io ero vergine?
L'Angelo mi spiegò le cose e mi fu facile accettarle perché mi sentivo immersa in Dio come in quella luce vivissima del mezzogiorno.
Confusamente capii anche che pasticci ce ne sarebbero stati, che non sarei riuscita a spiegarmi con mia madre, specialmente col mio fidanzato Giuseppe, ma non avrei potuto fermarmi tanta era forte la presa di Dio su di me e tanta era la certezza che mi veniva dalle parole dell'Angelo.
«Nulla è impossibile a Dio
nulla è impossibile a Dio
nulla è impossibile a Dio» (Luca 1,37). Adagio, adagio la luce diminuì e non vidi più l'Angelo.
Vidi mia madre Anna attraversare il cortile e mi venne voglia di parlarle, ma non ne fui capace perché non trovai le parole adatte.
Capii subito che non c'erano parole con cui potevo spiegare le cose.
Così nei giorni che seguirono, anzi, più andavo avanti e più diventavo silenziosa.

Fu più difficile il discorso con Giuseppe, mio fidanzato.
Tu sai come avvenivano le cose nelle nostre tribù. La sposa veniva promessa molto presto. Era come un patto tra famiglie.
Ma essendo così giovane la futura sposa continuava a vivere in famiglia in attesa della maturità.
Allora con grande festa, di notte, si compiva lo sposalizio e lo sposo accompagnato dai suoi amici veniva con tante luci e canti e gioia a prendere la sua sposa ed a condurla a casa. Da quel momento si era veramente sposati.
Quando l'Angelo mi apparve per annunciarmi la maternità, io ero ancora in casa. Ero stata promessa a Giuseppe ma non ero ancora andata ad abitare con lui.
Bastarono pochi mesi perché tutto divenisse complicato agli occhi degli uomini. lo non potevo nascondere la mia maternità e il mio ventre mi denunciava.
Capii allora cos' era la fede oscura, dolorosa.
Come potevo spiegarmi con mia madre?
Come potevo discutere col mio fidanzato Giuseppe?
Vissi tempi veramente dolorosi e l'unico conforto mi veniva nel ripetere: «Tutto è possibile a Dio, tutto è possibile a Dio».
Toccava a Lui spiegarsi ed io avevo tanta confidenza. Ma ciò non toglieva la mia sofferenza che in certi momenti mi straziava l'anima.
Come potevo trovare le parole per dire che quel bimbo che portavo in seno era il figlio dell'Altissimo?
Intanto non osavo più uscire di casa ed una volta vidi una vicina guardarmi da sopra il muro del cortile con evidente attenzione puritana.
Ci furono dei momenti terribili ed io tremai al pensiero di essere denunziata come adultera.
Ci voleva così poco. Bastava che Giuseppe andasse alla Sinagoga a spiegare la cosa e non gli sarebbero mancati gli zelanti che l'avrebbero seguito con le pietre per lapidarmi. Non era la prima volta che a Nazaret veniva uccisa un'adultera.
Ma è vero: «Dio può tutto». E si spiegò lui.
Si spiegò con Giuseppe per primo che mi disse di avere avuto un sogno veramente straordinario e che non aveva perduto la confidenza in me e che mi avrebbe sposata lo stesso.
Che gioia quando me lo disse!
Ma che paura avevo provato! Che oscurità!
Sì, il fatto mi aveva spiegato che la fede è di quella natura e che dobbiamo abituarci a vivere nell'oscurità.

Ci fu anche un fatto straordinario che alleviò le mie pene in quei mesi.
Tu sai che l'Angelo mi aveva dato un segno per aiutare la mia debolezza. Mi aveva detto che mia cugina Elisabetta era al sesto mese di una maternità straordinaria perché tutti noi della famiglia sapevamo che era sterile.
Dovevo andare a trovarla in Giudea ad Ain-Karim dove abitava.
Non mi feci pregare a partire.
L'idea venne a mia madre perché era preoccupata che la gente del paese mi vedesse con quel ventre grosso e non voleva dicerie.
Partii di notte, ma così contenta di allontanarmi da Nazaret dove c'erano troppi occhi indiscreti e non potevo raccontare a tutti le mie faccende.
Trovai mia cugina già vicina al parto e così felice, poverina! Aveva aspettato tanto un figlio!
Il Signore si era spiegato anche perché quando giunsi fu come se sapesse
tutto!
tutto!
tutto!
Si mise a cantare per la gioia ed io cantavo con lei.
Sembravamo due pazze, ma pazze di amore.
E c'era un terzo che sembrava impazzito di gioia.
Era il piccolino, il futuro Giovanni che danzava nel ventre di Elisabetta come per fare festa a Gesù che era nel mio.
Furono giorni indimenticabili.
Ma Elisabetta, che se ne intendeva di fede e di fede oscura e che aveva tanto sofferto nella vita, mi disse una cosa che mi fece piacere e che fu come il premio a tutta la mia solitudine di quei mesi.
«Beata te che hai creduto» (Luca 1,44). E me lo ripeteva tutte le volte che mi incontrava e mi toccava il ventre, come per toccare Gesù, il nuovo Mosè che stava per venire al mondo.

Il fuoco con cui avevo cotto il pane si stava spegnendo. La notte era già alta e mi sentii solo.
La presenza di Maria ora era nel rosario che avevo in mano e che mi invitava a pregare.
Sentivo freddo e mi avvolsi nel «bournous» (Mantello arabo di lana di pecora) che avevo con me.
L'oscurità divenne totale ma non avevo nessuna voglia di addormentarmi.
Volevo gustare la meditazione che Maria mi aveva regalata.
Soprattutto volevo entrare con dolcezza e forza nel mistero della fede, la vera, quella dolorosa, oscura, arida.
Oh no! Non è facile credere, è più facile ragionare.
Non è facile accettare il mistero che ti supera sempre e che ti allarga sempre i limiti della tua povertà.
Povera Maria!
Dover credere che quel bimbo che portava in seno era figlio dell'Altissimo. Sì, è stato semplice concepirlo nella carne, estremamente più impegnativo concepirlo nella fede! Quale cammino!
Eppure non ne esiste un altro. Non c'è altra scelta.
Vuoi tu, Maria, spaventata dal credere, tornare indietro, pensare che non è vero, che è inutile tentare, che è una illusione quella di un Dio che si fa uomo, che non c'è Messia di salvezza, che tutto è un caos, che sul mondo domina l'irrazionale, che sarà la morte a vincere sul traguardo e non la vita?
No!
Se credere è difficile, non credere è morte certa.
Se sperare contro ogni speranza è eroico, il non sperare è angoscia mortale.
Se amare ti costa il sangue, non amare è inferno.
Credo, Signore!
Credo perché voglio vivere.
Credo perché voglio salvare qualcuno che affoga: il mio popolo.
Credo perché quella del credere è l'unica risposta degna di te che sei il Trascendente, l'Infinito, il Creatore, la Salvezza, la Vita, la Luce, l'Amore, il Tutto.
Che cosa strana per non dire meravigliosa: appena ho detto con tutte le viscere la parola «credo» ho visto la notte farsi chiara.
Ora chiudo gli occhi perché è proprio lei la notte che mi abbaglia con la sua luce al di là di ogni luce.
Sì, nulla è più chiaro di questa notte oscura, nulla è più visibile dell'invisibile Dio, nulla è più vicino di questo infinitamente lontano, nulla è più piccolo di questo infinito Iddio.
Difatti è riuscito a stare nel tuo piccolo seno di donna, Maria, e tu l'hai potuto scaldare col tuo corpicino bello.
Maria! Sorella mia!
Beata te che hai creduto, ti dico stasera con entusiasmo, come te lo disse tua cugina Elisabetta, in quel vespero caldo ad AinKarim.

crederefedenataleincarnazioneMaria

5.0/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 09/12/2011

TESTO

375. Beata te che hai creduto   5

Carlo Carretto

...Non è facile credere!
Non è cosi, Maria?
Non è cosi anche per te?
Non c'è fatica più grande sulla terra della fatica di credere, sperare, amare: tu lo sai.
Aveva ragione tua cugina Elisabetta a dirti: «Beata te che hai creduto!»
Si, Maria, beata te che hai creduto.
Beata te che mi aiuti a credere, beata te che hai avuto la forza di accettare tutto il mistero della Natività e di avere avuto il coraggio di prestare il tuo corpo ad un simile avvenimento che non ha limiti nella sua grandiosità e nella sua inverosimile piccolezza.
Nell'incarnazione gli estremi si sono toccati e l'infinitamente lontano si è fatto l'infinitamente vicino, e l'infinitamente potente si è fatto l'infinitamente povero.
Maria, capisci cosa hai fatto?
Sei riuscita a star ferma sotto il peso di un mistero senza confini.
Sei riuscita a non tremare davanti alla luce dell'Eterno che cercava il tuo ventre come casa per riscaldarsi.
Sei riuscita a non morire di paura davanti al ghigno di Satana che ti diceva che era cosa impossibile che la trascendenza di Dio potesse incarnarsi nella sporcizia dell'umanità.
Che coraggio, Maria!
Solo la tua umiltà poteva aiutarti a sopportare simile urto di luce e di tenebra.

crederefedenataleincarnazioneMaria

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 09/12/2011

TESTO

376. Umiltà, base di tutto   1

San Giovanni Maria Battista Vianney

L'umiltà è per la virtù quello che la catena è per il rosario: togliete la catena e tutti i grani se ne vanno; togliete l'umiltà e tutte le virtù spariscono.

umiltàvirtùsantità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 07/12/2011

TESTO

377. Ciò che non abbiamo ancora imparato

Martin Luther King

Abbiamo imparato a volare nei cieli come uccelli e solcare i mari come pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice azione di camminare sulla terra come fratelli.

fratellanzaconcordiacomunionepace

inviato da Qumran2, inserito il 07/12/2011

PREGHIERA

378. Madre della Chiesa

Guido Novella, Con Maria in attesa del Signore, Editrice Elledici

Crediamo in Dio Padre
che nella pienezza dei tempi
mandò suo Figlio, nato da donna,
perché ricevessimo l'adozione a figli.

Crediamo in Cristo
che per noi uomini e per la nostra salvezza
è disceso dal cielo
e si è incarnato
per opera dello Spirito Santo
in Maria Vergine.

Crediamo nello Spirito Santo,
che ha reso la Madre di Dio
tutta santa e immune da ogni peccato,
quasi plasmata e resa nuova creatura.

Crediamo che Maria
ha accolto nel cuore e nel corpo
il Verbo di Dio
e ha portato la Vita al mondo.

Crediamo che lei è Madre del Figlio,
Figlia prediletta del Padre
e tempio dello Spirito Santo.

Crediamo che Maria
ha cooperato in modo tutto speciale
all'opera del Salvatore,
con l'obbedienza, la fede, la speranza
e l'ardente carità.

Madre per noi nell'ordine della grazia.
Maria,
figura della Chiesa,
santa Vergine e Madre amorosa,
con la tua materna carità
guarda al pellegrinante popolo di Dio.

La tua molteplice intercessione
e materna carità
soccorra i fratelli del Figlio tuo.
Tu, Avvocata, Soccorritrice,
Aiuto dei cristiani.
Madre di Dio
e Madre nostra, Maria!

mariaavventoimmacolataattesaGesù

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 07/12/2011

TESTO

379. Il volto di Dio   1

S. Agostino, Commento alla I Lettera di S. Giovanni (In Io. Ep. tr. 7, 10)

Quale volto ha l'amore? quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? Nessuno lo può dire. Esso tuttavia ha i piedi, che conducono alla Chiesa; ha le mani, che donano ai poveri; ha gli occhi, coi quali si viene a conoscere colui che è nel bisogno...

amorecaritàchiesapoveriDio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 20/10/2011

TESTO

380. Ciò che ricorderanno i bambini   1

Betty Hinman

I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole.

bambinigenitorifiglimaternitàpaternitàfamiglia

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inviato da Qumran2, inserito il 17/10/2011

Pagina 19 di 28