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PREGHIERA

41. Cristo, volto misericordioso del Padre

padre Antonio Rungi

Convertici a Te, Gesù,
che sei venuto a chiamare i peccatori
e non i giusti che non hanno bisogno di redenzione.

Convertici a Te, in questo anno giubilare,
indetto da Papa Francesco, per aiutare
il cammino di credenti verso la penitenza,
la conversione e il rinnovamento spirituale e morale.

Riconosciamo, Signore, le nostre colpe di oggi
e tutte quelle della vita passata,
vissuta, molte volte, nell'ipocrisia e nella falsità.

Noi abbiamo bisogno del tuo perdono
e della tua misericordia
per sentire quanto è grande il tuo amore per noi,
e quanto tieni poco conto dei nostri errori,
e delle nostre deviazioni,
dalla tua santa legge, o Signore.

Non abbandonarci, Signore, nella tentazione
di poter fare a meno di Te,
illudendo noi stessi che è possibile
essere felici e vivere senza il tuo sorriso
e dell'abbraccio della tua paternità infinita.

Con il tuo aiuto, vogliamo sinceramente
riprendere il cammino che ci porta a Te,
mediante la Penitenza e l'Eucaristia,
sacramenti della nostra continua rinascita spirituale
nel segno della coscienza di quanto poco valiamo
se non siamo ancorati a Te che sei la Via, la Verità e la Vita.

Non sia, Gesù, il nostro pentimento
solo e soltanto esteriore o apparente,
ma tocchi le profondità del nostro essere
e le corde di quell'armonia d'amore
che solo tuo puoi ridonarci, Signore.

Convertici a Te, con la tua Parola,
che è luce ai nostri passi,
è forza nel nostro cammino
è consolazione nel nostro patire.

Convertici a Te Signore e abbatti in noi
l'orgoglio e la presunzione di essere giusti
come il fariseo al tempio,
mentre dovremmo batterci sinceramente il petto,
come il pubblicano che non ha avuto
neppure la forza di alzare gli occhi
e lasciarsi illuminare dal tuo volto,
indegno quale era di avanzare nel tempio,
quale segno di riavvicinamento a Te.

Signore, converti il nostro cuore,
la nostra vita,
la nostra storia.

Purifica tutto e lava le nostre colpe
nel tuo sangue prezioso versato sulla croce per noi.
Gesù abbi pietà di noi e non abbandonarci più
nelle nostre illusioni, delusioni e tentazioni,
non abbandonarci nel peccato,
ma donaci il tuo abbraccio di Padre
dal volto tenero e misericordioso.
Amen.

misericordiagiubileo

5.0/5 (2 voti)

inviato da Antonio Rungi, inserito il 13/04/2015

PREGHIERA

42. Io credo, noi crediamo   1

Credo in Dio che ama ogni persona,
che per essa ha creato ogni cosa
e gli ha affidato la cura del mondo,
per il bene di tutti.

Credo che questo Dio, unico e buono,
desidera svelare a ciascuno
il senso e la gioia di vivere
confidando in tutti
per costruire un mondo migliore,

Credo in Gesù,
liberatore e salvatore di tutti,
morto per vincere il male
e risorto per dare inizio
a nuovi rapporti di fraternità e di giustizia.

Credo nello Spirito Santo,
donato da Gesù per farci crescere
nella fede e nella libertà,
nell'amore e nel servizio,
nel perdono e nell'impegno.

Credo nella Chiesa,
la famiglia di Dio,
segno del suo progetto
di riunire attorno a Gesù tutti i popoli
superando ogni differenza.

Credo che la vita è bella
e ho fiducia nel domani,
perché so di non essere solo,
ma di avere al mio fianco
il Padre, Cristo, lo Spirito Santo
e la Chiesa.
Amen.

credo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Stefao Zerbini, inserito il 21/01/2015

TESTO

43. Perché sia sempre Natale   2

Ragazzi della Piccola Fraternità di S. Zenetto (Verona)

La poesia-preghiera è stata composta, in preparazione al Natale, dai ragazzi della 'Piccola Fraternità' di S. Zenetto (Verona) e rispecchia il cammino di questa Piccola Fraternità per quest'anno, che ha come parole chiave quelle suggerite dal Papa: permesso, grazie, scusa. Alla composizione ha contribuito ciascuno, con la propria sensibilità. La poesia è semplice, scaturita da persone semplici, ma che sanno farsi guidare dallo Spirito Santo. Ci mostra che anche disabili intellettivi, inseriti nella vita della Chiesa, sanno stimolarci ed aiutarci nel nostro cammino.

Guerre, crisi, famiglie distrutte:
quante notizie brutte!

Ma io, cosa posso fare?
Gesù me lo insegna:
bisogna amare!

Amare...non è solo una parola,
ma regola da vivere
in famiglia, sul lavoro, a scuola.

Nelle persone che mi mette accanto
Gesù è presente;
chiedo permesso e lo riconosco,
così non sarò più invadente.

A volte costa fatica chiedere scusa
e dare il perdono,
ma rende il cuore
più leggero e buono.

Spesso ciò che ricevo
lo do per scontato:
se imparo a dire "Grazie"
riconosco i doni che Dio mi ha dato.

Ecco le tre parole
che il Papa ci ha consigliato
per assomigliare alla famiglia
in cui Gesù è nato;

piccoli segni d'amore
per rivivere la nascita
di nostro Signore!

natalesanta famigliapregareamareringraziarescusarsi

5.0/5 (4 voti)

inviato da Maria Paola Nicolai, inserito il 06/12/2014

PREGHIERA

44. Preghiera di chi compie cinquant'anni

Se ci domandiamo come stiamo vivendo la vita non sempre il bilancio è dei migliori.
Per non lasciarsi fiaccare il cuore dal pensiero di ciò che non si è vissuto bene
è meglio dire: Grazie, Signore, per la vita.

Grazie per chi ce l'ha donata:
da quando siamo diventati genitori abbiamo imparato a scoprire con occhi nuovi l'umanità di nostro padre, di nostra madre.

Grazie per gli amici che la vita ci ha donato;
con alcuni ci siamo persi per strada, con tanti altri, invece, abbiamo imparato a donare, a chiedere e a gustare ciò che davvero conta.
Ti affidiamo quelli che sono già tornati da te: il loro ricordo è gratitudine di vita.

Grazie per la capacità di amare che hai posto nel nostro cuore:
ora che abbiamo cinquant'anni ci pare di capire con più consapevolezza cosa vuol dire amare una donna, un uomo.
Ti ringraziamo di cuore, per chi ci hai messo accanto:
i ragazzi che sono diventato nostri mariti, le ragazze che sono diventate nostre mogli.
Per quelli che tra noi sono stati feriti nell'amore, o che, nel tentativo di amare, hanno ferito qualcuno:
ti chiediamo il dono della consolazione, del perdono e della fiducia nella vita.

Grazie per il dono dei figli:
non li abbiamo scelti, ci sono arrivati così come sono.
Tu ci hai affidato a loro perché imparassimo a diventare genitori, a scoprire cosa vuol dire amare sul serio; ti li hai affidati a noi perché li aiutassimo a vivere in questo mondo da persone vere, libere, buone.
Manda nel nostro cuore il tuo amore così che in questa e in tutte le età della vita possiamo essere per loro una porta aperta, un incoraggiamento: il nostro esempio, più che le parole, li aiutino a stare con coraggio e verità nella vita quotidiana.

Grazie per il dono della fede e della comunità cristiana.
Perdona le incoerenza e le falsità; fa' che viviamo l'età della maturità senza l'orgoglio di chi crede di bastare a se stesso.
Donaci di vivere la fede nel modo dei tuoi amici che si avvicinavano a te per chiederti spiegazioni:
stando vicino a te le cose diventano più chiare, gli animi più trasparenti, i ricordi più sereni, le parole più vere, il presente un dono, gli incontri più significativi.

Grazie per il dono del nostro corpo e del grado di salute di cui godiamo:
aiutaci a stare dentro alla bellezza dei cinquant'anni senza la smania di apparire ciò che non siamo.
Donaci l'entusiasmo di chi sa vedere in ciò che è nuovo, diverso, inaspettato, in ogni giorno nuovo un'opportunità.
Togli da noi ogni paura, ciò che invecchia il cuore e ci rende pedanti.

Grazie, Signore per questa vita:
per questa e per tutte le età che vivremo donaci di saper sorridere, di non prenderci troppo sul serio ma aiutaci a trovare il senso buono di ciò che viviamo.

Benedici i nostri giorni, quanti portiamo nel cuore, le nostre famiglie, le nostre comunità.
Amen.

ringraziamentomaturitàvita

5.0/5 (3 voti)

inviato da Don Massimo De Francesci, inserito il 18/09/2014

PREGHIERA

45. All'alba ti cercherò

Carlo Maria Martini, All'alba ti cercherò, 131

Signore, provoca anche noi!
Passa in mezzo a noi, dovunque siamo,
sia che ci troviamo tra la folla,
sia che ci troviamo nel luogo della preghiera,
sia che ci troviamo nelle realtà della vita quotidiana!
Fa' che non ci sia differenza tra l'una e l'altra,
che non abbiamo a rinnegare nella vita quotidiana
colui che sul monte vogliamo conoscere.
Fa' che ci sia unità tra i diversi momenti della nostra esistenza!
Signore, attraverso la contemplazione di te che risvegliandoti dal sonno e risorto dalla morte mi dai fiducia,
sciogli, ti prego, i miei timori, le mie paure, le mie indecisioni,
i miei blocchi nelle scelte importanti, nelle amicizie, nel perdono, nei rapporti con gli altri,
negli atti di coraggio per manifestare la mia fede.
Sciogli i miei blocchi, Signore!

vitaquotidianocontemplazione

4.2/5 (5 voti)

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 27/08/2014

TESTO

46. Saranno veramente figli di Dio   1

R. Meynet, Rileggendo le invocazioni del Padre nostro nel racconto della passione di Luca

Se i discepoli restano con Gesù nelle sue prove;
se vincono di giorno in giorno la tentazione di estendere il regno del dominio
e di cedere al potere di calpestare;
se si sottraggono al potere del Maligno
e resistono al desiderio di restituire male per male,
ma perdonano come Gesù guarisce dalla spada;
se come lui sanno ricevere il loro pane dalla mano di Dio che ogni giorno li fortifica,
questo vuol dire
che la volontà di Dio si compie sulla terra come in cielo;
che il Regno di Dio viene per mezzo loro;
che allora il suo Nome è santificato
e che essi possono, sulla scorta del loro maestro, ardire pronunciarlo.
Saranno veramente i Figli
di Colui che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni
e fa cadere la pioggia sui giusti e sugli ingiusti.
Ammessi alla tavola regale,
condivideranno con Gesù l'eredità del Padre che è nei cieli.

padre nostrotentazioneforzaperdono

5.0/5 (1 voto)

inviato da Maria Colombo LGE, inserito il 21/06/2014

TESTO

47. Foglietto illustrativo della Confessione   6

Alessandro Cochi

Reconciliationis
Categoria Farmaceutica: Farmaci essenziali per la salute fisica, mentale e spirituale.
Composizione Farmaco: Composto da sincero pentimento, ammissione dei peccati, preghiere di riconciliazione.
Indicazioni Terapeutiche: Farmaco indicato nei casi di sofferenza, di difficoltà, di crisi interiore ed esteriore.
Posologia, Modo e Tempo di Somministrazione: Utilizzare quando si vuole, avendo un cuore pentito dei propri peccati, e sinceramente rivolto al Signore.
Controindicazioni: Nessuna.
Precauzioni d'uso: Non utilizzare per fare scena, e non aver paura di mostrare umiltà, e di ammettere i propri peccati: il Signore non si fa problemi a perdonare.
Interazioni: Nessuna interazione con altri farmaci.
Sovradosaggio: Nessun sovradosaggio.
Effetti Indesiderati: Nessuno.
Conservazione: Si conserva nel proprio cuore.
Avvertenze: Comportarsi da veri cristiani, con coerenza e sincerità di fede, seguendo l'esempio del Signore Gesù.
Scadenza: Il farmaco non ha scadenza.
Prezzo: Il farmaco è gratuito.

riconciliazioneconfessioneperdono

5.0/5 (3 voti)

inviato da Alessandro Cochi, inserito il 21/06/2014

TESTO

48. Povero fratello Giuda   3

Primo Mazzolari, Bozzolo, Giovedì Santo 1958

Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell'anima io non lo so. È uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore.

Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po' di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore; e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: "Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo!" Amico! Questa parola che vi dice l'infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa anche capire perché io l'ho chiamato in questo momento fratello. Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici. Gli Apostoli son diventati gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre gli amici. Noi possiamo tradire l'amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore...

Povero Giuda. Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui. Povero Giuda. Una croce e un albero di un impiccato. Dei chiodi e una corda...

Io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa sera, perché io non giudico, io non condanno; dovrei giudicare me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità, quella parola amico, che gli ha detto il Signore mentre lui lo baciava per tradirlo, io non posso pensare che questa parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore. E forse l'ultimo momento, ricordando quella parola e l'accettazione del bacio, anche Giuda avrà sentito che il Signore gli voleva ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo apostolo che è entrato insieme ai due ladroni...

speranzaperdonoconversionepeccatomisericordiarapporto con Diotradimentodisperazionegiovedì santo

4.6/5 (5 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 21/06/2014

PREGHIERA

49. Ecco il tempo opportuno   2

Enrico Masseroni, Ti benedico Signore, Edizioni Paoline

Questo è il tempo del deserto, o Signore.
Anche noi con te, siamo attratti
verso le dune del silenzio,
per riscoprire l'orizzonte
del nostro mondo interiore
e spezzare il pane saporoso della Parola,
che sazia la nostra fame
e dona vigore nei giorni di lotta.
Questo è il tempo del pane spezzato
sulla stessa mensa con altri fratelli,
come viatico che fortifica
la nostra coscienza di figli.
Questo è il tempo del tuo perdono
nella gioia di una libertà ritrovata
sui ruderi delle nostre schiavitù.
Donaci, o Signore, di non sciupare
i giorni di luce che tu dipani per noi:
liberaci dalla febbre dell'evasione
per tuffarci nella limpida corrente
della tua grazia che rigenera
e ci fa essere creature pasquali.

quaresimadeserto

inviato da Qumran2, inserito il 21/06/2014

TESTO

50. La misura del tuo perdono

Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto

La misura del tuo perdono, a chi ti ha fatto un torto, non sia la condiscendenza. Corri da lui, rialzalo, abbracciandolo. Con la forza di Dio, abbi amore per lui.

perdonomisericordia

3.5/5 (2 voti)

inviato da Eremo San Biagio, inserito il 14/05/2014

PREGHIERA

51. Ti prendo in parola   1

Giuseppe Impastato S.I.

L'ho capito bene:
Tu non ce la fai a stare senza di me,
desideri ardentemente
abitare nel mio cuore:
esso è la casa dei tuoi sogni!

Ti spalanco la mia porta.
Entra. Non è degna di te, lo so.
Ma tu non fare lo schizzinoso.
Sei abituato a grotte, mangiatoie e simili.
Bene. Ci siamo. Vieni.

E fammi guardare il mondo,
rendimi capace di vedere le tue meraviglie.
Manifestami i tuoi orizzonti,
affàscinami con i tuoi progetti,
scoprimi i desideri del tuo cuore,
mettimi a parte delle tue ambizioni,
fa' combaciare i miei interessi con i tuoi.

Hai detto: "Io in voi e voi in me".
Ti prendo in parola, Gesù.
Mi hai fatto venire un grande desiderio:
sarò io stavolta ad entrare a casa tua.

rapporto con Dioperdonomisericordiaaccoglienzaapertura

5.0/5 (4 voti)

inviato da Giuseppe Impastato S.I., inserito il 14/05/2014

RACCONTO

52. Il ponte   12

Questa è la storia di due fratelli che vissero insieme d'amore e d'accordo per molti anni. Vivevano in cascine separate, ma un giorno scoppiò una lite e questo fu il primo problema serio che sorse dopo 40 anni in cui avevano coltivato insieme la terra condividendo le macchine e gli attrezzi, scambiandosi i raccolti e i beni continuamente.

Cominciò con un piccolo malinteso e crebbe fino a che scoppiò un diverbio con uno scambio di parole amare a cui seguirono settimane di silenzio.

Una mattina qualcuno bussò alla porta di Luigi. Quando aprì si trovò davanti un uomo con gli utensili del falegname: "Sto cercando un lavoro per qualche giorno", disse il forestiero, "forse qui ci può essere bisogno di qualche piccola riparazione nella fattoria e io potrei esserle utile per questo".

"Sì", disse il maggiore dei due fratelli, "ho un lavoro per lei. Guardi là, dall'altra parte del fiume, in quella fattoria vive il mio vicino, beh! È il mio fratello minore. La settimana scorsa c'era una splendida prateria tra noi, ma lui ha deviato il letto del fiume perché ci separasse. Deve aver fatto questo per farmi andare su tutte le furie, ma io gliene farò una. Vede quella catasta di pezzi di legno vicino al granaio? Ebbene voglio che costruisca uno steccato di due metri circa di altezza, non voglio vederlo mai più". Il falegname rispose: "Mi sembra di capire la situazione".

Il fratello maggiore aiutò il falegname a riunire tutto il materiale necessario e se ne andò fuori per tutta la giornata per fare le spese in paese. Verso sera, quando il fattore ritornò, il falegname aveva appena finito il suo lavoro. Il fattore rimase con gli occhi spalancati e con la bocca aperta.

Non c'era nessuno steccato di due metri. Invece c'era un ponte che univa le due fattorie sopra il fiume. Era una autentica opera d'arte, molto fine, con corrimano e tutto.

In quel momento, il vicino, suo fratello minore, venne dalla sua fattoria e abbracciando il fratello maggiore gli disse: "Sei un tipo veramente in gamba. Ma guarda! Hai costruito questo ponte meravilloso dopo quello che io ti ho fatto e detto".

E così stavano facendo la pace i due fratelli, quando videro che il falegname prendeva i suoi arnesi. "No, no, aspetta; rimani per alcuni giorni ancora, ho parecchi lavori per te", disse il fratello maggiore al falegname. "Mi fermerei volentieri", rispose lui, "ma ho parecchi ponti da costruire".

Molte volte lasciamo che i malintesi e le stizze ci allontanino dalla gente a cui vogliamo bene, molte volte lasciamo che sia l'orgoglio a prevalere sui sentimenti.
- Non permettere che ciò succeda nella tua vita.
- Impara a perdonare e apprezza quanto hai. Ricorda che perdonare non cambia nulla del passato, ma del futuro sì. Non conservare rancore né sentimenti di amarezza che ti feriscono, ti allontanano da Dio e dalle persone che ti vogliono bene.
- Impara ad essere felice e a godere delle meraviglie che Dio ha creato. Egli ti ama e desidera che tu abbia una vita felice e piena di amore e armonia.
- Non permettere che un piccolo incidente rovini una grande amicizia.
- Ricorda che il silenzio, a volte, è la miglior risposta.
- Ciò che più importa è una casa felice. Fa' tutto quello che è nelle tue mani per creare un ambiente di pace e armonia.
- Ricorda che la miglior relazione è quella in cui l'amore tra due persone è più grande del bisogno che hanno l'una dell'altra.

pacelitigiarmoniaconcordiaperdono

4.9/5 (13 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 27/12/2013

PREGHIERA

53. La preghiera del Papa a Maria, Stella del Mare   3

Papa Francesco, S. Messa a Lampedusa, 8 luglio 2013

O Maria, stella del mare,
ancora una volta ricorriamo a te, per trovare rifugio e serenità,
per implorare protezione e soccorso.

Madre di Dio e Madre nostra, volgi il tuo sguardo dolcissimo
su tutti coloro che ogni giorno affrontano i pericoli del mare
per garantire alle proprie famiglie il sostentamento necessario alla vita,
per tutelare il rispetto del creato, per servire la pace tra i popoli.

Protettrice dei migranti e degli itineranti,
assisti con cura materna gli uomini, le donne e i bambini
costretti a fuggire dalle loro terre in cerca di avvenire e di speranza.
L'incontro con noi e con i nostri popoli
non si trasformi in sorgente di nuove e più pesanti schiavitù e umiliazioni.

Madre di misericordia, implora perdono per noi che,
resi ciechi dall'egoismo, ripiegati sui nostri interessie prigionieri delle nostre paure,
siamo distratti nei confronti delle necessità e delle sofferenze dei fratelli.

Rifugio dei peccatori, ottieni la conversione del cuore
di quanti generano guerra, odio e povertà, sfruttano i fratelli e le loro fragilità,
fanno indegno commercio della vita umana.

Modello di carità, benedici gli uomini e le donne di buona volontà,
che accolgono e servono coloro che approdano su questa terra:
l'amore ricevuto e donato sia seme di nuovi legami fraterni
e aurora di un mondo di pace. Amen.

accoglienzamigranticaritàsoccorsoamore di CristoMaria

4.1/5 (7 voti)

inviato da Paola Maria Teresa, inserito il 23/12/2013

PREGHIERA

54. Preghiera per la quaresima   1

Carlo Maria Martini

Adorando insieme la croce, segno della nostra salvezza,
chiediamo umilmente perdono per noi,
per le colpe di cui noi ci siamo macchiati;
chiediamo perdono anche a nome di tutti coloro che non sono qui
e non sanno chiedere perdono al Signore per le loro colpe.
Essi non sanno di quanta gioia e di quanta pace
il loro cuore sarebbe pieno se sapessero farlo.
Chiediamo perdono a nome di tutta l'umanità,
del tanto male commesso dall'uomo contro l'uomo,
del tanto male commesso dall'uomo
contro il Figlio di Dio, contro il salvatore Gesù,
contro il profeta che portava parole di amore.
E mettiamo la nostra vita nelle mani del crocifisso
perché egli, redentore buono, redima e salvi il nostro mondo,
redima e salvi la nostra vita col conforto del suo perdono.

quaresimaconversionevenerdì santocroce

5.0/5 (1 voto)

inviato da Francesco De Luca, inserito il 20/09/2013

TESTO

55. Torti e ragioni   2

Bruno Maggioni, Padre Nostro, ed. Vita e Pensiero, 2004, pag 104

I torti e le ragioni costituiscono un intreccio complesso e inestricabile, che solo il perdono può risolvere.

perdonotortoragionemisericordiaconflittidialogoriconciliazione

4.7/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 16/05/2013

PREGHIERA

56. Maria, donna innamorata   3

don Tonino Bello, Maria, donna dei nostri giorni

I love you. Je t'aime. Te quiero. Ich liebe Dich. Ti voglio bene, insomma.

Io non so se ai tempi di Maria si adoperassero gli stessi messaggi d'amore, teneri come giaculatorie e rapidi come graffiti, che le ragazze di oggi incidono furtivamente sul libro di storia o sugli zaini colorati dei loro compagni di scuola.

Penso, però, che, se non proprio con la penna a sfera sui jeans, o con i gessetti sui muri, le adolescenti di Palestina si comportassero come le loro coetanee di oggi.

Con «stilo di scriba veloce» su una corteccia di sicomòro, o con la punta del vincastro sulle sabbie dei pascoli, un codice dovevano pure averlo per trasmettere ad altri quel sentimento, antico e sempre nuovo, che scuote l'anima di ogni essere umano quando si apre al mistero della vita: ti voglio bene!

Anche Maria ha sperimentato quella stagione splendida dell'esistenza, fatta di stupori e di lacrime, di trasalimenti e di dubbi, di tenerezza e di trepidazione, in cui, come in una coppa di cristallo, sembrano distillarsi tutti i profumi dell'universo.

Ha assaporato pure lei la gioia degli incontri, l'attesa delle feste, gli slanci dell'amicizia, l'ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo.

Cresceva come un'anfora sotto le mani del vasaio, e tutti si interrogavano sul mistero di quella trasparenza senza scorie e di quella freschezza senza ombre.

Una sera, un ragazzo di nome Giuseppe prese il coraggio a due mani e le dichiarò: «Maria, ti amo». Lei gli rispose, veloce come un brivido: «Anch'io». E nell'iride degli occhi le sfavillarono, riflesse, tutte le stelle del firmamento.

Le compagne, che sui prati sfogliavano con lei i petali di verbena, non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura. Il sabato la vedevano assorta nell'esperienza sovrumana dell'estasi, quando, nei cori della sinagoga, cantava: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora ti cerco: di te ha sete l'anima mia come terra deserta, arida, senz' acqua». Poi la sera rimanevano stupite quando, raccontandosi a vicenda le loro pene d'amore sotto il plenilunio, la sentivano parlare del suo fidanzato, con le cadenze del Cantico dei Cantici: «Il mio diletto è riconoscibile tra mille... I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua... Il suo aspetto è come quello del Libano, magnifico tra i cedri...».

Per loro, questa composizione era un'impresa disperata. Per Maria, invece, era come mettere insieme i due emistichi d'un versetto dei salmi.

Per loro, l'amore umano che sperimentavano era come l'acqua di una cisterna: limpidissima, sì, ma con tanti detriti sul fondo. Bastava un nonnulla perché i fondigli si rimescolassero e le acque divenissero torbide. Per lei, no.

Non potevano mai capire, le ragazze di Nazaret, che l'amore di Maria non aveva fondigli, perché il suo era un pozzo senza fondo.

Santa Maria, donna innamorata, roveto inestinguibile di amore, noi dobbiamo chiederti perdono per aver fatto un torto alla tua umanità. Ti abbiamo ritenuta capace solo di fiamme che si alzano verso il cielo, ma poi, forse per paura di contaminarti con le cose della terra, ti abbiamo esclusa dall'esperienza delle piccole scintille di quaggiù. Tu, invece, rogo di carità per il Creatore, ci sei maestra anche di come si amano le creature. Aiutaci, perciò, a ricomporre le assurde dissociazioni con cui, in tema di amore, portiamo avanti contabilità separate: una per il cielo (troppo povera in verità), e l'altra per la terra (ricca di voci, ma anemica di contenuti) .

Facci capire che l'amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall'unico incendio di Dio. Ma facci comprendere anche che, con lo stesso fuoco, oltre che accendere lampade di gioia, abbiamo la triste possibilità di fare terra bruciata delle cose più belle della vita.

Perciò, Santa Maria, donna innamorata, se è vero, come canta la liturgia, che tu sei la «Madre del bell'amore», accoglici alla tua scuola. lnsegnaci ad amare. È un'arte difficile che si impara lentamente. Perché si tratta di liberare la brace, senza spegnerla, da tante stratificazioni di cenere.

Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare senza chiedere. Essere discreti al limite del silenzio. Soffrire per far cadere le squame dell'egoismo. Togliersi di mezzo quando si rischia di compromettere la pace di una casa. Desiderare la felicità dell'altro. Rispettare il suo destino. E scomparire, quando ci si accorge di turbare la sua missione.

Santa Maria, donna innamorata, visto che il Signore ti ha detto: «Sono in te tutte le mie sorgenti», facci percepire che è sempre l'amore la rete sotterranea di quelle lame improvvise di felicità, che in alcuni momenti della vita ti trapassano lo spirito, ti riconciliano con le cose e ti danno la gioia di esistere.

Solo tu puoi farci cogliere la santità che soggiace a quegli arcani trasalimenti dello spirito, quando il cuore sembra fermarsi o battere più forte, dinanzi al miracolo delle cose: i pastelli del tramonto, il profumo dell'oceano, la pioggia nel pineto, l'ultima neve di primavera, gli accordi di mille violini suonati dal vento, tutti i colori dell'arcobaleno... Vaporano allora, dal sotto suolo delle memorie, aneliti religiosi di pace, che si congiungono con attese di approdi futuri, e ti fanno sentire la presenza di Dio.

Aiutaci, perché, in quegli attimi veloci di innamoramento con l'universo, possiamo intuire che le salmodie notturne delle claustrali e i balletti delle danzatrici del Bolscjoi hanno la medesima sorgente di carità. E che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in una cattedrale è la stessa del ritornello che si sente giungere la sera... da una rotonda sul mare: «Parlami d'amore, Mariù».

Mariainnamoramentoamore

4.0/5 (4 voti)

inviato da Barbara Battilana, inserito il 13/03/2013

TESTO

57. Se tu credi   2

P. Gilbert

Se tu credi,
che un sorriso è più forte di una lacrima,
se tu credi alla potenza di una mano offerta,
se tu credi che quello che unisce gli uomini
è più forte di quello che divide,
se tu credi che l'essere diversi
costituisce una ricchezza e non un pericolo,
se tu preferisci la speranza al sospetto,
se credi che devi fare il primo passo anziché gli altri,
allora la pace verrà.

Se lo sguardo di un bambino riesce ancora
a disarmare il tuo cuore,
se l'ingiustizia fatta agli altri ti suscita ribellione
come se l'avessi subita tu stesso,
se per te l'estraneo è un fratello che ti viene presentato,
se sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
se sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se dividi il tuo pane e sai aggiungere un po' del tuo cuore,
se credi che il perdono va più lontano della vendetta,
allora la pace verrà.

Se puoi ascoltare gli infelici che ti fanno perdere tempo
e conservare il sorriso,
se sai accettare la critica ed approfittarne
senza respingerla e difenderti,
se sai accogliere un consiglio diverso dal tuo e adottarlo,
se ti rifiuti di versare sul petto altrui la tua colpa,
se per te la collera è una debolezza e non una prova di forza,
se tu preferisci essere abbandonato
anziché fare torto a qualcuno,
se tu rifiuti che dopo di te venga il diluvio,
se ti schieri dalla parte del povero e dell'oppresso
senza pretendere di essere un eroe,
se tu credi che l'amore è la sola forza della discussione,
se tu credi che la pace sia possibile,
allora la pace verrà.

pacesperanzafiduciaottimismo

4.8/5 (5 voti)

inviato da Cinzia Novello, inserito il 06/03/2013

RACCONTO

58. Il discepolo e il sacco di patate   13

Un giorno il saggio diede al discepolo un sacco vuoto e un cesto di patate. "Pensa a tutte le persone che hanno fatto o detto qualcosa contro di te recentemente, specialmente quelle che non riesci a perdonare. Per ciascuna, scrivi il nome su una patata e mettila nel sacco".
Il discepolo pensò ad alcune persone e rapidamente il suo sacco si riempì di patate.
"Porta con te il sacco, dovunque vai, per una settimana" disse il saggio. "Poi ne parleremo".

Inizialmente il discepolo non pensò alla cosa. Portare il sacco non era particolarmente gravoso. Ma dopo un po', divenne sempre più un gravoso fardello. Sembrava che fosse sempre più faticoso portarlo, anche se il suo peso rimaneva invariato.
Dopo qualche giorno, il sacco cominciò a puzzare. Le patate marce emettevano un odore acre. Non era solo faticoso portarlo, era anche sgradevole.

Finalmente la settimana terminò. Il saggio domandò al discepolo: "Nessuna riflessione sulla cosa?".
"Sì Maestro", rispose il discepolo. "Quando siamo incapaci di perdonare gli altri, portiamo sempre con noi emozioni negative, proprio come queste patate. Questa negatività diventa un fardello per noi, e dopo un po', peggiora."
"Sì, questo è esattamente quello che accade quando si coltiva il rancore. Allora, come possiamo alleviare questo fardello?".
"Dobbiamo sforzarci di perdonare".
"Perdonare qualcuno equivale a togliere una patata dal sacco. Quante persone per cui provavi rancore sei capace di perdonare?".
"Ci ho pensato molto, Maestro, disse il discepolo. "Mi è costata molta fatica, ma ho deciso di perdonarli tutti".

perdonomisericordiaaccettazionerancore

4.9/5 (13 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 23/02/2013

TESTO

59. Perdono   1

Marcelle Auclair

Il perdono è più di un sentimento, è una forza che produce effetti straordinari.

perdono

4.3/5 (7 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 04/01/2013

PREGHIERA

60. Rimetti a noi i nostri debiti   13

Tonino Lasconi, Amico Dio

Tu ci perdoni sempre.
Tu ci dai sempre
la possibilità di essere nuovi
e di ricominciare da capo.
Allora anche noi
dobbiamo perdonare
gli amici che ci lasciano,
a quelli che parlano male di noi,
a quelli che non mantengono
gli impegni presi insieme.
Tu ci perdoni sempre.
Allora nessuno deve mai
«chiudere» con un fratello.
Mai disperare che il bene
la spunti sui difetti.
Allora mai dobbiamo aspettare
che incomincino gli altri.
Tu ci perdoni sempre.
Allora nessuno di noi
deve mai stancarsi
di ricominciare,
di ridare fiducia,
di risalire la china
delle delusioni.
Tu ci perdoni sempre
e non ti stanchi mai di noi.

perdonoriconciliazioneamorefiduciamisericordiaamore di Dioaperturagratuità

4.5/5 (4 voti)

inserito il 23/09/2012

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