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PREGHIERA

1. Ogni guerriero della luce   1

Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce

Ogni guerriero della luce ha avuto paura di affrontare un combattimento.
Ogni guerriero della luce ha tradito e mentito in passato.
Ogni guerriero della luce ha imboccato un cammino che non era il suo.
Ogni guerriero della luce ha sofferto per cose prive di importanza.
Ogni guerriero della luce ha pensato di non essere guerriero della luce.
Ogni guerriero della luce ha mancato ai suoi doveri spirituali.
Ogni guerriero della luce ha detto "sì" quando avrebbe dovuto dire "no".
Ogni guerriero della luce ha ferito qualcuno che amava.
Perciò è un guerriero della luce: perché ha passato queste esperienze, e non ha perduto la speranza di essere migliore.

coraggioconversionecambiamentocrescita

5.0/5 (1 voto)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 09/04/2012

RACCONTO

2. I due amici

Paulo Coelho

Camminavo con due amici per le strade di New York. Tutt'a un tratto, nel bel mezzo di una normale chiacchierata, i due cominciarono a discutere e per poco non si misero a litigare.

Più tardi - con gli animi ormai rasserenati - ci sedemmo in un bar. Uno di loro allora chiese scusa all'altro:

"Mi sono accorto che è molto più facile ferire chi ti sta vicino", disse. "Se tu fossi stato un estraneo, io mi sarei controllato molto di più. Invece, proprio per il fatto che siamo amici, e che mi capisci meglio di chiunque altro, ho finito per essere molto più aggressivo. Questa è la natura umana".

Forse è proprio così, ma noi combatteremo contro ciò. Non dobbiamo infatti permettere che l'amore diventi una scusa per fare tutto ciò di cui abbiamo voglia. È proprio con le persone vicine che dobbiamo essere più premurosi.

amiciziavicinanzagentilezzascortesiaamoretenerezzadolcezza

inviato da Valeria Terazzan, inserito il 18/08/2007

TESTO

3. Mettere impegno nella decisione   4

Paulo Coelho

Carlos Castañeda dice: "Il grande potere dell'essere umano sta nella sua capacità di prendere decisioni". Ogni decisione che prendiamo ci permette di modificare il futuro e il passato.

Scegliere, però, significa impegnarsi. Quando si compie una scelta, ci si deve ricordare che il cammino da percorrere sarà molto diverso da quello immaginato. Scegliere significa dire: "Bene, io so dove voglio arrivare." Da quel momento in poi, bisogna prestare attenzione al mondo, perché una decisione scatena una serie di eventi inaspettati.

Impegnati con la tua decisione, sia essa nel campo affettivo, professionale o spirituale. Tutto ciò di cui la tua decisione ha bisogno è la tua volontà di andare avanti. Del resto, essa stessa ti prenderà per mano e ti mostrerà il cammino migliore.

decisioneperseveranzaimpegnoresponsabilitàmissionevocazione

4.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 06/10/2006

TESTO

4. La voce che grida nel deserto

Paulo Coelho

Un uomo abbandona la vita mondana e si trasforma in eremita. Lontano dal centro delle decisioni politiche della sua epoca, trascorre diversi anni della propria vita tentando di preparare il cammino per il Messia. Si definisce come "Voce di uno che grida nel deserto".

In un primo momento, possiamo pensare che quell'uomo - Giovanni Battista - non abbia avuto alcuna influenza nella sua epoca. Ma la storia ci dimostra esattamente il contrario: la sua presenza fu fondamentale nella vita di Gesù.

Quante volte ci sentiamo come delle voci che gridano nel deserto? Le nostre parole sembrano perdersi nel vento, i nostri gesti apparentemente non destano alcuna reazione. Giovanni persistette. A noi tocca fare la stessa cosa. Le voci che gridano nel deserto sono quelle che scrivono la storia del loro tempo.

inutilitàGiovanni battistaumiltàprofezia

inviato da Qumran2, inserito il 06/10/2006

TESTO

5. L'amore può guarire

Paulo Coelho

Ho letto sul giornale che un bambino, a Brasilia, è stato brutalmente picchiato dai genitori. Per questo motivo ha perso la capacità di muoversi e di parlare.

Ricoverato in ospedale, è stato curato da una infermiera che ogni giorno gli diceva: «Io ti amo». Anche se i medici garantivano che non poteva udirla e che i suoi sforzi erano inutili, l'infermiera continuava a ripetergli: «Io ti amo, non dimenticarlo». Tre settimane dopo, il bambino aveva riacquistato la capacità motoria. Quattro settimane dopo, tornava a parlare e a sorridere.

L'infermiera non ha mai rilasciato interviste e il giornale non pubblicava il suo nome, ma qui ne rimane l'annotazione, affinché non dimentichiamo mai che l'amore guarisce.

amoreguarigioneaffetto

inviato da Qumran2, inserito il 06/10/2006

TESTO

6. Mancanza di fede

Paulo Coelho

A volte critichiamo la mancanza di fede degli altri. Non siamo capaci di comprendere le circostanze in cui essi hanno perduto la fede, e non cerchiamo neppure di alleviare la loro miseria che è il motivo che genera la ribellione e l'incredulità nel potere divino.

L'umanista Robert Owen (1771-1858) stava attraversando l'interno dell'Inghilterra, parlando di Dio. Nel XIX secolo era comune servirsi della mano d'opera infantile nei lavori pesanti e, un pomeriggio, Owen si fermò nei pressi di una miniera di carbone, dove un ragazzino di dodici anni, denutrito, trasportava un pesante sacco. "Sono qui per aiutarti a parlare con Dio", disse Owen. "Grazie tante, ma non lo conosco. Deve lavorare in un'altra miniera", fu la risposta del ragazzino.

fedeassenza di fedeateismopovertàingiustiziasfruttamentoincredulità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 10/09/2006

TESTO

7. La grazia per superare le prove

Paulo Coelho

Il monaco cistercense Marcos García, che vive a Burgos, in Spagna, diceva: «A volte Dio toglie una certa benedizione perché la persona possa comprenderlo al di là dei favori e delle richieste. Egli sa fino a che punto può mettere alla prova un'anima - e non si spinge mai oltre».

«In questi momenti, non dobbiamo mai dire: "Dio mi ha abbandonato". Lui non ci abbandona mai. Siamo noi che, a volte, possiamo abbandonarlo. Se il Signore ci pone di fronte a una grande prova, ci dà sempre anche la grazia sufficiente - più che sufficiente, direi - per superarla».

«Quando ci sentiamo lontani dal suo volto, dobbiamo domandarci: "Siamo in grado di saper approfittare di ciò che egli ha messo nel nostro cammino?"».

graziadifficoltàprovadoloresofferenzatentazionerapporto con Dio

inviato da Qumran2, inserito il 10/09/2006

TESTO

8. Un sacco di virtù, un sacco di difetti   3

Paulo Coelho

In Gilberto de Nucci c'è una eccellente immagine riguardo al nostro comportamento. Secondo lui, gli uomini camminano sulla superficie della terra in fila indiana, ciascuno trasportando un sacco davanti e un altro dietro.

Nel sacco davanti, noi mettiamo le nostre qualità. Nel sacco di dietro, serbiamo tutti i nostri difetti.

Perciò, durante il viaggio della vita, teniamo gli occhi fissi sulle virtù che possediamo, legate al nostro petto. Nello stesso tempo, notiamo impietosamente, sulle spalle del compagno che ci sta davanti, tutti i difetti che egli possiede.

E ci riteniamo migliori di lui - senza capire che chi ci segue sta pensando la stessa cosa di noi.

giudicarenon giudicaredifettipregiqualitàpettegolezzigiudizi

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 10/09/2006

RACCONTO

9. Gli errori del cuore

Paulo Coelho

Noi siamo abituati alla vecchia scusa: anche se conosciamo che il nostro cuore sa qual è la decisione migliore da prendere, non seguiamo mai ciò che dice - e, per giustificare la nostra vigliaccheria, ci convinciamo che era in errore. Una bella storia di Gibran illustra fino a dove ci possono portare le limitazioni.

Disse l'Occhio: "Guardate che bella montagna abbiamo sul nostro orizzonte!". L'Orecchio tentò di udirla, ma non ci riuscì. Allora la Mano disse: "Sto cercando di sentirla, ma non la trovo". Fu la volta del Naso: "Non c'è nessuna montagna, perché non ne sento l'odore". E tutti giunsero alla conclusione che l'Occhio era in errore.

decideredecisioneconversioneveritàerrorecoscienzacuore

inviato da Qumran2, inserito il 10/09/2006

TESTO

10. I residui di Michelangelo   2

Paulo Coelho

Una volta domandarono a Michelangelo come riuscisse a creare delle opere tanto magnifiche.

"È molto semplice," rispose Michelangelo. "Quando guardo un blocco di marmo, io riesco a scorgervi dentro la scultura. Tutto ciò che mi rimane da fare è togliere i residui."

C'è un'opera d'arte che siamo destinati a creare. Essa è il punto centrale della nostra vita e, per quanto tentiamo di ingannarci, sappiamo come sia importante per la nostra felicità. Eppure, quest'opera d'arte generalmente è coperta da anni di paure, colpe, indecisioni.

Ma, se decideremo di eliminare questi residui, se non dubiteremo delle nostre capacità, saremo in grado di proseguire nella missione che ci è stata destinata. E questa è l'unica giustificazione della nostra vita.

vitaimpegnovocazioneresponsabilitàcompitosenso della vita

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2006

TESTO

11. Lascia che lui si riveli

Paulo Coelho

Dicono i mistici che, quando intraprendiamo il nostro cammino spirituale, vogliamo parlare molto con Dio e finiamo per non ascoltare ciò che Egli ha da dirci. Perciò, è sempre consigliabile rilassarsi un po'.

Ciò non è facile: noi abbiamo la tendenza naturale a fare sempre la cosa giusta, e pensiamo che potremo riuscire a migliorare il nostro spirito solo se lavoreremo senza sosta. In realtà, è importante tentare, cadere, rialzarsi e proseguire; ma dobbiamo lasciare che Dio ci aiuti.

Nel mezzo di un grande sforzo, dobbiamo guardare noi stessi, ma allo stesso tempo dobbiamo consentire che Egli si riveli e ci guidi.

Dobbiamo permettere, di tanto in tanto, che Egli ci prenda in braccio.

rivelazioneascoltospiritualitàinterioritàrapporto con Dio

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2006

TESTO

12. L'esperienza di Dio

Paulo Coelho

San Giovanni della Croce insegna che, nel nostro cammino spirituale, non dobbiamo né aspirare alle visioni, né perseguire le dichiarazioni di altri che hanno percorso questo cammino. Il nostro unico appoggio dev'essere la fede - perché la fede è qualcosa di limpido e trasparente che nasce dentro di noi e non può essere confuso.
Lo scrittore J. Mendiola racconta che una volta, conversando con un prete, gli domandò che cosa fosse l'esperienza di Dio.
«Non lo so», rispose il prete. «Tutto ciò che ho avuto fino a oggi è l'esperienza della mia fede in Dio». E questo è ciò che più importa.

fedeesperienza di Dio

inviato da Qumran2, inserito il 25/08/2006

RACCONTO

13. L'incendio e l'uccellino

Paulo Coelho

Un giorno, la foresta prende fuoco e gli animali fuggono in cerca di un luogo sicuro. Mentre fugge, la scimmia nota un uccellino che vola in direzione delle fiamme.
"Che cosa stai facendo?" domanda la scimmia. "Non vedi che la foresta si è incendiata?"
"Sì," risponde l'uccellino. "Ma sto portando nel becco alcune gocce d'acqua, per spegnere il fuoco."
La scimmia scoppia a ridere: "Uccellino scemo e presuntuoso. Come puoi spegnere quel fuoco con poche gocce d'acqua?"
"So che non posso. Ma, per lo meno, sto facendo la mia parte e mi auguro che gli altri avvertano il mio sforzo. Se tutti gli animali seguiranno il mio esempio, riusciremo a dominare le fiamme e a salvare la nostra foresta."

Il povero uccellino pur consapevole della sua inadeguatezza, nutre ancora una fievole speranza di salvare la foresta che sta bruciando, mentre gli altri animali scappano e lo scherniscono pure. Ma la "grandezza" del nostro piccolo eroe si evince proprio dalla consapevolezza (so che non posso...) e dalla sua caparbietà e fiducia (lottare comunque e fare fino all'ultimo quel che si può). Ultimato il suo lavoro, con la speranza nel cuore che altri seguano il suo esempio, potrà riposarsi e dormire sonni tranquilli. La sua parte lui l'ha fatta....

impegno

inviato da Valter, inserito il 02/10/2005

RACCONTO

14. Coprendo il sole con una mano

Paulo Coelho

Un discepolo cercò il rabbino Nahman di Braslaw. "Non continuerò i miei studi dei Testi Sacri", disse. "Abito in una piccola casa con i miei fratelli e i genitori, e non trovo mai le condizioni ideali per concentrarmi su ciò che è importante".

Nahman indicò il sole e chiese al suo discepolo di mettersi la mano davanti al viso, in modo da occultarlo. Il discepolo lo fece. "La tua mano è piccola, eppure riesce a coprire completamente la forza, la luce e la maestosità dell'immenso sole. Nella stessa maniera, i piccoli problemi riescono a darti la scusa necessaria per non proseguire nella tua ricerca spirituale. Così come la mano può avere il potere di nascondere il sole, la mediocrità ha il potere di nascondere la luce interiore. Non incolpare gli altri per la tua incompetenza".

problemispiritualitàinterioritàrinunciaricerca di Diopigriziamediocrità

inviato da Giovanni Vacca, inserito il 01/07/2005

RACCONTO

15. I monaci e il secchio   3

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Uno dei monaci del monastero di Sceta commise una grave mancanza, e così fu chiamato l'eremita più saggio perché potesse giudicarla. L'eremita si rifiutò, ma i monaci insistettero tanto che lui finì per andare. Prima, però, prese un secchio e lo forò in vari punti. Poi, lo riempì di sabbia e s'incamminò verso il convento. Il superiore, vedendolo entrare, gli domandò che cosa fosse.

«Sono venuto a giudicare il mio prossimo - disse l'eremita -. I miei peccati stanno scorrendo dietro di me, come scorre la sabbia di questo secchio. Ma, siccome non mi guardo alle spalle e non mi rendo conto dei miei stessi peccati, sono stato chiamato a giudicare il mio prossimo!»

I monaci allora rinunciarono alla punizione all'istante.

peccatoperdonomisericordianon giudicaregiudizio

5.0/5 (3 voti)

inviato da Luca Peyron, inserito il 01/07/2005

RACCONTO

16. Voglio ringraziare   1

Paulo Coelho

Matthew Henry è un noto specialista di studi biblici. Una volta, mentre tornava dall'università dove insegna, fu aggredito. Quella sera, egli scrisse questa preghiera:

Voglio ringraziare
in primo luogo, perché non sono mai stato aggredito prima.
In secondo luogo,
perché mi hanno portato via il portafoglio e mi hanno lasciato la vita.
In terzo luogo,
perché, anche se mi hanno portato via tutto, non era molto.
Infine, voglio ringraziare
perché io sono colui che è stato derubato, e non colui che ha derubato.

ringraziamentogratitudinedoni di Diolodevedere oltre le apparenzefortunasfortunaottimismofiducia

4.7/5 (3 voti)

inviato da Anna Lianza, inserito il 31/03/2003

TESTO

17. Il guerriero della luce crede

Paulo Coelho, Manuale del Guerriero della Luce, ed. Bompiani

Il guerriero della Luce crede e poiché crede nei miracoli, questi cominciano ad accadere.
Poiché ha la certezza che il suo pensiero può modificare la vita, la sua vita comincia a mutare.
Poiché è sicuro che incontrerà l'Amore, l'Amore compare.
Di tanto in tanto si sente deluso. A volte, si addolora.
E allora sente i commenti: «Com'è ingenuo!»
Ma il guerriero sa che ne vale il prezzo.
Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore.
Tutti coloro che credono lo sanno.

fedefiduciaimpegnoresponsabilitàottimismosperanzaperseveranza

inviato da Federico Bernardi, inserito il 03/12/2002

TESTO

18. Guarda ogni cosa come se fosse la prima volta   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono:
«Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'.»

Dice il maestro:
«Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. Il poeta T. S. Eliot, scrisse: "Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima voltà".»

novitàsemplicitàquotidianitàstupore

3.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

TESTO

19. L'invito di Dio

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Santa Teresa d'Avila dice: «Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e - dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. Egli disse: "Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed Io gli darò da bere". Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: "Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati". Egli non impone condizioni. E' sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore».

rapporto con Diopreghieraamore di Dio

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

TESTO

20. Dio è nella vita e la vita è in Dio

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Dice il maestro: "Da una parte, sappiamo che è importante la ricerca di Dio. Dall'altra, la vita crea una netta distanza tra Lui e noi. Ci sentiamo ignorati dalla Divinità, o siamo preoccupati per i nostri problemi quotidiani. Questo crea un senso di colpa: sia che stiamo rinunciando in qualche modo alla vita a causa di Dio, o che sentiamo di rinunciare troppo a Dio a causa della vita. Questo apparente conflitto è fantasia: Dio è nella vita e la vita è in Dio. Uno deve essere solo attento a questo per poter capire meglio il destino. Se siamo capaci di penetrare nella santa armonia della nostra quotidianità, saremo sempre sul sentiero giusto, e completeremo i nostri obiettivi".

quotidianitàrapporto con Dio

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

TESTO

21. L'amore perdona   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

All'Ultima Cena, Gesù accusò - con la stessa gravità e le medesime parole - due dei suoi apostoli. Entrambi avevano commesso i crimini predetti da Gesù. Giuda Iscariota nascose i suoi sentimenti e condannò se stesso. Pietro anche nascose i suoi sentimenti, dopo aver rinnegato tre volte tutto ciò in cui aveva creduto. Ma nel momento decisivo, Pietro capì il vero significato del messaggio di Gesù. Chiese perdono e andò avanti, umiliato. Avrebbe potuto scegliere il suicidio, invece affrontò gli altri apostoli e dovrebbe aver detto: "D'accordo, raccontate i miei errori fino a che esisterà il genere umano. Ma lasciatemi correggerli". Pietro imparò che l'Amore perdona. Giuda non imparò nulla.

GiudaPietroperdonoconversioneamoreultima cenaamore di Diogiovedì santo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002

RACCONTO

22. L'albero carico di frutti   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Un maestro stava viaggiando con i suoi discepoli, quando notò che stavano discutendo tra loro su chi fosse il migliore. "Ho praticato la meditazione per quindici anni", disse uno. "Sono stato caritatevole fin da quando ho lasciato la casa dei miei genitori", disse un altro. A mezzogiorno, si fermarono sotto un melo per riposarsi. I rami dell'albero raggiungevano il terreno. "Quando un albero è carico di frutti, i suoi rami si piegano fino a toccare il terreno. Il vero saggio è colui che è umile. Gli stupidi credono sempre di essere migliori degli altri".

umiltà

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

TESTO

23. La strada da prendere

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Se sei insoddisfatto di qualcosa - anche di una buona cosa che vorresti fare, ma non sei in grado di farla - smetti ora. Se le cose non stanno andando bene, ci sono solo due spiegazioni: o la tua perseveranza è messa alla prova, o hai bisogno di cambiare direzione. Per scoprire quale delle due opzioni è corretta - dal momento che sono opposte l'una all'altra - usa il silenzio e la preghiera. Poco a poco, le cose diverranno stranamente chiare, fino a che non avrai sufficiente forza per scegliere. Una volta che hai preso la tua decisione, dimentica completamente l'altra possibilità. E vai avanti, perché Dio è il Dio del Valoroso. Domingos Sabino dice: "Tutto va sempre per il meglio. Se le cose non stanno andando bene, è perché non hai ancora raggiunto la fine".

progetto di Dioprogettovitadiscernimento

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

TESTO

24. La presenza di Dio

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Il padre cistercense Marcos Garcia disse: "Talvolta Dio riporta indietro alcune benedizioni per aiutare le persone a comprenderle meglio. Dio sa fino a che punto può esaminare un'anima, e non va mai oltre quel limite. In quei momenti, non diciamo mai: 'Dio mi ha abbandonato'. Se il Signore ci impone una prova di grande pazienza, ci fornisce sempre di un sufficiente numero di grazie - probabilmente più del necessario - per superarla. Quando sentiamo lontana la Sua presenza, dovremmo chiedere a noi stessi: 'Riusciamo a capire come far uso di ciò che ha messo sul nostro cammino?'".

abbandono in Dioprogetto di Diotentazione

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

25. Il re di spagna

Paulo Coelho, I racconti del maktub

C'era un re spagnolo che era molto orgoglioso della sua stirpe. Era anche conosciuto per essere crudele con quelli più deboli. Un giorno stava camminando con i suoi anziani consiglieri in un campo in Aragona, dove, anni prima, suo padre era caduto in battaglia. Lì incontrarono un sant'uomo, che stava raccogliendo un enorme mucchio di ossa. "Cosa stai facendo?" chiese il re. "Onore a Sua Maestà" disse il sant'uomo. "Quando ho saputo che il re di Spagna sarebbe venuto qui, ho deciso di ritrovare le ossa di suo padre per dargliele. Ma per quanto cerchi, non riesco a trovarle. Sono uguali a quelle dei contadini, dei poveri, dei mendicanti e degli schiavi".

uguaglianzagiustiziamorteparità

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

TESTO

26. Dio entra dalla porta del cuore

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Non ti dà nessun vantaggio cercare spiegazioni su Dio. Puoi sentire dei bellissimi discorsi, ma sono sostanzialmente vuoti. Proprio come puoi leggere un'intera enciclopedia sull'amore senza conoscere come amare. Nessuno proverà che Dio esiste. Certe cose nella vita devono semplicemente essere vissute - e mai spiegate. L'amore è una di queste. Dio - che è Amore - è inspiegabile. La fede è un'esperienza infantile, nel magico senso che Gesù ci ha insegnato: "I bambini sono il regno di Dio". Dio non entrerà mai nella tua testa. La porta che Egli usa è il tuo cuore.

federagioneDio

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

27. Trovare le risposte   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

In un bar in un paese remoto della Spagna, vicino alla città di Olite, c'è un'insegna messa dal proprietario: "Non appena arrivavo a trovare tutte le risposte, tutte le domande cambiavano". Dice il maestro: "Siamo sempre preoccupati nel dare risposte. Sentiamo che le risposte sono importanti per capire il significato della vita. E' molto più importante vivere pienamente, e permettere che il tempo ci riveli i segreti della nostra esistenza. Se ci preoccupiamo troppo col dare un senso alla vita, preveniamo la natura dal suo agire, e diventiamo incapaci di leggere i segnali di Dio".

ricerca di sensosenso della vitadomanderisposte

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

28. Piangere come bambini   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Dice il maestro: "Se devi piangere, piangi come un bambino. Una volta sei stato un bambino, e una delle prime cose che hai imparato nella vita fu piangere, perché il pianto fa parte della vita. Non dimenticare di essere libero, e che mostrare le tue emozioni non è vergognoso. Urla, singhiozza forte, fai il chiasso che vuoi. Perché così è come piangono bambini, e loro conoscono il modo più veloce per confortare i loro cuori. Hai mai notato come i bambini smettono di piangere? Smettono perché qualcosa li distrae. Qualcosa li chiama alla prossima avventura. I bambini smettono di piangere velocemente. E così sarà per te. Ma solo se riesci a piangere come fanno i bambini".

diventare come bambini

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

29. L'acqua che scava la roccia

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Il monastero sulla sponda del fiume Piedra è circondato da una splendida vegetazione, è una vera oasi all'interno dei campi sterili di quella parte della Spagna. Là, il piccolo fiume diventa una magnifica corrente, e si divide in dozzine di cascate. L'errante sta camminando nei dintorni, ascoltando la musica dell'acqua. Improvvisamente, una grotta - dietro una cascata - cattura la sua attenzione. Studia le rocce, consumate dal tempo, e guarda attentamente le amabili forme create pazientemente dalla natura. E trova un verso di R. Tagore scritto su una placca: "Non è stato un martello a rendere le rocce così perfette, ma l'acqua, con la sua dolcezza, la sua danza e il suo suono". Dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire.

violenzaforzagentilezzatenerezzadolcezza

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

30. I diamanti   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

"Andiamo sulla montagna dove risiede Dio", disse un cavaliere a un suo amico. "Voglio provare che tutto ciò che Egli sa fare è chiederci di fare qualcosa, mentre non fa nulla per alleggerirci dalle responsabilità". "Bene, andrò là per dimostrare la mia fede", disse l'altro. Arrivarono alla cima della montagna la notte, e udirono una voce dall'oscurità: "Caricate sui vostri cavalli delle pietre". "Vedi?!", disse il primo cavaliere. "Dopo una scalata del genere, vuole farci portare un carico ancora più pesante. Non obbedirò!". Il secondo fece come gli era stato ordinato. Come raggiunse i piedi della montagna, era l'alba, e i primi raggi del sole splendevano sulle pietre che il pio cavaliere aveva portato: erano diamanti puri. Dice il maestro: "Le decisioni di Dio sono misteriose; ma sono sempre in nostro favore".

progetto di Diovolontà di Dio

5.0/5 (2 voti)

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

31. Il discepolo e i desideri negativi

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Il discepolo disse al suo maestro: "Ho trascorso la maggior parte del giorno pensando cose che non avrei dovuto pensare, desiderando cose che non avrei dovuto desiderare e a preparare piani che non dovrebbero essere fatti". Il maestro invitò il discepolo a fare una passeggiata con lui nella foresta dietro la sua casa. Lungo il cammino, indicò una pianta, e chiese al discepolo se ne conoscesse il nome. "Belladonna", disse il discepolo. "Può uccidere chiunque mangi le sue foglie". "Ma non può uccidere nessuno che semplicemente la osservi", disse il maestro. "Allo stesso modo, desideri negativi non possono causare del male se non permetti a te stesso di esserne sedotto".

peccatotentazionedebolezza

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

32. L'illuminazione

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Il discepolo si avvicinò al suo maestro: "Per anni sono stato alla ricerca dell'illuminazione", disse. "Sento che sono vicino a raggiungerla. Ho bisogno di sapere qual è il prossimo passo". "Come ti mantieni?", chiese il maestro. "Non ho ancora imparato ad essere autonomo; i miei genitori mi aiutano. Ma quello è solo un dettaglio". "Il tuo prossimo passo è guardare direttamente al sole per mezzo minuto", disse il maestro. Il discepolo obbedì. Quando passarono i trenta secondi, il maestro chiese di descrivere ciò che li circondava. "Non riesco a vedere. Il sole mi ha accecato la vista", disse il discepolo. "Un uomo che cerca solo la luce, evitando le proprie responsabilità, non troverà mai l'illuminazione. E uno che tiene i propri occhi fissi sul sole rimane cieco", fu il commento del maestro.

responsabilitàimpegnoquotidianità

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

33. Le tentazioni

Paulo Coelho, I racconti del maktub

Uno straniero incontrò il Padre Superiore nel monastero di Sceta. "Voglio rendere la mia vita migliore", disse. "Ma non riesco a trattenermi dall'avere dei pensieri peccaminosi". Il Padre notò che il vento stava soffiando forte fuori, e disse allo straniero: "Fa piuttosto caldo qui. Mi chiedo se tu potessi trattenere un po' di vento là fuori e portarlo qui per rinfrescare la stanza". "E' impossibile", rispose lo straniero. "E' impossibile anche tenere se stessi dal pensare cose che offendono Dio", rispose il monaco. "Ma, se sai come dire di no alle tentazioni, non ti causeranno alcun danno".

peccatotentazionedebolezzaaccettazione di sé

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

34. Così è scritto   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

"Maktub" significa "Così è scritto" Gli Arabi pensano che "Così è scritto" non sia una buona traduzione, perché, sebbene ogni cosa sia già scritta, Dio ha compassione, e ha scritto tutto solo per aiutarci. L'errante è a New York. E' in ritardo ad un appuntamento, e quando lascia il suo hotel, trova che la sua macchina è stata rimossa dalla polizia. Arriva tardi al suo appuntamento, il pranzo dura più del necessario, ed egli sta pensando alla multa che dovrà pagare. Sarà una fortuna. Improvvisamente, ricorda la banconota che trovò per strada il giorno prima, e vede una qualche strana relazione tra la banconota e quello che gli è accaduto la mattina. "Chissà, forse ho trovato quei soldi prima che la persona che avrebbe dovuto trovarli ne avesse avuta la possibilità. Forse ho rimosso la banconota dal cammino di qualcuno che ne aveva realmente bisogno. Chissà chi ho interferito con ciò che era scritto!?". Egli sente il bisogno di liberarsi della banconota, e in quel momento vede un mendicante seduto sul marciapiede. Gli porge velocemente la banconota, e sente di aver riportato un certo equilibrio alle cose. "Aspetta un attimo", dice il mendicante. "Non sto cercando aiuto. Io sono un poeta, e voglio leggerti una poesia in cambio". "Scegline una breve, perché vado di fretta", dice l'errante. Il mendicante risponde: "Se sei ancora vivo, è perché non sei ancora arrivato al punto in cui dovresti essere".

destinoprogetto di Diovita

inviato da Anna Lianza, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

35. Il monaco giocoliere   1

Paulo Coelho, I racconti del maktub

La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di scendere in Terra per visitare un monastero.

Orgogliosi, tutti i monaci si misero in una lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio.

Uno declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la Bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l'altro, tutti resero omaggio alla Madonna e al Bambino.

All'ultimo posto della fila ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell'epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria.

Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l'omaggio perché il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l'immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine.

Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l'unica cosa che egli sapesse fare.

Fu solo in quell'istante che Gesù Bambino sorride e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna.

E fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lasciandogli tenere per un po' il bambinello.

umiltàsemplicitàdonare gioia

3.0/5 (1 voto)

inviato da Immacolata Chetta, inserito il 24/11/2002

RACCONTO

36. La partita a scacchi   1

Paulo Coelho

Disse il giovane all'abate del monastero: "Vorrei tanto essere un monaco, ma non ho imparato niente di importante nella vita. Tutto ciò che mio padre mi ha insegnato è giocare a scacchi, cosa che non serve per l'illuminazione".

"Chi sa che questo monastero non abbia bisogno di svago", fu la risposta.

L'abate, allora, chiese una scacchiera, convocò un monaco e gli disse di giocare con il ragazzo. Ma, prima che la partita cominciasse, aggiunse: "Anche se abbiamo bisogno di svago, non possiamo permettere che stiano tutti a giocare a scacchi. Dunque, terremo qui solo il migliore dei giocatori. Se il nostro monaco perderà, andrà via dal monastero e lascerà un posto libero per te".

L'abate parlava seriamente. Il ragazzo sentì che era in gioco la sua vita e cominciò a sudare freddo. La scacchiera divenne il centro del mondo. Il monaco iniziò a perdere. Il ragazzo lo incalzò, ma poi notò lo sguardo di santità dell'altro: da quel momento cominciò a fare di proposito le mosse sbagliate. In fin dei conti, preferiva perdere, perché il monaco poteva essere più utile al mondo.

All'improvviso, l'abate rovesciò per terra la scacchiera. "Hai imparato molto di più di ciò che ti hanno insegnato - disse -. Ti sei concentrato abbastanza per vincere, sei stato capace di lottare per ciò che desideravi. Poi, hai avuto compassione, ed eri disposto a sacrificarti in nome di una causa nobile. Che tu sia il benvenuto nel monastero, perché sai equilibrare la disciplina con la misericordia".

maturitàmisericordiadonareagonismocompetitività

inviato da Luca Peyron, inserito il 20/05/2002

ESPERIENZA

37. Il significato delle banane   1

Paulo Coelho

Un mio amico decise di passare alcune settimane in un monastero del Nepal. Un pomeriggio, entrò in uno dei numerosi templi del monastero e trovò un monaco che, sorridente, era seduto sull'altare. "Perché sorridete?" domandò. "Perché capisco il significato delle banane", rispose il monaco, aprendo la borsa che aveva con sé, tirandone fuori una banana marcia e mostrandola al mio amico. "Questa è la vita che è passata e non è stata goduta al momento giusto - disse - ora è troppo tardi". Estrasse poi dalla borsa una banana ancora acerba, gliela mostrò e la ripose di nuovo. "Questa è la vita che non è ancora accaduta, bisogna aspettare il momento giusto". Infine, estrasse una banana matura, la sbucciò e la divise con il mio amico. "Questa è la vita al momento giusto: il presente. Alimentati con esso, e vivilo senza paura e senza colpa".

presentefuturovita

2.0/5 (1 voto)

inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002

RACCONTO

38. Un uomo, il suo fiume, il suo ponte   1

Paulo Coelho

Un uomo, dopo molti anni di lavoro e di meditazioni sul miglior modo per attraversare il fiume davanti alla sua casa, costruì una passerella. Si racconta però che gli abitanti del villaggio raramente osavano passarvi sopra, a causa della sua precarietà.

Un bel giorno, da quelle parti comparve un ingegnere che, con l'aiuto della gente del posto, costruì un ponte, la qual cosa mandò su tutte le furie il costruttore della passerella. Questi, infatti, da quel momento incominciò a dire a quanti avevano la pazienza di ascoltarlo che l'ingegnere aveva mancato di rispetto nei confronti del suo lavoro.

"Ma la passerella è ancora lì - rispondevano gli abitanti del villaggio - ed è un monumento ai suoi anni di fatica e di meditazione".
"Nessuno però la usa" ribatteva l'uomo, stizzito.

"Lei signore, è un cittadino rispettabile e noi siamo fieri di lei. Tuttavia, se la gente trova il ponte più bello e utile della sua passerella, che cosa ci possiamo fare?".
"Il ponte attraversa il mio fiume!".

"Ma signore, con tutto il rispetto che abbiamo per il suo lavoro, vorremmo dirle che il fiume non le appartiene. Può essere attraversato a piedi, in barca, a nuoto o in qualsiasi altro modo: se le persone preferiscono attraversarlo utilizzando il ponte, perché non rispettare la loro scelta? Infine, come possiamo aver fiducia di una persona che, invece di cercare di migliorare la sua passerella, passa tutto il tempo a criticare il ponte?".

fiduciarispettotolleranzalibertà interiore

inviato da Matteo Preto, inserito il 16/04/2002