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RACCONTO

1. Fractio panis   1

Paolo Farinella, Carmelo oggi, Lettera da Erika

A Berna, un'anziana signora ultra-ottantenne, essendo rimasta sola e non avendo voglia di cucinare solo per se stessa, si reca tutti i giorni a pranzare alla Migros, una catena di ristoranti self-service. Quel giorno decide di mangiare un bel minestrone di verdura. Prende un vassoio, riempie il piatto di minestrone, va alla cassa a pagare e prende posto ad un tavolo vuoto. Si siede, ma al momento di mangiare si accorge di non aver preso un cucchiaio per mangiare il minestrone.

Si alza, va alla cassa dove ci sono le posate, prende un cucchiaio e ritorna al suo tavolo, ma... lì seduto c'è un ragazzo africano che sta mangiando il suo minestrone! Sul momento la signora s'indigna e vorrebbe andare dal ragazzo a dirgli di tutto, ma poi pensa che, certamente, quell'emigrato l'ha fatto per fame e, passata la rabbia, decide di sedersi davanti al ragazzo e, senza dirgli nulla, incomincia a mangiare anche lei il minestrone. Il ragazzo africano la guarda stupito, ma lei gli sorride, lui le sorride e continuano a mangiare il minestrone: un cucchiaio lei, un cucchiaio lui... Finito il minestrone il ragazzo si alza, va al banco dei primi piatti, prende un piatto di fettuccine alla bolognese, prende due forchette e torna al tavolo.

Dà una forchetta alla vecchia signora, si siede davanti a lei e incominciano a mangiare le fettuccine, sorridendo: una forchettata lei, una forchettata lui... Terminate le fettuccine il ragazzo africano si alza, fa un sorriso alla signora e se ne va. La signora, contenta per aver fatto un'opera buona, si gira sorridendo, per salutarlo e... ad un tavolo vicino, dietro di lei, vede un vassoio con sopra un piatto di minestrone... Il suo piatto!

Forse alla fine la signora avrà riflettuto: chi veramente ha fatto un dono... e... a chi? Era uscita per comprare regali, ma tornava a casa con l'impressione di avere ricevuto lei qualcosa di speciale!

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inviato da Laura Baravelli, inserito il 24/01/2011

TESTO

2. Cristo all'Onu   1

Spinto dalla folla stanca
Cristo arrivò al palazzo dell'Onu.
Aveva la faccia stanca del disoccupato,
il passo incerto del profugo,
le spalle curve del minatore,
l'occhio triste dell'emigrato,
le mani incerte dell'uomo del sud,
l'occhio assente del drogato,
il cuore assetato del giovane.
Non era raccomandato da nessuno,
solo il pianto degli umili lo spingeva,
la giustizia per i deboli era la sua forza.
Bussò...c'era il veto,
per lui gli uomini non erano liberi;
sulla soglia della civiltà trovò la barbarie.
Lesse i diritti degli uomini, ne ebbe compassione.
L'uomo ha diritto alla vita...
e un bimbo palestinese gli disse che non era vero.
L'uomo ha diritto all'istruzione...
e un campesino gli disse che non era vero.
L'uomo ha diritto alla pace...
e una vedova di guerra gli disse che non era vero.
L'uomo ha diritto alla famiglia...
e un ragazzo disadattato gli chiese
che cosa significassero quelle parole.
L'uomo ha diritto al vestito...
e un barbone moriva di freddo
fra porpore e tessuti firmati.
L'uomo ha diritto alla libertà...
un'afgano si mise a piangere.
L'uomo ha diritto alla verità...
e un sorriso ironico risuonò
all'interno del Palazzo, dei molti Palazzi.
Cristo scese dal Palazzo di vetro.
Quando la folla gli chiese il risultato della visita,
allargò le braccia:
era ancora crocifisso come il venerdì santo.
Poi la folla dileguò...pioveva...
...Cristo rimase là, sotto la pioggia, come tanti altri;
nessuno si fermò,
nessuno lo invitò a salire in macchina.
Oggi è ancora là.
Quando gli passeremo davanti ci fermerà
e cercherà di farci capire
che anche tu, anche io
siamo colpevoli di averlo crocifisso nel mondo di oggi,
fuori dal palazzo di vetro,
a New York, a Londra, a Roma, a Mosca...
forse anche a casa tua,
nel tuo cuore,
nella tua gente,
nella nostra gente.

stranieroaccoglienza

inviato da Vincenzo Pasqualucci, inserito il 02/06/2009