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TESTO

21. Credo in Dio e nell'uomo

p. Giulio Bevilacqua

Credo in Dio e nell'uomo quale immagine di Dio.
Credo nello sforzo dell'uomo.
Credo negli uomini, nel loro pensiero,
nella loro sterminata fatica che ha fatto quello che sono.
Credo nella vita
come gioia e come durata:
non prestito effimero dominato dalla morte, ma dono definitivo.
Credo nella vita come possibilità illimitata di elevazione e di sublimazione.
Credo nella gioia,
la gioia di ogni stagione, di ogni tappa, di ogni aurora,
di ogni tramonto, di ogni volto, di ogni raggio di luce
che parta dal cervello, dai sensi, dal cuore.
Credo nella gioia dell'amicizia,
nella fedeltà e nella parola degli uomini,
Credo in me stesso,
nelle capacità che Dio mi ha conferito,
perché posso sperimentare la più grande tra le gioie,
che è quella del donare e del donarsi.
In questa fede voglio vivere,
per questa fede voglio lottare e con questa fede voglio addormentarmi
in attesa del grande gioioso risveglio.

crederefedecredoottimismopositivitàsperanzavitasenso della vita

5.0/5 (1 voto)

inviato da Beppe Gola, inserito il 03/09/2010

RACCONTO

22. Battista il tartarughino misterioso   2

Ero assopito nei miei pensieri quando incontrai, per la prima volta, un semplice e carino tartarughino. Mi colpì subito, era diverso dagli altri perché era misterioso. Facemmo subito amicizia e la prima cosa che feci lo battezzai Battista, e con tutte le mie capacità cercai di scoprire il mistero che ogni tanto lo faceva entrare nel suo guscio.

Non mi fermai alla sua apparente sicurezza perché capì che aveva tanto bisogno di tenerezza.

Mi armai di tanto buon senso e pazienza e cominciai a portarlo nel mondo della fantasia e dei sogni, nonostante la realtà fosse ben diversa. Lo portai nel mio mondo fatto di tenerezza e magia e cercai di fargli assaporare quella dolcezza che non si vede se non con gli occhi del cuore.

Tutto faceva sperare al meglio, anche perché iniziammo la terapia dello scioglimento che consiste a fare esercizi nel dire ciò che si prova senza vergogna e paura. Una cosa per lui molto difficile e molto più faticosa di un duro allenamento di sport.

Con il tempo siamo diventati molto complici, io e Battista, anche se a volte si chiude completamente e non mi lascia entrare nel suo guscio. Pensa che non potrà mai più migliorare e che non potrà dare più di tanto. Quindi i suoi "ti voglio bene" timidi non sa quanto gli giovano.

Battista non sa che grazie a lui ho scoperto me stesso: lui è il mio specchio e mi ha dato la possibilità di conoscermi.

Alla fine la terapia serve a tutti e due e anche se verranno momenti di pausa, credo in lui e so che un giorno mi mostrerà senza paura tutta la sua tenerezza e allora si potrà dire che il nostro è un rapporto magico e speciale.

amiciziainterioritàtimidezzaaperturaaprirsi agli altrichiusura

5.0/5 (1 voto)

inviato da Chianese Raffaella, inserito il 26/06/2010

TESTO

23. La mia vita invoca Dio

Nicolino Sarale

Sono irritato con me;
vorrei e non vorrei;
desidero e non desidero;
prometto e non mantengo;
prego e non ho fiducia;
credo in Cristo;
e lo temo... oh, sì!
Io porto in me lo stimolo del mondo!
L'universo intero
mi tormenta e mi esalta:
il mistero della storia
mi scarnifica e mi stupisce;
l'aldilà mi spaventa e mi attrae...
La mia vita
non è che un'ombra scialba
che invoca Dio.

umanitàcontraddizionifiduciapaurainterioritàdebolezza

1.0/5 (1 voto)

inviato da Mario Prato, inserito il 13/12/2009

TESTO

24. Dio è nostro Padre   1

Madre Speranza di Gesù, Come un Padre e una tenera Madre

Dio è nostro Padre.
Credo che per elevare il nostro cuore a Dio non siano necessari tanti argomenti: ci può bastare la convinzione che Dio è nostro Padre.
Questa considerazione muove teneramente il cuore a un amore intenso, capace di penetrare tutta l'anima per molto tempo, disponendola a grandi cose.
Fra tutti i sentimenti, quello che può rimanere più a lungo nel cuore e nella mente, fino al punto di diventare un'idea fissa, è il poter chiamare Padre Dio stesso!

Padre è il titolo che conviene a Dio perché a lui dobbiamo quanto è in noi nell'ordine della natura e in quello soprannaturale della grazia, che ci fa suoi figli adottivi.
Vuole che lo chiamiamo Padre, perché come figli lo amiamo, gli obbediamo e lo veneriamo, e per destare in noi gli affetti di amore e di fiducia per i quali otterremo quanto gli domandiamo.
Nostro perché non avendo Dio che un Figlio naturale, nella sua infinita carità, ne volle avere molti adottivi, per poter comunicare ad essi le sue ricchezze; e perché, avendo tutti lo stesso Padre ed essendo fratelli, ci amassimo tra di noi scambievolmente.

Dio si è chinato verso di noi come il Padre più amoroso verso suo figlio e ci invita ad amarlo e a donargli il nostro cuore.
Questo amore egli potrebbe esigerlo per diritto e per forza.
Invece preferisce chiederlo affettuosamente, con dolcezza, perché la nostra risposta sia più spontanea e perché ricorriamo a lui con amore filiale.

Che gli uomini conoscano Dio come un Padre buono che si adopera con tutti i mezzi e in ogni modo per confortare, aiutare e far felici i suoi figli e che li segue e li cerca con amore instancabile come se non potesse essere felice senza di loro.

Dio Padrepaternità di Diorapporto con Diomisericordia di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da M. Lucia Lisci, inserito il 10/12/2009

PREGHIERA

25. Con me c'è tutto

Elke Fischer

Con me c'è tutto
Signore,
porto tutto con me:
la mia paura,
la mia solitudine,
insuccessi e tristezza,
la mia debolezza
e le mie tendenze indegne.
Anche il mio coraggio,
i miei successi,
la mia gioia d'esistere,
il mio amore
e la mia fiducia,
in modo che niente
possa cadere dalle tue mani.
Porto con me
anche il mio scoraggiamento,
sento con evidenza
quanto io sia debole.
Poi penso di non farcela più,
tutto si intristisce,
non posso né sentirti
né dimostrare che esisti.
Magari non ci sei...
Tuttavia, credo che sia tu colui
che poi mi aiuta a rialzarmi,
che fa succedere qualche cosa
che rende contenti.

preghierafederapporto con Dioscoraggiamentofiduciacoraggio

inviato da Antonietta Vespa, inserito il 04/12/2009

PREGHIERA

26. Credo

Credo in Dio Padre
che creò la donna e l'uomo a sua immagine e somiglianza
e consegnò ai due la cura del mondo:
e vide che questo era molto buono;
che chiese il consenso ad una donna
per realizzare la sua opera di salvezza.
Credo in Gesù nato da una donna;
che ascoltava e valorizzava le donne
e le proteggeva contro le accuse degli uomini.
Che aveva donne discepole che lo seguivano e servivano.
Che apparve per primo a Maria Maddalena ed altre donne
e le invia per prime ad annunciare
la buona novella della sua Resurrezione proprio ai suoi discepoli.
Credo nello Spirito Santo,
soffio e principio di vita che è disceso
sopra uomini e donne nel giorno della Pentecoste
e che spinge la comunità della Chiesa verso l'uguaglianza.

donnamariamadonnaSpirito SantoDio Padre

inviato da Forner Fortunato, inserito il 25/11/2009

TESTO

27. Dio fa di me suo figlio   1

Carlo Carretto, Commento alla preghiera di C. de Foucauld "Padre Mio", ed. Città Nuova

Dio fa di me suo figlio
Altro è fare una stella
altro è fare un figlio.
Altro è fare un fiore
altro è fare un figlio.
Altro è fare una libellula
altro è fare un figlio.
Dio mi ha fatto prima come un frammento di stella e mi ha dato la vita,
poi mi ha disegnato come un fiore e mi ha dato la forma,
poi ancora mi ha infuso la coscienza e mi ha fatto amore.
Io credo all'evoluzione nella creatività di Dio e mi piace pensare che Dio prese materiale dalle rocce per fare il mio corpo e disegni dei fiori per mettere assieme le mie cellule nervose.
Ma quando pensò alla mia coscienza cercò il modello dentro di sé, nella sua vita trinitaria,
e mi fece a sua immagine e somiglianza: comunicazione, libertà, vita eterna.
Tutto ciò significa fare un figlio, perché il figlio è vita della stessa vita del Padre,
è libertà della stessa libertà del Padre,
è comunicazione della stessa comunicazione del Padre.
Ci sono molti disegni nel cosmo visibile e nel cielo invisibile, ma tutti sono espressione di un unico disegno da parte di Dio: fare di me un figlio.
Un figlio che abbia la stessa vita sua e sia eterno, la stessa libertà e sia felice,
la stessa comunicabilità e sia come lui Amore.
Naturalmente il piano non è finito e il lavoro non è compiuto perché non è un lavoro facile.
La storia dell'uomo sulla terra non è che la storia lunga e drammatica e impegnativa della sua trasformazione, che è un'autentica gestazione a figlio di Dio fino al giorno della vera nascita, quando pronuncerà con perfetta coscienza "Padre mio"... e...
entrare nella sua casa a titolo di figlio, non di un quadro che decora la parete;
a titolo di figlio, non di un vaso di fiori;
a titolo di figlio, non di un animale ignaro o assente perché incapace della conoscenza del Padre.
Dio si serve del cosmo e della storia per fare l'ambiente divino della mia nascita a suo figlio.

padrefigliocreazioneuomorapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Piccirillo, inserito il 11/10/2009

PREGHIERA

28. Un tempo da non perdere   1

La tua presenza nel mio giorno, EditArs

Signore,
donami anche oggi la forza
per credere, per sperare, per amare.

Non lasciarmi a metà strada
invischiato nelle mille cose
che non mi bastano più.

Lascia che mi fermi anch'io
ogni giorno ad ascoltarti
per riprendere poi il cammino
lungo le strade che mi dai da percorrere.

Liberami perciò da tutto ciò
che mi appare indispensabile e non lo è,
da ciò che credo necessario
e invece è solo superfluo,
da ciò che mi riempie e mi gonfia
ma non mi sazia,
mi bagna le labbra
ma non mi disseta il cuore.

Sì, lo so che tu vuoi farlo
ma aiutami a lasciartelo fare
sempre, subito!

essenzialitàsperanzaamore

inviato da Milena Pozzi, inserito il 05/06/2009

PREGHIERA

29. Signore non ci capisco più niente   2

Thomas Merton

Signore mio Dio
non ho alcuna idea dove io stia andando.
Non vedo il cammino davanti a me.
Non posso sapere di sicuro dove andrà a finire.
E neppure conosco veramente me stesso,
e il fatto che io pensi stia seguendo la tua volontà
non significa che io lo stia veramente facendo.

Ma credo che il desiderio di farti piacere davvero ti piaccia.
E spero di avere questo desiderio in ogni mia azione.
Spero di non fare mai nulla al di fuori di questo desiderio.
E so che, se agirò così, tu mi guiderai per il giusto cammino,
anche se posso non saperne nulla.

Per questo avrò fiducia in te sempre
anche se potrà sembrarmi di essermi perso
e di trovarmi nell'ombra della morte.
Non avrò timore perché tu sei sempre con me,
e non mi lascerai mai solo di fronte ai miei pericoli.

ricercadubbiofiduciaaffidamento

3.5/5 (2 voti)

inviato da Lea Manuzzi, inserito il 05/06/2009

PREGHIERA

30. Dove sei per me?

Marilena

Fa', o Signore,
che io possa diventare
una persona grande,
non solo perché sto crescendo
o perché, forse, diventerò importante...
ma fa' che io possa essere grande
perché capace di amare come te.

Come faccio, Signore
ad imparare ad amare così?
Dove sei per insegnarmelo?

I catechisti mi hanno spiegato
che sei nell'Eucaristia
e la mia nonna dice anche
che ti incontra quando prega.
Io credo che sia vero, se no,
perché ritornare a messa ogni domenica
se non c'è un incontro speciale?
E come farebbe la nonna
ad avere un cuore così grande,
da contenerci tutti,
se non bisbigliasse con te ogni giorno?

Ma io?
Dove sei per me, ora che sono piccolo?

Per capire come mi vuoi bene
vorrei essere abbracciato da te
come fa spesso la mamma
e vorrei anche che,
come il papà ,
mi spiegassi le cose dei grandi.

E' chiaro che loro,
qualche volta, ti hanno incontrato.
Io me ne sono accorto...

Ecco Signore, ho trovato:
facciamo che, quando ti incontrano,
lo spieghi bene a papà e mamma
e così imparo da loro?

genitorifigliricercacomprensione

inviato da Marilena Bertossi, inserito il 05/06/2009

PREGHIERA

31. Gesù Eucarestia

Salvatore Vigliotta

Gesù Eucarestia...
...speranza di Credo.
Fisso il mio sguardo in te
o mio Gesù Eucaristia
e con fiducia e con tutto il cuore
ti offro la mia miseria.
Aiutami, sorreggimi e difendimi
nel servizio eucaristico;
pietà per i tuoi figli ammalati
e dona il tuo amore
unica speranza
che aiuta a vivere.
Rendimi semplice e fiducioso,
cammina con me o Gesù
in questo mondo pieno d'insidie.
Proteggi il Santo Padre
e dona pace e amore
a tutti i sacerdoti e i consacrati;
dona a tutti la grazia
di servire i fratelli nella carità.

O Maria, Madre eucaristica,
donna innamorata
di Dio e di tutta l'umanità,
splendore di tutti i tuoi figli,
armonia dell'universo,
a te affido il mio
cammino ministeriale;
vieni ad abitare nel mio cuore
e sussurrami il canto del "Magnificat"
affinché m'innamori
ogni giorno di più
della Santa Eucarestia
......e tu o mio Gesù
fammi sentire la tua voce:
"credi in me"..
...affinché io possa irradiare
un po' del tuo amore
nel servire gli ammalati.

Spirito Santo
fa' che il tuo fuoco
riscaldi il mio cuore
fino a diventare
donazione totale all'eucarestia
per farmi prossimo all'ammalato
diventando samaritano del III° millennio.

Gesù Eucarestia
mi abbraccio a te
oggi e sempre
e ti lodo e ti amo
in tutti i Tabernacoli del mondo.
....Quando ti ricevo
io rispondo: Amen!
Quell' Amen vuol dire proprio:
si, io credo, che tu sei veramente
il corpo di Cristo Risorto.

comunioneeucaristia

inviato da Antonio Esposito, inserito il 02/06/2009

TESTO

32. Chiostri interiori

Chiara Lubich

Non c'è cuore di un uomo, credo, e tanto meno di donna, che almeno una volta, specie durante la giovinezza, non abbia sentito l'attrattiva del chiostro.

Non è l'attrattiva per una forma claustrale di vita, ma per cosa che pare sia concentrato proprio lì, fra quattro mura, e si fa sentire, sonoro, anche da lontano.

Eppure anche la mia casa può avere il profumo del chiostro; anche le pareti del mio abitato possono divenire regno di pace, fortezze di Dio in mezzo al mondo.

Non è tanto il chiasso esterno della radio aperta a tutto spiano, dell'inquilino accanto, e lo strepito delle macchine, o l'urlo degli strilloni, che tolgono l'incanto alla mia casa; è piuttosto ogni rumore dentro di me che fa del mio abitato una piazza senza protezione di mura, perché senza protezione di amore. Il Signore è dentro di me. Egli vorrebbe muovere i miei atti, permeare della sua luce il mio pensiero, accendere la mia volontà, darmi la legge insomma del mio stare e del mio andare.

Ma c'è il mio io, a volte, che non lo lascia vivere. Se quello cessa di disturbare, Iddio stesso prenderà possesso di tutto il mio essere e saprà dare anche a queste mura l'importanza di un'abbazia e a questa stanza la sacralità di una chiesa, al mio seder a mensa la dolcezza di un rito, alle mie vesti il profumo di un abito benedetto, al suono della porta o del telefono la nota gioiosa di un incontro con i fratelli, che rompe, eppur continua il colloquio con Dio.

Allora sul silenzio di me parlerà un Altro e sullo spegnersi mio si accenderà una luce. Ed essa brillerà molto lontano, oltrepassando e quasi consacrando queste mura che proteggono un membro di Cristo, un tempio dello Spirito Santo. E altra gente verrà alla casa mia per cercare con me il Signore e, nella nostra comune ricerca amorosa, s'accrescerà la fiamma, s'alzerà il tono della melodia divina. E il cuor mio pur stando in mezzo al mondo, non chiederà più altro. Cristo sarà il mio chiostro, il Cristo del mio cuore, Cristo in mezzo ai cuori

preghierarumoresilenzioamorevita interioreinterioritàrapporto con Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca, inserito il 29/05/2009

RACCONTO

33. Il sogno di Maria   2

Giuseppe, ho fatto un sogno che non riesco proprio a comprendere, ma credo che riguardava la nascita di nostro figlio.

La gente stava facendo i preparativi con sei settimane d'anticipo: decoravano le case, compravano vestiti nuovi, uscivano spesso a fare spese e compravano regali molto elaborati.

Era tutto molto strano, perché i regali non erano per nostro figlio: li avvolgevano in fogli vistosi, li legavano con dei nastri preziosi e poi li mettevano sotto un albero. Sì, Giuseppe, un albero dentro le case; quella gente aveva decorato un albero e i rami erano pieni di ciondoli brillanti e in cima all'albero c'era una figura – mi sembrò che fosse un angelo – veramente molto bella.

Dopo ho visto una tavola splendidamente imbandita con piatti deliziosi e tanti vini: tutto sembrava squisito e tutti erano contenti, ma noi non eravamo stati invitati.

Si vedeva che la gente era felice, sorridente e perfino emozionata quando si scambiavano i regali, ma...

Sai, Giuseppe? Non rimaneva alcun regalo per nostro figlio e mi dava l'impressione che nessuno lo conoscesse perché nessuno fece mai il suo nome. Non ti sembra strano che la gente si dia tanto da fare e spenda tanto nei preparativi per celebrare il compleanno di qualcuno che non nominano mai e che forse neppure conoscono? Ebbi la strana sensazione che se nostro figlio fosse entrato in quelle case si sarebbe sentito un intruso.

Tutto era così bello e la gente così contenta, ma io avevo una gran voglia di piangere perché nostro figlio era completamente ignorato.

Che tristezza per Gesù non essere desiderato nella sua festa di compleanno!

Sono contenta perché si è trattato solamente di un sogno, ma che terribile sarebbe se ciò divenisse realtà!...

natale

5.0/5 (2 voti)

inviato da Roberto Jori, inserito il 03/05/2009

RACCONTO

34. Come spiegare la Risurrezione?

Un missionario viveva da tantissimi anni in Cina, Paese dalla cultura millenaria e profondamente religioso. Non aveva battezzato nessuno (non era lì a convertire...), ma era riuscito in qualche modo a stabilire una bellissima relazione con un vecchiettino cinese, con cui passava le ore e le giornate a chiacchierare del più e del meno, e a discutere delle cose di Dio. Era stupendo per entrambi potersi scambiare le proprie esperienze di fede, così diverse eppure così simili. Era bello poter scoprire, grazie all'altro, un altro volto di Dio, un altro colore del suo arcobaleno, un altro raggio della sua luce.

Un giorno il missionario arrivò a parlare della risurrezione... Come spiegare al suo amico il mistero della risurrezione di Gesù? Era facile raccontargli della vita di Gesù, del bene che aveva fatto, di come la gente semplice lo ricordasse proprio come un uomo buono che aveva fatto tanto bene. Ma come spiegargli la risurrezione? Provò, e riprovò, cercò esempi, metafore... ma il suo grande amico non riusciva a comprendere tale stupefacente mistero.

Finché un giorno il vecchio cinese disse al suo amico missionario: "Ascolta, da tanti giorni ti sforzi di spiegarmi quello che io non posso capire. Credo ci sia un unico modo perché io possa capire cos'è la risurrezione di Gesù: mostrami la tua risurrezione!".

risurrezioneresurrezionetestimonianzaannunciomissione

2.0/5 (1 voto)

inviato da Padre Stefano Giudici, inserito il 19/03/2008

TESTO

35. Io vado avanti come un'asino

Card. Roger Etchegaray

Io vado avanti come un' asino...
sì, proprio come quell'animale che un dizionario biblico così descrive:
"L'asino della Palestina è molto vigoroso, sopporta il caldo, si nutre di cardi; ha una forma di zoccoli che rende molto sicuro il suo incedere, costa poco mantenerlo. I suoi soli difetti sono la caparbietà e la pigrizia".
Io vado avanti come quell'asino
di Gerusalemme,
che, in quel giorno della festa degli ulivi,
divenne la cavalcatura regale e pacifica del Messia.
Io non sono sapiente,
ma una cosa so: so di portare Cristo
sulle mie spalle
e la cosa mi rende più orgoglioso
di essere borgognone o basco.
Io lo porto, ma è lui che mi guida:
io credo in lui, lui mi guida verso il suo regno.
Chissà quante volte si sente sballottato il mio Signore,
quando inciampo contro una pietra!
Ma lui non mi rinfaccia mai niente.
E' così bello percepire
quanto sia buono e generoso con me:
mi lascia il tempo di salutare
l'incantevole asina di Balaan,
di sognare davanti a un campo di spighe,
di dimenticarmi persino di portarlo.
Io vado avanti in silenzio.
E' strano quanto ci si capisca
anche senza parlare!
La sua sola parola, che io ho ben capito,
sembra essere stata detta apposta per me:
"Il mio giogo è facile da sopportare
e il mio passo leggero" (Mt 11,30).
Fede d'animale,
come quando una notte di Natale,
allegramente portavo sua Madre verso Betlemme.
Io vado avanti nella gioia.
Quando voglio cantare le sue lodi,
io faccio un baccano del diavolo,
io canto stonato.
Lui allora ride,
ride di cuore
e il suo riso trasforma
le strettoie del mio vecchio cammino
in una pista da ballo e i miei pesanti zoccoli
in sandali alati.
Io vado avanti come un asino
che porta Cristo sulle sue spalle.

amorefedeservizioumiltà

inviato da Daniela, inserito il 22/09/2007

TESTO

36. Amate Gesù!

Madre Teresa di Calcutta

Amate Gesù!
Spesso nel corso della giornata dite a voi stessi:
"Gesù è nel mio cuore.
Credo al tuo tenero amore per me, e ti amo, Gesù".
Bisogna dirlo e ripeterlo costantemente.
E vedrete quale forza, quale gioia e quale pace avrete, grazie a quell'amore che nutrite per Gesù.
E potrete amare gli altri come Gesù vi ama.

rapporto con Dioamorecarità

inviato da Mario Varano, inserito il 20/08/2007

PREGHIERA

37. Il Credo della Speranza

Michele Do

Credo in un solo Dio che è Padre,
fonte sorgiva di ogni vita, di ogni bellezza, di ogni bontà;
da lui vengono e a lui tornano tutte le cose.

Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio e figlio dell'uomo,
immagine visibile e trasparente dell'invisibile volto di Dio,
immagine alta e pura del volto dell'uomo
così come lo ha sognato il cuore di Dio.

Credo nello Spirito Santo,
che vive ed opera nelle profondità del nostro cuore,
per trasformarci tutti ad immagine di Cristo.

Credo che da questa fede fluiscano
le speranze più essenziali della nostra vita:
la comunione dei santi e delle cose sante, che è la Chiesa,
la buona novella del perdono dei peccati,
la speranza della risurrezione che ci dona la certezza
che nulla va perduto nella nostra vita,
nessun frammento di bontà e bellezza,
nessun sacrificio per quanto nascosto ed ignorato,
nessuna lacrima e nessuna amicizia.

credosperanza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Pierpaolo Fantasia, inserito il 18/03/2006

TESTO

38. L'ultima lettera di Baden Powell   1

Baden Powell

Cari Scout,

se avete visto la commedia di Peter Pan vi ricorderete che il capo dei pirati ripeteva ad ogni occasione il suo ultimo discorso, per paura di non avere il tempo di farlo quando fosse giunto per lui il momento di morire davvero. Succede press'a poco lo stesso anche a me, e per quanto non sia ancora in punto di morte quel momento verrà, un giorno o l'altro; così desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci separiamo per sempre. Ricordate che sono le ultime parole che udrete da me: meditatele.

Io ho trascorso una vita felicissima e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice. Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo, né dalla carriera, né dal cedere alle nostre voglie. Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini. Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto.

Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Preoccupatevi di lasciare questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto "del vostro meglio". "Siate preparati" così, a vivere felici e a morire felici: mantenete la vostra promessa di esploratori, anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo.

Il vostro amico

Baden Powell

impegnoresponsabilitàvitasenso della vitafelicità

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/02/2006

TESTO

39. Ciò che credo   1

Thomas Merton

Credo che la vita
non è un'avventura da vivere
secondo le mode correnti,
ma un impegno a realizzare il progetto
che Dio ha su ognuno di noi:
un progetto di amore
che trasforma la nostra esistenza.

Credo che la più grande gioia
di un uomo è incontrare Gesù Cristo,
Dio fatto carne. In Lui ogni cosa
- miserie, peccati, storia, speranza -
assume nuova dimensione
e significato.

Credo che ogni uomo possa
rinascere a una vita genuina e dignitosa
in qualunque momento
della sua esistenza.
Compiendo sino in fondo
la volontà di Dio può
non solo rendersi libero
ma anche sconfiggere il male.

conversionecredo

4.0/5 (1 voto)

inviato da Leo, inserito il 05/01/2006

ESPERIENZA

40. Dio, nella sofferenza ci ama in modo particolare.

Ercoli Lorena

Spesso sento rivolgermi questa domanda: "Dove trovi la forza di reagire nonostante la tua malattia?".

Nella mia malattia, ho da 10 anni una forma di sclerosi multipla progressiva, ho visto un disegno di Dio, un qualcosa di prezioso, perché Gesù ha scelto, per la redenzione del mondo, il dolore.

Nella sofferenza ho sempre abbracciato, con Amore, la croce che Gesù mi ha donato con la malattia è per questo che Lo ringrazio nel più profondo del cuore. Al mattino il mio primo pensiero è per Lui: "Gesù tu sei tutto il mio bene, la cosa più preziosa che io ho, ti offro la mia giornata, ma soprattutto la mia sofferenza, il mio corpo debilitato dalla malattia, mi rimetto alla Tua volontà".

Io non amo certo il dolore in sé, ma amo Gesù crocifisso e abbandonato che è in me e in ogni persona provata dalla sofferenza, per questo mi sento amata da Dio in modo particolare perché mi fa sentire simile a Suo Figlio.

Non è facile seguire Gesù, mi capita di attraversare momenti di buio dove non riesco più a trovare un rapporto così profondo con Lui.

E' con la preghiera che riesco, con fatica ma poi con gioia, a ritrovare la comunione spirituale con Lui e dirGli: "Donami la forza non solo di un rapporto con Te, ma il coraggio di amarti".

Gesù poteva scegliere mille modi per salvarci, ma ha scelto il dolore per redimerci.

Nei momenti difficili della vita, causati da una sofferenza, da una malattia ricordiamoci che tutto questo è un tesoro, una perla che la comunità e i famigliari stessi, non devono disprezzare ed emarginare.

Io credo, che Dio ci ama tutti di un amore infinito e ad uno ad uno. Gesù sulla croce ha gridato: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato". Un malato non va mai abbandonato, ma ognuno di noi diventi prossimo per l'altro.

amorerapporto con Diocrocesofferenzadoloreredenzionesacrificiosolitudinesolidarietà

5.0/5 (1 voto)

inviato da Ercoli Lorena, inserito il 08/12/2005

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