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TESTO

1. Il tempo di cercare Dio

Beato Tommaso Maria Fusco, Dagli scritti di don Tommaso M. Fusco

Il tempo di cercare Dio è la vita,
il tempo di trovarlo è la morte,
il tempo di possederlo è l'eternità.

tempoeternitàrapporto con Dio

inviato da Antonietta Pignata, inserito il 15/04/2017

TESTO

2. Ogni stagione della vita ha un suo paradiso   1

Enzo Bianchi, Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2015

Ogni cristiano che recita il "Credo", la professione di fede, dice: "Credo la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen", e questo credere non è periferico, ma fondamentale nella fede cristiana. Il cristiano, dunque, crede che ci sia un dopo la morte, una vita piena per sempre, nella quale non vi saranno più pianto, né dolore, né malattia, né morte, ma la gioia eterna della comunione, attraverso Gesù Cristo, con Dio e con gli uomini e le donne da lui salvati. Anch'io, in quanto cristiano e monaco, aderisco a questa speranza, ma confesso che il mio immaginario è molto personale ed è mutato nelle diverse stagioni della mia vita. La domanda che mi viene posta: "Come immagini il paradiso?", mi spinge dunque a dare diverse risposte.

Innanzitutto, il paradiso è un'immagine che ci viene trasmessa quando siamo piccoli, e così è stato anche per me. Quando morì mia mamma avevo solo otto anni. Chiedevo dov'era andata, perché non riuscivo ancora a comprendere la morte, e mi veniva risposto: è in paradiso, in un bel giardino, e là passeggia tra gli asfodeli, fiori molto profumati. Così immaginavo dunque il paradiso e speravo di andarci presto, per ritrovare mia mamma e vedere questi fiori profumati che nessuno sapeva descrivermi, perché nel Monferrato nessuno li aveva mai visti.

Con la giovinezza e gli studi biblici, elaborai altre immagini, sovente in contrapposizione al possibile esito opposto: gli inferi, luogo di perdizione, lontano da Dio e da tutti gli altri. Il paradiso assumeva le immagini della Bibbia che leggevo e studiavo: un luogo pieno di luce, in cui non era mai notte; un luogo di pace, senza litigi, dispute, violenze, guerre; un banchetto con abbondanza di cibi squisiti e di vini raffinati; tanta musica e la possibilità di stare insieme, in una festa continua... Belle immagini, ma che svanivano velocemente, perché la ragionevole fede mi spingeva a comprendere che il paradiso non era un luogo, bensì una condizione di comunione con il Signore. Mi piaceva però l'immagine del pranzo con piatti sempre nuovi e dal gusto straordinario, dell'ascolto di musiche che rendevano l'eternità sopportabile...

Poi le immagini del paradiso sono cambiate ancora, tra dubbi, rinnovamenti della speranza, a volte anche stanchezza delle immagini stesse e desiderio di rinnovarle. Ora che sono vecchio, il paradiso o l'esito contrario dell'inferno sono sempre più prossimi: non nascondo una certa paura che mi abita al pensiero della morte, perché credo nel giudizio di Dio sulle mie responsabilità, sul mio operare che è stato buono o cattivo.

Spero soprattutto che nessuno vada all'inferno; ma se qualcuno ci va, allora - mi dico - rischio di andarci anch'io, che non mi sento tanto diverso dagli altri nell'acconsentire all'egoismo che mi abita.

E le immagini del paradiso, da vecchio? Sono svanite. Oggi non so dire, non so immaginare, non oso neppure pensare di dire qualcosa che lo descriva. Nella mia fede è solo una cosa: una grande comunione in Gesù Cristo, in cui regnerà l'amore. Sono convinto che chi ho amato qui sulla terra, lo ritroverò anche di là, e così continueranno il nostro amore e la nostra amicizia. Se pensassi di andare di là e di non trovare più i miei amici, preferirei allora non andarci!

Spero di ritrovare questa terra che tanto ho amato, certamente da Dio trasfigurata, ma ancora questa terra con le sue colline, le sue vigne, i suoi boschi... Sì, vorrei che continuassero le "storie d'amore" vissute qui; anzi, che riprendessero quelle che si sono interrotte e, senza gelosie né concorrenze, potessimo tutti insieme bere alle coppe del vino dell'amore.

Per farvi sorridere, cari lettori, vi confesso che ho un'altra paura: di finire sì in paradiso, ma vicino a persone che non mi piacevano, sebbene fratelli o sorelle nella fede e magari anche di rinomata santità. No, questo proprio no! Ma forse, se Dio mi salverà, sarò cambiato tanto da sopportare anche questo. Purché il Signore non mi faccia perdere gli amici, quelli che ho amato bene e quelli che ho amato male: li vorrei con me.

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5.0/5 (2 voti)

inviato da Simone Pestelli, inserito il 07/02/2016

TESTO

3. Dare con gioia

Sant'Ireneo

Quelli che hanno ricevuto la libertà mettono a disposizione di Dio tutti i loro beni, dando gioiosamente e generosamente i beni più piccoli perché hanno la speranza dei beni più grandi, come la vedova povera che getta tutta la sua sostanza nel tesoro di Dio.

condividerecondivisionecaritàeternitàinterioritàgenerositàgratuità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 16/06/2015

TESTO

4. L'eternità dell'amore

Joseph Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, 2003

Se ogni amore anela all'eternità, l'amore di Dio non solo la brama, ma la realizza e la impersona.

amoreamore di Dioeternitàvita eterna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Suor Cristina, inserito il 20/09/2012

TESTO

5. Appoggiati a Dio   4

San Francesco d'Assisi, a Santa Chiara

Non appoggiarti all'uomo: deve morire.
Non appoggiarti all'albero: deve seccare.
Non appoggiarti al muro: deve crollare.
Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!

rapporto con Diostabilitàeternitàfiducia in Dioaffidamento a Diofedefiducia

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 23/05/2012

TESTO

6. La morte e l'eternità   1

Margherita Guidacci, Avvenire, "Mattutino" di Ravasi

Quanto di te sopravvive
è in altro luogo, misterioso,
ed ormai reca un nome nuovo
che solo Dio conosce.

morteeternità

inserito il 30/11/2011

TESTO

7. Dalla favola all'eternità

Agata Fernandez Motzo, Una voce divina

E' dell'estate il solstizio:
il sole nella notte
balla con la bianca luna,
domani, al suo sorgere festoso,
spanderà candide perle di rugiada....
Questa la favola,
poetica e assai bella, ma
nella sua fantastica realtà
domani, forse, più triste
il sole sorgerà,
perché, lasciato il suo zenit,
inizia il suo declino,
giorno dopo giorno,
verso la lunga notte...
E come nella favola quello del sole, così
anche di ogni mortale il cammino:
comincia il primo giorno
in un radioso mattino,
ma segue, purtroppo, anche per lui
dell'umana vicenda
il quotidiano tramonto,
verso la lunga notte...
Per chi ha fede, però, della vita
non è triste il tramonto,
ché in quella lunga notte
sa che festeggerà il Natale,
il suo, quello eterno, quando l'anima,
oltre un orizzonte infinito,
che segna la fine dell'umano cammino
e del divino l'inizio,
incontrerà in tutto il suo splendore
quel Sole che non tramonta, ma brilla
in un eterno radioso solstizio.

vitamortevita eternaparadiso

inviato da Agata Fernandez Motzo, inserito il 17/10/2010

TESTO

8. La forma dell'eternità   1

Giovanni Paolo II, citato in: Fermati un istante. 365 pause di riflessione

Solo l'amore dura per sempre. Esso costituisce da solo la forma dell'eternità nelle dimensioni terrene e caduche della storia dell'uomo sulla terra.

amoreeternità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Giovanna Martinetti, inserito il 07/12/2009

TESTO

9. Restare giovani   1

Helder Camara

Caro albero,
insegnami il segreto per restare giovani.
Albero centenario,
mi piace vederti
pieno di getti
e di germogli
come se fossi un adolescente.
Insegnami il segreto
di invecchiare così:
aperto alla vita,
alla giovinezza,
ai sogni come chi sa
che gioventù e vecchiaia
non sono che gradini
verso l'eternità.

giovanigiovinezzavecchiaiaeternitàmaturitàcammino

5.0/5 (2 voti)

inviato da Suor Gabriella, inserito il 12/06/2009

TESTO

10. Qualcuno muore

Qualcuno muore,
è come se dei passi si arrestassero...
E se invece fosse una partenza per un altro viaggio?
Qualcuno muore,
è come un albero che viene abbattuto...
E se invece fosse un seme che germoglia in una terra nuova?
Qualcuno muore,
è come una porta che si chiude...
E se invece si trattasse di un varco che si apre su nuovi orizzonti?
Qualcuno muore,
ed è come un coperchio di silenzio...
E se invece ci permettesse di ascoltare la fragile musica di una vita che nasce?

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5.0/5 (1 voto)

inviato da Rina Monteverdi, inserito il 11/06/2009

TESTO

11. Passato che non passa

Madeleine Delbrel

Non dovete nessuna fedeltà al passato in quanto passato; darete fedeltà soltanto a ciò che a voi ha portato di eterno, cioè di carità.

passatopresentecaritàeternità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca, inserito il 26/02/2006

TESTO

12. La fiera del giorno dei morti   2

Tonino Lasconi, Popotus, 30/10/2004

La visita al cimitero, pensieri, preghiere e fiori per i nostri cari che non ci sono più: un incontro che non si esaurisce il 2 novembre.

Amo i cimiteri. Ci vado spesso. Non solo in quelli dove riposano i miei cari ma anche in quelli che incontro viaggiando. Sono un luogo dove mi piace riflettere, meditare, pregare. Questo perché amo la vita. Il pensiero dei defunti mi ricorda, senza ombra di dubbio, che la vita è un passaggio, spesso, purtroppo, breve. Per questo va vissuta senza sprecarne un solo istante con la noia, con la banalità, con la volgarità, con ciò che può rattristarla, impoverirla, metterla in pericolo.

Quando sono lì, penso: «Se ci ricordassimo sempre che non vivremo cinquemila anni, saremmo più saggi. Adopereremmo meglio le nostre capacità, i nostri sentimenti, il nostro tempo, i nostri soldi, i nostri giorni». Metto dei fiori nelle tombe dei miei cari e in quelle abbandonate dai parenti. I fiori - lo so - non servono ai defunti, ma a me. A noi. Sono un segno bellissimo che dice: «Da questa morte rinasce una vita nuova, più bella e profumata di prima». E prego. La preghiera serve ai defunti e a noi. Ci ricorda che, tra noi e loro, gli affetti, la compagnia, l'amicizia continuano, perché davanti a Dio siamo tutti contemporanei, ci abbraccia tutti con un unico sguardo.

E noi camminiamo tutti insieme verso di lui, aiutandoci l'un l'altro. Volete che una madre non cammini ancora accanto ai suoi figli rimasti quaggiù? Che un amico non ti rimanga accanto? Nemmeno a pensarci! Quando esco dal cimitero, mi sento ricaricato, stimolato a vivere con più grinta e intensità. Non però negli ultimi giorni di ottobre e nei primi di novembre. In questi giorni non vado più al cimitero, perché l'ultima volta che l'ho fatto ho creduto di trovarmi in una fiera: chiacchiericcio, confusione, risate, paragoni sciocchi tra le tombe e i fiori più belli, curiosità stupide, telefonini che squillano dappertutto, commento sul costo dei fiori... Uno spettacolo triste! Sapete cosa farei? Chiuderei i cimiteri dal 25 ottobre all'8 di novembre. Perché quelli che ci vanno per amore dei defunti e di se stessi ci andrebbero comunque durante l'anno, ogni volta che possono. Quelli «della fiera» se ne starebbero a casa loro. Meglio così! Tanto, andare in un cimitero per non pensare, per non pregare, per non meditare non serve né ai defunti né tanto meno ai vivi.

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5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Barbi, inserito il 06/11/2004

TESTO

13. Cos'è il morire?

Bishop Brent

Cos'è il morire? Me ne sto sulla riva del mare, una nave apre le vele alla brezza del mattino e parte per l'oceano. E' uno spettacolo di rara bellezza e io rimango ad ossservarla fino a che svanisce all'orizzonte e qualcuno accanto a me dice: "E' andata!". Andata! Dove? E' sparita dalla mia vista: questo è tutto.
Nei suoi alberi, nella carena e nei pennoni essa è ancora grande come quando la vedevo, e come allora è in grado di portare a destinazione il suo carico di esseri viventi.
Che le sue misure si riducano fino a sparire del tutto è qualcosa che riguarda me, non lei, e proprio nel momento in cui qualcuno accanto a me dice, "E' andata!" ci sono altri che stanno scrutando il suo arrivo, e altri voci levano un grido di gioia: "Eccola che arriva!".
E questo è il morire.

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5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lianza, inserito il 01/04/2003

TESTO

14. Il tempo   1

Kahlil Gibran, Il profeta

E un astronomo disse: "Maestro, parlaci del Tempo".

Il tempo è senza inizio nell'ordito di un tessuto dove il silenzio, nell'affaticare dell'universo tace e voi vorreste misurare il ritmo dell'universo, l'incommensurabile e l'immenso.
Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni.
Del tempo vorreste fare un fiume per sostare presso la sua riva e guardarlo fluire.
Ma l'eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo.
E sa che l'oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi.
E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio.
Chi di voi non sente che la sua forza d'amore è sconfinata?
E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere, e non passa da pensiero d'amore a pensiero d'amore, né da atto d'amore ad atto d'amore?
E non è forse il tempo, così come l'amore, indiviso e immoto.
Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre, e che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l'attesa.

tempoeternitàeterno

4.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lianza, inserito il 16/03/2003

TESTO

15. Ogni minuto, un attimo di eternità

Justo Mullor, Dio crede nell'uomo

Ogni minuto è il riassunto di tutta la storia: quella universale - che scriviamo tutti, senza rendercene quasi conto - e quella personale, che costruiamo giorno dopo giorno, senza mai sapere quando finirà. Ogni momento può essere il tocco finale di una meravigliosa avventura o la conclusione deludente di un progetto incompiuto.

Il tempo, il cui mistero è più profondo di quello dello spazio, ci è stato dato da Dio come dono e, insieme, come vocazione: quella di usarlo, davanti a Lui e agli altri, per fare del mondo un luogo sempre più degno del suo Creatore e delle creature alle quali Egli lo ha affidato. Il tempo ci è stato dato per moltiplicare le luci che fughino le tenebre; per fare di più e sempre meglio; perché ci siano più case e meno catapecchie; meno analfabeti e più libri; più pace e meno guerre; più libertà e meno schiavitù; più gioia e meno sofferenze; più salute e meno malattie. E, soprattutto, perché "Dio sia tutto in tutti" (1 Cor 15,28): prima nella nostra coscienza, poi nella nostra vita e, infine, nella grande storia dell'umanità.

Il tempo, per il suo carattere inesorabile e fuggente, esige che vigiliamo. Se non del tutto svegli, dobbiamo almeno essere pronti ad aprire gli occhi ed a metterci in cammino al primo segno del passaggio di Dio e delle sue esigenze.

impegnoresponsabilitàtempovalore del tempo

inviato da Eleonora Polo, inserito il 11/12/2002

TESTO

16. Vita, morte ed eternità   1

Jacques Nouet

La vita ci è data per cercare Dio, la morte per trovarlo, l'eternità per possederlo.

vitamortevitaeternaeternità

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

17. Eternità

San Giovanni Gualberto

Ciò che non è eterno non è niente, per noi che siamo eterni.

eternitàessenziale

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002