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TESTO

1. Riappacificati con la morte

Carlo Maria Martini

Io, mi sono più volte lamentato col Signore perché morendo non ha tolto a noi la necessità di morire. Sarebbe stato così bello poter dire: Gesù ha affrontato la morte anche al nostro posto e morti potremmo andare in Paradiso per un sentiero fiorito. E invece Dio ha voluto che passassimo per questo duro colle che è la morte ed entrassimo nell'oscurità che fa sempre un po' paura. Ma qui sta l'essenziale: mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle "uscite di sicurezza". Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio. Ciò che ci attende dopo la morte è un mistero che richiede un affidamento totale: desideriamo essere con Gesù e questo nostro desiderio lo esprimiamo ad occhi chiusi, alla cieca, mettendoci in tutto nelle sue mani.

mortefedefiduciaaffidamentoaccettazionesperanzavita eterna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Matteo Salvatti, inserito il 26/06/2010

TESTO

2. Se posso vivere il Natale

Matteo Salvatti

Ho immaginato il mio Natale ideale. Ho sognato che non ci fossero più i malvagi. Ho sperato che venissero annientati gli antipatici. Ho implorato che svanissero i maleducati. Ho pregato che non esistessero gli ipocriti. Ho chiesto l'eliminazione dei tirchi. Ho voluto che scomparissero i superbi. Ho deciso che si dissolvessero i tristi. Ho preferito che si dileguassero gli invidiosi. Mi sono accorto che quel Natale non avrei potuto festeggiarlo, perché tra gli esclusi c'ero anch'io. Poco alla volta ho accettato di inglobare almeno una categoria, ma io non c'ero mai. Alla fine, quando ho ripristinato tutti, sono ricomparso. Perché i miei silenzi erano malvagie approvazioni con i malvagi, i miei atteggiamenti erano antipatici con gli antipatici, i miei battibecchi erano maleducati con i maleducati, i miei giudizi erano ipocriti con gli ipocriti, la mia avarizia si manifestava proprio con i tirchi e la mia vanità creava in continuazione la superbia negli altri. Se qualcuno era triste io non ero stato in grado di renderlo felice, se qualcuno era invidioso ero stato io a renderlo tale.

Riflettendo in silenzio ho, d'improvviso, vissuto il più bel Natale della mia esistenza: osservavo la gente con occhi diversi, perché avevo compreso che, se io c'ero, in fondo, qualcuno, nonostante i miei difetti, aveva accettato di non cancellarmi da quel giorno. E la mia riconoscenza verso tutti era grande davvero.

Natale

inviato da Matteo Salvatti, inserito il 06/08/2009

TESTO

3. Dove sei?

Abraham Eschel, teologo ebreo

Quando Adamo ed Eva si nascosero dalla sua presenza, il Signore chiamò: "Dove sei?".
Questo richiamo risuona senza tregua. E' l'eco impalpabile di una flebile voce, non compresa nella categoria dei sensi, mai tradotta in parole, ineffabile e misteriosa... Soffocata, attutita, si ammanta di silenzio, ma è come se tutto ciò che esiste fosse l'eco di questa domanda: dove sei?

coscienzarapporto con Dio

inviato da Elena Calvini, inserito il 07/09/2008

TESTO

4. Se (Lettera al figlio)   2

Rudyard Kipling

Se riesci a non perdere la testa, quando tutti intorno
la perdono, e se la prendono con te;
se riesci a non dubitare di te stesso, quando tutti ne dubitano,
ma anche a cogliere in modo costruttivo i loro dubbi;
se sai attendere, e non ti stanchi di attendere;
se sai non ricambiare menzogna con menzogna,
odio con odio, e tuttavia riesci a non sembrare troppo buono,
e a evitare di far discorsi troppo saggi;
se sai sognare - ma dai sogni sai non farti dominare;
se sai pensare - ma dei pensieri sai non farne il fine;
se sai trattare nello stesso modo due impostori
- Trionfo e Disastro - quando ti capitano innanzi;
se sai resistere a udire la verità che hai detto
dai farabutti travisata per ingannar gli sciocchi;
se sai piegarti a ricostruire, con gli utensili ormai tutti consumati,
le cose a cui hai dato la vita, ormai infrante;
se di tutto ciò che hai vinto sai fare un solo mucchio
e te lo giochi, all'azzardo, un'altra volta,
e se perdi, sai ricominciare
senza dire una parola di sconfitta;
se sai forzare cuore, nervi e tendini
dritti allo scopo, ben oltre la stanchezza,
a tener duro, quando in te nient'altro
esiste, tranne il comando della Volontà;
se sai parlare alle folle senza sentirti re,
o intrattenere i re parlando francamente,
se né amici né nemici riescono a ferirti,
pur tutti contando per te, ma troppo mai nessuno;
se riesci ad occupare il tempo inesorabile
dando valore a ogni istante della vita,
il mondo è tuo, con tutto ciò che ha dentro,
e, ancor di più, ragazzo mio, sei Uomo!

futuroimpegnovalorisenso della vitagenitorifiglieducatorieducare

inviato da Matteo Preto, inserito il 16/04/2002