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ESPERIENZA

2721. Dopo una giornata particolarmente dura...

Martin Luther King

Dopo una giornata particolarmente dura, andai a letto a tarda ora. Mia moglie era già addormentata e io quasi sonnecchiavo, quando il telefono squillò, e una voce irosa disse: "Stai a sentire, negro, noi abbiamo preso tutti quelli di voi che abbiamo voluto. Prima della prossima settimana, ti dispiacerà di essere venuto a Montgomery". Io riattaccai, ma non potei dormire: sembrava che tutte le mie paure mi fossero piombate addosso in una volta: avevo raggiunto il punto di saturazione.

Mi alzai dal letto e cominciai a camminare per la stanza; infine andai in cucina e mi scaldai una tazza di caffè. Ero pronto a darmi per vinto. Cominciai a pensare ad una maniera di uscire dalla scena senza sembrare un codardo.

In questo stato di prostrazione, quando il mio coraggio era quasi svanito, decisi di portare il mio problema a Dio. La testa tra le mani, mi chinai sul tavolo di cucina e pregai ad alta voce. Le parole che dissi a Dio quella notte sono ancora vive nella mia memoria: "Io sono qui che prendo posizione per ciò che credo sia giusto. Ma ora ho paura. La gente guarda a me come a una guida, e, se io sto dinanzi a loro senza forza né coraggio, anch'essi vacilleranno. Sono al termine delle mie forze. Non mi rimane nulla. Sono arrivato al punto che non posso affrontare questo da solo...".

In quel momento sperimentai la potenza di Dio come non l'avevo mai sperimentata prima. Mi sembrava di poter sentire la tranquilla sicurezza di una voce interiore che diceva: "Prendi posizione per la giustizia, per la verità. Dio sarà sempre al tuo fianco". La paura si allontanò per sempre e fui pronto, nel nome di Dio, ad affrontare ogni pericolo, ogni prova.

Sentivo che in un mondo buio e confuso il regno di Dio può ancora regnare nel cuore degli uomini... Dio non ci lascia soli nelle nostre agonie e nelle nostre battaglie: ci cerca nelle tenebre e soffre con noi.

pauracoraggiofedeabbandonoingiustizia

5.0/5 (1 voto)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

PREGHIERA

2722. Quale sarà il mio posto

Card. Anastasio Ballestrero

Quale sarà il mio posto nella casa di Dio? Lo so, non mi farai fare brutta figura, non mi farai sentire creatura che non serve a niente, perché tu sei fatto così: quando serve una pietra per la tua costruzione, prendi il primo ciottolo che incontri, lo guardi con infinita tenerezza e lo rendi quella pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante, ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo.

Cosa farai di questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che tu hai creato e che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza invincibile del tuo amore trasfigurante?

Tu fai cose inaspettate, gloriose. Getti là le cianfrusaglie e ti metti a cesellare la mia vita. Se mi metti sotto un pavimento che nessuno vede ma che sostiene lo splendore dello zaffiro o in cima a una cupola che tutti guardano e ne restano abbagliati, ha poca importanza. Importante è trovarmi là dove tu mi metti, senza ritardi.

E io, per quanto pietra, sento di avere una voce: voglio gridarti, o Dio, la mia felicità di trovarmi nelle tue mani malleabile, per renderti servizio, per essere tempio della tua gloria.

progetto di Dioabbandono in Dioobbedienzaaccettazionevolontà di Dioumiltàvocazionechiamata

5.0/5 (1 voto)

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

TESTO

2723. Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo

Centro Missionario Diocesano, Verona

Amico, io vado in cerca di una croce.
Vedi, ho un Cristo senza croce,
l'ho acquistato presso un antiquario.
Mutilato e bellissimo. Ma non ha croce.
Per questo mi si è affacciata un'idea.
Forse tu hai una croce senza Cristo.
Quella che tu solo conosci.
Tutti e due siete incompleti.
Il mio Cristo non riposa perché gli manca una croce.
Tu non sopporti la croce, perché le manca Cristo.
Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo.
Ecco la soluzione: perché non li uniamo e li completiamo?
Perché non dai la tua croce vuota a Cristo?
Ci guadagneremo tutt'e due. Vedrai.
Tu hai una croce solitaria, vuota, gelata, paurosa, senza senso:
una croce senza Cristo.
Ti capisco: soffrire è illogico.
Non comprendo come hai potuto sopportare così a lungo.
Una croce priva di Cristo è una tortura,
il principio logico della disperazione.
Hai il rimedio tra le mani. Non soffrire più solo.
Su, dammi questa croce vuota e solitaria. Dammela.
Ti darò in cambio questo Cristo mutilato,
senza riposo, né croce.
La tua croce non è più solamente tua;
è anche e nello stesso tempo la croce di Cristo.
Su, prendi la tua croce, amico; la tua croce con Cristo.
Non sarai più solo a soffrire.
La porterete in due, il che vuol dire dividerne il peso.
E finirai per abbracciare e amare la tua croce,
una volta che Cristo sarà in essa.

crocedoloresofferenzasolitudine

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

TESTO

2724. Non la morte, ma Dio   2

S. Teresa di Lisieux, Ultimi colloqui, 1° maggio 1897

Non è la morte che verrà a cercarmi, è il buon Dio.

mortevita eterna

4.0/5 (1 voto)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2725. Vita, morte ed eternità   1

Jacques Nouet

La vita ci è data per cercare Dio, la morte per trovarlo, l'eternità per possederlo.

vitamortevitaeternaeternità

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2726. Ho amato la vita, ora amo la morte   1

Augustin Cauchy

Ho amato la vita per cercare Dio; ora amo la morte che me lo fa trovare.

vitamortericerca di Dio

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2727. Vita e morte   1

Leonardo da Vinci

Come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.

vitamorte

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2728. Eternità

San Giovanni Gualberto

Ciò che non è eterno non è niente, per noi che siamo eterni.

eternitàessenziale

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2729. Cosa fare della vita

Rabindranath Tagore

Possa io fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto, come un flauto di canna che il Signore riempie di musica.

vitaprogetto di Diosenso della vitarapporto con Dio

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2730. Una vita inutile   1

Wolfgang Goethe

Una vita inutile è una morte anticipata.

mortevitasenso della vita

4.0/5 (1 voto)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2731. Non affliggerti per chi muore   2

San Giovanni Crisostomo

Non affliggerti per chi muore. Quale assurdo: credere in un paradiso eterno, e poi compatire chi ci va!

mortevita eterna

4.0/5 (1 voto)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2732. La morte non la si improvvisa   1

San Massimiliano Maria Kolbe

La morte non la si improvvisa, la si merita con tutta la vita.

mortevita eterna

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2733. Evangelizzare la vita ordinaria

Josemaría Escrivà, Omelia "Amare il mondo appassionatamente", 8-X-1967

Dovete (invece) comprendere adesso - con una luce tutta nuova - che Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra di un'università, in fabbrica, in officina, sui campi, nel focolare domestico e in tutto lo sconfinato panorama del lavoro, Dio ci aspetta ogni giorno. Sappiatelo bene: c'è un qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire.

Non vi è altra strada, figli miei: o sappiamo trovare il Signore nella nostra vita ordinaria, o non lo troveremo mai. Per questo vi posso dire che la nostra epoca ha bisogno di restituire alla materia e alle situazioni che sembrano più comuni, il loro nobile senso originario, metterle al servizio del Regno di Dio, spiritualizzarle, facendone mezzo e occasione del nostro incontro continuo con Gesù Cristo.

quotidianitàsantitàsecolarità

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

TESTO

2734. Guarire la memoria

Henri J. M. Nouwen

Perdonare non significa dimenticare
Quando perdoniamo una persona, la memoria di quella ferita può rimanere a lungo con noi, anche tutta la vita. Talvolta portiamo questa memoria nel nostro corpo come un segno visibile. Il perdono cambia però la maniera in cui ricordiamo; trasforma la maledizione in benedizione.
Quando perdono i miei genitori per il loro divorzio, i miei figli per la loro mancanza di attenzione, i miei amici per la loro infedeltà nelle crisi, i miei medici per i loro cattivi consigli, non devo più sentirmi la vittima di eventi che non ho potuto dominare.
Il perdono mi consente di fare appello alla mia stessa forza e di non lasciare che questi eventi mi distruggano; li fa diventare eventi che approfondiscono la saggezza del mio cuore.
Il perdono guarisce veramente il ricordo.

Perdonare nel nome di Dio
Siamo tutti persone ferite. Chi ci ferisce? Molto spesso coloro che amiamo e che ci amano. Quando ci sentiamo respinti, abbandonati, maltrattati, manipolati o violati, spesso questo viene soprattutto da persone che ci sono molto vicine: i genitori, gli amici, gli sposi, gli amanti, i figli, i vicini, gli insegnanti, i pastori.
Coloro che ci amano ci feriscono anche. È questa la tragedia della nostra vita, ed è questo che rende così difficile perdonare di cuore. È proprio il nostro cuore ad essere ferito.
Esso grida: «Proprio tu, che credevo mi saresti stato vicino, mi hai abbandonato. Come potrò mai perdonarti per questo?».
Il perdono sembra spesso impossibile, ma niente è impossibile a Dio. Il Dio che vive in noi ci darà la grazia di andare al di là del nostro io ferito per dire: «Nel nome di Dio sei perdonato». Preghiamo per ricevere questa grazia.

Tornare all'amore di Dio
Noi confondiamo spesso l'amore senza condizioni con un'approvazione senza condizioni. Dio ci ama senza condizioni, ma non approva ogni comportamento umano.
Dio non approva il tradimento, la violenza, l'odio, il sospetto e tutte le altre espressioni del male, perché esse contraddicono tutte l'amore che Dio vuole stillare nel cuore umano. Il male è l'assenza dell'amore di Dio. Il male non appartiene a Dio.
L'amore incondizionato di Dio significa che Dio continua ad amarci anche quando diciamo o pensiamo cose malvage.
Dio continua ad aspettarci come un padre amorevole aspetta il ritorno di un figlio smarrito. È importante per noi attenerci alla verità che Dio non rinuncia mai ad amarci, anche quando è rattristato da quel che facciamo.
Questa verità ci aiuterà a tornare all'onnipresente amore di Dio.

perdonomisericordia di Dioamore di Dio

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

TESTO

2735. Il perdono   1

proverbio indiano

L'uomo che perdona è simile al legno del sandalo, che profuma l'accetta mentre lo colpisce.

perdono

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2736. Guarire dal peccato   1

Annibal Caro

Tutti vorrebbero guarire dai mali del corpo, ma non possono, tutti potrebbero guarire dai mali dell'anima, ma non vogliono.

peccatomaleinterioritàesteriorità

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inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

PREGHIERA

2737. Fammi vivere

P. Maior

Liberami, o Signore,
dalla pigrizia che ho
e dalla paura che mi prende,
dal comodo compromesso
e dal facile disimpegno.

Aiutami, o Signore,
ad essere come non sono
e come vorresti che io fossi.
Non importa ciò che muore in me,
m'interessa ciò che nasce
insieme a te.

Aiutami, o Signore,
a prendere sul serio il tempo,
a rispettare la vita,
a conservare l'amore;
ho bisogno di te
per vivere come tu vuoi.

Donami, o Signore,
la tua forza per agire,
la costanza dell'impegno,
la gioia di una fede che cresce,
la speranza e l'abbandono fiducioso
al tuo amore.

vitaimpegnoresponsabilità

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inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

TESTO

2738. Due gridi

San Giovanni Maria Vianney

Ci sono due gridi nell'uomo: il grido dell'angelo e quello della bestia. Il grido dell'angelo è la preghiera, il grido della bestia è il peccato.

peccatopreghiera

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inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

TESTO

2739. Un'anima morta

Rodolphe Plus

Pochi accetterebbero di vivere con un cadavere nella sala da pranzo o da letto. Eppure tengono in se stessi un'anima morta.

peccato

5.0/5 (1 voto)

inviato da Ilaria Zocatella, inserito il 28/11/2002

PREGHIERA

2740. Preghiera di un convertito

Alexis Carrel

Mio Dio, quanto mi rammarico di non aver capito nulla della vita, di aver tentato di capire cose che era inutile capire. La vita non consiste nel capire, ma nell'amare.
Fa' mio Dio che non sia troppo tardi!
Che l'ultima pagina non sia ancora scritta.
E' stato un deserto la mia vita, perché non ti ho conosciuto.
Fa' che il deserto fiorisca. Che ogni minuto che mi resta sia consacrato a te.
Che io sia nelle tue mani come fumo portato dal vento.

conversionepeccatofedevita

inviato da Eleonora Polo, inserito il 28/11/2002

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