Quando hai bisogno, Qumran ti dà una mano, sempre.
Ora Qumran ha bisogno di te.
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Hai cercato strade
Hai trovato 106 ritagli
TESTO
Solo lo sciocco percorre correndo il cammino della vita,
senza soffermarsi ad osservare le bellezze del creato.
Senza soffermarsi a gustare la grandezza del creato.
Sto cercando Dio,
e non lo riesco a trovare in chiese o moschee;
in libri scritti da uomini;
in religioni codificate e, pertanto, mediate da uomini.
Come posso accettare di credere
nella maniera in cui qualcuno mi sta dicendo,
se quel qualcuno è indeciso come me,
è un essere finito come me?
Come può un essere finito come me
pretendere d'aver capito l'infinità di Dio
cercando di spiegarmela in modo finito?
Dio si manifesta nell'infinità di ciò che ha creato.
infinità che ha poi farcito con cose ed esseri finiti.
Ed è così per l'uccello.
Per tutta la lunghezza della sua vita
potrà cercare di volare sempre più in alto,
ma non troverà mai il tetto .
Potrà spingersi sempre più in là,
ma non troverà mai il muro della fine.
Potrà trovare un ostacolo nell'alta montagna,
ma se riesce ad alzarsi di più,
potrà continuare a volare libero fino alla fine dei suoi giorni.
Ed è così per il pesce.
Per tutta la durata della sua vita
potrà continuare a nuotare senza trovare la secca .
Potrà finire nella secca, ma non è il limite del mondo.
E' solo il limite della sua vita.
Potrà trovare acque a lui meno congeniali.
Più calde, più fredde, più dolci, più salate,
ma, se riesce ad adattarsi,
potrà nuotare libero fino alla fine dei suoi giorni.
potrà nuotare libero fino alla fine dei suoi giorni.
Ed è così per qualsiasi altro animale della terra.
Se non viene costretto dall'uomo in recinti o steccati,
può scorrazzare in lungo ed in largo
per tutta la durata della sua vita. Senza limiti.
Ma il pesce, l'uccello e gli altri animali,
non si pongono il problema dell'infinità di Dio.
Non cercano di capirla.
Non cercano di spiegarla.
L'accettano naturalmente.
E questo è il loro modo di ringraziare Dio.
L'uomo no!
L'uomo, a cui è stata data intelligenza
per conservare e sviluppare in modo finito
le bellezze dell'infinità create,
non si adatta.
Pretende di capire e spiegare l'infinità
attraverso la sua intelligenza limitata, finita.
E allora ha cominciato a cercare dove il mondo finisce.
Ma, pur continuando a camminare,
vedeva sempre davanti a sé la stessa distanza
che il suo occhio gli consentiva di vedere.
E ha trovato l'acqua.
Ma, pur accorgendosi di poter galleggiare,
non riusciva ad andare troppo lontano.
E si convinse che la fine era dove finiva l'acqua.
E costruì zattere, piroghe, barche, navi.
Ma, per quanto costruisse imbarcazioni sempre più attrezzate,
sempre più adatte ad affrontare ogni insidia e difficoltà,
si accorse che alla fine del fiume c'era il mare.
E poi l'oceano immenso.
Ma, per quanto navigasse,
riusciva a vedere intorno a sé solo acqua.
E poi qualcuno trovò terre lontanissime.
Ma l'uomo scoprì amaramente che non erano la fine del mondo.
Il mondo continuava ancora.
E l'uomo vedeva sempre davanti a sé la stessa distanza
che i suoi occhi gli consentivano di vedere.
E allora l'uomo disse:
E' chiaro che la fine del mondo non può essere sulla terra dove vivo.
Certamente Dio l'ha messa dove io non posso arrivare. In alto! "
E allora si ingegnò.
Studiò gli uccelli
e cominciò a costruire qualcosa che si alzasse da terra.
E lo continuò a perfezionare.
Volò sempre più velocemente,
sempre più lontano, sempre più alto.
Raggiunse altri mondi e tanti altri ne raggiungerà.
Ma ogni volta s'accorgerà che, per quanto voli alto e lontano,
vedrà sempre davanti a sé la stessa distanza
che i suoi occhi gli consentiranno di vedere.
Ed ogni volta che costruirà qualcosa per guardare sempre più lontano,
s'accorgerà che, dietro, c'è un'immensità sempre più grande.
E per quanto cercherà di conoscere cose,
si renderà conto di quante altre non conosce.
Perché qualsiasi cosa l'uomo costruisca,
case, strade, macchine,
sono sempre cose finite, con confini ben precisi.
E qualsiasi tipo di computer riuscirà a costruire,
e di qualsiasi sofisticata memoria riuscirà a dotarlo
per scoprire ed immagazzinare notizie e conoscenze
che la mente umana, da sola, mai sarebbe in grado di fare,
s'accorgerà di quante ne esistano ancora.
Perché, per quanto sofisticato, quel computer avrà sempre dei limiti.
E così facendo,
utilizzando la sua intelligenza
nella sciocca ed inutile corsa verso la conoscenza dell'infinito ,
l'uomo avrà solo accelerato
la distruzione della sua vita terrena.
Se solo si soffermasse a pensare
che solo un essere infinito
poteva creare l'infinità dell'universo;
per andarci, magari, a passeggiare.
Se solo si soffermasse a godere
delle bellezze che lo circondano:
un prato, un fiore, il mare, l'oceano, una montagna,
il deserto, il cielo, le stelle,
gli occhi di un bambino...
Ma l'uomo corre, corre, corre sempre più forte
per tentare di raggiungere i confini del mondo.
Per tentare di spiegare l'infinità di Dio.
Sto cercando Dio.
Ma non lo riesco a trovare in chiese, moschee, libri,
ed in ciò che l'uomo mi dice.
Sto cercando Dio.
E lo ritrovo in ogni istante.
In ogni cosa che mi circonda.
Dionaturaricercafedecreatocreazioneinfinitouomomondoricerca di senso
inviato da Barbara, inserito il 11/12/2002
TESTO
82. Guarda ogni cosa come se fosse la prima volta 1
Paulo Coelho, I racconti del maktub
Monaci Zen, quando desiderano meditare, siedono davanti ad una roccia e dicono:
«Ora aspetterò che questa roccia cresca un po'.»
Dice il maestro:
«Ogni cosa intorno a noi è in continuo cambiamento. Ogni giorno, il sole splende su un nuovo mondo. Ciò che chiamiamo routine è piena di nuovi propositi e opportunità. Ma noi non percepiamo che ogni giorno è differente dagli altri. Oggi, da qualche parte, un tesoro ti aspetta. Può essere un breve sorriso, può essere una grande vittoria - non importa. Niente è noioso, perché tutto cambia costantemente. Il tedio non fa parte del mondo. Il poeta T. S. Eliot, scrisse: "Cammina tante strade, ritorna alla tua casa, e vedi ogni cosa come se fosse la prima voltà".»
novitàsemplicitàquotidianitàstupore
inviato da Anna Lianza, inserito il 25/11/2002
TESTO
Credevo che avessero ucciso Gesù,
e oggi l'ho visto dare un bacio a un lebbroso.
Credevo che avessero cancellato il suo nome,
e oggi l'ho sentito sulle labbra di un bambino.
Credevo che avessero crocefisso le sue mani pietose,
e oggi l'ho visto medicare una ferita.
Credevo che avessero trafitto i suoi piedi,
e oggi l'ho visto camminare nelle strade dei poveri.
Credevo che l'avessero ammazzato una seconda volta con le bombe,
e oggi l'ho sentito parlare di pace.
Credevo che avessero soffocato la sua voce fraterna,
e oggi l'ho sentito dire:
"Perché, fratello?" a uno che picchiava.
Credevo che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini
e seppellito nella dimenticanza,
ma ho capito che Gesù risorge anche oggi
ogni volta che ogni uomo ha pietà di un altro uomo.
essere cristianitestimonianzasolidarietàcaritàamoreGesù CristoPasqua
inviato da Mariangela Molari, inserito il 26/10/2002
PREGHIERA
Vieni e Seguimi
Signore Gesù, tu sei sempre con me:
la tua parola è luce ai miei passi.
I tuoi gesti di bontà infondono in me
il coraggio e la gioia di vivere.
Per donarci la salvezza, o Gesù,
sei venuto a vivere in mezzo a noi.
Tu sei passato sulle nostre strade,
facendo del bene a tutti con amore.
Gesù, tu oggi passi accanto a me,
mi chiami per nome e mi chiedi:
"Vuoi essere mio amico anche tu?
Vuoi diventare mio discepolo?".
Come Pietro e Andrea, Giacomo
e Giovanni, come Levi, ti rispondo:
"Anch'io, Gesù, vengo con Te.
Sarò tuo discepolo per sempre".
Gesù, faccio questa scelta ora,
che sono agli inizi della vita.
Io voglio che tu, Signore Gesù,
sia mio amico per tutta la vita.
ragazzipreghieraGesù Cristodiscepoliapostolivocazionesequelarapporto con Dio
inviato da Serena Carbone, inserito il 24/09/2002
TESTO
Quando sei venuto al mondo, lei ti ha accolto tra le braccia,
tu l'hai ringraziata gridando.
Quando avevi 1 anno, lei ti ha dato da mangiare e ti ha pulito,
tu l'hai ringraziata piangendo per notti intere.
Quando avevi 2 anni, lei ti insegnò a camminare,
tu la ringraziasti scappando quando ti chiamava.
Quando avevi 3 anni, lei ti preparava da mangiare con amore,
tu la ringraziavi facendo cadere i piatti sul pavimento.
Quando avevi 4 anni, lei ti comprò alcuni pennarelli colorati,
tu la ringraziasti scrivendo sui muri della sala da pranzo.
Quando avevi 5 anni, lei ti vestiva bene per le occasioni speciali,
tu la ringraziavi camminando nelle pozzanghere della via.
Quando avevi 6 anni, lei ti accompagnava a scuola,
tu la ringraziavi gridandole: non voglio andare!
Quando avevi 7 anni, lei ti regalò un pallone,
tu la ringraziasti calciandolo nella finestra del vicino.
Quando avevi 8 anni, lei ti comprò un gelato,
tu la ringraziasti rovesciandolo sulla sua gonna.
Quando avevi 9 anni, lei ti pagò le lezioni di piano,
tu la ringraziasti non frequentandole.
Quando avevi 10 anni, lei ti scarrozzava in macchina
da tutte le parti: a scuola, alla partita di calcio,
alle feste di compleanno e ad ogni altra festa,
tu la ringraziavi scendendo sempre dalla macchina senza mai voltarti indietro.
Quando avevi 11 anni, lei accompagnava te e i tuoi amici al cinema,
tu la ringraziavi dicendole di sedersi in un'altra fila.
Quando avevi 12 anni, ti consigliò di non guardare alla tv certi programmi,
tu la ringraziasti sperando che lei se ne stesse a lungo fuori casa.
Quando avevi 13 anni, lei ti regalò un giaccone in pelle,
tu la ringraziasti dicendole che non aveva gusto.
Quando avevi 14 anni, ella ti pagò un mese di vacanze estive in campeggio,
tu la ringraziasti dimenticandoti di mandarle una cartolina.
Quando avevi 15 anni, tornava dal lavoro e avrebbe voluto abbracciarti,
tu la ringraziasti chiudendo a chiave la tua stanza.
Quando avevi 16 anni, ti insegnò a guidare la sua macchina,
tu la ringraziasti usandola ogni volta che potevi.
Quando avevi 17 anni, lei aspettava una telefonata importante,
tu la ringraziasti occupando il telefono tutta notte.
Quando avevi 18 anni, lei pianse alla festa del tuo diploma,
tu la ringraziasti restando alla festa fino all'alba.
Quando avevi 19 anni, lei ti pagò le tasse dell'università,
ti accompagnò al campus trasportando i tuoi bagagli,
tu la ringraziasti salutandola fuori della tua stanza,
per non vergognarti davanti ai tuoi amici.
Quando avevi 20 anni, ti domandò se stavi uscendo con una ragazza,
tu la ringraziasti dicendole: non ti interessa!
Quando avevi 21 anni, lei ti propose alcune strade per il futuro,
tu la ringraziasti dicendole: non voglio essere come te!
Quando avevi 22 anni, ti abbracciò alla festa di laurea,
tu la ringraziasti chiedendole una vacanza premio per l'Europa.
Quando avevi 23 anni, lei ti diede dei mobili per il tuo primo appartamento,
tu la ringraziasti dicendo ai tuoi amici che erano brutti.
Quando avevi 24 anni, conobbe la tua futura sposa,
e le domandò dei progetti per il futuro,
tu la ringraziasti gridandole ferocemente: taci!
Quando avevi 27 anni, ti aiutò a pagar le spese del matrimonio,
e piangendo ti diceva che ti amava moltissimo,
tu la ringraziasti trasferendoti in un altro paese.
Quando avevi 30 anni, lei ti diede alcuni consigli per tuo figlio appena nato,
tu la ringraziasti dicendo che le cose non erano più come una volta.
Quando avevi 40 anni, ti chiamò per ricordarti il compleanno di papà,
tu la ringraziasti dicendo che eri molto occupato.
Quando avevi 50 anni, lei si ammalò e necessitò di cure,
tu la ringraziasti discutendo sugli obblighi dei genitori verso i figli.
Improvvisamente, un giorno, lei morì.
Tutto ciò che non avevi fatto per lei, ti cadde addosso come fulmine e tempesta.
Prenditi un momento per pensare. Rendi onore e omaggio, dimostra quanto ami colei che chiami mamma.
Non c'è sostituto alcuno per lei. E anche se non sempre la si può considerare la migliore amica, anche se il suo modo di pensare non s'accorda con il tuo, lei è sempre la mamma.
Domandati: hai avuto tempo per star con lei, per ascoltare le sue lamentele, per alleviare le sue stanchezze?
Sii prudente e generoso. Portale il debito rispetto.
Quando lei avrà lasciato questo mondo, ti resteranno solo bei ricordi di colei che hai chiamato mamma.
amoregratuitàfamigliagenitorimammamaternitàfigli
inviato da Rovaris Pinuccio, inserito il 16/09/2002
RACCONTO
86. Una banconota da 50 euro 1
Giorgio, con la faccia triste e abbattuta, si ritrova con la sua amica Linda in un bar per prendere un caffè. Depresso, scarica su di lei tutte le sue preoccupazioni... e il lavoro... e i soldi... e i rapporti con la ragazza... e la vocazione!...
Tutto sembra andar male nella sua vita. Linda introduce la mano nella borsa, prende un banconota da 50 euro e gli dice: "Vuoi questo biglietto?". Giorgio, all'inizio un po' confuso, gli rispondi: "Certo Linda... sono 50 euro, chi non li vorrebbe?".
Allora Linda prende il biglietto in una mano e lo stringe forte fino a farlo diventare una piccola pallina. Mostrando, poi, la pallina accartocciata a Giorgio, gli chiede di nuovo: "E adesso, lo vuoi ancora?". "Linda, che vuoi dire, continuano ad essere 50 euro. Certo che lo prendo, se me lo dai".
Linda spiegò il biglietto, lo gettò a terra e lo stropicciò ulteriormente con il piede, lo sporcò, lo segnò e riprendendolo chiese ancora: "Continui a volerlo?".
"Ascolta Linda, dove vuoi arrivare? Un biglietto da 50 euro resta tale e finché non lo rompi, conserva il suo valore".
"Caro Giorgio, devi sapere che anche se a volte qualcosa non riesce come vuoi, anche se la vita ti piega o ti accartoccia, continui a essere tanto importante come lo sei sempre stato. Ciò che devi chiederti è quanto vali in realtà e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento."
Giorgio guardò Linda senza dire una parola. Linda mise il biglietto spiegazzato vicino a Giorgio, sul tavolo, e con un sorriso disse: "Prendilo, così da ricordare questo momento... però mi devi un biglietto nuovo da 50 euro che forse dovrò usarlo con il prossimo amico che ne abbia bisogno". Gli diede un bacio e si allontanò.
Giorgio guardò il biglietto, sorrise, lo guardò ancora, chiamò il cameriere per pagare il conto.
Quante volte dubitiamo del nostro valore? Certo non basta il solo proposito... Si richiede azione ed esistono molte strade da seguire.
Rispondi a queste domande:
1 - Nomina le 5 persone più ricche del mondo.
2 - Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo.
3 - Nomina 10 vincitori del premio Nobel.
4 - Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore o attrice.
Come va? Male? Non preoccuparti. Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri. E gli applausi se ne vanno! E i trofei s'impolverano! E i vincitori si dimenticano!
Adesso rispondi a queste:
1 - Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione.
2 - Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili.
3 - Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale.
4 - Nomina 5 persone con cui passi il tuo tempo.
Come va? Meglio? Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi o i migliori premi... Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te.
vitafuturosperanzaottimismofiducia in se stessiesterioritàinterioritàvalorescopertaaccettazione
inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 29/08/2002
PREGHIERA
A tutti i cercatori del tuo volto,
mostrati, Signore;
a tutti i pellegrini dell'assoluto,
vieni incontro, Signore;
con quanti si mettono in cammino
e non sanno dove andare
cammina, Signore;
affiancati e cammina con tutti i disperati
sulle strade di Emmaus;
e non offenderti se essi non sanno
che sei tu ad andare con loro,
tu che li rendi inquieti
e incendi i loro cuori;
non sanno che ti portano dentro:
con loro fermati poiché si fa sera
e la notte è buia e lunga, Signore.
speranzarapporto con Dioricerca di senso
inviato da Mariangela Molari, inserito il 29/08/2002
TESTO
Verrà un giorno più duro degli altri:
scoppierà la pace sulla terra
come un sole di cristallo. Un fulgore nuovo
avvolgerà le cose.
Gli uomini canteranno nelle strade
liberi ormai della morte menzognera.
Il frumento crescerà sui resti
delle armi distrutte
e nessuno verserà
il sangue del fratello.
Il mondo sarà allora delle fonti
e delle spighe che imporranno il loro impero
d'abbondanza e freschezza senza frontiere.
inviato da Mariella Romanazzi, inserito il 28/08/2002
TESTO
89. Dio aspetta sempre, qualcuno arriverà? 1
Ho incontrato un Dio, figlio di Giuseppe, che crede in me, perché è stato uomo.
Ho incontrato un Dio che ha scelto di essere il medico del mio cuore, l'aroma per il mio palato.
Ho incontrato un Dio che non soffre il daltonismo,
ha occhi per i colori di tutte le pelli.
Ho incontrato un Dio che ama le vedove quanto i profeti.
Ho incontrato un Dio disarmato, che si è fatto cacciare dalla sinagoga
perché non aveva privilegiato gli abitanti del suo paese.
Ho incontrato un Dio incandescente, che converte con la tenerezza.
Ho incontrato un Dio più splendente del sole, più tenero della notte.
Ho incontrato un Dio che non cancella mai nessuno dalla sua memoria.
Ho incontrato un Dio che ha contato i capelli sul mio capo, le ciglia dei miei occhi, i peli della mia barba.
Ho incontrato un Dio che accende la sua lanterna
per vedere dentro l'anima, di chi non ha anima.
Ho incontrato un Dio che supera le distanze,
che non ha paura di toccarmi, di sospingermi,
di scuotermi, di accarezzarmi.
Ho incontrato un Dio che è contro il pessimismo, il malessere, la tristezza.
Ho incontrato un Dio allegro, che balla con le stelle,
saltella con i cerbiatti, corre con il vento, volteggia con i fiocchi di neve.
Ho incontrato un Dio che non ha avuto fortuna nella sua patria, che ha fatto adirare i fedeli della sinagoga.
Ho incontrato un Dio che ha guarito Naaman, lo straniero.
Ho incontrato un Dio che completa le profezie,
non facendo cose meravigliose, ma predicando la misericordia.
Ho incontrato un Dio che si è fatto pellegrino, cercatore itinerante.
Ho incontrato un Dio che ha trasformato le strade in vie, le parole in verità, le morti in vita.
Ho incontrato un Dio che sa aspettare all'infinito:
sa aspettare i buoni; sa aspettare i cattivi;
sa aspettare i vecchi; sa aspettare i bambini.
Saper aspettare un'arte difficile?
Ho capito però perché Dio sa aspettare, sempre, qualcuno.
Perché aspettare nessuno è la cosa più triste al mondo.
La tristezza vera è quando tu non attendi più nessuno, non attendi più nulla dalla vita.
La solitudine più nera non la provi quando trovi il focolare spento,
ma quando non lo vuoi più accendere,
neppure per un eventuale ospite di passaggio.
E' tristezza quando non aspetti più neppure la "vita del mondo che verrà",
quando pensi che ormai i giochi sono fatti, che per te "la musica è finita,
gli amici se ne vanno...", come diceva una famosa canzone.
Poiché Dio è la gioia, aspetta sempre, e sa che qualcuno arriva.
Viva questo Dio nei nostri cuori, per sempre.
Amen.
Gesù Cristoincarnazionerapporto con Dio
inviato da Mariangela Molari, inserito il 14/06/2002
PREGHIERA
Signore, insegnami che la fedeltà
è scegliersi di nuovo ogni giorno.
Scoprire dentro di noi
strade inesplorate.
Vivere insieme, non con l'amore di ieri,
ma quello di oggi.
Signore, insegnami che la fedeltà
non può essere chiusa,
soffocata in schemi, in strutture.
La fedeltà s'inventa momento per momento.
Scoprendo che l'amore, se è vero,
ha sempre nuove esigenze interiori.
Quando non ne ha, è morto.
E allora la fedeltà non serve più.
Diventa al massimo un pezzo archeologico.
Magari di valore. Perché è una cosa rara.
Ma molto spesso inutile.
Insegnami che la fedeltà è una dura conquista.
È tracciare insieme un solco profondo.
Incancellabile.
Contro il quale né venti né maree
possono nulla.
Un solco scavato nel vivo dell'esistenza,
che segue sempre la stessa direzione:
quella dell'amore.
fedeltàmatrimoniocoppiafamiglia
inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/06/2002
PREGHIERA
La vita è bella Signore,
e voglio coglierla
come si colgono i fiori in un mattino di primavera.
Ma so, mio Signore,
che il fiore nasce
solo alla fine di un lungo inverno,
in cui la morte ha infierito.
Perdonami Signore, se a volte,
non credo abbastanza nella primavera della vita,
perché, troppo spesso,
mi sembra un lungo inverno
che non finisce mai di rimpiangere
le sue foglie morte
o i suoi fiori scomparsi.
Eppure con tutte le mie forze
credo in Te, Signore,
ma urto contro il tuo sepolcro e lo scorgo vuoto.
E quando gli apostoli d'oggi mi dicono
che ti hanno visto vivente
sono come San Tommaso,
ho bisogno di vedere e di toccare.
Dammi abbastanza fede,
ti supplico, Signore,
per aspettare la Primavera,
e nel momento più duro dell'inverno,
per credere alla Pasqua trionfante
oltre il Venerdì di passione. (...)
Signore tu sei risorto!
Dal sepolcro, grazie a Te,
la Vita è uscita trionfante.
La sorgente d'ora in poi non si prosciugherà mai,
Vita nuova, offerta a tutti,
per ricrearci per sempre
figli di un Dio che ci attende,
per le Pasque di ogni giorno
e di una gioia eterna.
Era Pasqua ieri, Signore,
ma è Pasqua anche oggi
ogni volta che accettando di morire in noi stessi,
con Te apriamo una breccia
nella tomba dei nostri cuori,
perché zampilli la Fonte
e scorra la Tua Vita.
E se tanti uomini,
nel loro sforzo umano
purtroppo, non sanno che sei già lì,
lo scopriranno più tardi
alla tua luce.
Era Pasqua ieri,
ma è Pasqua anche oggi,
quando un bambino divide le sue caramelle,
dopo avere in segreto lottato
per non tenersele tutte lui.
Quando marito e moglie si abbracciano di nuovo
dopo una discussione o una penosa rottura.
Quando i ricercatori scoprono
il rimedio che guarisce
e il medico riaccende la vita
che senza di lui si spegneva.
Quando la porte della prigione si aprono,
perché la pena è terminata,
e quando già nella sua cella
il carcerato divide le sigarette con i compagni.
Quando l'uomo dopo un lungo sforzo
trova lavoro
e porta a casa un po' di denaro guadagnato. (...)
Sì, Signore, la vita è bella,
poiché è tuo Padre che l'ha donata.
La vita è bella,
poiché sei Tu che ce l'hai ridata
quando l'avevamo perduta.
La vita è bella,
perché è la tua stessa Vita offerta per noi...
ma dobbiamo farla fiorire.
E per offrirtela ogni sera
devo raccoglierla
sulle strade degli uomini
come quel bimbo che passeggiando,
raccoglie i fiori dei campi
per farne un mazzo
da offrire ai suoi genitori.
Oh sì Signore,
fammi scoprire ogni giorno, sempre di più,
che la vita è bella!
vitapasquarisurrezionesperanzaaltruismodonare
inviato da Mariangela Molari, inserito il 11/06/2002
TESTO
Carlo Carretto, Lettere a Dolcidia
Ti faccio un esempio fisico che ho qui di fronte nel deserto (il deserto è una grande scuola!). C'è un pezzo di deserto, tutto sabbia e morte, tutt'al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un'oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l'elemento base: l'acqua. Allora chi ha capito (è strano che si capisca bene nel mondo fisico e poco bene in quello soprannaturale) incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare in profondità. Cerca l'acqua. Fa un pozzo, la fecondità dell'oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgorgherà l'acqua tutto si vivificherà, se no niente.
inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002
PREGHIERA
Signore, ti amo
con tutte le forze del mio essere.
Proteggi il nostro amore
dalla mia debolezza.
Dal pericolo che un giorno
cerchi la felicità su altre strade.
Vi sono mille modi di riempire la vita,
il cuore, quando l'attesa di te
si fa troppo lunga.
E l'amore si affievolisce.
Diventa un'abitudine.
Quando riscoprirlo, ogni mattina
non è più una gioia così nuova e travolgente,
da trasformare le ombre in luce
e la sofferenza in gioia.
Signore, proteggi il nostro amore,
non dagli altri,
che non possono nulla contro di lui,
ma da me.
Dal mio egoismo e dal mio orgoglio,
dalla mia pigrizia e dalla mia paura.
E' così forte e così fragile!
Così incomprensibile e luminoso!
Signore, il tuo amore è tutto per me.
Il tuo amore mi rende pienamente felice.
perseveranzafedeltàquotidianitàrapporto con Diocoppiamatrimonio
inviato da Immacolata Chetta, inserito il 27/05/2002
TESTO
Carlo Maria Martini, Sulle strade del Signore, Mondadori
La verità di noi stessi è che siamo fatti per amare e abbiamo bisogno di essere amati. La verità di Dio è che Dio è amore, un amore misterioso ed esigente, ma insieme tenerissimo e misterioso. Questo amore con cui Dio ci avvolge è la chiave della nostra vita, il segreto di ogni nostro agire. Noi siamo chiamati ad agire per amore, a spendere volentieri la nostra vita per i nostri fratelli e sorelle, e lasciare esplodere la nostra creatività e ad esercitare la nostra intelligenza nel servizio degli altri.
inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002
PREGHIERA
Poiché le parole non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri,
ma per prenderci e correre il mondo in noi,
lascia, o Signore, che di quella lezione di felicità,
di quel fuoco di gioia che accendesti un giorno sul monte,
alcune scintille ci tocchino, ci mordano, c'investano, ci invadano.
Fa' che da essi penetrati come "faville nelle stoppie"
noi corriamo le strade di città accompagnando l'onda delle folle
contagiosi di beatitudine, contagiosi di gioia.
Perché ne abbiamo veramente abbastanza
di tutti i banditori di cattive notizie, di tristi notizie:
essi fan talmente rumore che la tua parola non risuona più.
Fa' esplodere nel loro frastuono il nostro silenzio che palpita del tuo messaggio.
inviato da Mariangela Molari, inserito il 23/05/2002
PREGHIERA
Degnati di tenermi alla tua porta,
come servo sempre vigile e attento;
mandami come messaggero per il regno
ad invitare tutti alle tue nozze.
Non permettere ch'io affondi
nelle sabbie mobili della noia,
non lasciarmi intristire nell'egoismo,
in pareti strette senza cielo aperto.
Svegliami, se m'addormento nel dubbio
e sotto la coltre della distrazione;
cercami, se mi perdo nelle molte strade
tra grattacieli d'inutili cose.
Non permettere ch'io pieghi il mio cuore
all'onda violenta dei molti;
tienimi alta la testa,
orgoglioso d'essere tuo servo.
inviato da Luca Mazzocco, inserito il 11/05/2002
RACCONTO
A una donna che si accusava di frequenti maldicenze, San Filippo Neri domandò: «Vi capita proprio spesso di sparlare così del prossimo?»
«Molto spesso, Padre», rispose la donna.
«Figliola, il vostro errore è grande. E' necessario che ne facciate penitenza. Ecco cosa farete: uccidete una gallina e portatemela subito, spennandola lungo la strada da casa vostra fin qui».
La donna ubbidì, e si presentò al santo con la gallina spiumata.
«Ora», le disse Filippo, «ritornate per le strade attraversate e raccogliete ad una ad una le penne della gallina...».
«Ma è impossibile, Padre», ribatté la donna, «col vento che tira oggi non si troveranno più».
«Lo so anch'io», concluse il santo, «ma ho voluto farvi comprendere che se non potete raccogliere le penne di una gallina sparpagliate dal vento, come potrete riparare a tutte le maldicenze gettate in mezzo alla gente, a danno del vostro prossimo?»
non giudicaremaldicenzepettegolezzigiudizio
inviato da Emilio Centomo, inserito il 08/05/2002
PREGHIERA
98. Parlami d'Amore (versione 1) 2
L'Amore supera l'amore, mio caro.
L'amore è volo d'uccello nel cielo infinito.
Ma il volo dell'uccello
è più che il volteggiare in aria di un esserino di carne,
più che le sue ali innamorate, corteggiate dal vento,
è più che l'indicibile gioia quando muoiono i battiti delle ali
e il corpo in pace plana nella luce.
L'amore è canto di violino che canta il canto del mondo.
Ma il canto del violino
è più che il legno e l'archetto, inerti e solitari,
più che le note in abito da sera che danzano sulla partitura,
e più che le dita dell'artista che corrono sulle corde.
L'amore è luce, per le strade umane.
Ma la luce che si dà
è più che carezza mattutina che apre gli occhi notturni,
più che raggi di fuoco che riscaldano i corpi,
e più che mille pennelli d seta che colorano i volti.
L'amore è fiume d'argento che scorre verso il mare.
Ma il fiume vivo, che indugia o che si affretta,
è più che il suo letto accogliente, scrigno che non trattiene,
più che l'acqua che si arrossa allo sguardo del tramonto,
e più che l'uomo sulla riva che getta l'esca e ne estrae i frutti.
L'amore è veliero che sulle acque fende le onde.
Ma la corsa del veliero
è più che la prora sedotta che penetra il mare, che si offre o i dibatte,
più che le vele frementi sotto il tocco della brezza o gli schiaffi del vento,
è più che le mani del marinaio afferrate al timone,
mentre instancabile insegue la sua selvaggina.
...l'Amore supera l'amore.
L'Amore è soffio infinito, che viene da un altrove e vola verso l'altrove.
L'amore è mente d'uomo che conosce e riconosce il soffio,
è libertà d'uomo che tutto si volge verso di Lui.
L'amore è consenso dell'uomo al soffio che invita,
è cuore dell'uomo che si apre per accoglierlo e donarLo,
è corpo dell'uomo che si raccoglie, disponibile,
perché da Lui abitato, da Lui invaso
prenda il volo verso gli altri,
verso... l'altro,
e perché infine
ciò che era lontano si ricongiunga e si accordi
ciò che era separato diventi uno
e che dall'uno sgorghi una nuova vita.
Clicca qui per un altro testo di Michel Quoist sullo stesso tema.
amoreinnamoramentoamaredonarsigratuitàlibertàcrescerematurità
inviato da Mariangela Molari, inserito il 08/05/2002
PREGHIERA
O Dio nostro Padre
Signore della vita, Padre, Figlio e Spirito dell'amore
ci siamo accostati alla tua presenza
manifesta e nascosta in tanti nostri giovani amici
e come a Mosè dinanzi al roveto chiedesti di togliersi i calzari
perché il luogo nel quale si trovava era terra sacra, abitata da te,
così chiedi a noi ancora di toglierci i calzari dinanzi ad ogni giovane
e riconoscere così la tua inesauribile e imprevedibile presenza.
Riconosciamo che tu, Dio Padre, hai sempre avuto cura di noi,
da sempre hai intessuto con noi una relazione d'amore
che tante volte ci ha sorpresi e inquietati,
raccolti e coccolati, sostenuti e trasformati,
ma non sempre, scoperto il tesoro che era in noi,
abbiamo saputo raccoglierlo e restituirlo.
Signore Gesù,
tu hai scelto di essere un Dio inginocchiato
davanti alla tua creatura nel gesto della lavanda dei piedi,
aiutaci a comprendere la potenza trasformante
che scaturisce da questa tua tenerezza.
Avvolti e condotti dalla dolcezza di questo tuo amore,
insegnaci a incontrare, a sorprendere ogni giovane,
tanto da ingenerare in lui il "dubbio"
di essere qualcuno a cui voler bene, di essersi lasciato voler bene.
Spirito dell'amore,
donaci di diventate tessitori sapienti e pazienti di incontri,
servi senza pretese, amanti del tempo che Dio muove incontro a ciascuno
e che ciascuno prende per muoversi
e tornare incontro al Dio suo Padre.
E quando i tuoi ragazzi e i tuoi giovani, Signore,
diventati "grandi" prenderanno congedo da noi,
incamminandosi ognuno per la propria strada,
proprio allora noi, non tristi,
li guarderemo allontanarsi per strade diverse,
in quel momento sapremo di aver contribuito
alla possibilità di raggiungere ognuno se stessi e te,
Dio, Signore di ogni vita.
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002
PREGHIERA
100. Preghiera del Pellegrino della montagna 1
Signore Gesù
che dalla casa del Padre
sei venuto a piantare la tua tenda
in mezzo a noi;
tu che sei nato nell'incertezza
di un viaggio
ed hai percorso tutte le strade,
quella dell'esilio.
quella dei pellegrinaggi,
quella della predicazione:
strappami all'egoismo e
dalla comodità,
fa di me un pellegrino.
Signore Gesù,
che hai preso così spesso
il sentiero della montagna
per trovare il silenzio,
e ritrovare il Padre;
per insegnare ai tuoi apostoli
e proclamare le beatitudini;
per offrire il tuo sacrifìcio,
inviare i tuoi apostoli
e far ritorno al Padre:
attirami verso l'alto,
fa di me un pellegrino
della montagna.
Come San Bernardo,
devo ascoltare la tua parola,
devo lasciarmi scuotere
dal tuo amore.
A me, continuamente tentato
di vivere tranquillo.
domandi di rischiare la vita,
come Abramo, con un atto di fede;
a me, continuamente tentato
di sistemarmi definitivamente,
chiedi di camminare nella speranza,
verso di te,
cima più alta,
nella gloria del Padre.
Signore,
mi creasti per amore, per amare:
fa' ch'io cammini,
ch'io salga, dalle vette, verso di te,
con tutta la mia vita,
con tutti i miei fratelli,
con tutto il creato
nell'audacia e nell'adorazione.
Cosi sia.
scoutpartireroutestradacamminomontagna
inviato da Emilio Centomo, inserito il 05/05/2002