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TESTO
Dio ha creato l'acqua
la terra e il cielo,
e li ha adornati
con una creatura
che gli assomigliava.
La pace invece
l'ha affidata al Vento
e il Vento l'ha deposta fra gli alberi,
ed era un libro,
fatto di Parole,
ed era la Parola.
Passò una donna
e lo vide fra le margherite,
sospinta dal Vento
se lo strinse al seno
e abbracciò un bambino,
un libro di Parole,
un bimbo di colori.
E sfogliò quel libro
quella donna,
ogni pagina un colore.
La prima pagina è bianca,
come le nevi eterne delle cime,
perché la pace è in alto,
è pura e immacolata,
perché la pace è Dio.
Rossa è la seconda pagina
come la fiamma del roveto ardente,
perché la pace è fuoco,
brucia, riscalda e fonde,
perché la pace è Dio.
La terza pagina ha il color del prato,
verde come una gemma preziosa,
perché la pace è fatta di speranze,
è ornata da piccoli gesti d'amore,
è come un vasto campo d'erba,
ricamato dai fiori dai mille colori,
perché la pace è Dio.
Azzurra è la quarta pagina del libro,
chiara come l'acqua di sorgente,
serena come un cielo di maggio,
profonda come l'acqua dell'Oceano,
perché la pace sfonda gli abissi
e solca l'infinito,
perché la pace è Dio.
Gialla è la quinta pagina,
come un ricamo d'oro fino,
perché la pace è dono,
è preziosa e vale molto,
è uno scrigno di valori ,
perché la pace è Dio.
La pace è arancione,
un colore vivo,
perché la pace è vita,
acceso, perché la pace è forza,
solare, perché la pace è luce,
perché la pace è Dio.
Di color violetto è la settima pagina,
un colore tra il rosso ed il turchino
tra l'indaco e l'arancio,
perché la pace è festa di colori,
è gioco di luce, è comunione di valori,
perché la pace è Dio.
Chiude il libro la donna
e tra le dita si ritrova
un bimbo di colori,
fiorisce fra le sue mani
la pace vera,
perché è l'Emmanuele,
il Dio con noi.
inviato da Padre Gianni Fanzolato, inserito il 15/04/2003
RACCONTO
282. Il significato della vita 6
Bruno Ferrero, Solo il vento lo sa
Un professore concluse la sua lezione con le parole di rito: "Ci sono domande?".
Uno studente gli chiese: "Professore, qual è il significato della vita?".
Qualcuno, tra i presenti che si apprestavano a uscire, rise. Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria. Comprese che lo era. "Le risponderò" gli disse. Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta. Poi disse: "Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne conservai il frammento più grande. Eccolo. Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio. Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita. Anch'io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza. Con quello che ho, però, posso mandare la luce, la verità, la comprensione, la conoscenza, la bontà, la tenerezza nei bui recessi del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno. Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo per me sta il significato della vita".
senso della vitatestimonianzamissioneimpegnoresponsabilitàesempio
inviato da Claudio Galeazzi, inserito il 01/04/2003
PREGHIERA
283. Preghiera per la liturgia delle ceneri
Signore,
ecco le nostre fronti segnate dalle ceneri,
come stipiti delle porte
di coloro che tu stavi per liberare dall'Egitto.
Ecco i nostri cuori segnati dalle ceneri,
quelle delle nostre colpe
bruciate dal fuoco del tuo amore.
Ecco le nostre mani segnate dalle ceneri,
quelle delle nostre violenze
distrutte dalla tua tenerezza.
Ecco i nostri piedi segnati dalle ceneri,
quelle dei falsi idoli
dissolti al roveto ardente della Verità.
I cammini dove tu ci inviti a seguirti
sono, anch'essi, segnati dalle ceneri,
non come segno di tristezza,
ma come pegno di purezza.
La tua colonna di fuoco ha bruciato le spine:
le ceneri renderanno fertile
il terreno pietroso delle nostre aride vite.
Così segnati dalle ceneri
eccoci, Signore, pronti a seguirti
sulla via ardente che conduce alla Vita.
Lì, noi vogliamo bruciare le sovrastrutture inutili,
le parole vane, i gesti di rifiuto.
Alla chiamata della tua bruciante Parola,
noi presenteremo i nostri cuori
e ci convertiremo al Vangelo.
mercoledì delle ceneriquaresima
inviato da Tomaso, inserito il 01/04/2003
RACCONTO
Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole
Una giovane donna tornava a casa dal lavoro in automobile. Guidava con molta attenzione perché l'auto che stava usando era nuova fiammante, ritirata il giorno prima dal concessionario e comprata con i risparmi soprattutto del marito che aveva fatto parecchie rinunce per poter acquistare quel modello.
Ad un incrocio particolarmente affollato, la donna ebbe un attimo di indecisione e con il parafango andò ad urtare il paraurti di un'altra macchina.
La giovane donna scoppiò in lacrime. Come avrebbe potuto spiegare il danno al marito? Il conducente dell'altra auto fu comprensivo, ma spiegò che dovevano scambiarsi il numero della patente e i dati del libretto.
La donna cercò i documenti in una grande busta di plastica marrone. Cadde fuori un pezzo di carta.
In una decisa calligrafia maschile vi erano queste parole: "In caso di incidente..., ricorda, tesoro, io amo te, non la macchina!"
Lo dovremmo ricordare tutti, sempre. Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l'organizzazione, l'efficienza materiale! Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso. Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incaraggiarsi, ridere, passeggiare...
Ed è solo questo che porteremo con noi davanti a Dio. Noi e la nostra capacità d'amare. Non le cose, neanche i vestiti, neanche questo corpo...
Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. "Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile ti ho preso la bustina dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti?".
"Prendimi la mano" rispose il bambino.
interioritàamoreesterioritàbeni materialicoppiamatrimoniosposigenitorifiglifamigliaavariziadistaccolibertà interiore
inviato da Patrizia Traverso, inserito il 01/04/2003
TESTO
Kahlil Gibran, Le parole non dette
Chi partecipa al tuo piacere
ma non al tuo dolore
perde la chiave
di una delle sette porte
del paradiso.
Puoi dimenticare
la persona con cui hai riso,
mai quella
con cui hai pianto.
doloresofferenzacondivisionesolidarietàamore
inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 26/03/2003
TESTO
Kahlil Gibran, Le parole non dette
Viveva un tempo
un ricco che andava fiero,
e con ragione, della sua cantina
e del vino che vi conservava.
E aveva un'anfora di vecchissima annata
tenuta in serbo per un'occasione speciale,
nota a lui solo.
Gli fece visita il governatore
e lui rifletté e si disse:
"Non aprirò l'anfora
per un semplice governatore".
E gli fece visita il vescovo della Diocesi,
ma lui si disse:
" No, non aprirò l'anfora.
Il vescovo non saprebbe stimarne il valore,
né le sue narici ne apprezzerebbero
l'aroma".
Venne il principe, e cenò da lui.
Ma l'uomo pensò:
"E' un vino troppo regale
per un principotto qualsiasi".
E persino il giorno
in cui si sposò suo nipote,
l'uomo disse tra sé:
"No, non a questi ospiti
sarà offerto quel vino".
E passarono gli anni, e l'uomo,
ormai vecchio, tornò alla terra.
E nel giorno della sepoltura
il vino d'annata fu preso e portato in tavola
insieme ad altri vini, e fu distribuito
tra i contadini dei dintorni.
E quanto fosse vecchio nessuno lo sapeva.
Per quella gente, tutto ciò che veniva
versato in un bicchiere era,
semplicemente, vino.
risparmiarsirisparmiareaviditàchiusura
inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 26/03/2003
TESTO
Kahlil Gibran, Le parole non dette
Alcuni di noi sono come l'inchiostro,
altri come la carta.
E se non fosse
per il nero di quelli,
qualcuno tra noi sarebbe muto;
e se non fosse per il bianco di questi,
qualcuno tra noi sarebbe cieco.
Se ci fossero due uomini uguali,
il mondo
non sarebbe grande abbastanza
da contenerli.
unicitàdiversitàrispettotolleranzareciprocitàirripetibilità
inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 26/03/2003
TESTO
L'uomo vive nel rumore,
nella civiltà delle parole;
non sa più cosa è il silenzio.
La vita nasce nel silenzio.
L'uomo muore nel silenzio.
Dio s'incontra nel silenzio.
Il silenzio è indispensabile
per la vita dell'uomo;
Esso ti stimola a pensare,
ti serve per non sbagliare,
ti dispone ad ascoltare,
ti aiuta a pregare.
silenzioascoltopreghierarapporto con Dio
inviato da Graziella Sartori, inserito il 16/03/2003
TESTO
Franco Signoracci, La notte più bella
Ricordo bene quella notte, quando l'angelo entrò nel mio sogno.
Era l'ora più buia, quando il giorno trascorso è già dimenticato e l'alba nuova è ancora lontana. Io dormivo profondamente e nei miei sogni c'erano tante storie: immagini strane si mischiavano e si inseguivano tra di loro, come spesso accade. Poi, ad un tratto, anche nei miei sogni ci fu silenzio e buio, e apparve un puntino luminoso che diventava sempre più grande, come la lampada di una barca quando si avvicina di notte alla riva.
Capii subito che quello non era un sogno come gli altri: quella luce era un angelo! E l'angelo parlò.
E mi raccontò di Maria, del bambino, delle difficoltà che avremmo incontrato: "Non temere", mi disse, "starò sempre con voi!".
Mi svegliai di colpo: non ero spaventato, ma quella apparizione mi aveva turbato. Sentivo caldo nel chiuso della mia stanza; dovevo uscire a prendere aria, a pensare un poco a quelle parole. Infilai i sandali e andai a sedermi su di un sasso, poco lontano dalla casa, in una posizione elevata.
Sotto di me c'era tutto il paese addormentato. Sopra di me il cielo stellato e la luna, che tramontava all'orizzonte.
Pensavo di essere solo, poi mi accorsi che non lontano da me c'era un gregge di pecore, custodito da due pastori: i due uomini vegliavano accanto alle braci di un fuoco quasi spento. Poi, tra le case del paese, si aprirono alcune porte e vidi uomini uscire in silenzio: erano i pescatori, che partivano a notte fonda per andare al lago di Tiberiade. Vidi anche un altro uomo uscire dal villaggio, conduceva due asini che avevano anfore legate ai fianchi: andava a prendere l'acqua. Infine, mentre il cielo a oriente si faceva più chiaro, vidi uscire i primi contadini. "Ecco", pensai tra me, "per tutta questa gente, per tutti noi verrà il bambino!" E sentii una grande pace nel cuore.
NatalesognoGiuseppeincarnazione
inviato da Anna Barbi, inserito il 29/01/2003
PREGHIERA
290. Preghiera del mattino del laico senza tempo che trova tempo per pregare 2
Signore, non ho tempo!
La mia vita scorre affannosa tra attività,
servizi e scadenze,
ed io non ho tempo per stare con te.
Non ho tempo
per riposare nel Tuo cuore
deponendovi le mie ansie e i miei timori,
le mie attese e le mie realizzazioni,
le mie conquiste e i miei fallimenti.
Ti offro, Signore, questa povertà
e il desiderio di darti più spazio nella mia vita.
Accogli, mio Dio, questo lamento,
come la mia preghiera di supplica.
E con la Tua bontà trasforma in preghiera ogni azione,
ogni lavoro, ogni goccia di sudore, ogni impegno mondano
che compio cercando di stare unito a te.
Signore, non ho tempo,
ma ho trovato il tempo di pronunciare queste parole.
Con esse ti consacro il mio giorno
e do inizio alla grande liturgia di lode che, oggi,
celebrerò in un ufficio o in una fabbrica,
in una scuola o in un ospedale,
dietro un bancone, o dietro i fornelli,
nel chiasso di un cantiere
o nel silenzio di un laboratorio scientifico,
impegnato a costruire il tuo Regno in mezzo agli uomini.
Signore, non ho tempo,
perché tutto il mio tempo
è tuo. Amen.
tempovalore del tempovitaquotidianitàlavoroimpegnoresponsabilitàpreghierarapporto con Diobuongiornonuovo giorno
inviato da Anna Barbi, inserito il 29/01/2003
PREGHIERA
A te, Signore, amante della vita,
Amico dell'uomo,
innalzo la mia preghiera
per l'amico che mi hai fatto incontrare
sul cammino del mondo.
Uno come me, ma non uguale a me.
Fa' che la nostra
sia l'amicizia di due esseri
che si completano con i tuoi doni,
che si scambiano le tue ricchezze,
che si parlano con il linguaggio
che tu hai posto nel cuore.
Aiutaci a guardare con quello sguardo,
che comprende senza che l'altro chieda.
Aiutaci ad avere un cuore grande,
che sa partire prima che l'altro esprima.
Aiuta la nostra amicizia
Affinché non divenga chiusura;
dalle il respiro della vera libertà,
la forza di resistere nelle difficoltà,
il coraggio di andare oltre
il desiderio dell'egoismo.
La volontà di cedere per amore,
di amare anche oltre l'errore,
di giungere al sommo dell'amore: perdonare.
Perché soltanto quando si sa perdonare,
si può credere all'amore.
Fa' che le nostre mani
siano protese in un gesto di pace.
Fa' che le nostre parole
siano dolci ma anche forti.
Fa' che il nostro sorriso,
come le nostre lacrime,
non siano una maschera,
ma esprimano la profondità e la verità
dei sentimenti più sinceri e autentici.
inviato da Barbara, inserito il 17/12/2002
PREGHIERA
292. Spirito Santo, torna a parlarci 2
Spirito Santo, che riempivi di luce i Profeti e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza. Frantuma la corazza della nostra assuefazione all'esilio. Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute.
Dissipa le nostre paure. Scuotici dall'omertà. Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi consumati sui poveri. E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere che le prime officine della violenza e della ingiustizia sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire che tu non parli solo dai microfoni delle nostre Chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti. E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri, nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei.
Spirito Santoreligionirapporto con le altre religioni
inviato da Immacolata Chetta, inserito il 16/12/2002
PREGHIERA
293. Spirito di Pentecoste, ridestaci 1
Spirito di Pentecoste, ridestaci all'antico mandato di profeti. Dissigilla le nostre labbra, contratte dalle prudenze carnali. Introduci nelle nostre vene il rigetto per ogni compromesso. E donaci la nausea di lusingare i detentori del potere per trarne vantaggio.
Trattienici dalle ambiguità. Facci la grazia del voltastomaco per i nostri peccati. Poni il tuo marchio di origine controllata sulle nostre testimonianze. E facci aborrire dalle parole, quando esse non trovano puntuale verifica nei fatti.
Spalanca i cancelletti dei nostri cenacoli. Aiutaci a vedere i riverberi delle tue fiamme nei processi di purificazione che avvengono in tutti gli angoli della terra. Aprici a fiducie ecumeniche. E in ogni uomo di buona volontà facci scorgere le orme del tuo passaggio.
Spirito Santoradicalitàcompromessi
inviato da Immacolata Chetta, inserito il 16/12/2002
PREGHIERA
294. Spirito Santo, dono del Cristo morente
Spirito Santo, dono del Cristo morente, fa' che la Chiesa dimostri di averti ereditato davvero. Trattienila ai piedi di tutte le croci. Quelle dei singoli e quelle dei popoli. Ispirale parole e silenzi, perché sappia dare significato al dolore degli uomini. Così che ogni povero comprenda che non è vano il suo pianto, e ripeta con il salmo: "le mie lacrime, Signore, nell'otre tuo raccogli".
Rendila protagonista infaticabile di deposizione dal patibolo, perché i corpi schiodati dei sofferenti trovino pace sulle sue ginocchia di madre. In quei momenti poni sulle sue labbra canzoni di speranza.
E donale di non arrossire mai della Croce, ma di guardare ad essa come all'antenna della sua nave, le cui vele tu gonfi di brezza e spingi con fiducia lontano.
Spirito Santochiesacrocedoloresofferenzacomunitàsolidarietà
inviato da Immacolata Chetta, inserito il 16/12/2002
TESTO
295. Mentre il silenzio fasciava la terra 1
Mentre il silenzio fasciava la terra
e la notte era a metà del suo corso,
tu sei disceso, o Verbo di Dio,
in solitudine e più alto silenzio.
La creazione ti grida in silenzio,
la profezia da sempre ti annuncia,
ma il mistero ha ora una voce,
al tuo vagito il silenzio è più fondo.
E pure noi facciamo silenzio,
più che parole il silenzio lo canti,
il cuore ascolti quest'unico Verbo
che ora parla con voce di uomo.
A te, Gesù, meraviglia del mondo,
Dio che vivi nel cuore dell'uomo,
Dio nascosto in carne mortale,
a te l'amore che canta in silenzio.
inviato da Barbara, inserito il 16/12/2002
PREGHIERA
296. Donaci un cuore che ascolta
Bernard Häring, Prego perché vivo, vivo perché prego
Dio grande e meraviglioso,
molte volte, nelle nostre litanie,
abbiamo detto: «Ascoltaci, Signore»,
senza esserci prima chiesti se noi abbiamo
ascoltato te,
se siamo stati in sintonia con le tue parole,
con i tuoi silenzi.
Vogliamo che tu porga l'orecchio
alla nostra supplica,
senza preoccuparci di correggere
la nostra sordità, la durezza del nostro cuore.
Interpreta tu, Padre, la nostra povera preghiera;
ed ogni volta che ci senti ripetere:
Ascoltaci, Signore,
sappi che intendiamo dirti:
Apri il nostro orecchio
ad ascoltare la tua voce.
Apri i nostri occhi
a vedere te ovunque.
Apri le nostre labbra per lodare te.
Donaci un cuore che ascolta
te, Padre di misericordia,
con il Figlio e lo Spirito d'amore:
ascolta Dio, e perdona!
ascoltorapporto con Diopreghieraintercessionevolontà di Dio
inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002
PREGHIERA
Insegnami ad ascoltare, o mio Dio,
chi sta accanto a me,
la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi.
Aiutami a capire che,
per quante parole io possa udire,
il messaggio è:
"Accoglimi come persona. Ascolta me".
Insegnami ad ascoltare, o Dio premuroso,
i lontani,
il bisbiglio dei senza speranza,
il lamento dei dimenticati,
il grido degli angosciati.
Insegnami ad ascoltare, o Dio, mia Madre,
me stesso.
Aiutami ad avere meno paura,
a fidarmi della voce interiore,
che risuona nel mio intimo.
Insegnami ad ascoltare, Santo Spirito,
la tua voce,
nell'attività e nella noia,
nella sicurezza e nel dubbio,
nel rumore e nel silenzio.
inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002
TESTO
298. L'amico canta la melodia del tuo cuore 2
Proverbio nigeriano
Un amico è qualcuno che conosce la melodia del tuo cuore e te la canta quando tu ti sei dimenticato le parole.
inviato da Giuseppe, inserito il 14/12/2002
TESTO
Se Sua Maestà ha mostrato il suo amore nei nostri confronti con quello che ha compiuto, esprimendo con la sofferenza al di là delle parole, come si può pensare di compiacerlo soltanto con le parole?
Sapete che cosa significa essere veramente spirituali? Significa diventare schiavi di Dio, marchiati con il suo sigillo, il segno della croce, una prova che ci siamo consegnati a Lui. Quindi Egli è libero di venderci come schiavi a tutto il mondo, come è avvenuto a Lui e non facendoci un torto, ma anzi una grazia.
Durante tutta questa breve vita, che per chiunque tra voi può essere molto più corta di quanto crediate, dobbiamo offrire al nostro Signore ogni possibile sacrificio, interiore o esteriore e Sua Maestà unirà la nostra offerta a quella che Egli fece di se stesso sulla croce per il Padre.
amoreofferta a Diosacrificiorapporto con Diosequela
inviato da Elena Mencarelli, inserito il 14/12/2002
TESTO
300. Il nostro compagno più vicino
Rivolgi gli occhi su di te e guardati dentro. Lì troverai il tuo Signore.
Vorrei trovare le parole per spiegare che cos'è quest'amicizia sacra con il Compagno della nostra anima, il più santo dei santi, dove non esiste ostacolo che impedisca all'anima e al suo Sposo di restare soli insieme ogni volta che l'anima sceglie di entrare nella propria interiorità e di chiudersi la porta alle spalle, per non lasciare entrare nulla di ciò che è terreno e vivere in quel paradiso con il suo Dio.
Dico "sceglie", perché è necessario capire che non mi sto riferendo ad uno stato soprannaturale, ma ad una condizione che dipende da una nostra scelta e in cui, per grazia di Dio, possiamo entrare volontariamente.
Il problema è che non ci rendiamo conto che Egli è vicino a noi e lo immaginiamo lontano... così lontano da dover andare in paradiso per trovarlo.
Oh Signore, perché non rivolgiamo lo sguardo al tuo volto, quando è così vicino a noi?
interioritàpreghierarapporto con Diovita spirituale
inviato da Elena Mencarelli, inserito il 14/12/2002