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TESTO

1. Natale: cosa attendi?

Giuseppe Impastato S.I.

Tu forse non attendi più un Messia e un Salvatore.

Dillo pure: mi bastano le assicurazioni, la carta di credito, il libretto di assegni, le multi-proprietà, gli investimenti che rendono, le giuste conoscenze, le amicizie influenti...

Mi sta bene il Natale come fiaba, ricordi, festa per i bambini, regali, vacanze, ritrovarci con parenti.

Fratello, sorella, forse pure andrai in chiesa per Natale, ma se a Gesù che non ha e non dà nessuna sicurezza, e se non hai spalancato la tua vita al futuro di Dio, non celebrerai il vero Natale.

Se a Natale sai dire solo: "Auguri", "Buon Natale", "Buone feste", "Buona fine e buon principio", il Natale non è stupore, né dono divino, né cuore e occhi nuovi, né presenza inquietante, né luce dall'alto, né invito a novità di vita e gioia piena.

nataleattesaauguriavvento

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 17/09/2022

TESTO

2. Betlemme città del pane... Pane nostro

Gianni Fanzolato

Pane nostro, né tuo, né mio, ma nostro, è di tutti.
Nasci in cielo, perché seminato nel cuore di Dio,
ma fiorisci nei prati del mondo dove tutti possono sfamarsi.

Il tuo nome sacro e fragrante sarà onorato e santificato,
se verrà moltiplicato e presente in tutte le mense del mondo.
Se anche un bambino dell'Africa, che non ha neanche acqua
per bere, potrà assaporare la delizia del tuo caldo sapore di pane.

Quando la tua presenza onorerà il desco del povero e del ricco,
e sarai pane di vita in tutti gli altari del mondo per lenire la nostra
fame di Dio, che è grande, allora il tuo regno è una splendida realtà.

E' volontà di Dio che ti condividiamo, che ti spezziamo, rinnovando
il miracolo che un giorno Cristo ha fatto con cinquemila affamati.
Continua a seminare nel tuo cuore questo seme di vita, così in Asia,
Africa, America ed Europa ogni giorno ci darai la pianta con pane per tutti.

Gesù, se imparassimo una buona volta ad essere generosi, a pensare
a chi non ha niente, ci sarebbero perdonati molti peccati, perché
molto abbiamo amato. Il mondo sarebbe una foresta verde piena di vita.

Scuotici, svegliaci, Signore per non lasciarci nella tentazione
dell'egoismo e della chiusura, e liberaci dal male che distrugge
l'umanità. Se il pane ci sarà per tutti, la vita fiorirà come un campo
appena arato e seminato e ci sarà festa per tutti i tuoi figli, che ami.

Loreto, S. Natale 2018, P. Gianni Fanzolato

paneeucaristianatalecondivisioneegoismopadre nostrogenerosità

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 29/12/2018

TESTO

3. Voglio sapere (L'invito)   1

Oriah, The Invitation, ed. HarperONE, San Francisco, 1999

Non mi interessa cosa fai per vivere,
voglio sapere per cosa sospiri,
e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.

Non mi interessa quanti anni hai,
voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l'amore,
per i sogni, per l'avventura di essere vivo.

Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna,
voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore,
se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita,
o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.

Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo,
se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino alla punta delle dita,
senza cautela, senza realismo e senza pensare alle limitazioni degli esseri umani.

Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera,
voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso,
se puoi subire l'accusa di un tradimento e non tradire la tua anima.

Voglio sapere se sei fedele e quindi di fiducia.

Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni,
se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.

Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, il tuo o il mio,
e continuare a gridare all'argento di una luna piena.

Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai,
mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due,
e fare quel che si deve fare per i bambini.

Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare fin qui,
voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco senza retrocedere.

Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove,
voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l'ha fatto.

Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso,
e se veramente ti piace la compagnia che hai in quei momenti vuoti.

senso della vitavitainterioritàesterioritàesistenzasolitudinericercaessenzialitàsacrificidoveridifficoltà

inviato da Qumran, inserito il 01/12/2017

PREGHIERA

4. Preghiera a Maria che scioglie i nodi   2

Avvenire.it

Santa Maria, piena della Presenza di Dio, durante i giorni della tua vita accettasti con tutta umiltà la volontà del Padre, e il Maligno mai fu capace di imbrogliarti con le sue confusioni. Già insieme a tuo Figlio intercedesti per le nostre difficoltà e con tutta semplicità e pazienza ci desti un esempio di come dipanare la matassa delle nostre vite. E rimanendo per sempre come Madre Nostra poni in ordine e fai più chiari i legami che ci uniscono al Signore.

Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, tu che con cuore materno sciogli i nodi che stringono la nostra vita, ti chiediamo di ricevere nelle tue mani... e che ci liberi dai legacci e dalle confusioni con cui ci tormenta colui che è nostro nemico.

Per tua grazia, per tua intercessione, con il tuo esempio liberaci da ogni male, Signora nostra, e sciogli i nodi che impediscono di unirci a Dio affinché, liberi da ogni confusione ed errore, possiamo incontrarlo in tutte le cose, possiamo tenere riposti in lui i nostri cuori e possiamo servirlo sempre nei nostri fratelli. Amen.

Diffusa con l'imprimatur dell'allora arcivescovo di Buenos Aires monsignor Jorge Bergoglio.

mariamadonnadifficoltàprovefamiglie

inviato da Qumran2, inserito il 26/08/2016

RACCONTO

5. Un giorno sarai uno dei due...   1

John Powell

Quando ero un giovane seminarista, ricordo di essermi recato in infermeria una sera (sinceramente non ne rammento il motivo). Mentre il frate infermiere stava rimboccando le coperte per la notte a due preti costretti a letto, io ero nel corridoio buio e assistetti a tutta la scena. Mentre rimboccava le coperte al primo prete, tirandogliele sotto il mento, l'anziano lo rimbrottò adirato: «Togli la tua faccia dalla mia, fratello». II povero frate andò in silenzio nell'altra stanza dal secondo prete. II prete rispose con gratitudine: «Oh, fratello, sei così buono con noi. Stasera, prima di dormire, dirò una preghiera particolare solo per te». Lì, nel corridoio buio, fui colpito da un'improvvisa consapevolezza. Un giorno io sarei stato uno di quei due vecchi preti. La piena consapevolezza era questa: io stavo già esercitandomi per quel momento. Quando si invecchia, le abitudini prendono il sopravvento. I vecchi eccentrici si esercitano tutta la vita a essere eccentrici. I vecchi santi si esercitano tutta la vita a essere santi.

La vecchiaia è come un conto in banca.
Ritiriamo alla fine quanto vi abbiamo depositato durante tutta la vita...

vecchiaiapazienzairapretisacerdotianzianiabitudinisaggezza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2016

TESTO

6. Raggiungere Dio   1

Benedetto XVI, Udienza generale, 13 febbraio 2013

Penso alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c'è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri" (Diario, 97). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: "Vivo costantemente in intimità con Dio".

ricerca di Diofedeinsoddisfazioneshoaholocaustodubbioricercagiornata della memoriacampi di concentramento

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 07/02/2016

ESPERIENZA

7. Vorrei morire al suo posto   2

Le ore passano lente come secoli sotto un sole di piena estate che di ora, in ora si fa più spietato per quegli uomini distrutti dalla fame, dalla sete e dalla fatica. Qualcuno comincia a stramazzare al suolo svenuto. Se non si rianima sotto il grandinare delle percosse, è trascinato via, per i piedi e gettato in un angolo del "piazzale".
Testa di mastino, alle 18, si pianta, a gambe divaricate, davanti alle sue vittime, sul campo un silenzio di tomba.
"L'evaso non è stato ritrovato dieci di voi moriranno nel bunker della fame. La prossima volta toccherà a venti."
Lentamente il capo inizia la sua scelta fissando nello sguardo, uno ad uno i prigionieri e di ciascuno assaporando il terrore.
"Questo qui", Testa di mastino puntava a caso il suo indice sul numero cucito sulla giacca del prigioniero. Il drappello dei martiri è completo.

"Arrivederci amici, ci rivedremo lassù, dove c'è vera giustizia", "viva la Polonia! E' per essa che io do la mia vita".
Francesco G. n° 5659, piange disperato ricordando la moglie e i figli. Tra le file dei risparmiati lo sbigottimento lascia il posto ad un senso di sollievo, alla gioia: vivere ancora, sfuggendo alla morte atroce del bunker della fame. Un uomo esce dalle fila - numero 16.670 - e con passo deciso si presenta a Testa di Mastino.
"Cosa vuole da me questo sporco polacco?"
"Vorrei morire al posto di uno di quelli"
"Perché?"
"Sono vecchio, ormai (aveva 47 anni!) e buono a nulla - La mia vita non può più servire gran che."
"E per chi vuoi morire?"
"Per lui, ha moglie e bambini"
"Ma tu chi sei?"
"Un prete cattolico" P. Massimiliano Kolbe - n° 16.670

Era Massimiliano Maria Kolbe, morto ad Auschwitz il 14 agosto 1941 e proclamato santo nel 1982 da papa Giovanni Paolo II.

sacrificiomartiriotestimonianzaofferta della vitaamoredonogiornata della memoriashoahcampi di concentramentoolocausto

4.7/5 (3 voti)

inviato da Qumran, inserito il 11/08/2014

PREGHIERA

8. Il riflesso del tuo splendore   1

Preghiera nella Giornata per la Vita

O Dio, luce del mondo,
fa' che sappiamo vedere il riflesso del tuo splendore
sul volto di ogni uomo:
nel mistero del bimbo che cresce nel grembo materno;
sul volto del giovane che cerca segni di speranza;
sul viso dell'anziano che rievoca ricordi;
sul volto triste di chi soffre, è malato, sta per morire.
Suscita in noi la volontà e la gioia di promuovere,
custodire e difendere la vita umana sempre,
nelle nostre famiglie, nella nostra città, nel mondo intero.
Per intercessione di Maria,
piena di grazia e Madre dell'Autore della vita,
manda su di noi il tuo Santo Spirito,
e fa' che accogliendo e servendo l'immenso dono della vita,
possiamo partecipare alla tua eterna comunione d'amore. Amen.

vitarispetto della vita

3.0/5 (1 voto)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 14/12/2012

PREGHIERA

9. Credo nella famiglia   2

Enrico Masseroni

Credo nella famiglia, o Signore:
quella che è uscita dal tuo disegno creativo,
fondata sulla roccia dell'amore eterno e fecondo;
tu l'hai scelta come tua dimora tra noi,
tu l'hai voluta come culla della vita.

Credo nella famiglia, o Signore:
anche quando nella nostra casa
entra l'ombra della croce,
quando l'amore perde il fascino originario,
quando tutto diventa arduo e pesante.

Credo nella famiglia, o Signore:
come segno luminoso di speranza
in mezzo alle crisi del nostro tempo;
come sorgente di amore e di vita,
come contrappeso alle molte aggressioni
di egoismo e di morte.

Credo nella famiglia, o Signore:
come la mia strada verso la piena realizzazione umana
come la mia chiamata alla santità,
come la mia missione per trasformare il mondo
a immagine del tuo Regno. Amen.

famigliamatrimoniosposi

2.5/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 11/08/2012

PREGHIERA

10. Guardare i segni

Don Angelo Saporiti, Commento sui segni della storia

Anche tu, Gesù, domandi a noi,
di restare svegli e di tenerci pronti
per cogliere i segni.
I tuoi segni
non sono solo quelli del cielo e della terra.
Sono quelli che si trovano
nella storia di tutti giorni.
Quando vediamo che marito e moglie non si rispettano più,
vuol dire che il matrimonio è in pericolo.
Quando vediamo che le nostre giornate sono sempre tristi,
vuol dire che ci stiamo lasciando andare.
Quando vediamo che non ricerchiamo momenti di silenzio,
di preghiera, di ricarica dell'anima,
vuol dire che il nostro cuore sta inaridendo.
Quando non riusciamo mai a fermare il nostro cervello
che sembra un fiume di pensieri in piena,
vuol dire che abbiamo bisogno di una sosta mentale.
Quando il nostro corpo si ribella e inizia
a mandarci messaggi di malattia,
vuol dire che la nostra vita interiore sta soffrendo.
Quando nostro figlio urla sempre e non è capace di relazionarsi con noi o con altri compagni,
vuol dire che ci sta dicendo che ha un problema.
Tu, Gesù, ci domandi
di restare svegli e di tenerci pronti
per cogliere i segni
di una speranza mai estinta
di una luce che brilla anche nelle situazioni più disperate.
A noi essere gli scopritori dei tuoi segni.
A noi essere i testimoni del tuo grande amore.
Amen.

segnisperanzavegliareinterioritàeducarestanchezzaspiritualità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 13/12/2011

PREGHIERA

11. Come vorrei che tu venissi   1

Come vorrei che tu venissi tardi,
per avere ancora tempo di annunciare
e di portare la tua carità agli altri.

Come vorrei che tu venissi presto,
per conoscere subito, alla fonte, il calore della carità.

Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter costruire nell'attesa,
un regno di solidarietà, di attenzione ai poveri.

Come vorrei che tu venissi presto,
per essere subito in comunione piena e definitiva con te.

Come vorrei che tu venissi tardi,
per poter purificare nell'ascesi,
nella penitenza, nella vita cristiana la mia povera esistenza.

Come vorrei che tu venissi presto,
per essere accolto, peccatore, nella tua infinita misericordia.

Come vorrei che tu venissi tardi,
perché è bello vivere sapendo che tu ci affidi
un compito di responsabilità.

Come vorrei che tu venissi presto,
per essere nella gioia piena.

Signore, non so quello che voglio,
ma di una cosa sono certo:
il meglio è la tua volontà.

Aiutami ad essere pronto a compiere
in qualsiasi tempo e situazione
la tua volontà d'amore per noi,
adesso e al tempo della mia morte. Amen.

avventonataleattesavenutavolontà di Diovitamorteresponsabilità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 09/12/2011

TESTO

12. A Natale tutto cambia...

Giuseppe Impastato S.I.

Fratello, se a Natale non riesci a cantare a squarciagola:
"Osanna, Pace agli uomini da Dio amati",
se non ti viene di alzare con gratitudine le mani al cielo
per lodare benedire ringraziare,
se hai difficoltà a stringere le mani a chi ti sta accanto
solo perché è un prediletto da Dio,
se non avverti la spinta a gettarti in ginocchio per adorare Dio
e temi di rovinare la striscia dei pantaloni,
se non avverti la fame di giustizia e di verità
che vibra attorno a te oggi in questo mondo,
se non ardi dal desiderio che ci sia pace e amore
anche per le creature dell'Africa e dell'Asia,
se non brami occhi puri e cuore limpido
per vedere il mondo che Dio ama e salva,
è tempo che tu smetta di illuderti.
Tu non attendi più un Messia e un Salvatore.
Dillo pure: mi bastano le varie assicurazioni,
la carta di credito, il libretto di assegni,
le multi-proprietà, gli investimenti che rendono,
le giuste conoscenze, le amicizie influenti,....
Fratello, puoi andare in chiesa per Natale,
ma se a Gesù non hai spalancato la tua vita,
non celebrerai il vero Natale.
Fratello, se a Natale sai dire solo:
"Auguri di Buon Natale",
"buone feste",
"buona fine e buon principio"
il Natale è per te un giorno di vacanza,
non un giorno di festa e di gioia piena.

Nataleconversioneaperturachiusura

5.0/5 (3 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 08/11/2011

TESTO

13. Riappacificati con la morte

Carlo Maria Martini

Io, mi sono più volte lamentato col Signore perché morendo non ha tolto a noi la necessità di morire. Sarebbe stato così bello poter dire: Gesù ha affrontato la morte anche al nostro posto e morti potremmo andare in Paradiso per un sentiero fiorito. E invece Dio ha voluto che passassimo per questo duro colle che è la morte ed entrassimo nell'oscurità che fa sempre un po' paura. Ma qui sta l'essenziale: mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle "uscite di sicurezza". Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio. Ciò che ci attende dopo la morte è un mistero che richiede un affidamento totale: desideriamo essere con Gesù e questo nostro desiderio lo esprimiamo ad occhi chiusi, alla cieca, mettendoci in tutto nelle sue mani.

mortefedefiduciaaffidamentoaccettazionesperanzavita eterna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Matteo Salvatti, inserito il 26/06/2010

PREGHIERA

14. Mane nobiscum Domine!   1

Giovanni Paolo II, Discorso in occasione dell'inizio dell'Anno dell'Eucaristia (2004-2005)

Come i due discepoli del Vangelo,
ti imploriamo, Signore Gesù; rimani con noi!
Tu divino Viandante, esperto delle nostre strade
e conoscitore del nostro cuore,
non lasciarci prigionieri delle ombre della sera.
Sostienici nella stanchezza,
perdona i nostri peccati,
orienta i nostri passi sulla via del bene.
Benedici i bambini, i giovani, gli anziani,
le famiglie, in particolare i malati.
Benedici i sacerdoti e le persone consacrate.
Benedici tutta l'umanità.
Nell'Eucaristia ti sei fatto
"farmaco d'immortalità":
dacci il gusto di una vita piena,
che ci faccia camminare su questa terra
come pellegrini fiduciosi e gioiosi,
guardando sempre
al traguardo della vita che non ha fine.
Rimani con noi, Signore!
Rimani con noi!
Amen!

eucaristiaemmausrisorto

4.0/5 (4 voti)

inviato da Graziella Sartori, inserito il 23/01/2010

PREGHIERA

15. Vergine in attesa   1

Guido Novella, Con Maria in attesa del Signore, Editrice Elledici

La nostra vita,
Signore, è fatta di attesa:
attendiamo una notizia, una persona,
un evento.
Attendiamo perché siamo vivi,
incapaci di accontentarci del nostro oggi;
desiderosi di superarci per essere nuovi,
gioiosi di divenire, in futuro,
quelli che ora non siamo.
Nuova abitazione in terra nuova aspettiamo
dove giustizia e pace regneranno.
I nostri desideri inappagati,
sincere speranze di vita piena,
troveranno rifugio nel tuo cuore di Padre.
Compi, Signore, la nostra fervida attesa!
Le tue promesse sono le nostre speranze, Padre.
Hai mandato Gesù Cristo
e ancora aspettiamo il Salvatore.
Troviamo in lui morto e risorto la gioiosa notizia che tu vinci la morte.
Alla sua venuta,
debolezza e corruzione svaniranno.
Gioiosi cammineremo con Cristo
verso di te.
L'impegno per il mondo,
le conquiste della scienza,
l'infaticabile lavoro, il progresso umano;
l'attesa operosa
di un mondo migliore preparano, o Padre,
la venuta di Cristo;
fraternità, libertà, bontà,
ogni conquista umana
sono l'annuncio del tuo dono più pieno.
Vergine in attesa,
donaci il coraggio di saper aspettare;
aperti al futuro, ma laboriosi nel presente.
Santa Maria,
promessa compiuta del nostro domani,
attendi con noi Gesù Salvatore!

MariaVergineAvventoattesaNovenaImmacolata

inviato da Francesco De Luca, inserito il 25/11/2009

TESTO

16. I poveri hanno bisogno di noi   1

Annalena Tonelli

I piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo ma tanto agli occhi di Dio da essere i suoi prediletti, hanno bisogno di noi. Noi dobbiamo essere con loro e per loro, e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre. I poveri ci attendono e i modi del servizio sono infiniti, lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio, inventiamo e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita.

Annalena Tonelli è una missionaria italiana nata a Forlì nel 1943; visse dal 1969 al 2003 in Africa, a servizio dei Somali. Scelse la piena e assoluta condivisione di una delle realtà più povere della terra.

servizioamorepoveripovertàimpegno

inviato da Paola Berrettini, inserito il 19/11/2009

RACCONTO

17. Non sappiamo mai ciò che è bene o male   2

Un giorno Akbar e Birbal andarono a caccia nella selva. Sparando col suo fucile, Akbar si ferì il pollice e gridò di dolore. Birbal gli fasciò il dito e lo consolò con le sue riflessioni filosofiche:
«Maestà, non sappiamo mai ciò che è bene o è male per noi.»

L'imperatore si infuriò e scaraventò il ministro nel fondo di un pozzo abbandonato. Poi continuò a camminare solo per il bosco.

Frattanto un gruppo di selvaggi gli venne incontro in piena selva, lo attorniò, lo fece prigioniero e lo trascinò davanti al suo capo. La tribù stava preparandosi ad offrire un sacrificio umano e Akbar fu accolto come la vittima che Dio aveva loro inviato. Lo stregone della tribù lo esaminò attentamente e notando che aveva un pollice rotto, lo respinse perché la vittima prescelta non doveva avere nessun difetto.

Allora Akbar si rese conto che Birbal aveva avuto ragione, provò rimorso per il suo gesto inconsulto, tornò correndo al pozzo nel quale lo aveva gettato, lo trasse fuori e gli chiese perdono per il male che, tanto ingiustamente, gli aveva causato.

Birbal rispose:
«Maestà, non deve chiedermi perdono, perché non mi ha fatto alcun male. Al contrario, mi ha fatto un grande favore: mi ha salvato la vita. Infatti, se non mi avesse scaraventato in questo pozzo, io avrei continuato a camminare al suo fianco e questi selvaggi avrebbero preso me per il loro sacrificio. Come vede, Maestà, non sappiamo mai se una cosa sia bene o male per noi.»

benemaleaccettazionefiduciapazienzaattesasapienzaapparenze

5.0/5 (3 voti)

inserito il 09/08/2009

RACCONTO

18. La fede   4

Bruno Ferrero, La vita è tutto ciò che abbiamo

I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.

Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.

Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.

All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza. Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari. Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

fedefiduciasperanzafiducia in Dio

5.0/5 (4 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 17/07/2009

TESTO

19. Sogno una grande speranza   1

Cardinale Francesco Saverio Van Thuan, Testimoni della speranza. Esercizi spirituali tenuti alla presenza di Ss. Giovanni Paolo II, Citta Nuova, Roma 2006, pag 58-59

Sogno una Chiesa che è Porta Santa , aperta, che accoglie tutti, piena di compassione e di comprensione per le pene e le sofferenze dell'umanità, tutta protesa a consolarla.

Sogno una Chiesa che è Parola, che mostra il libro del Vangelo ai quattro punti cardinali della terra, in un gesto di annuncio, di sottomissione alla Parola di Dio, come promessa dell'Alleanza eterna.

Sogno una Chiesa che è Pane, Eucaristia, che si lascia mangiare da tutti, affinché il mondo abbia la vita in abbondanza.

Sogno una Chiesa che è appassionata di quella unità che ha voluto Gesù.

Sogno una Chiesa che è in cammino, Popolo di Dio, che dietro al Papa che porta la croce, entra nel tempio di Dio e pregando e cantando va incontro a Cristo Risorto, speranza unica, incontro a Maria e a tutti i Santi.

Sogno una Chiesa che porta nel suo cuore il fuoco dello Spirito Santo, e dove c'è lo Spirito, c'è la libertà, c'è il dialogo sincero con il mondo; e specialmente con i giovani, con i poveri e con gli emarginati, c'è il discernimento dei segni dei nostri tempi.

Sogno una Chiesa che è testimone di speranza e di amore, con fatti concreti, come quando si vede il Papa abbracciare tutti... nella grazia di Gesù Cristo, nell'amore del Padre e nella comunione dello Spirito, vissuti nella preghiera e nell'umiltà.

chiesa

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Targa, inserito il 12/06/2009

TESTO

20. Non dire ave Maria   1

Silvia Neuhold

Non dire Ave Maria,
se non provi gioia nel sentire la parola di Dio.
Non dire Piena di grazia,
se non riconosci i doni che Dio ti ha fatto.
Non dire il Signore è con te,
se non senti che Dio ti è vicino.
Non dire benedetto,
se non credi di poter essere santo.
Non dire Madre di Dio,
se non ti comporti da figlio
Non dire prega per noi,
se non ti preoccupi del tuo prossimo.
Non dire peccatori,
se guardi la pagliuzza nell'occhio del tuo vicino.
Non dire morte,
se non credi che sia la porta della vita nuova.

ave mariamariamadonna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Silvia Neuhold, inserito il 05/06/2009

Pagina 1 di 3