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RACCONTO

1. Il re assetato

Un re, che andava a caccia, arrivò assetato ai piedi di una rupe da cui filtrava, a gocce, un po' d'acqua. Scese da cavallo e staccò dalla sella una coppa d'oro gemmata. Voleva bere. Sul braccio che teneva la coppa stava appollaiato un bel falco: il preferito del re.

Adagio adagio la coppa si riempì; ma quando il re l'avvicinò avidamente alle labbra, il falco scattò, come per lanciarsi in volo, e procurò al braccio che lo sosteneva una tale scossa che l'acqua si rovesciò...

Il re dopo aver accarezzato il falco prediletto, ritornò a raccogliere l'acqua a goccia a goccia; ma quando avvicinò di nuovo la coppa alle labbra, il falco dette uno strido, batté le ali, e il re sobbalzando, rovesciò nuovamente il liquido che aveva raccolto con tanta pazienza. Fece un atto più di dispetto che di rammarico. Pure si contenne, e iniziò la raccolta dell'acqua per la terza volta. Ma quando, per la terza volta, avvicinò la coppa alle labbra, il gioco del falco si ripeté. L'acqua si versò.

Allora il re proruppe in un gesto d'ira furioso. Afferrò il falco e lo scaraventò contro la roccia. Il volatile cadde morto con le ali aperte, come fosse ancora in volo. Intanto la gocciolina, che filtrava lenta dalla rupe, aveva smesso di scorrere. E il re, ora con la rabbia ora con il dispiacere nel cuore, aveva più sete che mai.

Mandò i servi a vedere se sopra la roccia si trovava la polla che dava acqua alla sorgente. La trovarono, ma si fermarono inorriditi: era uno stagno in cui galleggiavano i cadaveri putrefatti di parecchi animali. Certamente quell'acqua, bevuta, avrebbe avvelenato il re. Disse uno dei servi al ritorno: «Sire, se tu avessi bevuto quell'acqua saresti morto».

Il re guardò il falco che gli giaceva ai piedi e chinò la testa. Umilmente chiese perdono al fedele amico che si era sacrificato per lui e inutilmente rimpianse il suo impulsivo gesto d'ira.

comandamentidivietisacrificio

inviato da Qumran2, inserito il 31/05/2018

PREGHIERA

2. Mi manchi, Signore

Emily Schenker

Mi manchi. Mi manchi terribilmente. Da togliere il fiato.
Leggo e rileggo le tue parole, con innamorata ostinazione.
Mi piego su questa pagina, e mi fa male non sentire il ritmo del tuo respiro,
il suono amico della tua voce.
Mi manchi, Signore,
e la preghiera oggi è un rincorrere il vento;
è ascoltare una musica che nessuno strumento può produrre.
Mi manchi, Signore,
perché, di tanto in tanto, ho bisogno di toccare, di vedere, di sentire profumi.
E tu, ora, non sei a portata di mano,
non stai davanti ai miei occhi, non hai l'odore buono di chi ama.
Mi manchi, Signore,
e la fede ne soffre, come di una malattia mortale. Senza cura.
Mi manchi, Signore,
eppure, so, quando mi allontano su versanti ripidi e pendii pietrosi;
quando fuggo le tue strade per capriccio e per dispetto;
quando ti volto le spalle, in un impeto di altezzoso disprezzo,
so, che io manco a te, ancora di più.
Per questo, ad ogni ritorno, mi aspetto di averti qui come uomo fedele,
come Dio paziente.
È questa distanza che ci unisce.
La tua assenza mi alimenta.
La tua presenza mi disseta. Amen.

assenzapresenzadistanzaattesarapporto con Diopreghiera

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 02/12/2017

RACCONTO

3. Un segreto d'amore

Dino Semplici

Mentre sfogliava i suoi «dossier» matrimoniali, il diavolo notò con dispetto che c'era ancora una coppia, sulla terra, che filava d'amore e d'accordo. Decise di fare un'ispezione. Si trattava in realtà di una coppia comune: eppure sprigionava tanto amore che attorno ad essa pareva ci fosse un'eterna primavera. Il diavolo volle conoscere il segreto di quell'amore.

- Nessun segreto - gli spiegarono i due. - Viviamo il nostro amore come una gara: quando uno dei due sbaglia, è l'altro che se ne assume la colpa; quando uno dei due fa bene, è l'altro che ne ha le lodi; quando uno dei due soffre, è l'altro che ne ha consolazione; quando uno dei due gioisce, è l'altro che ne ricava piacere. Insomma, facciamo sempre a chi arriva per primo.

Al diavolo tutto ciò parve scemo. E se ne andò senza far loro del male. Ed è così che possono ancora esistere delle coppie felici sulla terra

coppiaamorematrimonioconcordiagratuità

5.0/5 (2 voti)

inviato da Il Patriota Cosmico, inserito il 09/06/2015

PREGHIERA

4. Santa Maria, vergine del mattino

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni, ed. S. Paolo, cap 31

Santa Maria, vergine del mattino,
donaci la gioia di intuire,
pur tra le tante foschie dell'aurora,
le speranze del giorno nuovo.

Ispiraci parole di coraggio.
Non farci tremare la voce quando,
a dispetto di tante cattiverie e di tanti peccati
che invecchiano il mondo,
osiamo annunciare che verranno tempi migliori.

Non permettere che sulle nostre labbra
il lamento prevalga mai sullo stupore,
che lo sconforto sovrasti l'operosità,
che lo scetticismo schiacci l'entusiasmo,
e che la pesantezza del passato
ci impedisca di far credito sul futuro.

Aiutaci a scommettere con più audacia sui giovani,
e preservaci dalla tentazione di blandirli
con la furbizia di sterili parole,
consapevoli che solo dalle nostre scelte di autenticità e di coerenza
essi saranno disposti ancora a lasciarsi sedurre.

Moltiplica le nostre energie
perché sappiamo investirle
nell'unico affare ancora redditizio sul mercato della civiltà:
la prevenzione delle nuove generazioni
dai mali atroci che oggi rendono corto il respiro della terra.

Dai alle nostre voci la cadenza degli alleluia pasquali.
Intridi di sogni le sabbie del nostro realismo.
Rendici cultori delle calde utopie
dalle cui feritoie sanguina la speranza sul mondo.

Aiutaci a comprendere
che additare le gemme che spuntano sui rami
vale più che piangere sulle foglie che cadono.

E infondici la sicurezza di chi già vede l'oriente
incendiarsi ai primi raggi del sole.

Maria

inviato da Qumran2, inserito il 24/05/2007

TESTO

5. Scrivimi, ti prego

Basilio il Grande

Se mi ami, scrivimi,
ti prego; se sei imbronciato con me,
scrivimi lo stesso,
a dispetto del tuo broncio.

Sarà sempre per me una grande gioia
ricevere una lettera da un amico,
anche se un po' irritato.

Dunque, decìditi...
Esci dalla tua indolenza!
E non dire
che non hai nulla da scrivere.

Se non hai nulla da scrivermi, scrivimi
che non hai nulla da scrivermi:
per me sarà già qualcosa
di importante e di bello!

amicizia

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 07/05/2002

TESTO

6. Passa tranquillamente (versione breve)

Passa tranquillamente
tra il rumore e la fretta,
e ricorda quanta pace
può esserci nel silenzio.

Dì la verità con calma e chiarezza;
ascolta gli altri:
anche i noiosi ed ignoranti
hanno una storia da raccontare.

Gioisci dei tuoi risultati
così come dei tuoi progetti.
Sii prudente nei tuoi affari
perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non accechi la tua capacità
di distinguere la virtù:
molte persone lottano per grandi ideali
e dunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso.

Soprattutto non fingere negli affetti
e neppure sii cinico riguardo all'amore;
poiché a dispetto
di tutte le aridità e disillusioni,
esso è perenne come l'erba.
Sii in pace con Dio,
comunque tu lo concepisca,
conserva la pace con la tua anima pur
nella rumorosa confusione della vita.

Clicca qui per la versione lunga.

pace interioreinterioritàserenitàcalmasaggezza

inviato da Filippa Castronovo, inserito il 06/05/2002