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RACCONTO

41. Giuseppe e il pastore

Quella notte d'inverno, fredda e rigida, Giuseppe cercava disperatamente qualcosa che potesse riscaldare sua moglie e il figlio appena nato. Era andato di casa in casa, aveva bussato a tutte le porte, ma nessuno gli aveva dato un po' di carbone o una fascina di legna. Camminò fino ad essere esausto. Quando oramai credeva inutile ogni ricerca scorse in un campo un bagliore di fuoco. Corse verso di esso. Un gregge di pecore si riscaldava intorno alla fiamma mentre un vecchio pastore lo sorvegliava.

Quando il pastore, che era un vecchio scorbutico, vide avvicinarsi il forestiero afferrò il lungo bastone ferrato e glielo scagliò contro.

Giuseppe non fece una mossa per scansarlo, ma prima che lo raggiungesse il bastone deviò la traiettoria e cadde a terra innocuo. Giuseppe si avvicinò al pastore e disse gentilmente: «Ho bisogno di aiuto: per favore posso prendere alcuni carboni ardenti? Mia moglie ha appena messo al mondo un bambino e devo accendere un fuoco per riscaldarli». Il pastore avrebbe preferito rifiutare, ma vedendo che Giuseppe non aveva niente per trasportare le braci volle prendersi gioco di lui: "Prendine quanti ne vuoi," disse. Giuseppe, senza scomporsi, raccolse le braci a mani nude e le mise nel suo mantello come se fossero nocciole o mele. Il pastore disse meravigliato: «Che notte è mai questa?». Pieno di curiosità seguì Giuseppe e giunse così alla stalla dove c'erano Maria e il bambino adagiato sulla fredda paglia. Il suo cuore si intenerì. Per la prima volta provò il grande desiderio di offrire qualche cosa. Tirò fuori dallo zaino una morbida pelle di pecora e la offrì a Giuseppe perché vi avvolgesse il bambino. In quel momento i suoi occhi si aprirono e vide gli angeli e la gloria di Dio che circondava la mangiatoia dove il bambino sorrideva contento. Il pastore si inginocchiò tutto felice perché aveva capito che in quella notte il suo cuore si era aperto all'amore.

NataleamorecuoreGiuseppe

inviato da Anna Lianza, inserito il 13/07/2005

TESTO

42. Non credo

Dorothee Solle

Non credo
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.

Voglio credere
ai diritti dell'uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.

Non credo alla razza o alla ricchezza,
ai privilegi, all'ordine della forza e dell'ingiustizia:
è un disordine.
Non credo di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.

Voglio credere che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.

Non credo
di poter combattere altrove l'oppressione,
se tollero l'ingiustizia qui.

Voglio credere che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero finché un solo uomo è schiavo.

Non credo che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.

Voglio credere all'azione semplice,
all'amore a mani nude,
alla pace sulla terra.

Non credo che ogni sofferenza sia vana.
Non credo che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.

Oso credere invece, sempre e nonostante tutto,
all'uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova dove abiterà la giustizia.

giustiziasperanzaimpegnoresponsabilità

inviato da Giovanni Vacca, inserito il 21/06/2005

PREGHIERA

43. Grazie, Signore, per tutto e per tutti

Pietro Lombardo

Grazie, Signore, per i fiori dei prati,
per il vento, per il mare,
per lo splendore dei campi di frumento.

Grazie, Signore, per il vero amore,
per i campi verdeggianti,
per l'aria, per il sole,
per l'azzurro del cielo,
per il tuo amore.

Grazie, Signore, perché sei con noi,
anche quando noi non siamo con te.

Grazie, Signore, per tutti coloro
che con la loro vita semplice,
con le loro azioni generose,
e con il sorriso dell'amore,
hanno ispirato in noi un desiderio di santità.

Per tutto questo e per tutto quello
che ancora non comprendiamo
ma che un giorno sapremo,
grazie Signore.

grazieringraziamentogratitudinecreato

5.0/5 (1 voto)

inviato da Marilena, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

44. Dio, Papà mio

Flavia Lucchini

Presenza potente
Presenza paziente
Presenza tenera
Presenza amante

La tua voce è silenzio intenso
I tuoi doni sono campi fertili
Le tue prove sono baci violenti
I tuoi comandi proposte d'amore

Amore sconvolgente
Amore prepotente
Amore esigente
Amore tutto per me

Ti sono figlia e non più sola
Sono l'amata e tu l'amante
Sono l'eletta e tu il Signore
Ti sono cara e tu il mio Amore

In te son morta
Con te restata
Per te risorta.

rapporto con DioDio

inviato da Flavia Lucchini Gabriolo, inserito il 27/07/2004

TESTO

45. Voglio gridare!

Martin Gray

Voglio gridare
che la vita è indistruttibile,
nonostante la morte;
che la speranza è la brezza
che spazza la disperazione;
che l'altro è un fratello
prima d'essere un nemico;
che non bisogna mai disperare
di se stessi e del mondo;
che le forze che sono in noi
sono forze che possono sollevarci
e sono inesauribili;
che si deve parlare l'amore,
e non parole di tempesta e caos;
che la vita incomincia oggi
e ogni giorno, e che è Speranza.

Mietek Grayewski, versi scritti in un campo di concentramento.

speranzavitaimpegnoresponsabilità

inviato da Chiara, inserito il 12/08/2003

TESTO

46. Ogni essere ha un valore   1

S. Teresa di Lisieux

Gesù... mi ha messo innanzi agli occhi il libro della natura e ho capito che tutti i fiori creati da Lui sono belli, che lo splendore della rosa e il candore del giglio non tolgono nulla al profumo della piccola violetta o alla semplicità incantevole della margheritina...

Ho capito che se tutti i fiorellini volessero essere rose, la natura perderebbe il suo ornamento primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fioretti...

Così avviene nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù.

Egli ha voluto creare grandi Santi che possono paragonarsi ai gigli e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi devono contentarsi di essere pratoline o violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa ai suoi piedi.

La perfezione consiste nel fare la sua volontà, e nell'essere ciò che Egli vuole che siamo...

santitàinterioritàvocazioneprogetto di Dioresponsabilità

inviato da Anna Lianza, inserito il 30/04/2003

TESTO

47. Se questo è un uomo   2

Primo Levi, Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.



olocaustorazzismocampi di concentramentoantisemitismocrudeltàgiornata della memoriashoah

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 31/03/2003

RACCONTO

48. Le cose non sempre sono quelle che sembrano

Due angeli viaggiatori si fermarono per passare la notte nella casa di una ricca famiglia. Era una famiglia di persone molto avare che si rifiutarono di far dormire i due angeli nella camera degli ospiti. Infatti concessero agli angeli solo un piccolo spazio fuori, nel duro e freddo pavimento del pergolato davanti alla casa. Mentre si preparavano come potevano un letto per terra il più vecchio degli angeli vide un buco nel muro e lo riparò. Quando l'angelo giovane gli chiese perché, lui rispose soltanto: "Le cose non sono sempre quello che sembrano".

La notte dopo la coppia di angeli cercò riparo nella casa di una molto povera ma, molto ospitale famiglia, dove furono accolti da un contadino e sua moglie. Dopo aver diviso con gli angeli il seppur poco cibo che avevano, i contadini cedettero agli angeli i propri letti, dove finalmente i viaggiatori si poterono riposare comodamente.

Quando il sole sorse, la mattina dopo, gli angeli trovarono l'uomo e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, la sola loro fonte di sostentamento, giaceva morta nel campo. Il giovane angelo ne fu infuriato a chiese al più vecchio come avesse potuto lasciare accadere una cosa del genere. "Al primo uomo, che pure aveva tutto, hai fatto un favore", lo accusò. "Questa famiglia seppure aveva pochissimo era pronta a dividere tutto, e tu hai lasciato morire la mucca!".

"Le cose non sono sempre quello che sembrano" replicò l'angelo. "Quando eravamo nel cortile della villa ho notato che c'era dell'oro nascosto nel muro e che si poteva scoprire grazie a quel piccolo buco. Siccome quell'uomo era così avaro e ossessionato dal denaro io ho riparato quel buco, così non avrebbe trovato anche quella ricchezza. Poi la notte scorsa quando dormimmo nel letto del contadino l'angelo della morte venne per sua moglie. Io invece di lei gli ho dato la mucca. Le cose non sono sempre quello che sembrano".

futuroprogetto di DiomisteroProvvidenza

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 14/12/2002

TESTO

49. C'è vita solo dove c'è amore

Mahatma Gandhi

C'è vita solo dove c'è amore.
La vita senza amore è morte.
La legge dell'amore governa il mondo.
Se c'è nel cuore umano un amore puro, tutto il resto segue automaticamente e il campo del servizio è illimitato.
Se si aprono le porte del cuore tutto può entrarvi.

vitacuoreaccoglienzaamore

inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 12/12/2002

TESTO

50. Evangelizzare la vita ordinaria

Josemaría Escrivà, Omelia "Amare il mondo appassionatamente", 8-X-1967

Dovete (invece) comprendere adesso - con una luce tutta nuova - che Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra di un'università, in fabbrica, in officina, sui campi, nel focolare domestico e in tutto lo sconfinato panorama del lavoro, Dio ci aspetta ogni giorno. Sappiatelo bene: c'è un qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire.

Non vi è altra strada, figli miei: o sappiamo trovare il Signore nella nostra vita ordinaria, o non lo troveremo mai. Per questo vi posso dire che la nostra epoca ha bisogno di restituire alla materia e alle situazioni che sembrano più comuni, il loro nobile senso originario, metterle al servizio del Regno di Dio, spiritualizzarle, facendone mezzo e occasione del nostro incontro continuo con Gesù Cristo.

quotidianitàsantitàsecolarità

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

RACCONTO

51. Il re di spagna

Paulo Coelho, I racconti del maktub

C'era un re spagnolo che era molto orgoglioso della sua stirpe. Era anche conosciuto per essere crudele con quelli più deboli. Un giorno stava camminando con i suoi anziani consiglieri in un campo in Aragona, dove, anni prima, suo padre era caduto in battaglia. Lì incontrarono un sant'uomo, che stava raccogliendo un enorme mucchio di ossa. "Cosa stai facendo?" chiese il re. "Onore a Sua Maestà" disse il sant'uomo. "Quando ho saputo che il re di Spagna sarebbe venuto qui, ho deciso di ritrovare le ossa di suo padre per dargliele. Ma per quanto cerchi, non riesco a trovarle. Sono uguali a quelle dei contadini, dei poveri, dei mendicanti e degli schiavi".

uguaglianzagiustiziamorteparità

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

52. L'acqua che scava la roccia

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Il monastero sulla sponda del fiume Piedra è circondato da una splendida vegetazione, è una vera oasi all'interno dei campi sterili di quella parte della Spagna. Là, il piccolo fiume diventa una magnifica corrente, e si divide in dozzine di cascate. L'errante sta camminando nei dintorni, ascoltando la musica dell'acqua. Improvvisamente, una grotta - dietro una cascata - cattura la sua attenzione. Studia le rocce, consumate dal tempo, e guarda attentamente le amabili forme create pazientemente dalla natura. E trova un verso di R. Tagore scritto su una placca: "Non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l'acqua, con la sua dolcezza, la sua danza e il suo suono". Dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire.

violenzaforzagentilezzatenerezzadolcezza

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

ESPERIENZA

53. Non cambiarsi mai d'abito...   1

Ad un campo A.C.R. c'era un bambino simpaticissimo, Andrea, di soli 6 anni. Un giorno aveva fatto la doccia e si stava rimettendo la stessa canottiera che aveva prima di lavarsi; è facile immaginarsi in che condizioni era dopo più giorni di sudate polvere e corse scatenate.

Allora gli ho detto di cambiarsela, e lui mi ha detto: "Ma, io la stessa canottiera posso tenerla anche per 20 settimane"!

Evidentemente si sbagliava, oppure non aveva ancora il giusto concetto del tempo che passa. Come si fa a tenere la stessa canottiera, anche lavandosi spesso, per 20 settimane?!?

Eppure tanti cristiani, magari che si confessano anche regolarmente e non proprio saltuariamente, continuano a portare sempre gli stessi abiti di peccato e non c'è verso che li abbandonino! Che incongruenza!

confessioneconversionecambiare vitapeccatopropositi

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 05/10/2002

TESTO

54. Sorridi alla vita

Rivista il Cenacolo n. 3/99

Sorridi alla vita che viene e avanza, sempre così ricca di sorprese e di novità.
Sorridi alla poesia che ti canta nel cuore, per spingerti alla ricerca di spazi sconfinati.
Sorridi al tuo oggi, così fresco e pulito, per niente corroso dalla pesantezza del tempo.
Sorridi ai fiori gialli del campo e ai convolvoli rosa, aggrappati alla siepe della strada.
Sorridi al cinguettio dei passeri che saltano di ramo in ramo tra il verde dei pini.
Sorridi ai tentativi che fai per diventare creatura nuova.
Sorridi al sudore di colui che scalpellando trae dalle viscere austere della pietra il volto radioso di un bimbo.
Sorridi al vento che, accarezzandoti, reca in dono il profumo ossigenante dei campi vicini e lontani.
Sorridi al sole, che ancora non si è stancato di offrirti una cascata di luce e di calore.
Sorridi ai bambini che incontri, perché sono il grande motore del futuro.
Sorridi all'anziano dal volto grinzoso, perché ha nel cuore una storia che ti è necessario sapere.
Sorridi alla musica silenziosa delle stelle che, di lassù, guidano la danza dell'universo.
Sorridi anche alla pagina del dolore, perché, quando l'avrai completata, voltandola, ne troverai una tutta bianca e sarà l'inizio di una stagione nuova.

vitasorrisosperanzaottimismo

inviato da Anna Barbi, inserito il 30/09/2002

PREGHIERA

55. Il tempo   1

Rabindranath Tagore

Il tempo è senza fine nelle tue mani,
mio signore.
Non c'è nessuno che conti le tue ore.
Passano i giorni e le notti,
le stagioni sbocciano e appassiscono
come fiori. Tu sai attendere.
I tuoi secoli si susseguono
per perfezionare un piccolo fiore di campo.
Noi non abbiamo tempo da perdere,
e non avendo tempo dobbiamo affannarci
per non perdere le nostre occasioni.
Siamo troppo poveri per arrivare in ritardo.
E così il tempo passa, mentre io lo dono
a ogni uomo querulo che lo richiede,
e il tuo altare è del tutto vuoto.
Alla fine del giorno m'affretto
per paura che la tua porta sia chiusa;
e invece c'è ancora tempo.

caritàsolidarietàtempovalore del tempo

inviato da Barbara, inserito il 25/09/2002

PREGHIERA

56. Originali sì, ma insieme   2

Campi di Se vuoi

Sei tu che mi hai creato originale,
Dio non conosce eguali.
Sei tu che mi hai creato in un arcipelago di cuori,
Dio non conosce isole.
Sei, tu, Dio, che ti sei fatto uomo
per amore degli uomini,
sei tu che ci rendi unici perché tuoi figli, cristiani perché fratelli fra noi.
La nostra originalità sarebbe vana
se non fosse vissuta con gli altri.
Non sarebbe straordinarietà la nostra,
se non fosse condivisa
nella meraviglia dello stare insieme.
Per questo, mio Dio, fa' che la mia unicità
sia sempre vissuta nella verità:
originali sì, ma insieme!

unicitàoriginalitàamiciziacondivisionecomunioneprogetto di Dio

4.0/5 (1 voto)

inviato da Laura Alessi, inserito il 28/08/2002

TESTO

57. Tanti fiori in uno stesso campo: così è l'umanità

Libro di Lezard

Ci sono tanti fiori in uno stesso campo; tanti uccelli in uno stesso bosco, tanti profumi che salgono dalla terra; tanti ronzii strani, mormorii confusi; voci rauche o sonore, tante forze, colori, linee.

E tuttavia questo si confonde, si armonizza e si completa nel tutto che si chiama "natura".
Accade lo stesso per l'umanità.

Ogni uomo deve essere quello che è, fedele a se stesso, forte nella sua opinione, nel suo pensiero, nella sua azione; ma deve ammettere attorno a se tutti gli uomini che non pensano come lui, che non agiscono come lui, che perseguono un altro scopo, e che adorano un altro Dio.

E la bontà sarà la forza che permetterà agli uomini di vivere in pace gli uni accanto agli altri, senza nuocersi, rispettosi e benevoli.

La bontà fresca e spontanea sarà la forza che al di sopra del dovere e della virtù austera condurrà gli uomini all'indulgenza reciproca, alla buona volontà, alla cortesia, all'obbedienza, alla giustizia.

E tu sarai indulgente verso gli altri, perché sarai severo verso te stesso.

E chiederai poco agli altri, perché esigerai molto da te stesso.

E sarai cortese, non per abitudine, freddamente, ma perché ti addolorerebbe non esserlo.

E sarai obbediente e giusto, non per timore o per dovere, ma perché qualcosa si sarà schiuso in te; qualcosa che trema, freme e si ribella davanti alla sofferenza e alla tristezza; qualcosa che canta ed esulta davanti alla gioia e alla felicità.

E sarà la bontà, niente altro che la bontà.

Una bontà fresca e ridente che diverrà la forza della tua vita.

conviveremulticulturalitàdiversità

inviato da Andrea Aversa, inserito il 25/05/2002

TESTO

58. Se la nota dicesse...   2

Michel Quoist, Parlami d'amore

Se la nota dicesse: non è una nota che fa la musica
...non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina
...non ci sarebbero i libri.
Se la pietra dicesse: non è una pietra che può alzare un muro
...non ci sarebbero case.
Se la goccia d'acqua dicesse: non è una goccia d'acqua che può fare un fiume
...non ci sarebbe l'oceano.
Se il chicco di grano dicesse: non è un chicco di grano che può seminare un campo
...non ci sarebbe la messe.
Se l'uomo dicesse: non è un gesto d'amore che può salvare l'umanità
...non ci sarebbero mai né giustizia né pace, né dignità né felicità sulla terra degli uomini.
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota
Come il libro ha bisogno di ogni parola
Come la casa ha bisogno di ogni pietra
Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua
Come la messe ha bisogno di ogni chicco
l'umanità intera ha bisogno di te,
qui dove sei,
unico,
e perciò insostituibile.

versione breve
L'umanità ha bisogno di te
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota
Come il libro ha bisogno di ogni parola
Come la casa ha bisogno di ogni pietra
Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua
Come la messe ha bisogno di ogni chicco
l'umanità intera ha bisogno di te, qui dove sei, unico, e perciò insostituibile.

responsabilitàmissionevocazioneimportanza del singolo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Andrea Aversa, inserito il 24/05/2002

RACCONTO

59. I due amici   2

Bruno Ferrero, Il canto del grillo

Il più vecchio si chiamava Frank e aveva vent'anni. Il più giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nell'esercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura l'uno dell'altro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione.

Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dall'aviazione. Poi una sera venne l'ordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale.

Al mattino il battaglione si radunò in un villaggio. Ma Ted non c'era. Frank lo cercò dappertutto, tra i feriti, fra i morti. Trovò il suo nome nell'elenco dei dispersi.
Si presentò al comandante.

"Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico", disse.

"E' troppo pericoloso", rispose il comandante. "Ho già perso il tuo amico. Perderei anche te. Là fuori stanno sparando".

Frank partì ugualmente. Dopo alcune ore trovò Ted ferito mortalmente. Se lo caricò sulle spalle. Ma una scheggia lo colpì. Si trascinò ugualmente fino al campo.

"Valeva la pena morire per salvare un morto?", gli gridò il comandante.

"Sì", sussurrò, "perché prima di morire, Ted mi ha detto: Frank, sapevo che saresti venuto".

Questo diremo a Dio in quel momento: "Sapevo che saresti venuto".

amiciziafedeltà

inviato da Luca Mazzocco, inserito il 22/05/2002

PREGHIERA

60. Il tamtam dei cuori

Preghiera africana

Io lancio la mia gioia verso il cielo
come un volo d'uccelli!
L'ala della notte s'è allontanata
e io gioisco nella luce.
Ecco un nuovo giorno, un giorno ancora, Signore!
Il tuo sole ha bevuto la rugiada dei campi
e quella dei nostri cuori.
In noi, intorno a noi,
tutto è riconoscenza.
grazie, mio Dio,
per le gioie che mi dai
e prima di tutto
per quella di esistere.
Grazie
per il mio corpo
ogni giorno
più forte...
Mio Dio
mi rallegra il creato:
ovunque è la tua presenza...
Fa' battere in noi
a lode tua
il tamtam
dei nostri cuori.

lodestuporenuovo giorno

inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/05/2002

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