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PREGHIERA

81. All'inizio della giornata

San Tommaso d'Aquino, Adattamento di una preghiera recitatata ogni giorno davanti al Crocifisso.

Dio di misericordia, fa' che io desideri ardentemente ciò che ti piace,
lo ricerchi con prudenza,
lo riconosca nella verità e lo compia perfettamente a lode e gloria del tuo nome.
Aiutami a mettere ordine nella mia vita, fammi conoscere ciò che vuoi io faccia
perché lo compia bene per l'utilità e la salvezza della mia anima.
Fa', o Signore, che io venga incontro a te su una strada sicura,
diritta e senza asperità,
che conduca alla mèta e non mi perda tra prosperità o avversità.
Che io ti possa ringraziare nella gioia e cercare pazientemente nella sofferenza.
Allontana da me lo spirito di esaltazione o di abbattimento.

conoscenzavolontà di Diodiscernimentobuongiornonuovo giorno

inviato da Anna, inserito il 23/09/2005

TESTO

82. Pensieri vari sulla preghiera, l'amore, l'impegno   1

Madre Teresa di Calcutta

Voi ed io siamo stati creati per cose più grandi. Non siamo stati creati solo per attraversare questa vita senza uno scopo. E quello scopo più grande consiste nell'amare e nell'essere amati.

Non ci viene chiesto di essere bravi, ma di essere fedeli.

Iniziate e finite la giornata con la preghiera. Andate da Dio come bambini. Se trovate difficile pregare, potete dire: "Vieni, Spirito Santo, guidami, proteggimi, sgombera la mia mente affinché possa pregare".

La preghiera non richiede di interrompere il lavoro, ma di proseguire il lavoro come se fosse una preghiera. Quel che conta è essere con Lui, vivere in Lui, nella sua volontà.

Più ci svuotiamo, più lasciamo a Dio spazio per riempirci.

Talvolta la nostra anima deve essere un cristallo trasparente attraverso il quale scorgere Dio. Talvolta il nostro cristallo è coperto da polvere e sporcizia. Se glielo consentiremo, Dio ci aiuterà ad eliminare la polvere: se quella è la nostra volontà, sarà fatta la sua volontà.

Quando non abbiamo nulla da dare, diamogli quel nulla.

Se davvero apparteniamo totalmente a Dio, dobbiamo essere a sua disposizione e dobbiamo confidare in Lui. Ieri è passato. Il domani non è ancora arrivato. Abbiamo solo l'oggi: cominciamo.

La gente mi chiede quale consiglio abbia da dare alle coppie sposate che faticano a tenere in vita la loro relazione. Rispondo sempre: "Pregate e perdonate"; e alle madri sole senza alcun sostegno: "Pregate e perdonate".

L'importante è il dono di noi stessi, il grado di amore che mettiamo in ciascuno dei nostri gesti. Non sappiamo fare grandi cose, soltanto piccole cose con grande amore.

preghieradonarsiimpegnocoppiafamigliarapporto con Dio

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 17/09/2005

PREGHIERA

83. Chiesi a Dio   4

Kirk Kilgour

Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
Mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me:
Egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
Mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io!

Scritta da Kirk Kilgour, famoso pallavolista rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. Kirk ha letto questa preghiera di fronte al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma.

doloresofferenzasperanzaprogetto di Dioricchezzavitafelicitàfiduciadisabilità

5.0/5 (3 voti)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 13/06/2005

PREGHIERA

84. Per invocare l'aiuto dello Spirito Santo

Huub Oosterhuis

Noi ti adoriamo, o Santo Spirito di Dio,
mentre con il meglio delle nostre forze
tentiamo di indovinare
chi tu mai sia per noi.
Ti chiamiamo con nomi umani, con umane parole
per non dover tacere.
Ti apriamo il nostro cuore per accoglierti
e per capire
come profondamente, anche non visto,
ovunque sei presente.
Sei l'aria che respiriamo,
la lontananza che scrutiamo,
lo spazio che ci è toccato in parte.
Tu sei la dolce luce
che ci rende attraenti gli uni agli altri.
Tu sei il dito di Dio
con il quale come per gioco egli ha ordinato l'universo.
Sei l'amore squisito
con il quale Dio tutti ci ha creati.
Noi ti preghiamo, Spirito di Dio
che tutto crei,
da' compimento all'opera iniziata;
previeni il male che possiamo fare,
muovici al bene, fa' che siamo fedeli e pazienti,
accendi nel nostro cuore l'amicizia per tutto ciò che vive
e dacci gioia per ciò che è umano e buono.
A tutto ciò che vive tu dai forza,
Tu agisci in modo strano e inafferrabile,
nascosto nel profondo di ciascuno
come un fermento, come un seme di fuoco.
Tu sei la nostra volontà di vita,
l'amore che ci attacca a questa terra
e che ci lega al nostro Dio.
Tu ci sproni ad andare fino in fondo
disposti a sopportare qualunque cosa,
sperando sempre
come l'amore spera.
Sei l'anima delle nostre preghiere,
che cosa non potremmo aspettarci da te?
Saggezza per capirci gli uni gli altri,
abilità nel dare aiuto, ovunque e sempre.
Sei il dono fattoci da Dio,
sii dunque presente qui in mezzo a noi,
sii Dio con noi.
Amen.

Spirito Santo

inviato da Marco Malatesta, inserito il 03/02/2005

PREGHIERA

85. Fermati Signore, ti prego...

Cinzia84

Fermati Signore, ti prego
e stai un po' di tempo con me!
Fermati Signore, ti prego
e spiegami cosa vuoi da me!
Fermati Signore, ti prego
e rendi visibile ai miei occhi
il tuo progetto per me!
Donami occhi per vedere la tua strada,
donami orecchie libere per sentire la tua voce,
donami piedi saldi per non stancarmi mai di seguirti,
donami sapienza per comprendere la tua Parola,
donami Signore un cuore nuovo,
un cuore libero dagli affetti,
libero dalle paure, libero dai dubbi
affinché io possa seguire te, e non il mondo!
Affinché io desideri amare te, non le mie passioni!
Affinché io possa prendere il largo con coraggio,
certa che tu sarai con me durante la tempesta,
al mio fianco nel salto degli ostacoli!
Permettimi, o Signore di scegliere la salita
perché è quella che conduce a te!
Ti offro Signore la mia umile vita,
fatta di se, ma, un giorno, però,...
Tu, Signore rendila fatta
di sì, eccomi, oggi, sia fatta la tua volontà!

vocazioneprogetto di Diosequela

inviato da Cinzia Bellotta, inserito il 23/01/2005

TESTO

86. Dio è Padre

Gianni Fanzolato

Anche se lo chiami Dio,
o se preferisci Allah,
chiamalo pure col nome
che più t'aggrada,
ma quello che li riassume tutti
e che non puoi dimenticare mai
è Padre
che significa amore, vita, misericordia...

E quando ti prende la tentazione
di accaparrarlo per te,
ricordati che è nostro,
vuol dire di tutti,
nessuno, nessuno escluso.

Sta nei cieli,
ma preferisce il cuore dell'uomo.
Lo trovi facilmente nel volto di quel bimbo,
in quella donna che soffre,
nell'uomo della strada,
nei fatti e avvenimenti della storia.
Ama vivere con noi,
e quando lui è qui,
la terra si trasforma in cielo.

Il suo nome viene santificato
quando tu vivi con dignità
la tua figliolanza con lui
e sei il riflesso luminoso del suo amore.
Solo se tu fai spazio nel tuo cuore
perché il Padre entri con la sua grazia,
allora il suo regno è una travolgente realtà.
Permettere che Dio faccia irruzione
nella tua storia,
è desiderare che si compia il suo disegno,
che si realizzi il suo piano d'amore,
che si faccia la sua volontà.

Il pane che devi chiedergli sempre
è quello che tu hai impedito
fosse presente nella mensa del povero.
Pensare all'Altro e agli altri
ti aumenterà la fame di quel pane
che appaga la la sete e la fame più struggente,
quella dello spirito.

Se è Padre è misericordia,
ci ama per quello che siamo,
è il suo amore che ci perdona e trasforma.

Ma il miracolo del perdono
avviene solo in chi ha imparato da lui
a perdonare di cuore il fratello che sbaglia.

Già che ci ama
ci salva dalla tentazione
di allontanarci da lui,
ci fa sentire la nostalgia
della casa paterna,
e il nostro cuore sarà libero dal male
e ricco solo di bene.

Padre nostro

inviato da P. Gianni Fanzolato, inserito il 07/01/2005

PREGHIERA

87. Invocazione allo Spirito (versione lunga)

Tonino Bello, Parole d'amore

Spirito di Dio che agli inizi della creazione ti libravi sugli abissi dell'universo, e trasformavi in sorriso di bellezza il grande sbadiglio delle cose, scendi ancora sulla terra e donale il brivido dei cominciamenti. Questo mondo che invecchia, sfioralo con l'ala della tua gloria.
Dissipa le rughe. Fascia le ferite che l'egoismo sfrenato degli uomini ha tracciato sulla sua pelle. Mitiga con l'olio della tenerezza le arsure della sua crosta. Restituiscile il manto dell'antico splendore, che le nostre violenze le hanno strappato, e riversale sulle carni inaridite anfore di profumi.
Permea tutte le cose, e possiedine il cuore.
Facci percepire la tua dolente presenza nel gemito delle foreste divelte, nell'urlo dei mari inquinati, nel pianto dei torrenti inariditi, nella viscida desolazione delle spiagge di bitume.
Restituiscici al gaudio dei primordi. Riversati senza misura sulle nostre afflizioni.
Librati ancora sul nostro vecchio mondo in pericolo. E il deserto, finalmente, ridiventerà giardino, e nel giardino fiorirà l'albero della giustizia, e frutto della giustizia sarà la pace.

Spirito Santo che riempivi di luce i Profeti e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza. Frantuma la corazza della nostra assuefazione all'esilio.
Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute.
Dissipa le nostre paure. Scuotici dall'omertà.
Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi consumati sui poveri.
E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere che le prime officine della violenza e della ingiustizia sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire che tu non parli solo ai microfoni delle nostre Chiese.
Che nessuno può menar vanto di possederti. E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri, nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei.

Spirito Santo che hai invaso l'anima di Maria per offrirci la prima campionatura di come un giorno avresti invaso la Chiesa e collocato nei suoi perimetri il tuo nuovo domicilio, rendici capaci di esultanza.
Donaci il gusto di sentirci "estroversi". Rivolti, cioè, verso il mondo, che non è una specie di chiesa mancata, ma l'oggetto ultimo di quell'incontenibile amore per il quale la Chiesa stessa è stata costituita.
Se dobbiamo attraversare i mari che ci distanziano dalle altre culture, soffia nelle vele perché, sciolte le gomene che ci legano agli ormeggi del nostro piccolo mondo antico, un più generoso impegno missionario ci solleciti a partire.
Se dobbiamo camminare sull'asciutto, mettici le ali ai piedi perché, come Maria, raggiungiamo in fretta la città. La città terrena. Che tu ami appassionatamente. Che non è il ripostiglio dei rifiuti, ma il partner con cui dobbiamo "agonizzare" perché giunga a compimento l'opera della Redenzione.

Spirito di Dio che presso le rive del giordano sei sceso con pienezza sul capo di Gesù e l'hai proclamato Messia, dilaga su questo corpo sacerdotale raccolto davanti a te.
Adornalo di una veste di Grazia. Consacralo con l'unzione, e invitalo a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, e a promulgare l'anno di misericordia del Signore.
Se Gesù ha usato queste parole di Isaia per la sua autoproclamazione nella sinagoga di Nazareth e per la stesura del suo manifesto programmatico, vuole dire che anche la Chiesa oggi deve farsi solidale con i sofferenti, con i poveri, con gli oppressi, con i deboli, con gli affamati e con tutte le vittime della violenza.
Facci capire che i poveri sono i "punti di entrata" attraverso i quali tu, Spirito di Dio, irrompi in tutte le realtà umane e le ricrei. Preserva, perciò, la tua sposa dal sacrilegio di pensare che la scelta degli ultimi sia il sacrilegio di pensare che la scelta degli ultimi sia l'indulgenza alle mode di turno, e non invece la feritoia attraverso la quale la forza di Dio penetra nel mondo e comincia la sua opera di salvezza.

Spirito Santo dono del Cristo morente, fa' che la Chiesa dimostri di aver ereditato davvero. Trattienila ai piedi di tutte le croci. Quelle dei singoli e quelle dei popoli. Ispirale, parole e silenzi, perché sappia dare significato al dolore degli uomini. Così che ogni povero comprenda che non è vano il suo pianto e ripeta con il salmo "le mie lacrime, Signore, nell'otre tuo raccogli".
Rendila protagonista infaticabile di deposizione del patibolo, perché i corpi schiodati dei sofferenti trovino pace sulle sue ginocchia di Madre. In quei momenti poni sulle sue labbra canzoni di speranza.
E donale di non arrossire mai della Croce, ma di guardare ad essa come all'antenna della sua nave, le cui vele tu colmi di brezza e spingi con fiducia lontano.

Spirito di Pentecoste ridestaci all'antico mandato di profeti, dissigilla le nostre labbra, contratte dalle prudenze carnali. Introduci nelle nostre vene il rigetto per ogni compromesso. E donaci la nausea di lusingare i detentori del potere per trarne vantaggio.
Trattienici dalle ambiguità. Facci la grazia del voltastomaco per i nostri peccati. Poni il tuo marchio di origine controllata sulle nostre testimonianze.
E facci aborrire dalle parole, quando esse non trovino puntuale verifica nei fatti.
Spalanca i cancelletti dei nostri cenacoli. Aiutaci a vedere i riverberi delle tue fiamme nei processi di purificazione che avvengono in tutti gli angoli della terra. Aprici a fiducie ecumeniche. E in ogni uomo di buona volontà facci scorgere le orme del tuo passaggio.

Spirito del Signore dono del Risorto agli apostoli del cenacolo,
gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri. Riempi di amicizie discrete la loro solitudine. Rendili innamorati della terra, e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze. Confortali con la gratitudine della gente e con l'olio della comunione fraterna. Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro. Liberali dalla paura di non farcela più. Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze. Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza. Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano. Fa' risplendere di gioia i loro corpi. Rivestili di abiti nuziali. E cingili con cinture di luce.
Perché, per essi e per tutti, lo sposo non tarderà.

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Spirito SantoPentecoste

3.5/5 (2 voti)

inviato da Marco V. Stocchi, inserito il 29/07/2004

TESTO

88. Chi è Gesù

Autori vari

Credo che l'uomo più grande esistito finora sulla terra sia Gesù Cristo, e che nulla di quanto gli uomini hanno pur detto di più nuovo e concreto, o anche di più utile, dopo di lui, sia stato detto in contrasto con lui.
Elio Vittorini, scrittore

Gesù è la non violenza allo stato puro; è quella parte di noi che fa dono di sé e che si scontra con il negativo della vita. (...) Gesù evoca istantaneamente un' idea di fratellanza disarmata, di protesta pacifica contro ogni autoritarismo e volontà di sopraffazione. Forse per questo molti giovani oggi nel mondo sono portati a vedere in Gesù il fratello...
Nelo Risi, regista

Onestamente, non vi so dire chi sia per me Cristo, oggi. Per me è quello che era ieri, il più sublime caso di estremismo che io conosca.
Pier Paolo Pasolini, scrittore e regista

Invece di cercare libri e pitture sul Nuovo Testamento, ho aperto il Vangelo e vi ho trovato non già la storia di una persona con i capelli divisi sulla fronte e con le mani congiunte in atto di preghiera, bensì un essere straordinario, dalle labbra tonanti e dai gesti bruschi e decisi che rovesciava tavole, cacciava demoni e passava col selvaggio mistero del vento dal mistero della montagna ad una paurosa demagogia. (...) La letteratura su Cristo è stata, e forse saggiamente, dolce e remissiva. Ma la parola di Gesù è stranamente gigantesca: piena di cammelli che saltano attraverso le crune degli aghi e di montagne scaraventate in mare.
G.K. Chesterton, scrittore

«L'immediatezza con la quale Gesù insegna, non ha paralleli nel giudaismo contemporaneo. ed essa è tale che egli osa perfino opporre alla lettura della legge la diretta e presente volontà di Dio».
«Ognuna delle scene narrate nei Vangeli descrive la straordinaria padronanza di Gesù nell'affrontare le diverse situazioni, a seconda dei tipi di persone che incontra».
«Il suo modo di comportarsi e il suo metodo vengono a trovarsi ogni volta in contrasto con quello che gli uomini si aspettano da lui e con ciò che dal loro punto di vista sperano per sé».
«Bisognerebbe una buona volta mettere vicini tutti i passi dei vangeli nei quali si parla di questo discernimento di Gesù, senza lasciarsi prendere dal timore che si tratti di un impegno meramente sentimentale».
«I vangeli chiamano questa manifesta immediatezza del potere sovrano di Gesù la sua "autorità"».
«L'aiuto che Gesù dà ha il carattere di una partecipazione genuina, che prende in mano con passione la situazione...».
«Essenziale è l'indissolubile connessione fra quanto è stato qui detto e il messaggio di Gesù intorno alla realtà di Dio, del suo Regno e della sua volontà... Rendere presente la realtà di Dio: ecco il mistero essenziale di Gesù».
G. Bornkamm, Gesù di Nazareth

Gesù Cristo

inviato da Luca Peyron, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

89. Signore aiutami a dire "sì"   1

Novello Pederzini

Ho paura a dirti di "sì", Signore.
Non so ancora che cosa vuoi e dove mi vuoi portare. Ho paura che tu mi voglia condurre proprio là dove io non voglio andare.
Ho paura che tu mi spinga per strade a me non gradite, di firmare una carta in bianco, di dirti un "sì" che poi reclama altri "sì"...
Mi fai paura, Signore, anche se sento di amarti.
Ho paura del tuo sguardo, perché esso è irresistibile. Ho paura della tua esigenza, perché sei un Dio geloso. Ho paura del tuo amore, perché sei troppo misterioso e impegnativo.
E con queste paure, mi dibatto in contraddizioni e in angosce a non finire.
Sono incerto sulle mie scelte, insicuro nelle mie decisioni, e sempre più insoddisfatto di ciò che sono e di ciò che faccio.
Ma che cosa vuoi da me, Signore?
Dio terribile, che cosa vuoi ancora?

Tu mi dici:
Piccolo, voglio ridimensionare la tua vita.
Fino ad ora, sei stato tu a decidere.
Più o meno, hai sempre fatto quello che volevi, e poi pretendevi che io ti seguissi, cercando una convalida alle tue decisioni.
Ma non puoi continuare così.
Devi capire che hai invertito le parti: hai giocato quel ruolo di protagonista che spetta gelosamente a Me.
Non lo debbo dire "sì" a te, ma tu a Me.
A me spettano l'iniziativa e tutte le scelte che ti riguardano.
Io devo essere il centro di ogni tua cosa e, soprattutto, del tuo cuore.
Mi devi seguire docilmente.
Mi devi consegnare la tua volontà.
Mi devi dare tutto.
Ho bisogno del tuo "sì", come ebbi bisogno del "sì" di Maria per venire, come uomo, sulla terra.
Dimmi un sì come me lo disse Lei: deciso, incondizionato, fidente, affettuoso.
Fidati di me.

Signore, aiutami a comprendere che tu non hai bisogno delle mie sufficienze; a capire che io non sono poi tanto importante e necessario.
Fammi capire che a nulla giova continuare a discutere, a contestare, a resisterti.
Infondimi forza e decisione perché possa aderire al tuo progetto.
E perché venga il tuo regno e non il mio, perché sia fatta la tua volontà e non la mia, aiutami a dire "Si", ma subito,
e con amore.

abbandono in Diorapporto con Dioabbandonovocazionechiamataprogetto di Dio

3.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lollo, inserito il 28/07/2004

PREGHIERA

90. Fu così che ti trovai

Chiara Lubich, Scritti Spirituali vol. 2

Quando si parla d'amore, Signore, forse gli uomini pensano ad una cosa sempre uguale. Ma quanto è vario l'amore! Ricordo che quando t'ho incontrato non mi preoccupavo d'amarti. Forse perché eri tu che mi hai incontrato e tu stesso pensavi a riempire il mio cuore.

Ricordo che alle volte ero tutta fiamma, anche se il fardello della mia umanità mi dava noia e avevo l'impressione di trascinare il peso. Allora, già d'allora per grazia tua, capivo un po' chi ero io e chi tu, e vedendo quella fiamma come un dono tuo.

Poi mi hai indicato una via per trovarti.«Sotto la croce, sotto ogni croce - mi dicevi - ci sono io. Abbracciala e mi troverai». Me l'hai detto molte volte e non ricordo le argomentazioni che adducevi. So che mi hai convinta.

Allora, al sopravvivere d'ogni dolore, pensavo a te, e con volontà ti dicevo il mio sì... Ma la croce restava il buio che incupiva l'anima, lo strazio che la dilaniava, o altro... Quante sono le croci della vita! Ma tu, più tardi, mi hai insegnato ad amarti nel fratello e allora, incontrato il dolore, non mi fermavo ad esso, ma accettatolo, pensavo a chi mi stava accanto, dimentica di me, E dopo pochi istanti, tornata in me, trovavo il mio dolore dileguato. Così per anni e anni: ginnastica continua della croce, ascetica dell'amore. Sono passate tante prove e tu lo sai: tu che conti i capelli del mio capo, le hai annoverate nel tuo cuore. Ora l'amore è un altro: non è solo volontà.

Lo sapevo che Dio è Amore, ma non lo credevo così.

ricerca di Diotrovare Diorapporto con Diodoloresofferenzacroce

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Lollo, inserito il 28/07/2004

TESTO

91. Mi piacerebbe essere un prete...

Mi piacerebbe essere un prete...

... Un prete così: un prete che ama il Signore, e che insieme a Lui ama la gente che gli sta attorno, le persone che, prima di ogni altra cosa, hanno bisogno di essere amate.

...Un prete che, abbia la caratteristica del pastore, di chi cerca chi si smarrisce; uno che si sforza di conoscere e di ascoltare.

...Un prete che è capace di farsi vicino alle gioie e alle sofferenze degli altri, vicini e lontani, credenti e non credenti; un prete che dice la Verità, che è sempre pronto a confessare per distribuire il perdono.

...Un prete che ha viva la consapevolezza che Dio ha fatto di lui un grande miracolo: lo ha ritenuto degno di fiducia chiamandolo nel ministero, nonostante egli sia un povero peccatore.

... Un prete "affettivamente libero", uno che non cerca a tutti i costi di essere amato; ma uno che, pur amando intensamente le altre persone, è capace di tirarsi in disparte quando gli viene richiesto.

... Un prete che sappia indicare una "direzione spirituale", senza però voler fare da padrone sulla fede degli altri. Vorrei che la gente credesse in Gesù Cristo e non tanto nel prete che lo annuncia.

... Un prete che sappia "radunare" in autentica comunità cristiana. Uno di quelli che sanno giocare con i ragazzi, così come parlare e stare con gli adulti.

...Un prete che costruisce la comunità a partire dall'Eucarestia; che è capace di viverla bene; che non la vive come un'abitudine.

...Un prete che prega. Che ama Maria, il Papa, la Chiesa, figlio di una tradizione e con i piedi ben piantati nel presente

... Un prete che sappia vivere la povertà. Uno che non è attaccato al denaro; uno che sa donare ciò che è suo.

...Un prete con la predilezione versi gli ultimi, quelli che contano di meno agli occhi del mondo.

...Un prete capace di far uso "dell'intelligenza della fede", che sa operare "discernimento", che sa "leggere" le situazioni, che non usa solo il cuore e la volontà, ma anche la luce dell'intelligenza.

... Si, mi piacerebbe essere un prete così!

Signore, aiutami...

vocazionecomunitàparrocopretesacerdotesacerdozio

inviato da Marco Ferrari, inserito il 27/07/2004

TESTO

92. Sulla morte

Giacomino Piana

Il momento in cui l'uomo raggiunge la sua povertà assoluta è quello della sua morte. Allora tutti in lui si spoglia: cessano tutte le sue capacità: di intelligenza, di volontà, di amore, di vita fisica. E' steso nell'impotenza assoluta... Ed è proprio in questa posizione che adora il suo creatore - il nulla che adora il suo tutto - e che si restituisce a Lui, sperando solo nella sua misericordia. Vivere in questo spirito nelle quotidiane spogliazioni che la vita comporta - che sono pur sempre causa di tristezza e di sofferenza -; sforzarsi con l'aiuto di Dio di accettare con serenità di non poter più fare o avere quello che ieri ci esaltava, accettare in una parola di morire a poco a poco, perché invecchiare è perdere ogni giorno qualcosa; tutto questo è occasione che la Grazia ci offre di convertire la sofferenza e la nostalgia in beatitudine; è prepararci ad essere poveri di spirito e di cuore, unica condizione per entrare nel Regno dei cieli.

mortedefuntivita eternapovertàumiltà

5.0/5 (1 voto)

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 22/12/2003

PREGHIERA

93. Preghiera del mattino

Sauvet

Fin dal risveglio
Prima che gli affanni
del giorno mi avvolgano,
il mio pensiero si volge a te, mio Dio.
Ti affido
tutto ciò che mi attende
nel corso di questo giorno,
ti affido coloro che amo,
quelli che incontrerò,
quelli per cui forse soffrirò.
Serbali da ogni male.
Così a te mi rivolgo
all'inizio di questa giornata:
in te pongo la mia fiducia.
Serviti dunque di me
perché si compia il bene.
Questo giorno è tuo.
Fa' che trascorra secondo
la tua volontà. Amen.

buongiornonuovo giorno

3.0/5 (1 voto)

inviato da Eugenio Gregori, inserito il 28/06/2003

TESTO

94. Ogni essere ha un valore   1

S. Teresa di Lisieux

Gesù... mi ha messo innanzi agli occhi il libro della natura e ho capito che tutti i fiori creati da Lui sono belli, che lo splendore della rosa e il candore del giglio non tolgono nulla al profumo della piccola violetta o alla semplicità incantevole della margheritina...

Ho capito che se tutti i fiorellini volessero essere rose, la natura perderebbe il suo ornamento primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fioretti...

Così avviene nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù.

Egli ha voluto creare grandi Santi che possono paragonarsi ai gigli e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi devono contentarsi di essere pratoline o violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa ai suoi piedi.

La perfezione consiste nel fare la sua volontà, e nell'essere ciò che Egli vuole che siamo...

santitàinterioritàvocazioneprogetto di Dioresponsabilità

inviato da Anna Lianza, inserito il 30/04/2003

PREGHIERA

95. Preghiera per la pace

Carlo Maria Martini

O Dio nostro Padre, ricco di amore e di misericordia, noi vogliamo pregarti con fede per la pace, addolorati e umiliati come siamo a causa degli episodi di violenza che hanno insanguinato e insanguinano Gerusalemme, città il cui nome evoca subito il mistero di morte e di risurrezione del tuo Figlio, di Gesù che ha donato la sua vita per riconciliare ogni uomo e ogni donna di questo mondo con te, con se stessi, con tutti i fratelli. Città santa, città dell'incontro eppure città da sempre contesa, da sempre crocifissa e sulla quale il tuo Figlio, i profeti e i santi hanno invocato la pace.

Noi vogliamo pregarti con fede per la pace in tanti altri paesi del mondo, per i numerosi focolai di lotte e di odio; vogliamo pregarti per gli aggressori e per gli aggrediti, per gli uccisi e gli uccisori, per tutti i bambini che non hanno potuto conoscere il sorriso e la gioia della pace.

E' vero, Signore, che noi stessi siamo responsabili del venire meno della pace, e per questo ti supplichiamo di accogliere il nostro accorato pentimento, di donarci una volontà umile, forte, sincera per ricostruire nella nostra vita personale e comunitaria rapporti di verità, di giustizia, di libertà, di carità, di solidarietà. Ti confessiamo i nostri peccati personali e sociali: il nostro attaccamento al benessere, i nostri egoismi, le infedeltà e i tradimenti a livello familiare, la pigrizia e lo sciupio delle energie vitali per cose vane e frivole, dannose, il nostro voltare la faccia di fronte alle miserie di chi ci sta vicino o di chi viene da lontano. Vivendo così, non abbiamo forse pensato di renderci responsabili della distruzione di quell'edificio invisibile che è la pace. La pace terrestre è riflesso della tua pace che tu ci doni e ci affidi, nasce dal tuo amore per l'uomo e dal nostro amore per te e per tutti i fratelli.

Cambia il nostro cuore, Signore, perché siamo noi i primi ad avere bisogno di un cuore pacifico. Purificaci, per il mistero pasquale del tuo Figlio, da ogni fermento di ostilità, di partigianeria, di partito preso; purificaci da ogni antipatia, da ogni pregiudizio, da ogni desiderio di primeggiare.

Facci comprendere, o Padre, il senso profondo di una preghiera vera di pace, di una preghiera di intercessione e di espiazione simile a quella di Gesù su Gerusalemme. Preghiera di intercessione che ci renda capaci di non prendere posizione nei conflitti, ma di entrare nel cuore delle situazioni insanabili diventando solidali con entrambe le parti in contesa, pregando per l'una e per l'altra. Noi vogliamo abbracciare con amore tutte le parti in causa, fiduciosi soltanto nella tua divina potenza. Se noi preghiamo perché tu dia vittoria all'uno o all'altro, questa preghiera tu non l'ascolti; se ci mettiamo a giudicare l'uno o l'altro, la nostra supplica tu non l'ascolti.

Manda il tuo santo Spirito su di noi per convertirci a te! Non ci illudiamo di superare le nostre inquietudini interiori, i rancori che ci portiamo dentro verso un popolo o verso un altro se non lasciamo spazio allo Spirito di gioia e di pace che vuole pregare in noi con gemiti inenarrabili. E' lo Spirito che ci fa accogliere quella pace che sorpassa ogni nostra veduta e diventa decisione ferma e seria di amare tutti i nostri fratelli, in modo che la fiamma della pace risieda nei nostri cuori e nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e si irradi misteriosamente sul mondo intero sospingendo tutti verso una piena comunione di pace. E' lo Spirito che ci aiuta a penetrare nella contemplazione del tuo Figlio crocifisso e morto sulla croce per fare di tutti un popolo solo.

E tu, Maria, Regina della pace, intercedi affinché il sorriso della pace risplenda su tanti bambini sparsi nelle varie parti del mondo, segnate dalla violenza e dalla guerriglia; veglia sulla tua terra, su Gerusalemme, suscita nei suoi abitanti desideri profondi e costruttivi di pace, desideri di giustizia e di verità. Noi ti promettiamo di non temere le difficoltà e i momenti oscuri e difficili, purché tutta l'umanità cammini nella pace e nella giustizia, così che si avveri pienamente la parola del profeta Isaia: "Ho visto le vostre vie e voglio sanarle [...] Pace, pace ai lontani e ai vicini, dice il Signore, io guarirò tutti".

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inviato da Gianmarco Marzocchini, inserito il 01/04/2003

TESTO

96. Il mio Dio

Juan Arias

Il mio Dio non è un Dio duro, impenetrabile,
insensibile, stoico, impassibile.
Il mio Dio è fragile.
E' della mia razza.
E io della sua.
Lui è uomo e io quasi Dio.
Perché io potessi assaporare la divinità
Lui amò il mio fango.

L'amore ha reso fragile il mio Dio.
Il mio Dio ebbe fame e sonno e si riposò.
Il mio Dio fu sensibile.
Il mio Dio si irritò, fu passionale,
e fu dolce come un bambino.

Il mio Dio fu nutrito da una madre,
ne sentì e bevve tutta la tenerezza femminile.
Il mio Dio tremò dinnanzi alla morte.
Non amò mai il dolore, non fu mai amico
della malattia. Per questo curò gli infermi.
Il mio Dio patì l'esilio,
fu perseguitato e acclamato.

Amò tutto quanto è umano, il mio Dio:
le cose e gli uomini, il pane e la donna;
i buoni e i peccatori.
Il mio Dio fu un uomo del suo tempo.
Vestiva come tutti,
parlava il dialetto della sua terra,
lavorava con le sue mani,
gridava come i profeti.

Il mio Dio fu debole con i deboli
e superbo con i superbi.
Morì giovane perché era sincero.
Lo uccisero perché lo tradiva la verità che era
nei suoi occhi.
Ma il mio Dio morì senza odiare.
Morì scusando più che perdonando.

Il mio Dio è fragile.
Il mio Dio ruppe con la vecchia morale
del dente per dente,
della vendetta meschina,
per inaugurare la frontiera di un amore
e di una violenza totalmente nuova.

Il mio Dio gettato nel solco,
schiacciato contro terra,
tradito, abbandonato, incompreso,
continuò ad amare.
Per questo il mio Dio vinse la morte.
E comparve con un frutto nuovo tra le mani:
la Resurrezione.
Per questo noi siamo tutti sulla via
della Resurrezione:
gli uomini e le cose.

E' difficile per tanti il mio Dio fragile.
Il mio Dio che piange,
il mio Dio che non si difende.

E' difficile il mio Dio abbandonato da Dio.
Il mio Dio che deve morire per trionfare.
Il mio Dio che fa di un ladro e criminale
il primo santo della sua Chiesa.
Il mio Dio giovane che muore
con l'accusa di agitatore politico.
Il mio Dio sacerdote e profeta
che subisce la morte come la prima vergogna
di tutte le inquisizioni della storia.

E' difficile il mio fragile amico della vita.
Il mio Dio che soffrì il morso
di tutte le tentazioni.
Il mio Dio che sudò sangue
prima di accettare la volontà del Padre.

E' difficile questo mio Dio,
questo mio Dio fragile,
per chi pensa di trionfare soltanto vincendo,
per chi si difende soltanto uccidendo,
per chi salvezza vuol dire sforzo e non regalo,
per chi considera peccato quello che è umano,
per chi il santo è uguale allo stoico
e Cristo a un angelo.

E' difficile il mio Dio Fragile
per quelli che continuano a sognare un Dio
che non somigli agli uomini.

NataleincarnazioneumanitàGesùCristorapporto con Diosolidarietà

inviato da Don Giovanni Benvenuto, inserito il 09/02/2003

PREGHIERA

97. Amore del Padre e del Figlio

Cardinal Désiré Mercier

O Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio,
ispirami sempre ciò che devo pensare,
ciò che devo dire e come devo dirlo.
Ciò che devo tacere, ciò che devo scrivere,
come devo agire e ciò che devo fare,
per cercare la tua gloria, il bene delle anime
e la mia santificazione.
O Gesù è in te tutta la mia fiducia.

Spirito Santoispirazionevolontà di Dioprogetto di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Immacolata Chetta, inserito il 16/12/2002

PREGHIERA

98. Donaci un cuore che ascolta

Bernard Häring, Prego perché vivo, vivo perché prego

Dio grande e meraviglioso,
molte volte, nelle nostre litanie,
abbiamo detto: «Ascoltaci, Signore»,
senza esserci prima chiesti se noi abbiamo
ascoltato te,
se siamo stati in sintonia con le tue parole,
con i tuoi silenzi.
Vogliamo che tu porga l'orecchio
alla nostra supplica,
senza preoccuparci di correggere
la nostra sordità, la durezza del nostro cuore.
Interpreta tu, Padre, la nostra povera preghiera;
ed ogni volta che ci senti ripetere:
Ascoltaci, Signore,
sappi che intendiamo dirti:
Apri il nostro orecchio
ad ascoltare la tua voce.
Apri i nostri occhi
a vedere te ovunque.
Apri le nostre labbra per lodare te.
Donaci un cuore che ascolta
te, Padre di misericordia,
con il Figlio e lo Spirito d'amore:
ascolta Dio, e perdona!

ascoltorapporto con Diopreghieraintercessionevolontà di Dio

inviato da Eleonora Polo, inserito il 14/12/2002

PREGHIERA

99. Il "Padre nostro" detto da Dio   2

Figlio mio, che sei in terra preoccupato, solitario e tentato;
conosco bene il tuo nome e lo pronuncio santificandolo, perché ti amo.
Non sarai mai solo; io abito in te
e assieme spargeremo il regno della vita che ti darò in eredità.
Ho piacere che faccia la mia volontà, infatti io voglio la tua felicità.
Avrai il pane di ogni giorno, non ti preoccupare;
però io ti chiedo di spartirlo con i tuoi fratelli.
Sappi che ti perdono tutti i peccati,
anche prima che tu li commetta,
ma ti chiedo che anche tu perdoni a quelli che ti offendono.
E per non soccombere alla tentazione
afferra con tutta la tua forza la mia mano
e ti libererò dal male, mio povero e caro figlio.

Padre nostropreghierarapporto con Dioamore di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Elena Mencarelli, inserito il 14/12/2002

TESTO

100. Il Natale visto da Gandhi   2

Mahatma Gandhi

Non si dovrebbe celebrare la nascita di Cristo una volta all'anno, ma ogni giorno, perché Egli rivive in ognuno di noi. Gesù è nato e vissuto invano se non abbiamo imparato da lui a regolare la nostra vita sulla legge eterna dell'amore pieno. Là dove regna senza idea di vendetta e di violenza, il Cristo è vivo. Allora potremmo dire che il Cristo non nasce soltanto un giorno all'anno: è un avvenimento costante che può avverarsi in ognuna delle nostre vite. Quando la legge suprema dell'amore sarà capita e la sua pratica sarà universale, allora Dio regnerà sulla terra come regna in cielo. Il senso della vita consiste nello stabilire il Regno di Dio sulla terra, cioè nel proporre la sostituzione di una vita egoista, astiosa, violenta e irragionevole con una vita di amore, di fraternità, di libertà, di ragione. Quando sento cantare "gloria a Dio e pace in terra agli uomini di buona volontà" mi chiedo oggi come sia reso gloria a Dio e dove ci sia pace sulla terra. Finché la pace sarà una fame insaziata, finché noi non saremo riusciti a rinascere come uomini illuminati dallo Spirito, a instaurare con le persone rapporti autentici di comunione da cui siano estranei i sorrisi forzati, l'invidia, la gelosia, la falsa cortesia, la diplomazia, finché non avremo come senso della vita la ricerca della verità su noi stessi, del giusto, del bello, finché non saremo capaci di spogliarci dell'inautentico, di ciò che abbiamo di troppo a spese di coloro che non hanno niente, finché continueremo a calpestare i nostri sogni più belli e più profondi, il Cristo non sarà mai nato.

Quando la pace autentica si sarà affermata, quando avremo sradicato la violenza dalla nostra civiltà, solo allora noi diremo che "Cristo è nato in mezzo a noi". Allora non penseremo tanto ad un giorno che è un anniversario, ma ad un evento che può realizzarsi in tutta la nostra vita. Se dunque si augura un "buon Natale" senza dare un senso profondo a questa frase, tale augurio resta una semplice formula vuota.

Nataleregno di Dio

5.0/5 (2 voti)

inviato da Elena Mencarelli, inserito il 14/12/2002

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