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TESTO

1. Saremo felici

François Garagnon, Terapia per l'anima, Paoline

Abbiamo un gran bisogno
di imparare nuovamente a vivere,
di tornare alle fonti più universali
di sapore e di gioia.

Con il pretesto del progresso,
il mondo moderno ha complicato notevolmente la nostra vita,
sostituendo alla semplicità delle origini,
un sistema molto elaborato
con i suoi ingranaggi, i suoi codici,
le sue norme, la sua logica.

Ma questa logica è umana?
In altri termini, è al servizio dell'uomo
o è una macchina impazzita
che si nutre della propria energia e non può più arrestarsi?

Come mai, mentre abbiamo a disposizione molte cose
che dovrebbero aiutarci a vivere meglio,
abbiamo invece così tante difficoltà a vivere?

Alleggeriamoci un po',
gettiamo la zavorra,
e la navicella della nostra vita si alzerà poco a poco;
così guadagneremo quota,
come liberati dal peso degli affari terrestri,
e scopriremo fino a che punto la vita
presenti panorami straordinari.

Forti di questa nuova prospettiva,
contempleremo la vita nella sua autenticità originale,
sotto la sua luce radiosa.

E saremo felici.

http://www.paoline.it/blog/ben-essere/110-saremo-felici-benessere.html

felicitàviverevitadiscernimentoessenzialitàessenzialeinterioritàesteriorità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 06/02/2016

TESTO

2. Il grande mistero della Pasqua

Papa Francesco, Udienza generale 1° aprile 2015

A volte il buio della notte sembra penetrare nell'anima; a volte pensiamo: "ormai non c'è più nulla da fare", e il cuore non trova più la forza di amare... Ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell'amore di Dio: un bagliore rompe l'oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la notte è "più notte", è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell'amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! In questa santa notte la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice "ormai...", ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con lui. La nostra vita non finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle del mattino, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fatto le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana.

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5.0/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 17/06/2015

TESTO

3. Io, Elisa Springer, ho visto Dio   2

Elisa Springer, Il silenzio dei vivi, Marsilio Editori,1997

Io, Elisa Springer, ho visto Dio. Ho visto Dio, percosso e flagellato, sommerso dal fango, inginocchiato a scavare dei solchi profondi sulla terra, con le mani rivolte verso il cielo, che sorreggevano i pesanti mattoni dell'indifferenza. Ho visto Dio dare all'uomo forza, per la sua disperazione, coraggio alle sue paure, pietà alle sue miserie, dignità al suo dolore. Poi... lo avevo smarrito, avvolto dal buio dell'odio e dell'indifferenza, dalla morte del mondo, dalla solitudine dell'uomo e dagli incubi della notte che scendeva su Auschwitz. Lo avevo smarrito... insieme al mio nome, diventato numero sulla carne bruciata, inciso nel cuore con l'inchiostro del male, e scolpito nella mente, dal peso delle mie lacrime... Lo avevo smarrito... nella mia disperazione che cercava un pezzo di pane, coperta dagli insulti, le umiliazioni, gli sputi, resa invisibile dall'indifferenza, mentre mi aggiravo fra schiene ricurve e vite di morti senza memoria.

Ho ritrovato Dio... mentre spingeva le mie paure al di là dei confini del male e mi restituiva alla vita, con una nuova speranza: io ero viva in quel mondo di morti. Dio era lì, che raccoglieva le mie miserie e sollevava il velo della mia oscurità. Era lì, immenso e sconfitto, davanti alle mie lacrime.

memoriapersecuzioneAuschwitzsofferenzagiornata della memoriashoahcampi di concentramentoolocausto

3.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 23/01/2015

TESTO

4. Silenzio e comunicazione   1

Claudio M. Celli, Il silenzio è attivo, in Vita Pastorale n. 5/2012

Il silenzio non è mancanza di comunicazione; il silenzio fa parte del flusso di messaggi e informazioni che caratterizza la nuova cultura della comunicazione.

Il silenzio parla, il nostro silenzio può esprimere la vicinanza, la solidarietà e l'attenzione agli altri.

Il silenzio è un modo forte per esprimere il nostro rispetto e il nostro amore per gli altri. Nel silenzio ascoltiamo l'altro, diamo la priorità alla parola dell'altro. Il silenzio è un atteggiamento attivo. E' il nostro silenzio che permette e dà spazio all'altro per parlare.

Il silenzio rafforza il rapporto, il legame tra due persone. Nel silenzio riesco a capire chi è l'altro e proprio in questo trovo me stesso. Il silenzio mi permette di essere attento al contenuto della comunicazione. E' il silenzio che ci aiuta a vedere... In fondo è nel silenzio che riesco a dare il giusto significato alla comunicazione e non essere solamente sommerso dal volume della stessa comunicazione.

silenziocomunicazione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 13/03/2013

TESTO

5. Incontrare Gesù   4

Henri J. M. Nouwen

Tu cerchi il modo di incontrare Gesù. Cerchi di incontrarlo non solo con la mente, ma anche nel tuo cuore. Ricerchi il suo affetto, e sai che questo affetto implica tanto il suo cuore quanto il tuo. Ma rimane in te qualcosa che impedisce questo incontro.

Vi sono ancora tanta vergogna e tanta colpa incrostate nel tuo cuore, che bloccano la presenza di Gesù. Non ti senti pienamente a tuo agio nel tuo cuore; lo guardi come se non fosse un luogo abbastanza buono, abbastanza bello o abbastanza puro per incontrare Gesù.

Quando guardi con attenzione alla tua vita, vedi quanto sia stata afflitta dalla paura. Non riuscirai ad incontrare Gesù finché il tuo cuore rimane pieno di dubbi e di paure. Gesù viene a liberarti da questi legami e a creare in te uno spazio nel quale puoi stare con lui. Egli vuole che vivi la libertà dei figli di Dio.

Non disperarti, pensando di non poter cambiare te stesso dopo tanti anni. Entra semplicemente come sei alla presenza di Gesù. Tu non puoi renderti diverso. Gesù viene a darti un cuore nuovo, uno spirito nuovo, una nuova mente e un nuovo corpo. Lasciati trasformare dal suo Amore solo così sarai capace di ricevere il suo affetto nell'interezza del tuo essere.

incontrorapporto con Dioaccettazionemisericordiaperdonoserenitàpaura

4.5/5 (6 voti)

inserito il 21/09/2012

TESTO

6. Meditazione e ritorno al mondo

Dietrich Bonhoeffer, Vita comune

Ogni giorno porta al cristiano molte ore di solitudine in mezzo ad un mondo non cristiano. Questo è il tempo della verifica. Esso è la prova della bontà della meditazione personale e della comunione cristiana. La comunità ha reso gli individui liberi, forti, adulti, o li ha resi invece dipendenti, non autonomi? Li ha condotti un po' per mano, per far loro imparare di nuovo a camminare da soli, o li ha resi paurosi e insicuri?… Qui si tratta di decidere se la meditazione personale ha portato il cristiano in un mondo irreale da cui si risveglia con spavento, nel ritornare al mondo terreno del suo lavoro, o se viceversa lo ha fatto entrare nel vero mondo di Dio, che permette di affrontare la giornata dopo aver attinto nuova forza e purezza. Si è trattato di un'estasi spirituale per brevi attimi, cui poi subentra la quotidianità, o di un radicarsi essenziale e profondo della Parola di Dio nel cuore?… Solo la giornata potrà deciderlo… Ognuno deve sapere che anche il momento in cui è isolato ha una sua retroazione sulla comunione. Nella sua solitudine egli può dilacerare e macchiare la comunione o viceversa rafforzarla e santificarla….

solitudinecomunitàrapporto con Dioimpegnoessere cristiani

inviato da Qumran2, inserito il 12/08/2012

TESTO

7. L'incontro con la Parola di Dio   1

Adrienne Von Speyer

Un uomo incontra la Parola di Cristo e vi aderisce? Ecco, con gioia rinuncia a qualcosa a cui era attaccato e attinge forza per una sensibilità nuova. A mano a mano che si sottomette e configura la vita a quella Parola, si accorge di quanto concreta gli diventi la verità di Dio nella sua vita.

parola di DioVangelopienezza di vitarapporto con Dioconversione

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 24/06/2012

TESTO

8. Il mio Natale   3

P. Gianni fanzolato, Loreto S. Natale 2011

Annunciazione
Anche per me, come a Maria, c'è stato un annuncio:
un angelo mi ha chiesto se ero disposto a portare Gesù ai fratelli;
e come per miracolo ho trovato Cristo nei poveri, carcerati, migranti.
Dal sì di Maria come centri concentrici tutti i sì di chi si sente amato dal Padre.
E nasce l'amore!

Natale.
Per me è Natale quando Cristo mi ha cambiato la vita col battesimo e sono rinato.
Da quel momento ho visto nascere attorno a me tanti che sognano un pane,
fratelli in carcere per i quali è natale quando qualcuno li va a visitare,
tanti ragazzi, uomini migranti per il mondo che aspettano di essere accolti.
E nasce la gioia!

I Re Magi
Ogni volta nel mio cuore nasce l'amore a Dio e ai fratelli, è oro che offro.
Quando lascio tutto e perdo tempo in tua compagnia è incenso che sale.
Se vivo nella tua grazia e la vita si fa dono a chi soffre è mirra che profuma.
Permettimi, Signore di inginocchiarmi per adorarti presente nel mio prossimo.
E nasce la lode!

Epifania
Ti manifesti a me nel dolore del malato, di chi vive lontano dalla patria.
Sei continua epifania negli avvenimenti della storia e di chi cammina accanto.
Ti sveli come d'incanto per chi sa scorgerti nella Parola, nel Pane e nella vita.
E il mondo avvolto dalle tenebre del peccato, toglie il velo e risorge a una luce nuova.
E nasce la pace!

annunciazionenataleepifaniare magi

3.7/5 (3 voti)

inviato da Gianni Fanzolato, inserito il 07/05/2012

TESTO

9. La crisi

Don Luigi Verdi

Solo una terra ben lavorata può diventare terra propizia, ci dicono i contadini. Per questo paradossalmente un tempo di difficoltà e sconvolgimenti può rivelarsi come il tempo più adatto a una nuova nascita: ogni parto è preceduto dalle doglie, ogni nuova illuminazione e crecita sconta la propria stagione dell'inferno, ogni passaggio di iniziazione è scandito dal ritmo di notti scure.

E mi piace pensare che ogni crisi abbia l'effetto dei sassi di Pollicino che, nel folto del bosco, riescono sempre a indicare la strada. Ogni crisi ci permette allora di elevarci al di sopra della superficie del mondo, per scorgere le cime inviolate che la nebbia nasconde a coloro che vivono nella pianura. Viene un giorno in cui, dentro la tua penobra o nel tuo labirinto, si apre un varco inaspettato che ti indica il sentiero dentro il non senso. Nel profondo della notte, nel buio della crisi, c'è sempre una luce verso cui andiamo, o che viene verso di noi.

speranzacrisidifficoltàdoloresenso della vitaricerca di sensotenacia

4.0/5 (2 voti)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 13/12/2009

TESTO

10. Quel bambino

Chiara Lubich

Quando ti preghiamo, Gesù, nel nostro cuore, quando ti adoriamo nell'Ostia Santa dell'altare, quando conversiamo con te presente in Cielo, e a te diciamo il nostro grazie per la vita e su te versiamo il pentimento dei nostri sbagli, e da te invochiamo le grazie di cui abbiamo bisogno, sempre ti pensiamo adulto, Signore.

Ora ecco che, luce sempre nuova, ogni anno ritorna Natale e, come una rinnovata rivelazione, ti mostri a noi bambino, neonato in una culla, e un'onda di commozione ci invade. E non sappiamo più formulare parola, né osiamo chiedere, né ci sentiamo di pesare su tante minuscole forze seppur onnipotenti.

Il mistero ci ammutolisce ed il silenzio adorante dell'anima si confonde con quello di Maria, la quale, alla dichiarazione dei pastori che udirono il celeste canto degli angeli, "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19).

Il Natale: quel Bambino sempre ci appare come uno dei misteri più sconcertanti della nostra fede, perché è principio della rivelazione dell'amore di Dio per noi che poi s'aprirà in tutta la sua divina, misericordiosa, onnipotente maestosità.

NataleamoreGesù bambino

inviato da Franco Canzian, inserito il 24/11/2009

TESTO

11. I poveri hanno bisogno di noi   1

Annalena Tonelli

I piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo ma tanto agli occhi di Dio da essere i suoi prediletti, hanno bisogno di noi. Noi dobbiamo essere con loro e per loro, e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre. I poveri ci attendono e i modi del servizio sono infiniti, lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio, inventiamo e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita.

Annalena Tonelli è una missionaria italiana nata a Forlì nel 1943; visse dal 1969 al 2003 in Africa, a servizio dei Somali. Scelse la piena e assoluta condivisione di una delle realtà più povere della terra.

servizioamorepoveripovertàimpegno

inviato da Paola Berrettini, inserito il 19/11/2009

TESTO

12. Dio fa di me suo figlio   1

Carlo Carretto, Commento alla preghiera di C. de Foucauld "Padre Mio", ed. Città Nuova

Dio fa di me suo figlio
Altro è fare una stella
altro è fare un figlio.
Altro è fare un fiore
altro è fare un figlio.
Altro è fare una libellula
altro è fare un figlio.
Dio mi ha fatto prima come un frammento di stella e mi ha dato la vita,
poi mi ha disegnato come un fiore e mi ha dato la forma,
poi ancora mi ha infuso la coscienza e mi ha fatto amore.
Io credo all'evoluzione nella creatività di Dio e mi piace pensare che Dio prese materiale dalle rocce per fare il mio corpo e disegni dei fiori per mettere assieme le mie cellule nervose.
Ma quando pensò alla mia coscienza cercò il modello dentro di sé, nella sua vita trinitaria,
e mi fece a sua immagine e somiglianza: comunicazione, libertà, vita eterna.
Tutto ciò significa fare un figlio, perché il figlio è vita della stessa vita del Padre,
è libertà della stessa libertà del Padre,
è comunicazione della stessa comunicazione del Padre.
Ci sono molti disegni nel cosmo visibile e nel cielo invisibile, ma tutti sono espressione di un unico disegno da parte di Dio: fare di me un figlio.
Un figlio che abbia la stessa vita sua e sia eterno, la stessa libertà e sia felice,
la stessa comunicabilità e sia come lui Amore.
Naturalmente il piano non è finito e il lavoro non è compiuto perché non è un lavoro facile.
La storia dell'uomo sulla terra non è che la storia lunga e drammatica e impegnativa della sua trasformazione, che è un'autentica gestazione a figlio di Dio fino al giorno della vera nascita, quando pronuncerà con perfetta coscienza "Padre mio"... e...
entrare nella sua casa a titolo di figlio, non di un quadro che decora la parete;
a titolo di figlio, non di un vaso di fiori;
a titolo di figlio, non di un animale ignaro o assente perché incapace della conoscenza del Padre.
Dio si serve del cosmo e della storia per fare l'ambiente divino della mia nascita a suo figlio.

padrefigliocreazioneuomorapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Piccirillo, inserito il 11/10/2009

TESTO

13. Semina   2

Semina sorriso fin dal mattino,
e nel tempo fiorirà un giardino.
Semina grani di certa speranza
ci sarà molta esultanza.
Semina nella fede e con l'ardore
e l'angolo più grigio avrà colore.
Semina parole e fatti d'amore
e nel mondo avrà senso il cuore.
Semina entusiasmo e semplicità
e sarà facile la felicità.
Semina sempre con forza e coraggio
e la paura avrà nuovo linguaggio.
Semina in pazienza e perseveranza
e la terra avrà frutti in abbondanza.
Semina gesti di vera dolcezza
perché la violenza genera tristezza.
Semina dovunque germi di pace
e di certo l'urlo di guerra tace.
Semina, semina il bene: crescerà
ed ogni seme nuova vita darà.

seminareamorepacetestimonianzagratuitàsperanzaperseveranza

4.0/5 (1 voto)

inviato da Albamaria Bianchi, inserito il 22/06/2009

TESTO

14. Con Dio nel cuore   1

Ernesto Olivero, Sulle orme di Dio

La vita, se è capace di allargarsi,
di fare posto a una nuova vita,
è vita.
Il cielo, se si lascia specchiare e guardare,
se si lascia respirare,
è cielo.
Grazie a te, Maria,
la vita e il cielo
oggi si sono incontrati.

amiciziaamore di Diovitaaperturamaria

5.0/5 (1 voto)

inviato da Maria Carmela Moretti, inserito il 17/06/2009

TESTO

15. Sogno una grande speranza   1

Cardinale Francesco Saverio Van Thuan, Testimoni della speranza. Esercizi spirituali tenuti alla presenza di Ss. Giovanni Paolo II, Citta Nuova, Roma 2006, pag 58-59

Sogno una Chiesa che è Porta Santa , aperta, che accoglie tutti, piena di compassione e di comprensione per le pene e le sofferenze dell'umanità, tutta protesa a consolarla.

Sogno una Chiesa che è Parola, che mostra il libro del Vangelo ai quattro punti cardinali della terra, in un gesto di annuncio, di sottomissione alla Parola di Dio, come promessa dell'Alleanza eterna.

Sogno una Chiesa che è Pane, Eucaristia, che si lascia mangiare da tutti, affinché il mondo abbia la vita in abbondanza.

Sogno una Chiesa che è appassionata di quella unità che ha voluto Gesù.

Sogno una Chiesa che è in cammino, Popolo di Dio, che dietro al Papa che porta la croce, entra nel tempio di Dio e pregando e cantando va incontro a Cristo Risorto, speranza unica, incontro a Maria e a tutti i Santi.

Sogno una Chiesa che porta nel suo cuore il fuoco dello Spirito Santo, e dove c'è lo Spirito, c'è la libertà, c'è il dialogo sincero con il mondo; e specialmente con i giovani, con i poveri e con gli emarginati, c'è il discernimento dei segni dei nostri tempi.

Sogno una Chiesa che è testimone di speranza e di amore, con fatti concreti, come quando si vede il Papa abbracciare tutti... nella grazia di Gesù Cristo, nell'amore del Padre e nella comunione dello Spirito, vissuti nella preghiera e nell'umiltà.

chiesa

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefano Targa, inserito il 12/06/2009

TESTO

16. L'amore non è già fatto, si fa   4

Michel Quoist

Non è un vestito già confezionato,
ma stoffa da tagliare, preparare e cucire.
Non è un appartamento chiavi in mano,
ma una casa da concepire, costruire, conservare e, spesso, riparare.
Non è una vetta conquistata,
ma scalate appassionanti e cadute dolorose.
Non è un solido ancoraggio nel porto della felicità,
ma è un levar l'ancora, è un viaggio in pieno mare.
Non è un sì trionfale che si segna fra i sorrisi e gli applausi,
ma è una moltitudine di "sì" che punteggiano la vita,
tra una moltitudine di "no" che si cancellano strada facendo.
Non è l'apparizione improvvisa di una nuova vita,
perfetta fin dalla nascita,
ma sgorgare di sorgente e lungo tragitto di fiume
dai molteplici meandri, qualche volte in secca,
altre volte traboccante,
ma sempre in cammino verso il mare infinito.

amoresposimatrimoniocoppiafamiglia

4.8/5 (5 voti)

inviato da Stefano Foschi, inserito il 12/06/2009

TESTO

17. Qualcuno muore

Qualcuno muore,
è come se dei passi si arrestassero...
E se invece fosse una partenza per un altro viaggio?
Qualcuno muore,
è come un albero che viene abbattuto...
E se invece fosse un seme che germoglia in una terra nuova?
Qualcuno muore,
è come una porta che si chiude...
E se invece si trattasse di un varco che si apre su nuovi orizzonti?
Qualcuno muore,
ed è come un coperchio di silenzio...
E se invece ci permettesse di ascoltare la fragile musica di una vita che nasce?

morteeternitàvita eternaparadisosperanzafedefuneralerinascita

5.0/5 (1 voto)

inviato da Rina Monteverdi, inserito il 11/06/2009

TESTO

18. Non dire ave Maria   1

Silvia Neuhold

Non dire Ave Maria,
se non provi gioia nel sentire la parola di Dio.
Non dire Piena di grazia,
se non riconosci i doni che Dio ti ha fatto.
Non dire il Signore è con te,
se non senti che Dio ti è vicino.
Non dire benedetto,
se non credi di poter essere santo.
Non dire Madre di Dio,
se non ti comporti da figlio
Non dire prega per noi,
se non ti preoccupi del tuo prossimo.
Non dire peccatori,
se guardi la pagliuzza nell'occhio del tuo vicino.
Non dire morte,
se non credi che sia la porta della vita nuova.

ave mariamariamadonna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Silvia Neuhold, inserito il 05/06/2009

TESTO

19. La Messa

Già non è facile capire la Messa, farla conoscere ai bambini è impegnativo, ma sarà l'assiduità alla frequentazione a rivelargli il vero volto di Dio. La Messa è un gioioso incontro, è rigenerazione del cuore e della vita. Il compito difficile è avvicinare i bambini al mistero della santa Eucaristia, così come ci è stato trasmesso da Gesù e dalla Chiesa. Far capire ai bambini che la morte è una trasformazione che porta ad una vita nuova. Un'altra difficoltà è rappresentata dall'età dei bambini, certamente essi sono in grado di entusiasmarsi, ma non riescono ancora ad affrontare la riflessione, i momenti di silenzio e il mistero del miracolo che si compie sull'altare: pensiamo a quanto sia difficilmente comprensibile ed accessibile anche a noi adulti!

messaeucaristiabambini

inviato da Eugenia Linari, inserito il 05/06/2009

TESTO

20. Amicizia cristiana

Paolino Iorio

All'improvviso nella vita incontri una persona che ti corrisponde e dici: ma che cos'è questo? E scopri che è amicizia cristiana.
Allora quando stai con l'altro scopri che non siamo più due ma siamo in tre, io tu e Cristo.
Che bella questa amicizia, perché eterna diventa, e tu sai che quella persona è per te e tu sei per lei, di tutto gli puoi parlare, tutto puoi condividere, gioie e dolori, attese e speranze.
E quando questa ti offende, perché è piccola e debole, c'è sempre il perdono che l'amicizia riconferma, perché tu sai che chi ti unisce a lei fa proprio così con te; e quando cadi ogni volta ti rialza e ti fa persona nuova.
L'amicizia cristiana scoprire ti fa, con stupore ed emozione, che tu con l'altro per sempre sarai, e ti separerai solo per un breve tempo.
E al risveglio tu la rivedrai e prendendola per mano la gioia senza fine con lei condividerai.
E ogni giorno insieme ringrazieremo quel Terzo in mezzo a noi, che tutto questo ci dona.

amiciziapreghierapresenza

inviato da Paola Pacchiano, inserito il 02/06/2009

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