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TESTO

21. Guardate il cielo   1

N. Valentini - L. Žàk [a cura], Pavel A. Florenskij, Non dimenticatemi. Le lettere dal gulag del grande matematico, filosofo e sacerdote russo, Milano 2000, p. 418

Osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell'animo, guardate le stelle o l'azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, intrattenetevi col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete.

turbamentooffesepaceabbandono in Dio

3.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Barbi, inserito il 19/05/2010

TESTO

22. L'amore e la gioia

John Wu

L'amore è legato alla gioia.
Se avete un grammo di amore,
avrete anche un grammo di gioia.
Ma se il vostro amore è senza misura,
così sarà la vostra gioia.

amoredaredonaregratuitàsenso della vita

5.0/5 (1 voto)

inviato da Vanna Lo Re, inserito il 22/12/2009

TESTO

23. Un pensiero di pace

Anna Marinelli

Io la Pace la penso così,
come una terra immensa,
senza frontiere,
senza confini:
una terra feconda
che produca frumento
per tutte le bocche,
una terra allietata
da chiari corsi d'acqua.

Io la pace la penso così,
come un abito azzurro;
azzurro come il manto della nostra Madre Maria,
azzurro come le speranze
di tutti i popoli oppressi,
azzurro come un cielo senza confini spaziali,
azzurro come lo sguardo della Natura
quando era immersa nel giardino dell'Eden,

Io la pace la penso così,
come un padre che ama, che guida, che corregge,
che raduna dalle varie lontananze
il suo gregge,
chiama per nome ogni figlio e ogni figlia,
perché la Chiesa è come una famiglia.

Io la Pace la penso così e voi?

pace

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 08/12/2009

TESTO

24. Un pensiero per gli ultimi

Anna Marinelli

Un pensiero per gli ultimi, per gli invisibili.
Per chi lo trascorrerà sotto i ponti
nelle corsie degli ospedali in cerca di ricovero
sulle strade, in servizio, di turno al 118,
ai vigili del fuoco
agli stambecchi affamati, ai bimbi abbandonati nei cassonetti
alle madri che hanno deciso di abortire
a chi ha deciso di trascorrerlo in sobrietà
a chi lo trascorrerà da solo
a quanti hanno perduto da poco una persona cara
a quanti aspettavano un invito che non è arrivato
a quanti lavorano nelle mense caritative
agli immigrati, ai carcerati
che non potranno abbracciare i figli
a chi non crede, a chi non spera più
a chi non ha mai cominciato a sperare
ai vecchi abbandonati come fardelli inutili nelle case di riposo
alle mamme che stanno partorendo
a quanti stanno morendo
a chi comincia solo oggi a vivere
a chi vorrebbe morire proprio oggi,
a me, a te, poeta coltivatore di sogni
inguaribile Pierrot con lo sguardo rivolto alla luna
cercatore di stelle sui prati del cielo
seminatore di briciole ai passeri affamati
tessitore di emozioni col filo lucente della parola
spoletta di luce
che mira a raggiungere il cuore dell'uomo
abbagliandolo di stupore semplice
col fiore d'amore
che sboccia in tutte le stagioni
quasi fosse primavera sempre e non solo a natale.
Buon natale amico mio
ecco qualche parola
prendila, è tua.

nataleaugurioultimi

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 08/12/2009

TESTO

25. Che bella coppia formano due credenti   1

Tertulliano

Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, Lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio!
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore senza la minima divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme s'inginocchiano e insieme fanno digiuno.
Si istruiscono l'un l'altro, si esortano l'un l'altro, si sostengono a vicenda.
Stanno insieme nella santa assemblea, insieme alla mensa del Signore, insieme nella prova, insieme nella persecuzione, insieme nella gioia.
Non c'è pericolo che si nascondano qualcosa l'un l'altro, che si evitino l'un l'altro, che l'uno all'altro sian di peso.
Volentieri essi fan visita ai malati ed assistono i bisognosi.
Fanno elemosina senza mala voglia, partecipano al sacrificio senza fretta, assolvono ogni giorno i loro impegni senza sosta.
Ignorano i segni di croce furtivi, rendon grazie senza alcuna reticenza,
si benedicon senza vergogna nella voce.
Salmi e inni recitano a voci alterne e fanno a gara a chi meglio sa cantare le lodi al suo Dio.
Vedendo e sentendo questo Cristo gioisce e ai due sposi manda la sua pace. Là dove sono i due ivi è anche Cristo.

matrimoniopreghierafamigliasposicoppiaserviziosintonia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giovanna Martinetti, inserito il 07/12/2009

TESTO

26. Sai invecchiare?   1

Non è tanto l'eta, ma certi pensieri a farti vecchio.
Come quando ricordi disgrazie e torti subiti,
dimenticando gioie gustate e doni ricevuti.
Quando ti danno fastidio giochi e corse di bambini
il cinguettio di ragazzine e il bacio dei giovani.
Sei vecchio quando continui a dire
che bisogna tenere i piedi per terra,
e cancelli dalla tua vita la fantasia,
il rischio, la poesia la musica.
Quando non gusti piu i canti degli uccelli,
l'azzurro del cielo, il sapore del pane,
la freschezza dell'acqua, la bellezza dei fiori.
Sei vecchio quando pensi che sia finita per te
la stagione della speranza e dell'amore.
Sei vecchio quando pensi alla morte
come al calar della tomba,
invece che come al salire verso il cielo.
Se invece ami, speri e ridi, allora Dio
allieta la tua giovinezza anche se hai novant'anni.

vecchiaiagiovinezzasperanza

2.0/5 (1 voto)

inviato da Giovanna Pirronitto, inserito il 07/12/2009

TESTO

27. La forma dell'eternità   1

Giovanni Paolo II, citato in: Fermati un istante. 365 pause di riflessione

Solo l'amore dura per sempre. Esso costituisce da solo la forma dell'eternità nelle dimensioni terrene e caduche della storia dell'uomo sulla terra.

amoreeternità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giovanna Martinetti, inserito il 07/12/2009

TESTO

28. Lo voglio, guarisci

don Luigi Verdi, Fraternità di Romena, Arezzo

Lo voglio, guarisci
dalla tua fede fredda e anonima
impaurita e incapace di partire.

Lo voglio, guarisci
dalla prepotenza, dall'orgoglio,
da una mente chiusa e da orizzonti stretti.

Lo voglio, guarisci
dall'odio ereditato nei tuoi occhi,
dalle ferite della tua impazienza
e dall'oscuro nemico che ti corrode il cuore.

Lo voglio, guarisci
dalla paura di te stesso,
dal tuo sguardo che si difende invece di accogliere.

Che un'infinita tenerezza accompagni l'inizio dei tuoi passi.

guarigionerinascitaconversionecambiamentopauracoraggioaperturafede

5.0/5 (2 voti)

inviato da Giovanna Marenzi, inserito il 04/12/2009

TESTO

29. I poveri hanno bisogno di noi   1

Annalena Tonelli

I piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo ma tanto agli occhi di Dio da essere i suoi prediletti, hanno bisogno di noi. Noi dobbiamo essere con loro e per loro, e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre. I poveri ci attendono e i modi del servizio sono infiniti, lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio, inventiamo e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita.

Annalena Tonelli è una missionaria italiana nata a Forlì nel 1943; visse dal 1969 al 2003 in Africa, a servizio dei Somali. Scelse la piena e assoluta condivisione di una delle realtà più povere della terra.

servizioamorepoveripovertàimpegno

inviato da Paola Berrettini, inserito il 19/11/2009

TESTO

30. Dio fa di me suo figlio   1

Carlo Carretto, Commento alla preghiera di C. de Foucauld "Padre Mio", ed. Città Nuova

Dio fa di me suo figlio
Altro è fare una stella
altro è fare un figlio.
Altro è fare un fiore
altro è fare un figlio.
Altro è fare una libellula
altro è fare un figlio.
Dio mi ha fatto prima come un frammento di stella e mi ha dato la vita,
poi mi ha disegnato come un fiore e mi ha dato la forma,
poi ancora mi ha infuso la coscienza e mi ha fatto amore.
Io credo all'evoluzione nella creatività di Dio e mi piace pensare che Dio prese materiale dalle rocce per fare il mio corpo e disegni dei fiori per mettere assieme le mie cellule nervose.
Ma quando pensò alla mia coscienza cercò il modello dentro di sé, nella sua vita trinitaria,
e mi fece a sua immagine e somiglianza: comunicazione, libertà, vita eterna.
Tutto ciò significa fare un figlio, perché il figlio è vita della stessa vita del Padre,
è libertà della stessa libertà del Padre,
è comunicazione della stessa comunicazione del Padre.
Ci sono molti disegni nel cosmo visibile e nel cielo invisibile, ma tutti sono espressione di un unico disegno da parte di Dio: fare di me un figlio.
Un figlio che abbia la stessa vita sua e sia eterno, la stessa libertà e sia felice,
la stessa comunicabilità e sia come lui Amore.
Naturalmente il piano non è finito e il lavoro non è compiuto perché non è un lavoro facile.
La storia dell'uomo sulla terra non è che la storia lunga e drammatica e impegnativa della sua trasformazione, che è un'autentica gestazione a figlio di Dio fino al giorno della vera nascita, quando pronuncerà con perfetta coscienza "Padre mio"... e...
entrare nella sua casa a titolo di figlio, non di un quadro che decora la parete;
a titolo di figlio, non di un vaso di fiori;
a titolo di figlio, non di un animale ignaro o assente perché incapace della conoscenza del Padre.
Dio si serve del cosmo e della storia per fare l'ambiente divino della mia nascita a suo figlio.

padrefigliocreazioneuomorapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Piccirillo, inserito il 11/10/2009

TESTO

31. Il timor di Dio

San Tommaso d'Aquino

Più si ama qualcuno e più si teme di offenderlo e d'essere privato della sua presenza.

amoretimor di Dio

inviato da Marianna Mundo, inserito il 22/06/2009

TESTO

32. Il segreto dell'amore

Thomas Merton, Nessun uomo è un'isola, Garzanti

Non basta all'amore di essere partecipati, bisogna che sia partecipato liberamente, perché nella costrizione non vi può mai essere felicità. Un amore disinteressato che si riversa su un oggetto egoista non dà una felicità completa: non perché l'amore abbia bisogno, per amare, di ricambio o di ricompensa, ma perché riposa nella felicità dell'amato. E se questi riceve l'amore egoisticamente, l'amante non è soddisfatto, perché vede che il suo amore non è riuscito nell'intento di rendere felice l'amato, non ha risvegliato in lui la capacità di amare senza egoismo.

Di qui il paradosso che l'amore disinteressato può riposare completamente solo in un amore perfettamente ricambiato: perché sa che la sola vera pace si trova in un amore che non cerca se stesso. Un tale amore accetta di non essere amato disinteressatamente per amore di colui che ama e, nel far così, perfeziona se stesso.

Il dono dell'amore è il dono della potenza e della capacità di amare e quindi darlo in pieno vuol dire anche riceverlo. Così lo si può conservare solo se lo si dona e lo si può donare perfettamente solo se lo si riceve.

amorefelicitàgratuitàdisinteressereciprocità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giovanna Martinetti, inserito il 11/06/2009

TESTO

33. Nel cammino dell'anima   1

Nel cammino che un'anima percorre verso la santità, un solo passo dato nelle sabbie mobili dell'aridità spirituale, vale più di mille metri scalati senza troppe difficoltà.

santitàcammino spiritualespiritualitàinterioritàrapporto con Dio

3.0/5 (2 voti)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 07/09/2008

TESTO

34. Pregare e leggere

Sant'Isidoro

Chi vuole essere sempre unito a Dio, deve pregare spesso e leggere spesso, perché nella preghiera siamo noi che parliamo a Dio, ma nella lettura della Bibbia è Dio che parla a noi.

preghieraBibbiaParola di Diosacra scrittura

inviato da Anna Lollo, inserito il 07/09/2008

TESTO

35. Verso dove?

Aldo Rabino, Vivere non è un assurdo

Com'è facile parlare dell'oppressione dei popoli, della violenza! Le chiacchiere sono un alibi per nascondere il pensiero; ma, molto più, per seppellire i fatti. Il grido "ho fame", "ho sete", "non ho casa", "sono nudo" ha sempre attraversato la terra e turbato il cuore dei ricchi, ma era un'emozione necessaria per dare uno sfondo alla festa.
Parlare, sentire, commuoversi è facile.

Difficile è scendere nel concreto, lasciare la superficie e calarsi a fondo nella realtà. Cos'è che c'impedisce, ci frena, ci paralizza? Se ci riflettiamo bene è la paura di non poter più - imboccata la strada di una scelta radicale per i poveri - tornare indietro. Eppure la fede senza le opere è morta, non si può dire d'essere cristiano senza una scelta radicale, con tutto ciò che di scomodo questa comporta.

Cristo è stato esplicito - "Andate, predicate, battezzate" - lui ha vissuto nella propria carne il sapore della testimonianza, del logorio, il patimento di dover essere accolti a sassate, di essere derisi e infine di essere messi a Morte. Credere nei poveri è lavorare, è un buttarsi dentro.

Non servono le mie o le tue idee. Serve il mio e il tuo impegno, messi insieme e vissuti in mezzo ai poveri. L'uomo del duemila non ha bisogno di parole ma di fatti, di cose concrete. Il mondo soffre per la guerra e la fame. Ma forse soffre più per la mancanza di gesti vivi, di realtà concrete, di piccole cose e attenzioni. Ma qual è la meta? Aiutare i poveri, quelli che hanno realmente bisogno, coloro che un po' tutti insieme abbiamo emarginato e messi da parte.

L'aiutare i poveri richiede atti di amore continuati, esige un buttarsi via, stando con loro. Non sono cose da dire ma da fare. Troppe volte sono state predicate, dimenticando che la vera sensibilizzazione è cio che Facciamo e cio che siamo. Alla base di questa conversione ci sta il lavoro; il lavoro duro che è fatica, che è sudore. "Lavoro non chiacchiere". Ciò che mette in crisi gli altri è il fare noi le cose, stando nel duro, anziché fare chiacchiere dure o discorsi da duri. Il gioco è questo: "perdere un po' alla volta noi stessi per aiutare poco alla volta gli altri".

È una strada dura, ci parrà di soffocare, ma alla fine saremo contenti di non aver chiuso la vita in passivo. Allora finalmente saremo uomini!

impegnoresponsabilitàamorepoveripovertà

inviato da Anna Lollo, inserito il 21/08/2007

TESTO

36. Inizia un altro giorno

Madeleine Delbrêl, Il piccolo monaco, Gribaudi ed, Torino, 1990

Gesù vuol viverlo in me. Lui non si è isolato.
Ha camminato in mezzo agli uomini.
Con me cammina tra gli uomini d'oggi.

Incontrerà
ciascuno di quelli che entreranno nella mia casa,
ciascuno di quelli che incrocerò per la strada,
altri ricchi come quelli del suo tempo, altri poveri,
altri eruditi e altri ignoranti,
altri bimbi e altri vegliardi,
altri santi e altri peccatori,
altri sani e altri infermi.
Tutti saranno quelli che egli è venuto a cercare.
Ciascuno, colui che è venuto a salvare.
A coloro che mi parleranno, egli avrà qualche cosa da dire.
A coloro che verranno meno, egli avrà qualche cosa da dare.
Ciascuno esisterà per lui come se fosse il solo.
Nel rumore egli avrà il suo silenzio da vivere.
Nel tumulto, la sua pace da portare.
Gesù, in tutto, non ha cessato di essere il Figlio.
Vuole in me rimanere legato al Padre.
Dolcemente legato,
ogni secondo,
sospeso su ciascun secondo,
come un sughero sull'acqua.
Dolce come un agnello
di fronte a ogni volontà del Padre.
Tutto sarà permesso in questo giorno che viene,
tutto sarà permesso ed esigerà che io dica il mio sì.
Il mondo dove Lui mi lascia per esservi con me
non può impedirmi di essere con Dio;
come un bimbo portato sulle braccia della madre
non è meno con lei
per il fatto che lei cammina tra la folla.

Gesù, dappertutto, non ha cessato d'essere inviato.
Noi non possiamo esimerci d'essere,
in ogni istante,
gl'inviati di Dio nel mondo.
Gesù in noi, non cessa di essere inviato,
durante questo giorno che inizia,
a tutta l'umanità, del nostro tempo, di ogni tempo,
della mia città e del mondo.

Attraverso i fratelli più vicini ch'egli ci farà
servire amare salvare,
le onde della sua carità giungeranno
sino in capo al mondo,
andranno sino alla fine dei tempi.

Benedetto questo nuovo giorno che è Natale per la terra,
poiché in me Gesù vuole viverlo ancora.

missioneresponsabilitàtestimonianzaevangelizzazione

4.5/5 (2 voti)

inviato da Anna Barbi, inserito il 25/08/2006

TESTO

37. I bivi della strada   1

Va' dove ti porta il cuore

La via che hai percorso non era diritta ma piena di bivi, ad ogni passo c'era una freccia che indicava una direzione diversa, da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi.

Qualcuna di queste deviazioni l'hai imboccata senza accorgertene, qualcun'altra non l'avevi neanche vista, quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore, non lo sai, ma ugualmente provi rimpianto.

Potevi fare una cosa e non l'hai fatta, sei tornata indietro invece di andare avanti. Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che hai fatto in un attimo, anche se non lo sai, tra proseguire diritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.

sceglieresenso della vitalibertàpassato

3.5/5 (2 voti)

inviato da Giovanna Manca, inserito il 14/07/2006

TESTO

38. Ninna nanna al bambinello

Anna Marinelli, Paradise, Scorpione editrice, Taranto

Ninna-nanna, ninna-nanna
bimbo bello, non tremare,
se non hai una culla calda,
forse un bue e un asinello
scaldan più che un fuocherello.

Ninna-nanna, ninna-nanna
dormi figlio, non pensare,
che un giorno le tue braccia
sulla croce stenderai,
pensa solo che tua mamma
più ti stringe e più s'infiamma.

Ninna-nanna, ninna-nanna
dormi dormi, bambinello,
tu, il re dell'universo,
non hai latte, non hai ori,
solo l'oro dei re magi,
solo il latte dei pastori.

Ninna-nanna, ninna-nanna
su sorridi e non pensare
che la fronte tua bella
un giorno sangue dovrà grondare,
pensa solo ai caldi baci
che la mamma ti sa dare.

Ninna-nanna, ninna-nanna
dormi bimbo, non temere
nella notte così buia
s'ode un canto d'Alleluja
E' un canto che si espande
sopra tutto l'Universo,
dormi figlio, non pensare
il tuo sangue non è perso.

Ninna-nanna, ninna nanna
dormi bimbo, non temere,
in quest'ora tutto tace,
tu hai portato tanta Pace.

Nataleincarnazionecrocepassione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Marinelli, inserito il 01/05/2006

TESTO

39. L'apostolato dei laici   1

Charles de Foucauld

E' certo che accanto ai preti ci vogliono delle Priscilla e degli Aquila che vedano quello che il prete non vede, arrivino dove il prete non può arrivare, vadano da chi lo evita, evangelizzino, con un contatto benefico, una bontà che si riversi su tutti, un affetto sempre pronto a donarsi, un buon esempio che attiri quanti girano le spalle al prete e gli sono ostili. Essere apostoli con quali mezzi? Con quelli che Dio mette a sua disposizione. (...) I laici devono essere apostoli con tutti coloro che possono raggiungere: i vicini e gli amici anzitutto, ma non soltanto loro, perché la carità non ha confini, abbraccia tutti quelli che abbraccia il cuore di Gesù.

Con quali mezzi? Con i migliori secondo quelli ai quali si rivolgono: con tutti quelli con cui sono in rapporto, senza eccezione, con la bontà, la tenerezza, l'affetto fraterno, l'esempio delle virtù, con l'umiltà e la dolcezza che sempre attraggono e sono così cristiane; con alcuni senza mai dir loro una parola su Dio e la religione, pazientando come pazienta Dio, essendo buoni com'è buono Dio, mostrandosi loro fratelli e pregando; con altri, parlando di Dio nella misura in cui sono in grado di accettarlo e, appena hanno in mente di ricercare la verità con lo studio della religione, mettendoli in contatto con un prete scelto molto bene e capace di far loro del bene... soprattutto, bisogna vedere in ogni essere umano un fratello - "Voi siete tutti fratelli, voi avete un solo padre che è nei cieli".

laicimissionarietàapostolatopreti

inviato da Anna, inserito il 01/05/2006

TESTO

40. La prima rivoluzione   1

Susanna Tamaro, Va' dove ti porta il cuore

La prima rivoluzione da fare è quella dentro di noi.

impegnoresponsabilitàinteriorità

inviato da Florisa Capuzzo, inserito il 26/02/2006

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