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PREGHIERA
1481. Eterno è il suo amore per noi
Poter dire anche noi, ognuno di noi:
egli si è degnato di chiamarci alla vita,
chiamando ciascuno per nome:
eterno è il suo amore per noi.
E ci ha dato una mente e un cuore,
e occhi e mani, e sensi;
e la donna ha dato a perfezione dell'uomo:
eterno è il suo amore per noi.
E pur se provati da mali e sventure,
potati come vigne d'inverno,
visitati dalla morte,...
almeno qualcuno riesca a dire:
eterno è il suo amore per noi.
Che tutti gli umiliati e offesi del mondo,
questo immenso oceano di poveri,
possano un giorno insieme urlare:
eterno è il suo amore per noi.
inviato da Suor Cristina Giustozzi, inserito il 07/05/2002
PREGHIERA
Quando trovi chiusa
la porta del mio cuore,
abbattila ed entra:
non andare via, Signore.
Quando le corde della mia chitarra
dimenticano il tuo nome,
ti prego, aspetta:
non andare via, Signore.
Quando il tuo richiamo
non rompe il mio torpore,
folgorami con il tuo dolore:
non andare via, Signore.
Quando faccio sedere altri
sul tuo trono,
o re della mia vita:
non andare via, Signore.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 07/05/2002
PREGHIERA
Mentre incosciente ti ferivo
scoprivo ch'eri accanto a me.
Lottando inutilmente contro te
sentivo ch'eri tu il mio Signore.
Derubando del mio tributo il tuo onore
vedevo crescere il mio debito con te.
Nuotavo contro corrente di tua vita
solo per sentire la forza del tuo amore.
Per nascondermi da te
ho spento la mia luce,
ma tu m'hai sorpreso con le stelle.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 07/05/2002
PREGHIERA
Danzate, ovunque voi siate, dice Dio,
perché io sono il Signore della danza:
io guiderò la danza di tutti voi.
Dovunque voi siate,
io guiderò la danza di tutti voi.
Io danzavo
il primo mattino dell'universo,
io danzavo circondato dalla luna,
dalle stelle e dal sole,
disceso dal cielo danzavo sulla terra
e sono venuto al mondo a Betlemme.
Io danzavo per lo scriba e il fariseo,
ma essi non hanno voluto seguirmi;
io danzavo per i peccatori,
per Giacomo e per Giovanni,
ed essi mi hanno seguito
e sono entrati nella danza.
Io danzavo il giorno di sabato,
io ho guarito il paralitico,
la gente diceva che era vergogna.
Mi hanno sferzato
mi hanno lasciato nudo
e mi hanno appeso ben in alto
su una croce per morirvi.
Io danzavo il Venerdì,
quando il cielo divenne tenebre.
Oh, è difficile danzare
con il demonio sulle spalle!
Essi hanno sepolto il mio corpo
e hanno creduto che fosse tutto finito,
ma io sono la danza
e guido sempre il ballo.
Essi hanno voluto sopprimermi
ma io sono balzato ancora più in alto
perché io sono la Vita
che non può morire:
e io vivrò in voi e voi vivrete in me
perché io sono, dice Dio,
il Signore della danza.
pasquarisurrezionegioiatestimonianza
inviato da Stefania Raspo, inserito il 06/05/2002
RACCONTO
Martin Buber, Il cammino dell'uomo
Un giorno in cui riceveva degli ospiti eruditi, Rabbi Mendel di Kozk li stupì chiedendo loro a bruciapelo: ”Dove abita Dio?”. Quelli risero di lui. “Ma che vi prende? Il mondo non è forse pieno della sua gloria?”. Ma il Rabbi diede lui la risposta alla domanda: “Dio abita dove lo si lascia entrare”.
Ecco ciò che conta in ultima analisi: lasciar entrare Dio. Ma lo si può lasciar entrare solo là dove ci si trova e dove ci si trova realmente, dove si vive e dove si vive una vita autentica.
Se instauriamo un rapporto santo con il piccolo mondo che ci è affidato, se, nell’ambito della creazione con la quale viviamo, noi aiutiamo la santa essenza spirituale a giungere a compimento, allora prepariamo a Dio una dimora nel nostro luogo, allora lasciamo entrare Dio.
rapporto con Dioincontrare Dioconversione
inviato da Stefania Raspo, inserito il 06/05/2002
RACCONTO
Un giovane e ambizioso cavaliere era noto per la vita dissoluta e sfrenata. Un buon frate cercò di farlo riflettere sui rischi che avrebbe corso presentandosi con l'anima così carica di peccati all'ultimo giudizio del Signore.
"Non ho nessuna paura" rispose sprezzante il cavaliere. "So che il Signore è buono e misericordioso. Poco prima di morire pronuncerò tre prole che mi garantiranno la salvezza eterna. Dirò: Gesù, pietà, perdonami".
Il frate scosse la testa e il cavaliere, ridendo, riprese la sua vita depravata.
Un giorno, durante un terribile temporale, cavalcava a spron battuto sulle rive di un fiume gonfio d'acqua. Non voleva mancare ad una festa. Un fulmine spaventò il cavallo che lo disarcionò e lo fece piombare nella violenta corrente del fiume.
Le ultime tre parole del cavaliere, prima di morire, furono: "Crepa bestiaccia infame!".
inviato da Patrizia Traverso, inserito il 06/05/2002
TESTO
Quand'ero giovane ero un rivoluzionario e tutte le mie preghiere erano: "Signore, dammi la forza di cambiare il mondo!".
Verso la mezza età, modificai la mia preghiera: "Signore, dammi la grazia di cambiare tutti quelli che vengono in contatto con me. Anche solo la mia famiglia e i miei amici e sarò contento".
Ora, avanti negli anni, costatando che la vita passa senza poter cambiare nulla, prego: "Signore, fa' che cambi me stesso!".
Avessi sempre e soltanto pregato così! Se avessi sempre pregato così, avrei cambiato il mondo.
conversionecambiamentomiglioramentonon giudicareamoreaccoglienzagiudizio
inviato da Stefania Raspo, inserito il 06/05/2002
TESTO
1488. Passa tranquillamente (versione breve)
Passa tranquillamente
tra il rumore e la fretta,
e ricorda quanta pace
può esserci nel silenzio.
Dì la verità con calma e chiarezza;
ascolta gli altri:
anche i noiosi ed ignoranti
hanno una storia da raccontare.
Gioisci dei tuoi risultati
così come dei tuoi progetti.
Sii prudente nei tuoi affari
perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non accechi la tua capacità
di distinguere la virtù:
molte persone lottano per grandi ideali
e dunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso.
Soprattutto non fingere negli affetti
e neppure sii cinico riguardo all'amore;
poiché a dispetto
di tutte le aridità e disillusioni,
esso è perenne come l'erba.
Sii in pace con Dio,
comunque tu lo concepisca,
conserva la pace con la tua anima pur
nella rumorosa confusione della vita.
pace interioreinterioritàserenitàcalmasaggezza
inviato da Filippa Castronovo, inserito il 06/05/2002
TESTO
Henri J. M. Nouwen, Pane per il viaggio
Ciascuno di noi ha una missione nella vita. Gesù prega il Padre per i suoi seguaci, dicendo: «Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo» (Giovanni 17,18). Di rado ci rendiamo pienamente conto che siamo mandati per adempiere i compiti che Dio ci ha dato.
Agiamo come se fossimo noi a scegliere come, dove e con chi vivere. Agiamo come se fossimo gettati allo sbaraglio nella creazione e dovessimo decidere come passare il tempo finché moriremo. Ma siamo stati mandati nel mondo da Dio, proprio come Gesù.
Quando cominciamo a vivere con questa convinzione la nostra vita, scopriamo subito che cosa siamo stati mandati a fare.
vocazionemissionetestimonianzaprogetto di Dio
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 05/05/2002
PREGHIERA
1490. Bramo la tua voce, o Dio
Quando mi fermo
stanco sulla lunga strada
e la sete mi opprime sotto il solleone;
quando mi punge la nostalgia di sera
e lo spettro della notte copre la mia vita,
bramo la tua voce, o Dio,
sospiro la tua mano sulle spalle.
Fatico a camminare
per il peso del cuore
carico dei doni che non ti ho donati.
Mi rassicuri la tua mano nella notte,
la voglio riempire di carezze,
tenerla stretta:
i palpiti del tuo cuore
segnino i ritmi del mio pellegrinaggio.
stanchezzapresenza di Diofedefiduciaricerca di Dio
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 05/05/2002
RACCONTO
1491. L'occhio del falegname 5
Bruno Ferrero, Cerchi nell'acqua
C'era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l'assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.
La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri.
Uno prese la parola: "Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra".
Un altro intervenne: "Non possiamo tenere fra noi sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca".
"Fratel Martello - protestò un altro - ha un caratteraccio pesante e violento. Lo definirei un picchiatore. E' urtante il suo modo di ribattere continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo!".
"E i Chiodi? SI può vivere con gente così pungente? Che se ne vadano. E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d'essere sembra quella di graffiare il prossimo!".
Così discutevano, sempre più animosamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il martello voleva espellere la lima e la pialla, questi volevano a loro volta l'espulsione di chiodi e martello, e così via. Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti.
La riunione fu bruscamente interrotta dall'arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro. L'uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente, sorella Raspa che dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia, entrarono in azione subito dopo.
Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere pungente e il Martello che picchia e batte.
Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere. Per accogliere la Vita.
Dio ci guarda con l'occhio del falegname.
occhi di Dio su di noiamore di Diocorrezione fraternaconvivere
inviato da Stefania Raspo, inserito il 05/05/2002
PREGHIERA
Signore, perché avessimo la luce
ti facesti luce,
perché non rimanessimo soli
soffristi la solitudine,
perché avessimo la vita
provasti la morte.
Ci basta, Signore, vederci simili a te
e offrire con il tuo il nostro dolore,
sicuri di vivere con te per sempre.
Anche dentro i nostri sepolcri tu hai messo un tesoro.
Fa' che li scopriamo, Signore e li portiamo alla luce.
Signore, tu entri in ogni sepolcro
per seminarvi la vita.
Grazie, di aver accettato di essere sepolto
nelle nostre paure, nelle nostre angosce,
nelle mille tristezze perché scoprissimo
in ogni sofferenza un modo per maturare nella vita
e arrivare alla felicità vera.
inviato da Stefania Raspo, inserito il 05/05/2002
PREGHIERA
1493. La spiritualità della strada
Signore, insegnami che la vita è un cammino,
non lo sterile adeguamento a regole prefissate,
né la trasgressione senza esito.
Insegnami l'attenzione alle piccole cose,
al passo di chi cammina con me
per non fare più lungo il mio,
alla parola ascoltata perché non cada nel vuoto,
agli occhi di chi mi sta vicino
per indovinare la gioia e dividerla,
per indovinare la tristezza
e avvicinarmi in punta di piedi,
per cercare insieme la nuova gioia.
Signore, insegnami che la mia vita è un cammino,
la strada su cui si cammina insieme,
nella semplicità di essere quello che si è,
nella serenità dei propri limiti e peccati,
nella gioia di aver ricevuto tutto da te nel tuo amore.
Signore, insegnami che la mia vita è un cammino con te,
per imparare, come te, a donarmi per amore.
Tu, che sei la strada e la gioia.
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
PREGHIERA
1494. Preghiera dell'animatore
O Dio nostro Padre
Signore della vita, Padre, Figlio e Spirito dell'amore
ci siamo accostati alla tua presenza
manifesta e nascosta in tanti nostri giovani amici
e come a Mosè dinanzi al roveto chiedesti di togliersi i calzari
perché il luogo nel quale si trovava era terra sacra, abitata da te,
così chiedi a noi ancora di toglierci i calzari dinanzi ad ogni giovane
e riconoscere così la tua inesauribile e imprevedibile presenza.
Riconosciamo che tu, Dio Padre, hai sempre avuto cura di noi,
da sempre hai intessuto con noi una relazione d'amore
che tante volte ci ha sorpresi e inquietati,
raccolti e coccolati, sostenuti e trasformati,
ma non sempre, scoperto il tesoro che era in noi,
abbiamo saputo raccoglierlo e restituirlo.
Signore Gesù,
tu hai scelto di essere un Dio inginocchiato
davanti alla tua creatura nel gesto della lavanda dei piedi,
aiutaci a comprendere la potenza trasformante
che scaturisce da questa tua tenerezza.
Avvolti e condotti dalla dolcezza di questo tuo amore,
insegnaci a incontrare, a sorprendere ogni giovane,
tanto da ingenerare in lui il "dubbio"
di essere qualcuno a cui voler bene, di essersi lasciato voler bene.
Spirito dell'amore,
donaci di diventate tessitori sapienti e pazienti di incontri,
servi senza pretese, amanti del tempo che Dio muove incontro a ciascuno
e che ciascuno prende per muoversi
e tornare incontro al Dio suo Padre.
E quando i tuoi ragazzi e i tuoi giovani, Signore,
diventati "grandi" prenderanno congedo da noi,
incamminandosi ognuno per la propria strada,
proprio allora noi, non tristi,
li guarderemo allontanarsi per strade diverse,
in quel momento sapremo di aver contribuito
alla possibilità di raggiungere ognuno se stessi e te,
Dio, Signore di ogni vita.
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
PREGHIERA
1495. Preghiera del Pellegrino della montagna 1
Signore Gesù
che dalla casa del Padre
sei venuto a piantare la tua tenda
in mezzo a noi;
tu che sei nato nell'incertezza
di un viaggio
ed hai percorso tutte le strade,
quella dell'esilio.
quella dei pellegrinaggi,
quella della predicazione:
strappami all'egoismo e
dalla comodità,
fa di me un pellegrino.
Signore Gesù,
che hai preso così spesso
il sentiero della montagna
per trovare il silenzio,
e ritrovare il Padre;
per insegnare ai tuoi apostoli
e proclamare le beatitudini;
per offrire il tuo sacrifìcio,
inviare i tuoi apostoli
e far ritorno al Padre:
attirami verso l'alto,
fa di me un pellegrino
della montagna.
Come San Bernardo,
devo ascoltare la tua parola,
devo lasciarmi scuotere
dal tuo amore.
A me, continuamente tentato
di vivere tranquillo.
domandi di rischiare la vita,
come Abramo, con un atto di fede;
a me, continuamente tentato
di sistemarmi definitivamente,
chiedi di camminare nella speranza,
verso di te,
cima più alta,
nella gloria del Padre.
Signore,
mi creasti per amore, per amare:
fa' ch'io cammini,
ch'io salga, dalle vette, verso di te,
con tutta la mia vita,
con tutti i miei fratelli,
con tutto il creato
nell'audacia e nell'adorazione.
Cosi sia.
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inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
TESTO
1496. Dio si prenderà cura di voi 1
Tu ci dai la convinzione che noi non siamo soli in questo universo. Al di sotto e al di sopra delle sabbie mobili del tempo, delle incertezze che oscurano i nostri giorni e delle vicissitudini che offuscano le nostre notti, ci sei tu, Dio sapiente e amoroso. Il tuo illimitato amore ci sorregge e ci contiene come un immenso oceano contiene e sorregge le piccole gocce di ogni onda. Con la pienezza di una marea tu muovi eternamente verso di noi, cercando di colmare le piccole insenature e baie della nostra vita con illimitate risorse.
Ogni uomo che trova questo sostegno cosmico può camminare per le vie maestre della vita senza il travaglio del pessimismo e il peso di morbose paure.
"Dio si prenderà cura di voi": questa fede trasformerà il turbine della disperazione in una calda e vivificante brezza di speranza.
Le parole di un motto che nella passata generazione si trovavano sulle pareti delle case delle persone, devono essere impresse nei nostri cuori: "La paura ha bussato alla porta. La fede ha risposto: non c'è nessuno là fuori".
abbandonofedefiduciaprovvidenza
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
TESTO
1497. Qualcosa per cui valga la pena di vivere
L'uomo non riesce a trattenere il suo amaro e struggente desiderio di sapere se la vita sia soltanto una serie di momentanei processi fisiologici, di desideri e sensazioni che scorrono come i granelli in una clessidra che segna il tempo una volta sola. Si domanda se la vita è soltanto un miscuglio di fatti privi di rapporti reciproci. Non esiste un'anima sulla terra che non si sia resa conto che la vita è tetra se non si rispecchia in qualcosa che possa durare. Vogliamo tutti convincerci che esiste qualcosa per cui valga la pena di vivere.
senso della vitaricerca di sensovitaprogetto
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
TESTO
1498. Lettera del Capo Indiano Sealth
Capo indiano Sealth della tribù Duwanish
Il grande capo che sta a Washington ci manda a dire che egli desidera acquistare la nostra terra. Come si può comprare o vendere il cielo - il calore della terra? La cosa ci sembra strana. Noi non siamo proprietari della purezza dell'aria, dello scintillio delle acque. Come si può comprare tutto questo da noi. Ogni angolo di questa terra è sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni spiaggia sabbiosa, ogni bruma nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro nella memoria e nell'esperienza del mio popolo. Noi sappiamo che l'uomo bianco non capisce i nostri motivi. Una porzione di terra è eguale a qualsiasi altra per lui, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualsiasi cosa di cui abbia bisogno. La terra no è sua sorella, ma sua nemica, e quando l'ha acquistata, l'abbandona. Egli lascia la tomba di suo padre e il luogo dove i suoi figli sono nati viene dimenticato.
Non ci sono posti quieti nella città dell'uomo bianco. Nessun posto dove sentire lo struscio delle foglie primaverili o il frusciare delle ali degli insetti. Ma forse io sono un selvaggio e non capisco. Ma che senso ha la vita se un uomo non può sentire il piacevole gridare del succiacapre o il gracidare della rana di notte attorno allo stagno?
I bianchi pure passeranno - forse più presto di altre tribù. Continuate a contaminare il letto dove vivete e una notte, quando i bufali saranno stati tutti massacrati, i cavalli selvaggi tutti domati, i più segreti angoli della foresta saranno appesantiti dal lezzo di molti uomini, e i panorami delle fertili colline sfigurati dalle linee dei fili che portano parole, soffocherete nei vostri rifiuti. Dove sarà la selva? Sparita. Dove sarà l'aquila? Sparita. Che senso avrà dire addio al rondone e alle cacce se non la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza?
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
TESTO
Leo Buscaglia, Vivere amare capirsi
Abbiamo paura di vivere la vita, e perciò non facciamo esperienze, non vediamo. Non sentiamo. Non rischiamo! Non prendiamo a cuore nulla! Non viviamo... perché la vita significa essere coinvolti attivamente. Vivere significa sporcarvi le mani. Vivere significa buttarvi con coraggio. Vivere significa cadere e sbattere il muso. Vivere significa andare al di là di voi stessi... tra le stelle!
Ma dovete decidere voi, per voi stessi. "Cosa significa per me la vita?" Sono convinto che se ogni giorno dedicassimo a pensare alla vita e a vivere e ad amare lo stesso tempo... no, un quarto del tempo che dedichiamo a preparare i pasti, saremmo incredibili!
Ma la vita ha un modo meraviglioso per risolvere questo problema. Per me è sempre affascinante perché, quando la vita non viene vissuta, esplode in noi. E' come cercare di bloccare il coperchio di una pentola che bolle. Succederà qualcosa, ne sono convinto. Finirete per piombare nella paura, nella sofferenza, nella solitudine, nella paranoia o nell'apatia. Tutti segni del fatto che non state vivendo! Quindi, se avvertite uno di questi sintomi, rimboccatevi le maniche e dite: "Ora devo vivere". Nell'attimo in cui incominciate a lasciarvi coinvolgere nella vita, il vapore fuoriesce, e siete salvi. Non è facile: ma la vita ci fa sapere che deve essere vissuta. Meraviglioso!
Perché c'è la morte? Io non so perché c'è la morte. Perché c'è la sofferenza? Vorrei che non ci fosse, ma non so perché c'è. Se passassi la vita a cercare le risposte a questi interrogativi, non vivrei mai.
Però a quelli che vengono da me dico che so qualcosa della vita. C'è una cosa chiamata gioia, perché io l'ho provata. E c'è una cosa chiamata follia meravigliosa, perché l'ho vissuta. E so che c'è una cosa chiamata amore perché ho amato. E so che c'è una cosa chiamata estasi perché ho conosciuto l'estasi. E so anche - perché ho conosciuto gente che ne ha fatto l'esperienza - che c'è una cosa chiamata rapimento. Oh, mi piace questa parola, "rapimento"! Cercate il rapimento! Mi rifiuto di morire fino a quando non avrò imparato che cos'è!
Perché uno si comporti così, bisogna che faccia molte scelte. Una delle più importanti è "scegliere se stesso".
Scegliete voi stessi.
Finitela di odiarvi. Finitela di buttarvi giù. Abbracciatevi e dite: "Sai, va bene così! Starai perdendo i capelli, ma sei tutto ciò che ho!".
Quando vi riconciliate con le vostre debolezze, ce l'avete fatta! Non sono enormi, sono soltanto una piccola parte di voi.
Dovete scegliere voi stessi. Sono sicuro che coloro che si tolgono la vita, che non vivono, sono soprattutto coloro che non hanno rispetto per se stessi. Non so quando è stata l'ultima volta che qualcuno ha detto questo, ma voglio sottolinearlo: Voi siete un miracolo.
senso della vitaricerca di sensosuicidiomortevitaprogettostuporeaccettazione di séottimismosperanza
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
TESTO
Esiste un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale la spesa di essere vissuta o meno, è rispondere alla questione fondamentale della filosofia. Il resto, per esempio se il mondo ha tre dimensioni, se lo spirito ha nove categorie o dodici, sono questioni secondarie. Sono gioco. In compenso vedo molte persone che muoiono perché giudicano che la vita non è degna di essere vissuta. Il senso della vita è il problema più urgente.
senso della vitaricerca di sensosuicidiomortevitaprogetto
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002