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Ecco tutti i 3556 ritagli
PREGHIERA
Il legno della Croce,
quel "legno del fallimento",
è divenuto il parametro vero
di ogni vittoria.
Gesù ha operato più salvezza
con le mani inchiodate sulla Croce,
che con le mani stese sui malati.
Donaci, Signore,
di non sentirci costretti
nell'aiutarTi a portare la Croce,
di aiutarci a vedere
anche nelle nostre croci
e nella stessa Croce
un mezzo per ricambiare
il Tuo Amore,
aiutaci a capire
che la nostra storia crocifissa
è già impregnata di resurrezione.
Se ci sentiamo sfiniti, Signore,
è perché, purtroppo,
molti passi li abbiamo consumati
sui viottoli nostri e non sui Tuoi,
ma proprio i nostri fallimenti
possono essere la salvezza
della nostra vita.
La Pasqua è la festa
degli ex delusi della vita,
nei cui cuori all'improvviso
dilaga la speranza.
Cambiare è possibile,
per tutti e sempre!
pasquarisurrezionesperanzaconversionecambiamentocrocedoloresofferenza
inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/06/2002
PREGHIERA
3062. Solo quando avremo taciuto 1
Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
la conversione, l'amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il Cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell'abbandono rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio:
per dirci parole d'amore!
E sentiremo i brividi della Pasqua.
pasquasperanzarisurrezionefiduciasilenzioabbandono
inviato da Mariangela Molari, inserito il 10/06/2002
TESTO
Questo imparai a fare
ogni sera da un eremita,
il quale così pregava
e diceva solamente:
"Signore, aiuta gli uomini!".
La tua preghiera e il tuo pianto
possono commuovere Iddio,
fino a liberare gli uomini dal dolore.
inviato da Mariangela Molari, inserito il 09/06/2002
RACCONTO
Detti dei Padri del deserto
Un fratello si recò presso un anziano che abitava al Monte Sinai e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio». L'anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato».
preghieraconversionerapporto con Dio
inviato da Mariangela Molari, inserito il 09/06/2002
PREGHIERA
3065. Quel che mi accadrà oggi
Quel che mi accadrà oggi,
mio Dio, non lo so.
Tutto quello che so
è che nulla mi accadrà
che tu non abbia preveduto
e disposto
per il mio maggior bene
da tutta l'eternità.
Questo solo mi basta.
abbandonofedefiduciavolontà di Dioprogetto di Dio
inviato da Mariangela Molari, inserito il 08/06/2002
PREGHIERA
3066. O Signore, Grande Guaritore
Preghiera delle Missionarie della Carità
O Signore, grande guaritore,
davanti a te mi inginocchio,
poiché ogni dono perfetto
deve venire da te.
Dona, Ti prego,
abilità alle mie mani,
e chiara visione alla mia mente,
gentilezza e mitezza al mio cuore.
Donami schiettezza di intenzione,
forza per alleviare
una parte del fardello
del mio prossimo che soffre,
e una vera comprensione
del mio privilegio.
Rimuovi dal mio cuore
ogni scaltrezza e mondanità,
che con la fede semplice
di un bimbo io possa affidarmi a te.
solidarietàdonaresofferenzadolorecrocecarità
inviato da Mariangela Molari, inserito il 08/06/2002
TESTO
Ho imparato, mediante amare esperienze, una lezione suprema: a preservare la mia rabbia; e, come il calore che non si disperde si converte in energia, così la nostra rabbia dominata può trasformarsi in una forza capace di muovere il mondo.
serenitàpace interioredominio di sé
inviato da Nadia, inserito il 08/06/2002
RACCONTO
C'era una volta un albero che amava un bambino. Il bambino veniva a visitarlo tutti i giorni. Raccoglieva le sue foglie con le quali intrecciava delle corone per giocare al re della foresta. Si arrampicava sul suo tronco e dondolava attaccato ai suoi rami. Mangiava i suoi frutti e poi, insieme, giocavano a nascondino.
Quando era stanco, il bambino si addormentava all'ombra dell'albero, mentre le fronde gli cantavano la ninna-nanna. Il bambino amava l'albero con tutto il suo piccolo cuore. E l'albero era felice. Ma il tempo passò e il bambino crebbe.
Ora che il bambino era grande, l'albero rimaneva spesso solo. Un giorno il bambino venne a vedere l'albero e l'albero gli disse: «Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami, mangia i miei frutti, gioca alla mia ombra e sii felice».
«Sono troppo grande ormai per arrampicarmi sugli alberi e per giocare», disse il bambino. «Io voglio comprarmi delle cose e divertirmi. Voglio dei soldi. Puoi darmi dei soldi?».
«Mi dispiace», rispose l'albero «ma io non ho dei soldi. Ho solo foglie e frutti. Prendi i miei frutti, bambino mio, e va' a venderli in città. Così avrai dei soldi e sarai felice». Allora il bambino si arrampicò sull'albero, raccolse tutti i frutti e li portò via. E l'albero fu felice.
Ma il bambino rimase molto tempo senza ritornare... E l'albero divenne triste.
Poi un giorno il bambino tornò; l'albero tremò di gioia e disse: «Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami e sii felice».
«Ho troppo da fare e non ho tempo di arrampicarmi sugli alberi», rispose il bambino. «Voglio una casa che mi ripari», continuò. «Voglio una moglie e voglio dei bambini, ho dunque bisogno di una casa. Puoi darmi una casa?».
«Io non ho una casa», disse l'albero. «La mia casa è il bosco, ma tu puoi tagliare i miei rami e cotruirti una casa. Allora sarai felice». Il bambino tagliò tutti i rami e li portò via per costruirsi una casa. E l'albero fu felice.
Per molto tempo il bambino non venne. Quando tornò, l'albero era così felice che riusciva a malapena a parlare. «Avvicinati, bambino mio», mormorò, «vieni a giocare».
Sono troppo vecchio e troppo triste per giocare» disse il bambino. «Voglio una barca per fuggire lontano di qui. Tu puoi darmi una barca?».
«Taglia il mio tronco e fatti una barca», disse l'albero. «Così potrai andartene ed essere felice».
Allora il bambino tagliò il tronco e si fece una barca per fuggire. E l'albero fu felice..., ma non del tutto.
Molto molto tempo dopo, il bambino tornò ancora.
«Mi dispiace, bambino mio», disse l'albero «ma non resta più niente da donarti... Non ho più frutti».
«I miei denti sono troppo deboli per dei frutti», disse il bambino.
«Non ho più rami». continuò l'albero «non puoi più dondolarti».
«Sono troppo vecchio per dondolarmi ai rami», disse il bambino.
«Non ho più il tronco», disse l'albero. «Non puoi più arrampicarti».
«Sono troppo stanco per arrampicarmi», disse il bambino.
«Sono desolato», sospirò l'albero. «Vorrei tanto donarti qualcosa... ma non ho più niente. Sono solo un vecchio ceppo. Mi rincresce tanto...».
«Non ho più bisogno di molto, ormai», disse il bambino. «Solo un posticino tranquillo per sedermi e riposarmi. Mi sento molto stanco».
«Ebbene», disse l'albero, raddrizzandosi quanto poteva «ebbene, un vecchio ceppo è quel che ci vuole per sedersi e riposarsi. Avvicinati, bambino mio, siediti. Siediti e riposati».
Così fece il bambino.
E l'albero fu felice.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 08/06/2002
PREGHIERA
Salve, o Madre, Regina del mondo.
Tu sei la Madre del bell'Amore,
Tu sei la Madre di Gesù,
fonte di ogni grazia,
il profumo di ogni virtù,
lo specchio di ogni purezza.
Tu sei gioia nel pianto,
vittoria nella battaglia,
speranza nella morte.
Quale dolce sapore il tuo nome
nella nostra bocca,
quale soave armonia
nelle nostre orecchie,
quale ebbrezza nel nostro cuore!
Tu sei la felicità dei sofferenti,
la corona dei martiri,
la bellezza delle vergini.
Ti supplichiamo,
guidaci dopo questo esilio
al possesso del tuo Figlio, Gesù.
Amen.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 08/06/2002
PREGHIERA
Caro Dio,
liberami dal falso orgoglio;
liberami dall'arroganza
che accompagna un'immagine di sé gonfiata.
Preservami dall'alterigia,
da un ego sovraccarico
derivante da un io vuoto.
Fa' che impari a essere soddisfatto di me stesso;
che non senta mai il bisogno
di sminuire qualcuno
per acquisire valore e importanza,
per sentirmi
stimato e degno.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 08/06/2002
PREGHIERA
3071. Non sappiamo parlarti, Signore
Non sappiamo parlarti, Signore.
Parlarti come si parla
alla propria anima,
senza ingannarci,
senza ingannarti.
Parlarti come il fiore che s'apre,
come l'astro fisso nella Tua luce,
i cieli assorti nel Tuo splendore.
Non sappiamo che dirti
trascurate preghiere,
o lanciarti il grido
dell'anima, della carne ferita.
Insegnaci le parole del silenzio.
preghierasilenziorapporto con Dio
inviato da Mariangela Molari, inserito il 08/06/2002
TESTO
Di fronte alle sofferenze del mondo tu puoi tirarti indietro: sì, questo è qualcosa che sei libero di fare. Ma proprio questo tirarti indietro è l'unica sofferenza che forse potresti evitare.
disponibilitàamoredonaresolidarietàsofferenzadolorecroce
inviato da Mariangela Molari, inserito il 08/06/2002
TESTO
Quando sei triste, compi un atto d'amore e la tristezza passerà.
Se ti senti morire, ama, e la vita pulserà in te. La pienezza dell'uomo è morire d'amore.
amoretristezzasolitudinesenso della vita
inviato da Mariangela Molari, inserito il 08/06/2002
TESTO
Amare significa anche avere tempo. Chi ama, non tiene il proprio tempo solamente per sé; nel suo tempo si inserisce l'altro. Chi ama ha, per così dire, un'agenda, uno scadenziario particolare. Vuole avere più tempo possibile per l'altro.
disponibilitàamoretempovalore del tempo
inviato da Mariangela Molari, inserito il 04/06/2002
TESTO
3075. Quello che un educatore... 1
Decidere di avere un figlio è contrarre con lui il debito più grande che mente umana possa immaginare. Tutti i piccoli vengono da noi con il biglietto d'invito per la vita e ci dicono: «Mi hai chiamato. Sono qui. Che cosa mi dai?». Qui comincia ogni compito educativo.
Un quindicenne la vede così:
Volevo latte
e ho ricevuto il biberon.
Volevo dei genitori
e ho ricevuto un giocattolo.
Volevo parlare
e ho ricevuto un televisore.
Volevo imparare
e ho ricevuto pagelle.
Volevo pensare
e ho ricevuto sapere.
Volevo una visione generale
e ho ricevuto un'ideuzza.
Volevo essere libero
e ho ricevuto la disciplina.
Volevo amore
e ho ricevuto la morale.
Volevo una professione
e ho ricevuto un posto.
Volevo felicità
e ho ricevuto denaro.
Volevo libertà
e ho ricevuto un'automobile.
Volevo un senso
e ho ricevuto una carriera.
Volevo speranza
e ho ricevuto paura.
Volevo cambiare
e ho ricevuto compassione.
Volevo vivere.
educareeducatorifigligenitorifamiglia
inviato da Don Angelo, inserito il 04/06/2002
TESTO
Abbiamo il potere di essere in Paradiso con Dio già adesso, di essere felici con lui anche in questo momento, se amiamo come lui ama, se aiutiamo come lui aiuta, se doniamo come lui dona, se serviamo come lui serve.
caritàparadisofelicitàamoredonaregioia
inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002
TESTO
Per saper quanta felicità una persona può ricevere nella vita, basta sapere quanta è capace di darne.
inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002
TESTO
Esiste solo una via alla felicità, e consiste nel cessare di preoccuparsi per cose che non è in nostro potere cambiare.
inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002
TESTO
3079. Il segreto della felicità
Riuscire a trovare la gioia nella gioia altrui: questo è il segreto della felicità!
inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002
TESTO
Non pensare a ciò
che può portarti l'avvenire,
ma sforzati di essere
interiormente calmo e sereno,
poiché non da come
si forma il tuo destino,
ma dal modo in cui
ti comporti dinanzi a esso
dipende la felicità della tua vita.
vitaemotivitàprogettofuturopresente
inviato da Nadia, inserito il 04/06/2002