I tuoi ritagli preferiti

PERFEZIONA LA RICERCA

Tutti i ritagli

Indice alfabetico dei temi

Invia il tuo ritaglio

Hai cercato %Il

Hai trovato 2863 ritagli

Ricerca avanzata
tipo
parole
tema
fonte/autore

Pagina 93 di 144  

TESTO

1841. La carità cuore di Dio

Paolo VI

Se il cuore non è pervaso di questo amore superiore, ch'è la carità, come la nostra vita ne potrà dare testimonianza esteriore, concreta e sociale? E nel semplice tentativo di sperimentare se il nostro cuore sia abile e pronto ad «amare il prossimo», scopriremo quanto sia logico, quanto sia necessario che l'amore verso il prossimo trovi il suo fondamento, la sua sorgente, la sua suprema ragion d'essere nell'amore di Dio: di Dio a noi, e di noi a Dio. Chi priva l'amore sociale della sua motivazione religiosa, evangelica, espone l'amore sociale a facile stanchezza, a rinascente opportunismo ed egoismo, quando non sia a degenerazione violenta e passionale. È questo il nostro primo fondamento: la religione, che ci unisce a Dio, rende possibile, urgente, perseverante e fecondo l'amore verso gli uomini, che in molti, moltissimi casi sembrano immeritevoli di tale amore, se questo non è alimentato dall'amore di Dio.

caritàamoreprossimorapporto con Dio

inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1842. Non so come ti pregano le stelle   2

Adriana Zarri

Io non so come ti prega mio padre, né mio fratello, né mio zio;
non so nemmeno come ti pregava la tua madre, Maria.
Non so come ti pregano le stelle e i rami di corallo in fondo al mare,
né quei cuscini di muschio che fioriscono in alto, sulle rocce.
Non so come ti prega il gatto e il topo, e la pulce nel pelo del topo.
In fondo, Signore, non so nemmeno come prego io.
So come preghi tu: come mormori piano, in fondo al cuore;
ed io sto appena ad ascoltare.

preghierarapporto con DioSpirito Santo

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 28/07/2004

TESTO

1843. Tranquillità   1

Seneca

Scegli pure questo o quel paese per essere tranquillo, troverai dappertutto motivi di distrazione. Ma il luogo non contribuisce molto se l'animo non si aiuta da sé.
Che serve infatti passare il mare o cambiare paese?
Se vuoi liberarti da quello che ti tormenta non occorre che tu sia altrove, ma che sii un altro.

dubbiocambiamentocambiare se stessiinterioritàcoscienza

3.5/5 (2 voti)

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1844. Innanzi a te   3

Come è bello Signore stare innanzi a te,
guardarti e sentirmi guardato,
parlarti e sentirti parlare,
ascoltarti e sentirmi ascoltato,
cercarti e trovarti,
amarti e sentirmi amare.
Come è bello Signore stare innanzi a te,
sapere che tu sei lì, in quel pezzo di pane,
sapere che passi i giorni interi e le notti,
chiuso in quel tabernacolo ad aspettare chi come me,
preso da tanti impegni, dimentica la cosa più importante,
la cosa più preziosa.
Come è bello Signore stare insieme a te.
Il mio cuore carico di peccati sembra scoppiare,
ma l'amore che esce da quel tabernacolo mi dà speranza,
mi dà la forza di rialzarmi,
mi dà il coraggio di chiederti perdono,
mi dà la gioia di gridare a tutti:
Come è bello Signore stare insieme a te.

adorazioneEucaristiarapporto con Diopreghiera

inviato da G. A., inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1845. Spera nel Signore

Padre Francesco Cordeschi

Nel deserto della mia vita, Signore,
hai voluto piantare la tua tenda.
Grazie!

Ogni giorno mi ripeto: Com'è possibile?
e continuamente nella mia carne risuona la voce:
non è opera tua!
Grazie!

Grazie perché dilati la mia terra,
perché fai germogliare il chicco della tua Parola,
perché fai scaturire l'acqua viva dalla roccia della mia vita,
perché rendi fertili i miei giorni.

L'anima mia ti magnifica Signore,
perché hai guardato la povertà della mia casa
abitandola con la tenda del tuo amore.

Aiutami sempre a caricarmi della tua tenda,
a spostarmi ogni giorno ascoltando solo la tua voce,
a fare spazio ai fratelli che cercano riparo,
a non attaccarmi ai recinti dell'uomo;
ma a cercare sempre lo spazio che tu prepari per me.

Se mi fermo aiutami, se sbaglio correggimi,
se sono stanco aspettami, se mi aggiusto rompimi.

Plasma la mia creta, io mi affido a Te,
fa' di me quello che ti pare.

Quando mi sento solo, in balia del vento e della tempesta
Con la mia tenda a brandelli, ripetimi:
Spera nel Signore, sii forte!

rapporto con Diopreghiera

inviato da Bianco Alessandro, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1846. Colloquio d'amore

Luigi di Blois, 1506-1566, abate benedettino

Signore, sono affamato di te!
Nutri questo mendicante
col flusso continuo della tua divinità.
Rallegrami con la presenza che tanto desidero della tua grazia.
Ecco la mia domanda, ecco il mio desiderio:
che il tuo amore che arde mi penetri interamente,
mi riempia e mi trasformi a sua immagine.

O luce che sempre brilla e non è mai oscurata, illuminami!
Fuoco che sempre brucia e non si estingue mai, abbracciami!
O amore, sempre ardente e che mai s'intiepidisce, assobrimi e trasformami in te!

O amato, donami di trovarti,
e poi tenerti e di stringerti forte a me
in un abbraccio spirituale.
Io ti desidero, sospiro verso di te.
Concediti a me,
unisciti intimamente alla mia anima
e inebriami con il vino del tuo amore.

O Gesù, fiore più bello
della più bella primavera;
vita eterna, vita che sei la mia vita
e senza la quale muoio;
vita che sei la mia gioia
e senza la quale piango;
amabile e dolce vita,
donami di essere unito
e di addormentarmi nella pace in te.

Abbatti, dolce Gesù,
l'odiosa muraglia della mia tiepida vita
e fa' che in tutta gioia e libertà,
io ti segua con un coraggio invincibile.
Fa' che si levi il vento violento
di una infinitamente ardente carità,
che mi precipiti in te così impetuosamente
da far sì che non abbia più altro respiro all'infuori di te.

ricerca di Diorapporto con Diopreghiera

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 28/07/2004

TESTO

1847. Scegli   3

Sant'Agostino, Io. Ep. tr. 10,3

L'amore non si divide. Scegli per te cosa amare: il resto verrà da sé.

sceglieresceltaamore

3.0/5 (1 voto)

inviato da Filippo Pomponi, inserito il 28/07/2004

RACCONTO

1848. Chi sono i santi?

Una maestra di una scuola materna aveva portato la sua classe a visitare una chiesa con le figure dei santi sulle vetrate luminose. A scuola il parroco damanda ai bambini: "Chi sono i santi?". Un bambino risponde: "Sono quelli che fanno passare la luce".

Stupenda definizione: i santi fanno passare la luce di Dio che continua ad illuminare la terra.

santità

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1849. Grazie, Signore, per tutto e per tutti

Pietro Lombardo

Grazie, Signore, per i fiori dei prati,
per il vento, per il mare,
per lo splendore dei campi di frumento.

Grazie, Signore, per il vero amore,
per i campi verdeggianti,
per l'aria, per il sole,
per l'azzurro del cielo,
per il tuo amore.

Grazie, Signore, perché sei con noi,
anche quando noi non siamo con te.

Grazie, Signore, per tutti coloro
che con la loro vita semplice,
con le loro azioni generose,
e con il sorriso dell'amore,
hanno ispirato in noi un desiderio di santità.

Per tutto questo e per tutto quello
che ancora non comprendiamo
ma che un giorno sapremo,
grazie Signore.

grazieringraziamentogratitudinecreato

5.0/5 (1 voto)

inviato da Marilena, inserito il 28/07/2004

TESTO

1850. La passione delle pazienze   2

Madeleine Delbrel, La gioia di credere, Gribaudi

La passione, la nostra passione, sì, noi l'attendiamo. Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo viverla con una certa grandezza.
Il sacrificio di noi stessi: noi non aspettiamo altro che ne scocchi l'ora.
Come un ceppo nel fuoco, così noi sappiamo di dover essere consumati. Come un filo di lana tagliato dalle forbici, così noi dobbiamo essere separati. Come un giovane animale che viene sgozzato, così noi dobbiamo essere uccisi.
La passione, noi l'attendiamo. Noi l'attendiamo, ed essa non viene.

Vengono, invece, le pazienze.
Le pazienze, queste briciole di passione, che hanno lo scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria, di ucciderci senza la nostra gloria.

Fin dal mattino esse vengono davanti a noi:
sono i nostri nervi troppo scattanti o troppo lenti,
E' l'autobus che passa affollato;
il latte che trabocca,
gli spazzacamini che vengono,
i bambini che imbrogliano tutto.
Sono gli invitati che nostro marito porta in casa e quell'amico che, proprio lui, non viene;
E' il telefono che si scatena;
quelli che noi amiamo e non ci amano più;
E' la voglia di tacere e il dover parlare,
E' la voglia di parlare e la necessità  di tacere;
E' voler uscire quando si è chiusi
e rimanere in casa quando bisogna uscire;
E' il marito al quale vorremmo appoggiarci
e che diventa il più fragile dei bambini;
E' il disgusto della nostra parte quotidiana,
E' il desiderio febbrile di tutto quanto non ci appartiene.

Così vengono le nostre pazienze, in ranghi serrati o in fila indiana, e dimenticano sempre di dirci che sono il martirio preparato per noi.
E noi le lasciamo passare con disprezzo, aspettando - per dare la nostra vita - un'occasione che ne valga la pena.
Perché abbiamo dimenticato che come ci son rami che si distruggono col fuoco, così ci son tavole che i passi lentamente logorano e che cadono in fine segatura.
Perché abbiamo dimenticato che se ci sono fili di lana tagliati netti dalle forbici, ci son fili di maglia che giorno per giorno si consumano sul dorso di quelli che l'indossano.
Ogni riscattto è un martirio, ma non ogni martirio èsanguinoso: ce ne sono di sgranati da un capo all'altro della vita.
E' la passione delle pazienze.

passionedolorecrocesofferenzapazienza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Chiara Pongetti, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1851. Signore aiutami a dire "sì"   1

Novello Pederzini

Ho paura a dirti di "sì", Signore.
Non so ancora che cosa vuoi e dove mi vuoi portare. Ho paura che tu mi voglia condurre proprio là dove io non voglio andare.
Ho paura che tu mi spinga per strade a me non gradite, di firmare una carta in bianco, di dirti un "sì" che poi reclama altri "sì"...
Mi fai paura, Signore, anche se sento di amarti.
Ho paura del tuo sguardo, perché esso è irresistibile. Ho paura della tua esigenza, perché sei un Dio geloso. Ho paura del tuo amore, perché sei troppo misterioso e impegnativo.
E con queste paure, mi dibatto in contraddizioni e in angosce a non finire.
Sono incerto sulle mie scelte, insicuro nelle mie decisioni, e sempre più insoddisfatto di ciò che sono e di ciò che faccio.
Ma che cosa vuoi da me, Signore?
Dio terribile, che cosa vuoi ancora?

Tu mi dici:
Piccolo, voglio ridimensionare la tua vita.
Fino ad ora, sei stato tu a decidere.
Più o meno, hai sempre fatto quello che volevi, e poi pretendevi che io ti seguissi, cercando una convalida alle tue decisioni.
Ma non puoi continuare così.
Devi capire che hai invertito le parti: hai giocato quel ruolo di protagonista che spetta gelosamente a Me.
Non lo debbo dire "sì" a te, ma tu a Me.
A me spettano l'iniziativa e tutte le scelte che ti riguardano.
Io devo essere il centro di ogni tua cosa e, soprattutto, del tuo cuore.
Mi devi seguire docilmente.
Mi devi consegnare la tua volontà.
Mi devi dare tutto.
Ho bisogno del tuo "sì", come ebbi bisogno del "sì" di Maria per venire, come uomo, sulla terra.
Dimmi un sì come me lo disse Lei: deciso, incondizionato, fidente, affettuoso.
Fidati di me.

Signore, aiutami a comprendere che tu non hai bisogno delle mie sufficienze; a capire che io non sono poi tanto importante e necessario.
Fammi capire che a nulla giova continuare a discutere, a contestare, a resisterti.
Infondimi forza e decisione perché possa aderire al tuo progetto.
E perché venga il tuo regno e non il mio, perché sia fatta la tua volontà e non la mia, aiutami a dire "Si", ma subito,
e con amore.

abbandono in Diorapporto con Dioabbandonovocazionechiamataprogetto di Dio

3.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lollo, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1852. Fu così che ti trovai

Chiara Lubich, Scritti Spirituali vol. 2

Quando si parla d'amore, Signore, forse gli uomini pensano ad una cosa sempre uguale. Ma quanto è vario l'amore! Ricordo che quando t'ho incontrato non mi preoccupavo d'amarti. Forse perché eri tu che mi hai incontrato e tu stesso pensavi a riempire il mio cuore.

Ricordo che alle volte ero tutta fiamma, anche se il fardello della mia umanità mi dava noia e avevo l'impressione di trascinare il peso. Allora, già d'allora per grazia tua, capivo un po' chi ero io e chi tu, e vedendo quella fiamma come un dono tuo.

Poi mi hai indicato una via per trovarti.«Sotto la croce, sotto ogni croce - mi dicevi - ci sono io. Abbracciala e mi troverai». Me l'hai detto molte volte e non ricordo le argomentazioni che adducevi. So che mi hai convinta.

Allora, al sopravvivere d'ogni dolore, pensavo a te, e con volontà ti dicevo il mio sì... Ma la croce restava il buio che incupiva l'anima, lo strazio che la dilaniava, o altro... Quante sono le croci della vita! Ma tu, più tardi, mi hai insegnato ad amarti nel fratello e allora, incontrato il dolore, non mi fermavo ad esso, ma accettatolo, pensavo a chi mi stava accanto, dimentica di me, E dopo pochi istanti, tornata in me, trovavo il mio dolore dileguato. Così per anni e anni: ginnastica continua della croce, ascetica dell'amore. Sono passate tante prove e tu lo sai: tu che conti i capelli del mio capo, le hai annoverate nel tuo cuore. Ora l'amore è un altro: non è solo volontà.

Lo sapevo che Dio è Amore, ma non lo credevo così.

ricerca di Diotrovare Diorapporto con Diodoloresofferenzacroce

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lollo, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1853. T'ho trovato

Chiara Lubich, Scritti spirituali, vol. 1

T'ho trovato in tanti luoghi, Signore!
T'ho sentito palpitare nel silenzio altissimo d'una chiesetta alpina,
nella penombra del tabernacolo
di una cattedrale vuota,
nel respiro unanime d'una folla
che ti ama e riempie
le arcate della tua chiesa di canti e d'amore.
T'ho trovato nella gioia,
ti ho parlato al di là del firmamento stellato,
mentre a sera, in silenzio,
tornando dal lavoro a casa.
Ti cerco e spesso ti trovo.
Ma dove sempre ti trovo è nel dolore.
Un dolore un qualsiasi dolore
è come il suono della campanella
che chiama la sposa di Dio alla preghiera.
Quando l'ombra della croce appare,
l'anima si raccoglie
nel tabernacolo del suo intimo
e scordando il tintinnio della campana
ti «vede» e ti parla.
Sei Tu che mi vieni a visitare.
Sono io che ti rispondo:
«Eccomi Signore, te voglio, te ho voluto».
E in quest'incontro l'anima non sente il dolore,
ma è come inebriata del tuo amore:
soffusa di te, impregnata di te: io in te, tu in me,
affinché siamo uno.
E poi riapro gli occhi alla vita,
alla vita meno vera,
divinamente agguerrita,
per condurre la tua guerra.

ricerca di Diotrovare Diorapporto con Diodoloresofferenzacroce

5.0/5 (2 voti)

inviato da Anna Lollo, inserito il 28/07/2004

TESTO

1854. Dio si è fatto bambino   1

Mons. Klaus Hemmerle

Quando un bambino si perde va a finire dove non è di casa. Sì, a Natale Dio si è perduto - non solo come un bambino, ma da bambino - là dove non era "di casa". Non è rimasto nella chiusa beatitudine del suo cielo o dentro lo spazio della nostra devozione, ma si è perduto per i piccoli e i poveri, per coloro che sono malati e in lutto, per i peccatori, per coloro che noi riteniamo lontani da Dio, di cui pensiamo che non abbiano niente a che fare con lui.

Dio si è perduto là dove si è perduto il figliol prodigo, lontano dalla casa paterna, per poi tornare dal Padre, in lui e con lui.

Dio si è perduto come un bambino, solo non si è trattato di un errore, ma dell'azione più divina che Dio potesse fare. Dio è il Dio di tutti o non è Dio. Dio è il Dio dei piccoli e dei lontani o non è Dio. Troviamo Dio là dove si è "perduto" o non lo troviamo affatto.

"Fatti trovare dove tu, Dio, ti sei perduto come un bambino. Sì, lascia che diveniamo noi stessi bambino, nel quale tu ti perdi per gli altri, per tutti!".

DioGesù bambinonataleincarnazionemisericordia di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lollo, inserito il 28/07/2004

TESTO

1855. Vegliare o sorvegliare

Jacques Leclerc

Il nostro Dio è un Dio che veglia e non che sorveglia. Si sorveglia infatti in nome della legge, mentre si veglia in nome della tenerezza.

leggetenerezza di Diorapporto con Dioamoreaffetto

inviato da Luciano Cantini, inserito il 28/07/2004

TESTO

1856. Passato, presente, futuro   1

Finché abbiamo ricordi, il passato dura.
Finché abbiamo speranze, il futuro attende.
Finché conosco persone come te,
il presente vale la pena di viverlo.

amicizia

inviato da Giulia, inserito il 28/07/2004

TESTO

1857. L'amicizia

Non lasciar crescere l'erbaccia sul cammino dell'amicizia.
L'amicizia fa nascere la gioia in un deserto di solitudine.
Un gesto di amore moltiplica gli amici.
L'amicizia è come il sole, come luce che illumina la vita.

amicizia

inviato da Giulia, inserito il 28/07/2004

RACCONTO

1858. Arriva Dio!   3

Un giorno un uomo "single" venne a sapere che Dio stava per venire a trovarlo. «Da me?», si preoccupò. «Nella mia casa?». Si mise a correre affannato attraverso tutte le camere, salì e scese per le scale, si arrampicò fin sul tetto, si precipitò in cantina. Vide la sua casa con altri occhi, adesso che doveva venire Dio.

«Impossibile! Povero me!», si lamentava. «Non posso ricevere visite in questa indecenza. E' tutto sporco! Tutto pieno di porcherie. Non c'è un solo posto adatto per riposare. Non c'è neppure aria per respirare». Spalancò porte e finestre.

«Fratelli! Amici!», invocò. «Qualcuno mi aiuti a mettere in ordine! Ma in fretta!». E cominciò a spazzare con energia la sua casa. Attraverso la spessa nube di polvere che si sollevava, vide uno che era venuto a dargli aiuto. In due era più facile. Buttarono fuori il ciarpame inutile, lo ammucchiarono e lo bruciarono. Si misero in ginocchioni e strofinarono vigorosamente le scale e i pavimenti. Ci vollero molti secchi d'acqua, per pulire tutti i vetri. Stanarono anche la sporcizia che si annidava negli angoli più nascosti.

«Non finiremo mai!», sbuffava l'uomo. «Finiremo!», diceva l'altro, con calma. Continuarono a lavorare, fianco a fianco, per tutto il giorno. E, finalmente, la casa pareva messa a nuovo, lustra e profumata di pulito.

Quando scese il buio, andarono in cucina e apparecchiarono la tavola. «Adesso», disse l'uomo, «può venire il mio Visitatore! Adesso può venire Dio. Dove starà aspettando?». «Io sono già qui!», disse l'altro, e si sedette al tavolo. «Siediti e mangia con me!».

Dio non ci lascia mai soli nel compito di «far pulizia» nella nostra casa-anima. E' con noi, dalla nostra parte. Ci incoraggia con la sua parola, ci affianca e agisce con la sua grazia. Il sacramento della Riconciliazione è opera contemporaneamente di Dio e del cristiano, che si incontrano per star bene insieme e «mangiare alla stessa tavola».

confessionericonciliazionepeccatorapporto con Diomisericordia di Dioattesaperdonoperdono di dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Cecilia Leone, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1859. Seguire... come Pietro

Roberto Laurita

Mi pare di essere uno specialista nel mio settore.
Ho compiuto un percorso di formazione,
ho raggiunto una certa competenza,
ho accumulato una buona dose di esperienza.
Eppure devo ammettere
che molte volte mi trovo a mani vuote.

Ho faticato invano, ho lavorato tutta la notte,
ho speso tutte le energie che avevo a disposizione.
Perché allora, Signore,
non sono arrivati i frutti che avevo cercato e previsto?
Perché le cose non sono andate
come desideravo e speravo?

Forse tu mi chiedi, proprio come a Pietro,
di darti fiducia, di gettare le reti quando lo dici tu.
A ragionare a modo nostro si stenta a credere
che il figlio del falegname
possa dare consigli utili a un pescatore di mestiere,
che si muove da una vita
tra il lago, le barche e le reti.

Eppure, Signore, io non voglio tornare a mani vuote.
Non mi resta che ascoltarti:
solo tu puoi fare di me un pescatore di uomini.

vocazioneumiltàrapporto con Dio

inviato da Antonio Pinizzotto, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

1860. Seguimi   1

Quando ti ho incontrato e mi hai detto: "Seguimi",
non sapevo quello che avrei vissuto venendoti dietro;
non sapevo quello che avrei dovuto lasciare
e quello che in cambio mi avresti dato.
Quando ti ho incontrato,
l'unica cosa era volerti amare,
perché intuivo che eri l'Amore,
e che avevi dato la tua vita:
nessuno per me l'aveva mai fatto!
Quando ti ho incontrato,
anche il dolore sembrava meno faticoso da accettare,
forse perché, per grazia tua,
capivo appena che era l'amore con cui ti amavo.
Ora che vivo con te, che vivo di te,
sembra che la vita abbia un altro senso,
quello di chi, sperimentato l'amore, ha un solo desiderio:
essere te, per amare come te l'umanità.
E tu mi fai così,
dolce mistero della tua misericordia,
che solo l'umile cuore di chi sa che è solo un dono tuo,
riesce ad accogliere, a custodire, a vivere.
Offrirti al Padre, in quel pane e in quel vino,
come in quel giorno a lui ti sei offerto
su di una croce.
Offrirti all'uomo, che cerca, soffre,
non vede, spesso non capisce,
eppure sente palpitare dentro di sé
il desiderio di unirsi a te.
Quando ti ho incontrato,
ti ho seguito perché eri Amore.
Ora sono qui, davanti a te,
scompaiono i dolori, le gioie, i dubbi, le certezze,
la paura, l'entusiasmo, e resti tu, solo tu...
e la vita sarà sempre così.

vocazionesequelasacerdoziochiamatarapporto con Dio

inviato da Antonio Pinizzotto, inserito il 28/07/2004

Pagina 93 di 144