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TESTO

1. Mai dimenticherò   2

Elie Wiesel, La notte

Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo,
che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi
trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima,
e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.

Elie Wiesel fu rinchiuso ad Auschwitz all'età di 15 anni.

olocaustogiornata della memoriashoahcampi di concentramento

5.0/5 (2 voti)

inserito il 07/08/2016

TESTO

2. Cara Quaresima   8

Diego Passoni

Cara Quaresima,

bentornata tra noi! So che non sei abituata ad essere notata, ma quest'anno prometto di considerarti per quel che meriti, un'occasione per alzare l'asticella.

Da oggi cominciano i quaranta giorni (che ricordano gli anni di esodo degli ebrei, nel deserto, e i giorni di digiuno e tentazione di Gesù, prima che iniziasse a predicare) che precedono la Pasqua. La festa più importante dei cristiani. No? Beh, così dovrebbe essere!

Da oggi iniziano giorni in cui poter, se non seguire i precetti del digiuno ecclesiastico e dell'astinenza dalla carne il venerdì, quantomeno rimettere in discussione le nostre priorità. Provare a riempirci un po' meno di cibo - e di cose materiali in genere - ad ascoltare ciò che abbiamo dentro. E magari scoprire che molte frustrazioni, tristezze e malesseri, ci vengono solo come conseguenza del nostro vivere in modo vorace, e che non abbiamo un tempo infinito per accumulare piacere sulla terra, e che presto o tardi si tornerà ad esser cenere (che dà il nome a questo speciale mercoledì) per cui vale la pena di pensare a chi aspetta le nostre scuse, un nostro sorriso, o un'attenzione che non abbiamo mai concesso.

E imparare - come recita un antico libro, il Qoelet - che c'è un tempo giusto per ogni cosa, e vivere bene il tempo del digiuno, porta a godere il tempo della festa. E se viviamo bene il tempo presente, arriveremo pronti al nostro tempo per morire. Altrimenti tutta la nostra vita è inutile.

E Il tempo del ravvedimento, che c'è nell'ebraismo, nell'islam, e in tutte le pratiche religiose, è l'unico modo per cambiare in meglio, per far morire in noi le cose brutte e farne nascere di belle; per diventare uomini e donne nuovi. Che poi, per chi ci crede, si esprime con il termine risorgere.

Bentornata attesa!

quaresimatempoprioritàrinascitaconversione

4.8/5 (8 voti)

inserito il 06/03/2014

TESTO

3. Le nostre mani   2

Le nostre mani sono un prodigio.
Impugnano un pennello e nasce la pittura.
Afferrano uno scalpello e abbiamo la scultura.
Manipolano pietre, ferro, calce e sorgono i monumenti dell'architettura.
Sfiorano le corde di un'arpa,
battono i tasti di un pianoforte ed è la magia nella musica.
Intrecciano con grazia il lino e il cotone e ammiriamo l'arte del ricamo.
Le nostre mani, per la gentilezza con le quali salutano,
per la tenerezza con le quali accarezzano,
per la forza che sprigionano nel lavoro,
per la premura con cui intervengono diventano e sono veicolo d'amore.
L'amore è il perno su cui ruota l'universo.
E' per l'amore che splende la primavera.
E' per l'amore che nascono i fiori.
Se non ci fosse l'amore la terra sarebbe un deserto,
la vita si spegnerebbe,
gli uccelli non farebbero il nido,
l'uomo rimarrebbe nella solitudine.
Usiamo le nostre mani per spandere gesti d'amore.

amoremani

5.0/5 (2 voti)

inviato da Maurizio Gasperi, inserito il 12/08/2012

TESTO

4. Il digiuno che piace al Signore   7

Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento:
riempiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature:
riempiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo:
riempiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
Digiuna dalle pressioni e insistenze:
riempiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall'amarezza:
riempiti di perdono.
Digiuna dal dare importanza a te stesso:
riempiti di compassione per gli altri.
Digiuna dall'ansia per le tue cose:
compromettiti nella diffusione del Regno.
Digiuna dallo scoraggiamento:
riempiti di entusiasmo nella fede.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù:
riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
Spirito Santo, che hai condotto Gesù nel deserto,
dove Egli ha digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,
per l'intercessione di Maria SS.,
Madre di Gesù e Madre mia,
aiutaci a digiunare così come tu vuoi.

digiunoquaresimapenitenzadesertopace interioreumiltà

4.5/5 (2 voti)

inviato da Paola Rivella, inserito il 10/03/2011

TESTO

5. Parola silenziosa e carica di vita   1

Detti editi e inediti dei padri del deserto

Abba Isaia disse: "La sapienza non consiste nel parlare; la sapienza sta nel sapere in quale momento parlare. Taci con conoscenza e parla con sapienza. Rifletti prima di parlare e rispondi quello che conviene. Sii ignorante con conoscenza per sfuggire a molte pene. Chi si mostra sapiente accumula pene su di sé. Non vantarti della tua conoscenza, perché nessuno sa qualcosa; ma la perfezione suprema è disprezzare se stessi, ed è cosa buona essere al di sotto del prossimo e tenersi stretti alla divinità".

saggezzasapienza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Paolo Busato, inserito il 03/09/2010

TESTO

6. Pane

...Gesù guardò il tavolo davanti a lui, pensando a quale fosse il miglior simbolo del suo passaggio sulla Terra, da lasciare agli uomini.

Sul tavolo c'erano melograni della Galilea, spezie del deserto del sud, frutta secca della Siria e datteri dell'Egitto. Egli tese la mano per consacrarne uno quando, improvvisamente, si ricordò che il messaggio che avrebbe portato era destinato a tutti gli uomini, in ogni luogo del mondo... I melograni, i datteri, le spezie, e la frutta forse non esistevano in alcune parti della terra.

Ci pensò su e un altro pensiero gli venne in mente: nei melograni, nei datteri, nelle spezie, nella frutta secca il miracolo della Creazione si manifesta senza l'intervento dell'uomo: i loro colori, i loro profumi e sapori erano già perfetti. Così prese il pane, ringraziò, lo spezzò e ne diede un po' ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate, tutti voi, perché questo è il mio Corpo!!".

Il pane è ovunque. Il pane, al contrario dei datteri, dei melograni delle spezie e della frutta è il miglior simbolo del cammino verso Dio: il pane è frutto della terra e del lavoro dell'uomo!

eucaristiacorpo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Caterina Zenobini, inserito il 29/05/2009

TESTO

7. La preghiera   1

Carlo Carretto, Lettere dal deserto

La preghiera è il sunto del nostro rapporto con Dio. Potremmo dire che noi siamo ciò che preghiamo. Il grado della nostra fede è il grado della nostra preghiera; la forza della nostra speranza è la forza della nostra preghiera; il calore della nostra carità è il calore della nostra preghiera. Né più né meno.

preghierafedesperanzacarità

inviato da Qumran2, inserito il 25/01/2009

TESTO

8. Vi auguro la fede!

Filippo Franceschi

È la stessa espressione che uso nelle omelie in parrocchia quando mi rivolgo ai ragazzi che si preparano a ricevere la Confermazione. Dico quelle parole per dirle anche a me stesso. Auguro la fede. Ai ragazzi verrebbe anche voglia di augurare la felicità, ma noi che abbiamo vissuto sappiamo che rischia di essere una parola, un miraggio, un sogno che si dissolve all'alba. Allora auguro la fede. Non so dirvi molto di più. Io vi auguro che custodiate la fede nel Signore, la fede nel suo significato più profondo, più vero, che è la certezza che Dio c'è, ed è anche la certezza che Dio ci ama, anche nei momenti più drammatici in cui siamo più soli, in cui intorno a noi sembra esserci soltanto il deserto. Anche nei momenti della prova, anche nei momenti della sofferenza. Questa fede che è grazia e domanda.
Custodire la fede. Non vi sembri soltanto una cosa pia o una esortazione buona: è qualcosa di molto di più. Custodire la fede come un dono prezioso, come ciò che di più grande abbiamo. Poi toccherà a ciascuno di noi pagare il prezzo della propria fede, viverla. Ma custoditela!

fede

5.0/5 (1 voto)

inviato da Cristiano Ballan, inserito il 25/02/2007

TESTO

9. La voce che grida nel deserto

Paulo Coelho

Un uomo abbandona la vita mondana e si trasforma in eremita. Lontano dal centro delle decisioni politiche della sua epoca, trascorre diversi anni della propria vita tentando di preparare il cammino per il Messia. Si definisce come "Voce di uno che grida nel deserto".

In un primo momento, possiamo pensare che quell'uomo - Giovanni Battista - non abbia avuto alcuna influenza nella sua epoca. Ma la storia ci dimostra esattamente il contrario: la sua presenza fu fondamentale nella vita di Gesù.

Quante volte ci sentiamo come delle voci che gridano nel deserto? Le nostre parole sembrano perdersi nel vento, i nostri gesti apparentemente non destano alcuna reazione. Giovanni persistette. A noi tocca fare la stessa cosa. Le voci che gridano nel deserto sono quelle che scrivono la storia del loro tempo.

inutilitàGiovanni battistaumiltàprofezia

inviato da Qumran2, inserito il 06/10/2006

TESTO

10. Sperare

Phil Bosmans

La notte non può essere
così scura
da non riuscire a trovare,
da qualche parte,
una piccola stella.
Il deserto non può essere
così desolato
da non riuscire a trovare,
da qualche parte,
una piccola oasi.
Da qualche parte
ci rimane sempre
una piccola gioia.
Ci sono fiori che sbocciano
persino in inverno.

Speranza

4.0/5 (1 voto)

inviato da Leo, inserito il 13/07/2006

TESTO

11. Il Cammino dei Magi

Kociss Fava

"Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme...".

Oro, incenso. Mirra anche. Furono tra le prime cose che vide, venendo alla luce. Non che gli importasse granché delle ricchezze: in seguito l'ebbe a dimostrare. Doveva comunque essere uno spettacolo da perderci gli occhi. Il luccichio dei doni traboccanti dalle consunte bisacce da viaggio, contrapposto all'estrema frugalità del ricovero ove era nato. Gli effluvi stordenti delle resine aromatiche, spandendosi, andavano a mescolarsi con l'odore secco e pronunciato dello stallatico. Non di meno l'omaggio più gradito e inatteso fu certo la devozione che quegli uomini ricchi e distinti dimostrarono per il Neonato. Chissà lo sgomento provato da Maria e Giuseppe. Abituati com'erano all'unica compagnia dei pastori, si trovarono quei signori sontuosamente vestiti, chini in adorazione del Bambino.

Si dice fossero sapienti venuti da oriente: stranieri dunque. Scrutando il cielo, o forse dentro se stessi, videro una stella che tracciò loro la via. A noi, che sperimentiamo tempi di soluzioni facili e di frastuoni diffusi, piace pensare fosse una stella grande. Enorme, con la coda pure. Dimentichi che il rapporto autentico con Dio può instaurarsi e maturare solo nel silenzio di un cuore disposto a sentirne il potente sussurro. Nel deserto, luogo privo di inutili echi, radunò il Signore il popolo eletto per manifestare la Sua volontà. Sempre in luoghi solitari si sarebbe ritirato Gesù, per pregare il Padre.

Con o senza l'aiuto degli astri, ma sicuramente con la promessa di Dio nel cuore, i Magi intrapresero il lungo e faticoso cammino. Solo chi lo desidera con passione, giunge a vedere il volto di Cristo.

re magiepifaniaricercarapporto con Dio

inviato da Kociss Fava, inserito il 05/02/2006

TESTO

12. L'amicizia   1

Gianni Fanzolato

L'amicizia è fresca e buona
come un sorso d'acqua
dopo una lunga corsa:
è l'unica che desideri veramente.

L'amicizia è un ponte fra due rive:
se non sai nuotare e hai paura dell'acqua,
senza di lei non puoi passare oltre.

L'amicizia è un fiore rosso
nel davanzale di casa tua:
chi lo vede e gode per i suoi colori,
capisce che dentro c'è un cuore che batte.

L'amicizia è un venticello di tramontana
quando fa caldo e l'afa ti toglie il respiro,
lei è balsamo e rigenera la vita
con la sua frescura.

L'amicizia è una luce che scorgi
in una notte nera e disperata:
quando ti appare ritorna il sorriso.

L'amicizia è una mano sullla spalla,
quando cammini solo e il peso ti sovvrasta:
il suo calore scalda le vene e mette ali ai piedi.

L'amicizia è un libro bianco sulla tua tavola:
ci puoi scrivere, inventare storie e perfino sfogarti,
è sempre aperto e pronto per accoglierti.

L'amicizia è un'oasi verde nel deserto,
è una tenda per il pellegrino errante,
è una porta spalancata, un lampo di speranza.

L'amicizia va a braccetto con l'amore:
quando li separi e non l'intendi,
l'una diventa possesso e l'altro tornaconto.

L'amicizia vera nasce dal cuore di Dio,
quando ti illudi di viverla senza Lui,
al primo ostacolo si spezza
come un cristallo infranto ed è rovina.

L'amicizia è dono,
è gratuita come l'aria che respiri,
e come l'acqua che sorseggi.
L'amicizia è gioia,
colora la tua vita di faville.
L'amicizia è pace,
porta calma fra i marosi.
L'amicizia è Dio che ti vuole bene
e niente più.

amicizia

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 11/02/2005

TESTO

13. La stella

Klaus Hemmerle

La stella non si è ingannata,
quando ha chiamato chi era più lontano,
perché si incamminasse verso il Dio a lui vicino.

La stella non si è ingannata,
indicando la via del deserto,
la più umile, la più dura.

La stella non si è ingannata,
fermandosi sopra le case di gente umile:
è nato là il grande futuro.

Il tuo cuore non si è ingannato,
mettendosi in cammino,
in cerca dell'ignoto.

Il tuo cuore non si è ingannato,
non cedendo
alla vana impazienza.

Il tuo cuore non si è ingannato,
inginocchiandosi
dinanzi al Bambino.

Natalestellaricercaricerca di senso

inviato da Don Michele Fusco, inserito il 07/01/2005

TESTO

14. Riposa in Dio

S. Anselmo, Proslògion, cap 1

Lascia per un momento le tue abituali preoccupazioni, uomo insignificante: entra per un istante dentro te stesso, allontanandoti dal tumulto del tuoi pensieri confusi e dalle preoccupazioni inquietanti che ti opprimono.Riposa in Dio per un momento, riposa solo un istante in lui.

rapporto con Diointerioritàmeditazionedeserto

inviato da Giosuè Lombardo, inserito il 27/08/2003

TESTO

15. La pace come cammino

Tonino Bello

A dire il vero non siamo molto abituati a
legare il termine pace a concetti dinamici.
Raramente sentiamo dire:
"Quell'uomo si affatica in pace",
"lotta in pace",
"strappa la vita coi denti in pace"...

Più consuete, nel nostro linguaggio,
sono invece le espressioni:
"Sta seduto in pace",
"sta leggendo in pace",
"medita in pace" e,
ovviamente, "riposa in pace".

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia
da camera che lo zaino del viandante.
Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.
Più il caminetto che l'officina brulicante di problemi.
Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.
Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.
Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.

Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".

Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.

Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi
parte.

Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista,
anche se mai - su questa terra s'intende - pienamente raggiunta.

paceimpegnoresponsabilità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 30/04/2003

TESTO

16. Poesia

Se la notte sorprende il nostro andare,
non scoraggiamoci,
la luce del giorno verrà: Dio è la luce.
La colonna di fuoco condurrà
i nostri passi
fino alla terra promessa.

Se le acque ci sbarrano la strada,
non scoraggiamoci,
avanziamo ancora: Dio è colui che sostiene il nostro passaggio.
Sulla riva opposta egli tende la sua mano
per strapparci ad ogni paura.

Se la sete screpola le nostre labbra,
non scoraggiamoci:
Dio è fedele.
Allora la roccia si aprirà
e noi potremo attingere
l'acqua viva alla sorgente profonda.

Se le nostre mani temono di essere vuote,
non scoraggiamoci:
cerchiamo di vincere la paura:
Dio è tenerezza.
Egli ascolta il grido
del suo popolo nel deserto
e gli dona la manna.

speranzarapporto con Diopaura

inviato da Crespi Maria Angela, inserito il 01/04/2003

TESTO

17. Essere presenza

Cardinale Pironio

"Essere presenza", Signore, è parlare di te senza nominarti.
Tacere nel momento in cui è necessario che siano i gesti al posto della parola.
Essere luce che illumini il linguaggio del silenzio e voce che, anche se sorge della vita, non parla.
È dire agli altri che gli stiamo vicini, pur essendo grande la distanza che ci separa.
È intuire la speranza degli altri e semplicemente riempirla.
È soffrire insieme con quello che soffre al di dentro e mostrargli che Dio guarisce le nostre piaghe.
È ridere con quello che ride e gioire del fratello perché ama.
È gridare con tutta la forza dello Spirito, la verità che è Dio soltanto che ci salva.
È vivere esposto e senza armi, affidandosi ciecamente alla Sua Parola.
È condurre il "deserto" ai fratelli, dividendo il tuo mistero e annunciandogli che tu li ami.
È sapere ascoltare il tuo linguaggio nel silenzio.
È "vedere" al loro posto quando la loro fede sembra spegnersi.
"Essere presenza", o Signore, è sapere aspettare il tuo tempo senza fretta e nella quiete.
È dare tranquillità con una pace molto profonda.
È vivere la tensione dello sconcerto in una Chiesa che, siccome cresce, cambia.
È aprire se stesso ai "segni dei tempi", pur rimanendo fedele alla tua Parola.
È alla fine, essere pellegrino in un cammino pieno di fratelli, che gridano nel silenzio che tu sei vivo e ci tieni stretti nelle tue mani.

testimonianzasolidarietàsperanzapresenza

inviato da Anna, inserito il 30/09/2002

TESTO

18. Una poesia d'amore   3

Bruno Ferrero, 40 storie nel deserto

Una delle più belle poesie d'amore degli ultimi tempi è stata scritta da una ragazza americana. E' intitolata: "Le cose che non hai fatto".

Ricordi il giorno che presi a prestito la tua macchina nuova e l'ammaccai?
Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta che ti trascinai alla spiaggia, e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve?
Credevo che avresti esclamato: "Te l'avevo detto!". Ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta che civettavo con tutti per farti ingelosire, e ti eri ingelosito?
Credevo che mi avresti lasciata, ma tu non l'hai fatto.
Ricordi quella volta che rovesciai la torta di fragole sul tappetino della tua macchina?
Credevo che mi avresti picchiata, ma tu non l'hai fatto.
E ricordi quella volta che dimenticai di dirti che la festa era in abito da sera e ti presentasti in jeans?
Credevo che mi avresti mollata, ma tu non l'hai fatto.
Sì, ci sono tante cose che non hai fatto.
Ma avevi pazienza con me, e mi amavi, e mi proteggevi.
C'erano tante cose che volevo farmi perdonare quando tu saresti tornato dal Vietnam. Ma tu non l'hai fatto.
Ma tu non sei tornato.

Una regola d'oro: passeremo nel mondo una sola volta. Tutto il bene, dunque, che possiamo fare o la gentilezza che possiamo manifestare a qualunque essere umano, facciamoli subito.
Non rimandiamolo a più tardi, né trascuriamolo, poiché non passeremo nel mondo due volte.

amorerimpiantiperdonopresentecogliere l'attimoomissioni

inviato da Maria Grazia Guidetti, inserito il 24/09/2002

TESTO

19. Nel suo deserto incontri la verità

Padre Severino Consolaro, Il tuo volto io cerco

Non è un luogo il deserto: è il silenzio delle tue labbra chiuse che custodisce il tuo cuore che parla
Non è un luogo il deserto: è il tuo ascolto nelle profondità del mistero che ti avvolge e ti penetra tutto.
Non è un luogo il deserto:è l'immagine del Dio che ti ha plasmato, riflessa nello specchio, reso puro, della tua anima.
Non è un luogo il deserto: è il fuoco che brucia sotto le ceneri della tua umanità e ti chiede di soffiare per alimentarlo.
Non è un luogo il deserto: è la tua vita che incessantemente rinasce e si rinnova nel silenzio adorante.
Non è un luogo il deserto: è l'estasi di Dio che si contempla in te stesso
Non è un luogo il deserto: è la chiave che apre il tuo cuore perché vi entri il suo regno.
Non è un luogo il deserto: è riposare alla sua presenza "come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (sal. 130)
Non è un luogo il deserto: è partecipare al silenzio di Dio, sorgente dell'armonia del cosmo.
Non è un luogo il deserto: è la sua pace che scende in te quando gli presenti il vuoto del tuo nulla.

desertosilenzio

inviato da Moreno Cattelan, inserito il 15/06/2002

TESTO

20. Se Cristo domani

Raoul Follereau

Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta, lo riconoscerete?

Sarà, come una volta, un uomo povero,
certamente un uomo solo.

Sarà senza dubbio un operaio,
forse un disoccupato,
e anche, se lo sciopero è giusto, uno scioperante.

Salirà scale su scale, senza mai finire.
Ma la vostra porta è così difficile da aprire.

«Non mi interessa» comincerete
prima d'ascoltarlo.
E sbatterete la porta
in faccia al povero che è il Signore.

Sarà forse un profugo,
uno dei quindici milioni di profughi
con un passaporto dell'ONU,
uno di coloro che nessuno vuole,
e che vagano un questo deserto che è diventato il Mondo;

uno di coloro che devono morire
«perché dopo tutto non si sa da dove arrivino
persone di quella risma...».

O meglio ancora, in America, un uomo nero,
un negro come dicono loro,
stanco di mendicare un buco negli alloggi di New York,
come una volta a Betlemme
la Vergine Nostra Signora...

Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta, Lo riconoscerete?

Gesù Cristoamorepovertàcarità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca Peyron, inserito il 12/06/2002

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