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TESTO

1. C'ero anch'io alla tua festa

Luigi Argano

C'ero anch'io alla tua festa, tra re, principi, cardinali ed autorità, tutti vestiti a festa.
Si festeggiava e si proclamava con inni, canti e preghiere alla tua gloria, invocando la tua venuta.
Ti cercavo, ma non ti vedevo... "Dove sarai?", mi domandavo.
Vedevo lui, vecchio e stanco, arrancare e ansimare sotto il peso dei suoi anni e lì ti immaginavo, nella figura del Santo Padre.
C'ero anch'io alla tua festa e lì in alto nel cielo lassù ti figuravo.
Poi quando la festa è terminata e tutto è scemato, quando tutto il clamore si è affievolito, allora sei arrivato... Ti sei manifestato!
Noi banchettavamo sorridenti e beati, mentre tu curvo, arrancavi appoggiato ad un bastone, senza scarpe e senza calze, curvo sotto il peso della croce, della mia croce.
Eri lì in mezzo a noi e non ti ho riconosciuto, scalzo e infreddolito ed io non ti ho vestito.
Stavi lì con la mano spianata ed io nulla ti ho dato!
Ti sei seduto ai margini della strada, guardavi speranzoso e sorridente, ma la mia indifferenza ha spento il tuo sorriso.
Che desolazione Padre, quanti proclami ha detto la mia lingua, quante parole versate nel tuo nome, oggi il vento le ha portate via...
C'ero anch'io alla tua festa, ti aspettavo e ti cercavo, ai margini confinato... Tu mi aspettavi....
Che desolazione Padre!

presenza di Diopovertàcaritàamoresolidarietàindifferenza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luigi Argano, inserito il 17/09/2014

TESTO

2. La sofferenza dei poveri   1

Henry Fielding, La Fatica della Carità, Luciano Manicardi, pag. 18

La sofferenza dei poveri è notata meno dei loro reati, e per questo riduce la nostra pietà nei loro confronti. Periscono di fame e di freddo in mezzo ai loro simili, ma gli occhi dei benestanti li vedono soltanto quando chiedono l'elemosina, quando rubano e quando delinquono.

poveripovertàindifferenza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Flavio Baldi, inserito il 16/09/2014

TESTO

3. La vera disabilità

Gladys Rovini, Appoggiati a me, Edizioni Montag, 2009

La vera disabilità
è quella dell'anima
che non comprende,
quella dell'occhio
che non vede i sentimenti,
quella dell'orecchio
che non sente le richieste d'aiuto.
Solitamente, il vero disabile è colui che,
additando gli altri, ignora di esserlo.

disabilitàdiversitàindifferenzaattenzionesensibilitàchiusura

5.0/5 (1 voto)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 18/03/2013

TESTO

4. Essere fedeli al proprio servizio   2

Un sacerdote pone alcune domande a una famosa benefattrice, poco prima della sua morte. "Non pensa che ciò che lei ha fatto è una goccia d'acqua in mezzo ad un'immensità di bisogni?". Risposta: "La sola cosa importante è la fedeltà personale".

Bella lezione! E' ben vero che non possiamo prendere su di noi tutti i problemi del mondo. Ma ciò che Dio richiede da ciascuno di noi è la fedeltà, è una marcia coerente con la nostra fede; è rispondere al bisogno che è posto davanti a noi.

Non dobbiamo forse riconoscere che troviamo spesso dei pretesti per non fare ciò che è posto davanti a noi? Ci stimiamo sovraccarichi di doveri che riteniamo imperativi, sollecitati da tante urgenze che potrebbero attendere, preoccupati da tanti pensieri talvolta ingiustificati.

Molto spesso, simili al sacerdote o al levita della parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37) vediamo il nostro prossimo nelle difficoltà, ma "passiamo oltre" poiché questa è la soluzione più facile.

Bisogna forse ricordare che il buon Samaritano - bella immagine del Signore Gesù Cristo - ha visto il ferito, si è fermato, si è avvicinato, si è chinato su di lui, l'ha curato e lo ha portato in un luogo sicuro?

Tra i nostri vicini, forse il vicino di casa, o nella nostra Chiesa, esistono certamente delle anime ferite dalla vita moderna, che giacciono (moralmente) sul ciglio della strada, incapaci di rialzarsi. Che cosa facciamo per loro?

buon samaritanofedeltàimportanza del singoloimportanza delle piccole coseindifferenzasolidarietà

4.0/5 (2 voti)

inviato da Maria Maistrini, inserito il 23/09/2012

TESTO

5. La grande tragedia della vita

William Somerset Maugham, The Summing Up, 1938

La grande tragedia della vita non è che gli uomini muoiono, ma che smettono d'amare.

amoreodioindifferenza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 26/11/2002