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PREGHIERA

1. Era in mezzo alla strada, vacillante   1

Michel Quoist

Era in mezzo alla strada, vacillante.
Cantava a squarciagola con la sua voce rauca
da ubriacone inveterato.
La gente si voltava, si fermava, si divertiva.
È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.
Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.
Cantava ancora.
La gente rideva.
Non ho riso.
Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera
attenderebbe invano.
Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città,
quelli dei bar e dei caffè,
quelli dei ritrovi e dei night-club.
Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa,
ai bimbi spaventati,
al portafoglio vuoto,
ai colpi,
alle grida,
alle lacrime,
ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.
Ora hai steso la tua notte sulla città, o Signore.
E mentre s'intrecciano e snodano drammi
gli uomini che hanno difeso l'alcool,
fabbricato l'alcool,
venduto l'alcool,
nella stessa notte s'addormentano in pace.
Penso a tutti questi, mi fanno pietà;
hanno fabbricato e venduto miseria,
hanno fabbricato e venduto peccato.
Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavorano
per distruggere e non per costruire,
per insozzare e non per nobilitare,
per istupidire e non per rasserenare,
per avvilire e non per accrescere.
Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudine
che lavora per la guerra,
che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre,
che per vivere deve preparare la morte.
Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.
Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi,
che non dormano tranquilli,
che lottino in questo mondo in disordine,
che siano fermento,
che siano redentori.
Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavoro
dei loro fratelli.
Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hanno
coscienziosamente preparato la morte.
Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.
Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.
Per la paura e le grida dei bambini.
Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.
Abbi pietà degli infelici completamente addormentati e complici
di un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro
per guadagnare il pane.

lavoropaceingiustiziamortearmipeccatoindifferenzaalcolalcolisti

5.0/5 (3 voti)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 23/09/2012

PREGHIERA

2. Preghiera per il lavoro

Monastero di Baggiovara, Diocesi di Modena-Nonantola, Preghiera della Novena di Pentecoste 2011 "Eucarestia e lavoro"

Gesù Signore,
tu che fosti lavoratore
con il giusto Giuseppe,
tu che conoscesti la fatica
e il sudore del lavoro,
tu che sai quanto sia doloroso
esserne senza,
tu che conosci le umane paure
dell'incerto domani,
guarda a noi tuoi poveri figli
angustiati dal lavoro che manca.
Tu che per starci sempre vicino
ti sei fatto pane e vino,
santi doni, nostra consolazione,
soccorri i nostri bisogni,
insegnaci ad amare il nostro lavoro,
dona di capire che è tuo dono,
dona di trovare in esso santificazione,
dona speranza a chi non lo trova,
dona forza quand'esso è fatica,
dona gioia al giusto compenso,
dona pace a chi teme il futuro.
Amen.

lavorodisoccupazionesan giuseppe lavoratore

inviato da Angela Magnoni, inserito il 23/06/2011

PREGHIERA

3. Per i morti sul lavoro

Roberto Laurita, Servizio della parola, novembre 2008

Non hanno avuto il tempo di cambiarsi
per arrivare preparati alla sala del banchetto.
Sono arrivati con le loro tute, le loro divise e i loro elmetti,
e le loro scarpe di sicurezza,
talvolta, a causa dell'incuria umana,
con un vestito approssimativo per il lavoro che facevano.
Si sono portati dietro calcinacci e mattoni,
ferri pesanti e muletti, tronchi enormi e arnesi da lavoro.
Portano impresse sul loro corpo
le stigmate del lavoro che stavano compiendo:
della costruzione da cui sono caduti,
delle impalcature da cui sono scivolati,
dei pesi enormi che li hanno schiacciati,
delle macchine crudeli che hanno fatto a brandelli il loro corpo.
Ma non c'è nessuno di loro, per quanto sfigurato,
che non rechi il marchio della tua gloria:
tu li hai creati a tua immagine,
tu ora li riconosci come tuoi figli.
Figli operosi e talora figli sbadati,
figli stanchi, ma orgogliosi della loro attività,
figli straziati da troppe ore di lavoro,
figli caduti nel campo di azione.

mortelavoro

inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 05/09/2010

PREGHIERA

4. A San Giuseppe

San Giuseppe, patrono della Chiesa,
tu che accanto al Verbo incarnato
lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane,
traendo da lui la forza di vivere e di faticare;
tu che hai provato l'ansia del domani,
l'amarezza della povertà,
la precarietà del lavoro:
irradia ancor oggi l'esempio della tua figura,
umile davanti agli uomini
ma grandissima davanti a Dio:
guarda all'immensa famiglia che ti è affidata.
Benedici la Chiesa,
sospingendola sempre più sulla vita
della fedeltà evangelica;
proteggi i lavoratori
nella loro dura esistenza quotidiana,
difendendoli dallo scoraggiamento,
dalla rivolta negatrice,
come dalle tentazioni dell'edonismo.
Prega per i poveri,
che continuano in terra la povertà di Cristo,
suscitando per essi
le continue provvidenze dei loro fratelli più dotati.
Custodici la pace nel mondo,
quella pace che sola può garantire
lo sviluppo dei popoli
e il pieno compimento delle umane speranze:
per il bene dell'umanità,
per la missione della Chiesa,
per la gloria della Santissima Trinità.
Amen.

lavoroumiltàpovertàpacesan giuseppe

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 21/03/2010

PREGHIERA

5. Preghiera della pasticcera

Nadia, artigiana pasticciera

Signore, mentre sto impastando,
so di essere l'ultimo anello della catena,
prima che il cibo venga mangiato.

Guardo sotto le dita e penso:
al sole che ha maturato i frutti,
agli animali che hanno fatto la loro parte,
vedo tutti gli elementi della natura in accordo,
come tante note di una melodia.

Penso alle storie di tutti gli esseri umani,
venuti a contatto con ogni singolo ingrediente
ed immagino quando il dolce che sto preparando,
giungerà in una casa come lieto dono.

Allora con sacralità continuo ad impastare,
lasciando sgorgare da tutta me stessa,
farina d'amore, nel tuo nome.

lavorocomunità

inviato da Nadia Siravegna, inserito il 11/06/2009

PREGHIERA

6. Preghiera del mattino del laico senza tempo che trova tempo per pregare   2

Signore, non ho tempo!
La mia vita scorre affannosa tra attività,
servizi e scadenze,
ed io non ho tempo per stare con te.
Non ho tempo
per riposare nel Tuo cuore
deponendovi le mie ansie e i miei timori,
le mie attese e le mie realizzazioni,
le mie conquiste e i miei fallimenti.

Ti offro, Signore, questa povertà
e il desiderio di darti più spazio nella mia vita.
Accogli, mio Dio, questo lamento,
come la mia preghiera di supplica.
E con la Tua bontà trasforma in preghiera ogni azione,
ogni lavoro, ogni goccia di sudore, ogni impegno mondano
che compio cercando di stare unito a te.

Signore, non ho tempo,
ma ho trovato il tempo di pronunciare queste parole.
Con esse ti consacro il mio giorno
e do inizio alla grande liturgia di lode che, oggi,
celebrerò in un ufficio o in una fabbrica,
in una scuola o in un ospedale,
dietro un bancone, o dietro i fornelli,
nel chiasso di un cantiere
o nel silenzio di un laboratorio scientifico,
impegnato a costruire il tuo Regno in mezzo agli uomini.

Signore, non ho tempo,
perché tutto il mio tempo
è tuo. Amen.

tempovalore del tempovitaquotidianitàlavoroimpegnoresponsabilitàpreghierarapporto con Diobuongiornonuovo giorno

1.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Barbi, inserito il 29/01/2003

PREGHIERA

7. Preghiera per il lavoro quotidiano   3

Madre Teresa di Calcutta

O Signore,
nelle cui mani è la salute,
io mi inginocchio davanti a te
poiché ogni dono buono e perfetto
da te deve provenire.
Ti prego:
concedi abilità alla mia mano
una chiara visione alla mia mente
gentilezza e comprensione al mio cuore.
Concedimi sincerità d'intenti
e la forza di sollevare
almeno una parte dei fardelli
di questi poveri sofferenti e fiduciosi uomini.
E concedimi di realizzare il compito che mi spetta.
Togli dal mio cuore
ogni colpa e impaccio,
così che, con la fede di un fanciullo,
possa confidare in te.
Amen.

lavoroimpegnoresponsabilitàcaritàamore

inviato da Eleonora Polo, inserito il 18/11/2002