I tuoi ritagli preferiti

PERFEZIONA LA RICERCA

Tutti i ritagli

Indice alfabetico dei temi

Invia il tuo ritaglio

Hai cercato pentecoste

Hai trovato 42 ritagli

Ricerca avanzata
tipo
parole
tema
fonte/autore

Pagina 1 di 3  

PREGHIERA

1. Mandaci oggi il tuo Spirito!   1

Hermann Schaluck

Oggi, o Dio, noi ti preghiamo:
mandaci oggi il tuo Spirito!
E sia per noi un fuoco ardente e luminoso,
illumini le nostre tenebre
e ravvivi una volta ancora il nostro amore.

Sia per noi un alito soave,
consoli e tranquillizzi
la nostra pusillanime trepidazione per futuro.

Sia per noi una brezza forte,
ci faccia navigare arditamente
e indirizzi a nuovi orizzonti il nostro cammino.
Sia per noi tempesta che rende l'aria pura.

Sia per noi acqua,
che fa crescere fiori nuovi dopo la siccità.

O Signore della nostra vita
e della nostra storia,
il tuo Spirito ci faccia toccare con mano
che l'antica missione,
che in verità tu ci hai affidato,
può ancora trasformare il mondo
in questi tempi nuovi.

spirito santopentecostechiesamissione

inviato da Don Maurizio Mariani, inserito il 23/06/2020

TESTO

2. Alla mia luce - La preghiera del cero pasquale

Luca Rubin, www.lucarubin.it

Il fuoco nuovo di Pasqua
ha dato inizio alla mia missione:
simbolo del Cristo risorto
ho diradato le tenebre della notte
in mezzo alla comunità cristiana
riunita intorno al suo Signore.

Questa sera verrò riposto
in un angolo di sacrestia,
il tempo di Pasqua è compiuto,
ma il suo effetto rimane:
la mia fiamma ti viene affidata
per guidare i tuoi passi
sulle orme di Gesù Cristo
Signore e Salvatore.

Tornerò a illuminare la preghiera
in occasione di un battesimo,
quando Vita germoglia in un nuovo figlio,
e per l'ultimo saluto
di chi ci lascia per essere accolto
nella casa del Padre,
e allora indicherò il cielo
per annunciare ancora e ancora
che la Vita non finisce.

Alleluia, il Signore è risorto,
veramente risorto, alleluia!

"Questa sera" si riferisce alla sera di Pentecoste, quando al termine del Tempo Pasquale il Cero non viene più acceso, se non durante i Battesimi e i Funerali.

cero pasqualepentecosteSpirito Santorisurrezione

inviato da Luca Rubin, inserito il 23/06/2020

PREGHIERA

3. Invocazione dello Spirito   2

Remigio Menegatti

Vieni Spirito della fede
E insegnaci a credere fermamente nell'amore di Dio e nella possibilità di vivere come suoi figli.

Vieni Spirito della speranza
E insegnaci a guardare oltre gli ostacoli, e a vivere ogni sfida della vita guidati dalla certezza che sei in noi e ci doni la tua forza.

Vieni Spirito di carità
E insegnaci ad amare Dio con tutto il cuore, la mente e le forze e diventare prossimo di ogni persona che incontriamo, sullo stile di Gesù, servo per amore.

Vieni Spirito della gioia
E insegnaci a riconoscere i segni della presenza di Dio nella nostra vita, e a esultare come Maria che si sente coinvolta pienamente in questa storia di amore.

Vieni Spirito dell'umiltà
E insegnaci che ogni piccolo passo è necessario per arrivare alle grandi mete che ci realizzano come persone e come credenti.

Vieni Spirito della forza
E insegnaci a non prendere paura se i risultati che speriamo non arrivano subito e chiedono anche un po' di sacrificio e sofferenza.

Vieni Spirito della fedeltà
E insegnaci a non abbandonare il cammino che abbiamo iniziato, e a cercare in te, e nella comunità il sostegno nei momenti difficili.

Vieni Spirito della testimonianza
E insegnaci a dare testimonianza del tuo amore, della bellezza di Dio, della gioia che nasce dal Vangelo vissuto giorno per giorno.

Vieni Spirito dell'ascolto
E insegnaci a cercare nelle parole della Bibbia e nelle parole della cronaca il dialogo con Dio e con i fratelli per condividere con tutti la gioia del Vangelo.

Vieni Spirito della festa

E insegnaci a celebrare con gioia e costanza l'incontro con te nella comunità domenicale.

cresimaSpirito Santopentecoste

inviato da Don Remigio Menegatti, inserito il 30/06/2017

PREGHIERA

4. Preghiera dei Cresimandi

Remigio Menegatti

Noi crediamo che lo Spirito è l'amore che unisce il Padre e il Figlio, amore eterno e stabile, amore di dolcezza e forza.
Crediamo che lo Spirito è con il Padre e il Figlio autore della creazione, e protagonista della storia umana perché sia per tutti storia di salvezza.
Crediamo che nella pienezza dei tempi per opera dello Spirito santo il Figlio del Padre, Parola eterna di Dio, si è fatto uomo nel grembo della Verine Maria ed è diventato nostro fratello.
Crediamo che lo Spirito Santo ha consacrato Gesù di Nazareth come Messia e lo ha guidato nella sua vita e missione.
Crediamo che Gesù, morente in croce e apparso vivo dal sepolcro, ha effuso sui suoi discepoli lo Spirito.
Crediamo che lo Spirito è sceso sui tutti i credenti nel giorno della Pentecoste.
Crediamo che lo Spirito anima la Chiesa, è presente e opera in tutti i battezzati e rende ciascuno capace di vivere al meglio la sua vocazione, unica chiamata alla santità che si raggiunge percorrendo strade diverse.
Crediamo che lo Spirito in noi agisce già e sempre perché la nostra vita sia spesa a lode di Dio e per aiutarci ad accogliere e realizzare il progetto del suo Regno di amore, pace e giustizia.
Vieni, Spirito di Cristo, dono del Padre, e accompagnaci nel cammino verso la conferma di questo dono nella Pentecoste, e ogni giorno.

cresimaSpirito Santopentecostestoria della salvezza

inviato da Don Remigio Menegatti, inserito il 30/06/2017

PREGHIERA

5. Lettera di un parroco a Gesù Bambino

don Giuseppe Comi, Zenit.org

Caro Gesù Bambino,

da quando il Padre tuo, per mezzo di te, ha creato l'uomo, tu non ti sei mai stancato di amarlo. Per la sua salvezza, ti sei fatto carne nel seno della Vergine. Dalla carne gli hai mostrato quanto è grande la tua compassione, la tua divina carità. Nella carne hai preso tutti i suoi peccati e nel tuo corpo li hai affissi su legno della croce, per toglierli dalle sue spalle. Per attestare che ogni tua parola, ogni tuo gesto d'amore è vero, sei risorto e ora sei assiso nella più alta gloria del Cielo, avendo ricevuto dal Padre un nome che è sopra ogni altro nome.

Dinanzi a te, ogni ginocchio si piega sulla terra, nei cieli, sotto terra e ogni lingua proclama che solo tu sei il Signore. Non esistono altri signori nell'universo. Solo tu sei la Vita di ogni uomo. Questa la tua verità eterna. Questa è la nostra fede. In te, solo in te, l'uomo ritrova la luce, la pace, se stesso.

Dopo la tua gloriosa ascensione, hai bisogno della nostra carne per continuare la tua missione. Hai bisogno del mio corpo per dire la tua parola, per battezzare nel tuo nome, per perdonare i peccati, per fare te pane di vita, per trasformare te in Eucaristia. Per mostrare ad ogni uomo la tua compassione, la tua carità, la tua salvezza, per discerne e separare con taglio netto, più che spada a doppio taglio, la luce dalle tenebre, la verità dalla falsità, il bene dal male, la giustizia dall'ingiustizia, l'amore dall'odio, la pace dalla guerra, la virtù dal vizio.

Non hai bisogno di un corpo di peccato, nel quale non può abitare lo Spirito Santo e il tuo cuore mai potrà muovere il mio. Hai bisogno della mia carne pura, santa, immacolata, come la carne della Madre tua. Se è nel peccato, non può essere data a te, perché appartiene già al principe del mondo. Per questo ti scrivo: per chiederti questa piccola grazia: fa' che la tua carne sia la mia carne, il tuo cuore il mio cuore, la tua anima la mia anima, il tuo Spirito Santo il mio Spirito Santo, i tuoi sentimenti i miei sentimenti.

Conformami a te, perché come te, in te, per te, possa esercitare il mio ministero profetico, sacerdotale, regale come lo hai esercitato tu. Sarò sacerdote secondo il tuo cuore. Il mondo lo vedrà e tutti si lasceranno conquistare a te. Ti prego. Non negarmela. Tu per questo vieni: per farci vita della tua vita, per essere veri strumenti della tua salvezza.

Sarei egoista se pensassi solamente a me. La mia Parrocchia è fatta di molte persone: piccoli giovani, adulti, anziani, sani, ammalati, vicini a te, ma anche tanti che da te sono lontani. Anche per ogni persona affidata alle mie cure pastorali ti chiedo una grazia. Fa' che quanti sono vicini a te, crescano nel tuo amore, diventino tuoi missionari per fare conoscere te a quanti non ti conoscono o si sono stancati di servirti, perché privi del tuo amore nel loro cuore.

Dona a questi tuoi fedeli costanza nel servizio, perseveranza nell'amore, fortezza nell'impegno, zelo nella proclamazione della tua Parola, carità sempre viva perché mai si stanchino di amare, come non ti sei stancato tu, concludendo la tua missione sull'albero della croce. A quanti sono lontani dal tuo cuore e dalla tua parola, manda dal cielo lo Spirito di conversione come hai fatto con Saulo, il tuo persecutore. Tu lo hai convertito e ne hai fatto un tuo apostolo, sempre fedele nel servizio e perennemente obbediente alla tua volontà.

Aiuta quanti sono piccoli a crescere in età, sapienza e grazia. Sostieni i giovani perché non si smarriscano dietro le false profezie del mondo, le ingannevoli promesse e inganni che sempre le tenebre prospettano loro come vera luce. Dona alle famiglia la gioia dell'unità, della pace, del perdono, della mutua carità. Rendi gli uomini liberi per abbracciare la fede nel tuo Vangelo, senza mai vergognarsi di testimoniarti in ogni momento e circostanza della vita.

Ai senza lavoro provvedi perché abbiano il loro pane quotidiano. Agli ammalati porta la consolazione della tua presenza, così come hai fatto con tutti i sofferenti del tuo tempo. A tutti dona la saggezza dello Spirito Santo e la luce della verità.

Tu, Caro Gesù Bambino, dal tuo cielo ci scruti, ci conosci, sai le nostre debolezze, fragilità, carenza di amore. Sai che ci stanchiamo con facilità. Iniziamo tante cose, ma poi non abbiamo la forza di imitarti restando fedeli alla missione. Ti prego, manda con potenza su di noi il tuo Santo Spirito come hai fatto sugli Apostoli il giorno della Pentecoste. Fa' che Lui venga con tutta la potenza dei suoi santi sette doni: sapienza, conoscenza, fortezza, consiglio, intelletto, pietà, timore del Signore.

Senza di lui che ci muove e ci attrae, noi saremo sempre privi di quell'energia divina che ci fa tuoi veri servi. Noi non vogliamo essere discepoli oziosi, infingardi, negligenti, apatici, senza alcuna volontà di amarti. Vogliamo servirti con tutto l'amore che abita nel tuo cuore. Se tu non divieni, con il tuo Santo Spirito, il nostro nuovo alito di vita, mai ti serviremo secondo il tuo cuore e mai porteremo una sola anima a te. Vieni presto, non tardare. Abbiamo bisogno di te, per servire te, per amare te, per mostrare ad ogni uomo te.

Vergine Maria, Madre di Gesù, Madre della Redenzione, presenta la nostra preghiera al tuo Divin Figlio, prima però rivestila con il tuo cuore, avvolgila con la tua anima, così Gesù penserà che se tu che chiedi ogni cosa per te e di certo ti esaudirà. Angeli e Santi, intercedete per noi, gridate al cuore di Gesù perché ascolti la nostra supplica. Vogliamo vivere in lui, per essere di lui, per portare i cuori a Lui. Per lui sempre è Natale quando nasce in un cuore.

nataleGesù Bambinotestimonianzacomunitàevangelizzazionecaritàessere cristiani

4.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 24/12/2016

PREGHIERA

6. Inondami del tuo Spirito

John Henry Newman

O Gesù,
inondami del tuo Spirito e della tua vita.
Penetra in me e impossessati del mio essere,
così pienamente, che la mia vita
sia soltanto un'irradiazione della tua.
Aiutami a spargere
il profumo di te, ovunque vada.
Che io cerchi e veda non più me,
ma soltanto te.
Fa' che io ti lodi, nel modo
che a te più piace,
effondendo la tua luce
su quanti mi circondano.
Che io predichi te senza parlare,
non con la parola, ma col mio esempio,
con la forza che trascina,
con l'amore che il mio cuore
nutre per te. Amen.

pentecosteSpiritotestimonianzalode

5.0/5 (2 voti)

inserito il 13/05/2016

PREGHIERA

7. In cammino con me   1

Veglia Ecumenica di Pentecoste, Milano, 7 giugno 2014

In cammino, con me, c'è uno Spirito che scorre: Spirito che non mi lascia mai.
In cammino, con me, questo Spirito che scorre resterà con me finché vivrò.
In cammino, con me, questo Spirito è amore che scorre e resterà sempre con me.
In cammino, con me, c'è uno Spirito che cresce: Spirito che non mi lascia mai.
In cammino, con me, questo Spirito che cresce resterà con me finché vivrò.
In cammino, con me, questo Spirito è speranza che cresce e resterà sempre con me.
In cammino, con me, c'è uno Spirito che gioca: Spirito che non mi lascia mai.
In cammino, con me, questo Spirito che gioca resterà con me finché vivrò.
In cammino, con me, questo Spirito è una festa che gioca e resterà sempre con me.
Verso il Regno di Dio, mio principio e mio destino, è la strada che percorro già.
In cammino, con me, il tuo Spirito mi affianca, verso un Regno che conosco già.
In cammino, con me, verso il Regno del Signore che aspetto, che conosco, che verrà.

pentecosteSpirito

5.0/5 (2 voti)

inviato da Qumran, inserito il 13/05/2016

PREGHIERA

8. Maria donna del piano superiore   3

Tonino Bello, Maria donna dei nostri giorni, ed. San Paolo

Santa Maria, donna del piano superiore, splendida icona della Chiesa, tu, la tua personale Pentecoste, l'avevi già vissuta all'annuncio dell'angelo, quando lo Spirito Santo scese su di te, e su di te stese la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Se, perciò, ti fermasti nel cenacolo, fu solo per implorare su coloro che ti stavano attorno lo stesso dono che un giorno, a Nazareth, aveva arricchito la tua anima. Come deve fare la Chiesa, appunto. La quale, già posseduta dallo Spirito, ha il compito di implorare, fino alla fine dei secoli, l'irruzione di Dio su tutte le fibre del mondo.

Donale, pertanto, l'ebbrezza delle alture, la misura dei tempi lunghi, la logica dei giudizi complessivi. Prestale la tua lungimiranza. Non le permettere di soffocare nei cortili della cronaca. Preservala dalla tristezza di impantanarsi, senza vie d'uscita, negli angusti perimetri del quotidiano. Falle guardare la storia dalle postazioni prospettiche del Regno. Perché, solo se saprà mettere l'occhio nelle feritoie più alte della torre, da dove i panorami si allargano, potrà divenire complice dello Spirito e rinnovare, così, la faccia della terra.

Santa Maria, donna del piano superiore, aiuta i pastori della Chiesa a farsi inquilini di quelle regioni alte dello spirito da cui riesce più facile il perdono delle umane debolezze, più indulgente il giudizio sui capricci del cuore, più istintivo l'accredito sulle speranze di risurrezione. Sollevali dal pianterreno dei codici, perché solo da certe quote si può cogliere l'ansia di liberazione che permea gli articoli di legge. Fa' che non rimangano inflessibili guardiani delle rubriche, le quali sono sempre tristi quando non si scorge l'inchiostro rosso dell'amore con cui sono state scritte.

Intenerisci la loro mente, perché sappiano superare la freddezza di un diritto senza carità, di un sillogismo senza fantasia, di un progetto senza passione, di un rito senza estro, di una procedura senza genio, di un logos senza sophìa.

Invitali a salire in alto con te, perché solo da certe postazioni lo sguardo potrà davvero allargarsi fino agli estremi confini della terra, e misurare la vastità delle acque su cui lo Spirito Santo oggi torna a librarsi.

Santa Maria, donna del piano superiore, facci contemplare dagli stessi tuoi davanzali i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi della vita: la gioia, la vittoria, la salute, la malattia, il dolore, la morte. Sembra strano: ma solo da quell'altezza il successo non farà venire le vertigini, e solo a quel livello le sconfitte impediranno di lasciarsi precipitare nel vuoto.

Affacciàti lassù alla tua stessa finestra, ci coglierà più facilmente il vento fresco dello Spirito con il tripudio dei suoi sette doni. I giorni si intrideranno di sapienza, e intuiremo dove portano i sentieri della vita, e prenderemo consiglio sui percorsi più praticabili, e decideremo di affrontarli con fortezza, e avremo coscienza delle insidie che la strada nasconde, e ci accorgeremo della vicinanza di Dio accanto a chi viaggia con pietà, e ci disporremo a camminare gioiosamente nel suo santo timore. E affretteremo così, come facesti tu, la Pentecoste sul mondo.

pentecosteSpirito Santochiesamariamadonna

5.0/5 (1 voto)

inviato da Anna Barbi, inserito il 12/08/2012

PREGHIERA

9. Preghiera allo Spirito Santo   1

Benedetto XVI, Discorso del Santo Padre Benedetto XVI all'assemblea della CEI, 24 maggio 2012

Spirito di Vita, che in principio aleggiavi sull'abisso,
aiuta l'umanità del nostro tempo a comprendere
che l'esclusione di Dio la porta a smarrirsi nel deserto del mondo,
e che solo dove entra la fede fioriscono la dignità e la libertà
e la società tutta si edifica nella giustizia.

Spirito di Pentecoste, che fai della Chiesa un solo Corpo,
restituisci noi battezzati a un'autentica esperienza di comunione;
rendici segno vivo della presenza del Risorto nel mondo,
comunità di santi che vive nel servizio della carità.

Spirito Santo, che abiliti alla missione,
donaci di riconoscere che, anche nel nostro tempo,
tante persone sono in ricerca della verità sulla loro esistenza e sul mondo.
Rendici collaboratori della loro gioia con l'annuncio del Vangelo di Gesù Cristo,
chicco del frumento di Dio, che rende buono il terreno della vita e assicura l'abbondanza del raccolto.
Amen.

Spirito SantochiesamissioneannunciotestimonianzaPentecoste

5.0/5 (3 voti)

inviato da Cesarina Volontè, inserito il 25/05/2012

PREGHIERA

10. Preghiera allo Spirito Santo   1

Don Angelo Saporiti, Commento sullo Spirito Santo

Vieni, Santo Spirito.
Porta vita nelle nostre comunità cristiane,
nei nostri gruppi di volontariato,
nei nostri circoli e associazioni parrocchiali.
Vieni a rinnovare le nostre messe troppo distanti dalla gente,
le nostre preghiere ammuffite e ipocrite,
i nostri consigli pastorali che assomigliano più a salotti per zitelle,
i nostri gruppi biblici così vecchi e statici,
vieni a rinnovare i nostri vescovi, i parroci, i catechisti...
Vieni Santo Spirito
e togli di mezzo ogni ostacolo che ci separa dall'amore fraterno,
fai sparire quei comportamenti di violenza che dividono i cuori,
annienta ogni gelosia, invidia, calunnia, rancore, odio, vendetta...
Metti nel nostro cuore un‘iniezione di bontà, di tenerezza,
di fiducia, di positività, di ottimismo.
Facci apprendere il linguaggio internazionale della pace
e del perdono reciproco.
Facci venire le lacrime agli occhi davanti alla bellezza di un tramonto
o al sorriso di un bambino.
Facci venire i brividi per una carezza di sollievo data o ricevuta.
Rendici persone umili, accoglienti, servizievoli e rispettose.
Regalaci la gioia di capire che l'unica nostra felicità
è nell'amare
come Dio ci ama.

Spirito SantoPentecostecomunitàchiesa

5.0/5 (3 voti)

inviato da Don Angelo Saporiti, inserito il 21/01/2012

PREGHIERA

11. Preghiera per il lavoro

Monastero di Baggiovara, Diocesi di Modena-Nonantola, Preghiera della Novena di Pentecoste 2011 "Eucarestia e lavoro"

Gesù Signore,
tu che fosti lavoratore
con il giusto Giuseppe,
tu che conoscesti la fatica
e il sudore del lavoro,
tu che sai quanto sia doloroso
esserne senza,
tu che conosci le umane paure
dell'incerto domani,
guarda a noi tuoi poveri figli
angustiati dal lavoro che manca.
Tu che per starci sempre vicino
ti sei fatto pane e vino,
santi doni, nostra consolazione,
soccorri i nostri bisogni,
insegnaci ad amare il nostro lavoro,
dona di capire che è tuo dono,
dona di trovare in esso santificazione,
dona speranza a chi non lo trova,
dona forza quand'esso è fatica,
dona gioia al giusto compenso,
dona pace a chi teme il futuro.
Amen.

lavorodisoccupazionesan giuseppe lavoratore

inviato da Angela Magnoni, inserito il 23/06/2011

PREGHIERA

12. Lo Spirito di Dio   2

David Maria Turoldo

Tu vieni a turbarci,
vento dello Spirito.
Tu sei l'altro che è in noi.
Tu sei il soffio che anima
e sempre scompare.

Tu sei il fuoco
che brucia per illuminare.
Attraverso i secoli e le moltitudini
Tu corri come un sorriso
per far impallidire le pretese
degli uomini.

Poiché tu sei l'invisibile
testimone del domani,
di tutti i domani.
Tu sei povero come l'amore
per questo ami radunare
per creare.
Oh, ebbrezza e tempesta di Dio!

Spirito Santopentecoste

5.0/5 (1 voto)

inviato da Adriana Parodi, inserito il 04/12/2009

PREGHIERA

13. Credo

Credo in Dio Padre
che creò la donna e l'uomo a sua immagine e somiglianza
e consegnò ai due la cura del mondo:
e vide che questo era molto buono;
che chiese il consenso ad una donna
per realizzare la sua opera di salvezza.
Credo in Gesù nato da una donna;
che ascoltava e valorizzava le donne
e le proteggeva contro le accuse degli uomini.
Che aveva donne discepole che lo seguivano e servivano.
Che apparve per primo a Maria Maddalena ed altre donne
e le invia per prime ad annunciare
la buona novella della sua Resurrezione proprio ai suoi discepoli.
Credo nello Spirito Santo,
soffio e principio di vita che è disceso
sopra uomini e donne nel giorno della Pentecoste
e che spinge la comunità della Chiesa verso l'uguaglianza.

donnamariamadonnaSpirito SantoDio Padre

inviato da Forner Fortunato, inserito il 25/11/2009

TESTO

14. L'amore del prossimo   1

San Giovanni Maria Vianney, Omelia per la XII Domenica dopo Pentecoste

Tutta la nostra religione non è che religione falsa e tutte le nostre virtù non sono altro che fantasmi; e siamo soltanto degli ipocriti agli occhi di Dio, se non abbiamo quella carità universale per tutti, per i buoni come per i cattivi, per i poveri come per i ricchi, per tutti quelli che ci fanno del male, come per quelli che ci fanno del bene. No, non c'è virtù che meglio ci faccia conoscere se siamo í figli del buon Dio, come la carità. L'obbligo che abbiamo di amare il nostro prossimo è così grande, che Gesù Cristo ce ne fa un comandamento, che pone subito dopo quello col quale ci ordina di amarlo con tutto il cuore. Ci dice che tutta la legge e í profeti sono racchiusi in questo comandamento di amare il nostro prossimo.

Sì, dobbiamo considerare quest'obbligo come il più universale, il più necessario e il più essenziale alla religione, alla nostra salvezza. Osservando questo comandamento, mettiamo in pratica tutti gli altri. San Paolo ci dice che gli altri comandamenti ci vietano l'adulterio, il furto, le ingiurie, le false testimonianze. Se amiamo il nostro prossimo, non facciamo niente di tutto questo, perché l'amore che abbiamo per il nostro prossimo non può tollerare che facciamo del male.

amore del prossimoamore fraterno

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009

TESTO

15. La provvidenza

San Giovanni Maria Vianney, Omelia per la II Domenica dopo Pentecoste

Non temiamo mai che la santa Messa comporti ritardi nei nostri affari temporali; succede tutto il contrario: stiamo certi che tutto andrà meglio, e che anzi i nostri affari riusciranno meglio che se avessimo la disgrazia di non assistervi. Eccone un esempio ammirevole. Viene riferito di due artigiani, che esercitavano lo stesso mestiere e che dimoravano nel medesimo borgo, che uno di essi, carico di una grande quantità di bambini, non mancava mai di ascoltare ogni giorno la santa Messa e viveva assai agevolmente con il suo mestiere; mentre l'altro, che pure non aveva bambini, lavorava parte della notte e tutto il giorno, e spesso il santo giorno della domenica, e a mala pena riusciva a vivere. Costui, che vedeva gli affari dell'altro riuscirgli così bene, gli chiese, un giorno che lo incontrò, dove poteva prendere di che mantenere così bene una famiglia tanto grande come la sua, mentre lui, che non aveva che sé e sua moglie, e lavorava senza posa, era spesso sprovvisto di ogni cosa.

L'altro gli rispose che, se voleva, l'indomani gli avrebbe mostrato da dove gli proveniva tutto il suo guadagno. L'altro, molto contento di una così buona notizia, non vedeva l'ora di arrivare all'indomani che doveva insegnargli a fare la sua fortuna. Infatti, l'altro non mancò di andare a prenderlo. Eccolo che parte di buon animo e lo segue con molta fedeltà. L'altro lo condusse fino alla chiesa, dove ascoltarono la santa Messa. Dopo che furono tornati: "Amico, gli disse colui che stava bene a suo agio, torni pure al suo lavoro". Fece altrettanto l'indomani; ma, essendo andato a prenderlo una terza volta per la stessa cosa: «Come? - gli disse l'altro. Se voglio andare alla Messa, conosco la strada, senza che lei si prenda la pena di venirmi a prendere; non è questo che volevo sapere, bensì il luogo dove trova tutto questo bene che la fa vivere così agiatamente; volevo vedere se, facendo come lei, posso trovarvi il mio tornaconto». «Amico, gli rispose l'altro, non conosco altro luogo oltre la chiesa, e nessun altro mezzo fuorché l'ascoltare ogni giorno la santa Messa; e quanto a me, le assicuro che non ho adoperato altri mezzi per avere tutto il bene che la stupisce. Ma lei non ha letto ciò che Gesù Cristo ci dice nel Vangelo, di cercare anzitutto il regno dei cieli, e che tutto il resto ci sarà dato in soprappiù?».

Forse vi stupisce, fratelli? Me, no. È ciò che vediamo ogni giorno nelle case dove c'è devozione: coloro che vengono spesso alla santa Messa fanno i loro affari molto meglio di quelli ai quali la loro poca fede fa pensare che non ne hanno mai il tempo. Ahimé!, se avessimo riposto tutta la nostra fiducia in Dio, e non contassimo affatto sul nostro lavoro, quanto saremmo più felici di quanto lo siamo!

- Ma, mi direte, se non abbiamo niente, non si dà niente.

- Cosa volete che vi dia il buon Dio, quando non contate che sul vostro lavoro e per niente su di lui? Visto che non vi concedete neanche il tempo per fare le vostre preghiere al mattino né alla sera, e vi accontentate di venire alla santa Messa una volta alla settimana.

Ahimé!, non conoscete le ricchezze della provvidenza del buon Dio per colui che si fida in Lui. Volete una prova evidente? Essa sta dinanzi ai vostri occhi; guardate il vostro pastore e considerate questo. dinanzi al buon Dio.

- Oh!, mi direte, è perché a lei viene dato.

- Ma chi mi dà se non la provvidenza del buon Dio? Ecco dove sono i miei tesori, e non altrove.

provvidenzarapporto con Diointerioritàpreghiera

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney, Roma, inserito il 26/06/2009

TESTO

16. Digiuno, elemosina e preghiera   1

san Giovanni Maria Vianney, Omelia per la VII Domenica dopo Pentecoste

Leggiamo nella Sacra Scrittura che il Signore diceva al suo popolo, parlandogli della necessità di fare delle opere buone per piacergli e per far parte del numero dei santi: «Le cose che vi chiedo non sono al di sopra delle vostre forze; per farle, non è necessario innalzarvi fino alle nubi, né attraversare i mari. Tutto ciò che vi comando è, per così dire, a portata di mano, nel vostro cuore e attorno a voi». Posso ripetere la stessa cosa: è vero, non avremo mai la fortuna di andare in cielo se non facciamo opere buone; ma non ci spaventiamo: ciò che Gesù Cristo ci chiede, non sono cose straordinarie, né al di sopra delle nostre capacità; non chiede a noi di stare tutto il giorno in chiesa, neanche di fare grandi penitenze, cioè fino a rovinare la nostra salute, e neppure di dare tutto il nostro avere ai poveri (benché sia verissimo che siamo obbligati a dare ai poveri quanto possiamo, e che lo dobbiamo fare per piacere a Dio che ce lo comanda e per riscattare i nostri peccati). È pur vero che dobbiamo praticare la mortificazione in molte cose, domare le nostre inclinazioni...

Ma, mi direte voi, ce ne sono più d'uno che non possono digiunare, altri che non possono dare l'elemosina, altri che sono talmente occupati che spesso riescono a stento a fare la loro preghiera al mattino e alla sera; come dunque potranno salvarsi, dal momento che bisogna pregare di continuo e bisogna necessariamente fare opere buone per conquistare il cielo?

Visto che tutte le vostre opere buone si riducono alla preghiera, al digiuno e all'elemosina, potremo fare facilmente tutto questo, come vedrete.

Sì, anche se avessimo una cattiva salute o fossimo addirittura infermi, c'è un digiuno che possiamo facilmente fare. Fossimo pure del tutto poveri, possiamo ancora fare l'elemosina e, per quanto grandi fossero le nostre occupazioni, possiamo pregare il buon Dio senza essere disturbati nei nostri affari, pregare alla sera e al mattino, e persino tutto il giorno. Ed ecco come.

Noi pratichiamo un digiuno che è assai gradito a Dio, ogni volta che ci priviamo di qualche cosa che ci piacerebbe fare, perché il digiuno non consiste tutto nella privazione del bere e del mangiare, ma nella privazione di ciò che riesce gradito al nostro gusto; gli uni possono mortificarsi nel modo di aggiustarsi, gli altri nelle visite che vogliono fare agli amici che hanno piacere di vedere, gli altri, nelle parole e nei discorsi che amano tenere; questi fa un grande digiuno ed è molto gradito a Dio allorché combatte il suo amor proprio, il suo orgoglio, la sua ripugnanza a fare ciò che non ama fare, o stando con persone che contrariano il suo carattere, i suoi modi di agire...

Vi trovate in una occasione nella quale potreste soddisfare la vostra golosità? Invece di farlo, prendete, senza farlo notare, ciò che vi piace di meno... Sì, se volessimo applicarci bene, non soltanto troveremmo di che praticare ogni giorno il digiuno, ma ancora ad ogni momento della giornata.

Ma, ditemi, c'è ancora un digiuno che sia più gradito a Dio del fare e del soffrire con pazienza certe cose che spesso vi sono molto sgradevoli? Senza parlare delle malattie, delle infermità e di tante altre afflizioni che sono inseparabili dalla nostra miserabile vita, quante volte non abbiamo l'occasione di mortificarci, accettando ciò che ci incomoda e ci ripugna? Ora è un lavoro che ci annoia, ora una persona antipatica, altre volte è un'umiliazione che ci costa di sopportare. Ebbene, se accettiamo tutto questo per il buon Dio, e unicamente per piacergli, questi sono i digiuni più graditi a Dio...

Diciamo che c'è una specie d'elemosina che tutti possono fare.

Vedete bene che l'elemosina non consiste soltanto nel nutrire chi ha fame, e nel dare vestiti a chi non ne ha; ma sono tutti i favori che si rendono al prossimo, sia per il corpo, sia per l'anima, quando lo facciamo in spirito di carità. Quando abbiamo poco, ebbene, diamo poco; e quando non abbiamo, diamo in prestito, se lo possiamo. Colui che non può provvedere alle necessità degli ammalati, ebbene, può visitarli, dir loro qualche parola di consolazione, pregare per loro, affinché facciano buon uso della loro malattia. Sì, tutto è grande e prezioso agli occhi di Dio, quando agiamo per un motivo di religione e di carità, perché Gesù Cristo ci dice che un bicchiere d'acqua non rimane senza ricompensa. Vedete dunque che, benché siamo assai poveri, possiamo facilmente fare l'elemosina.

Dico che, per grandi che siano le nostre occupazioni, c'è una specie di preghiera che possiamo fare di continuo, anche senza distoglierci dalle nostre occupazioni, ed ecco come si fa. Consiste, in tutto quello che facciamo, nel non fare altro che la volontà di Dio. Ditemi, vi pare molto difficile lo sforzarsi di fare soltanto la volontà di Dio in tutte le nostre azioni, per quanto piccole esse siano?

digiunaredigiunopreghieraelemosinaquaresima

5.0/5 (1 voto)

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009

TESTO

17. La comunione eucaristica

San Giovanni Maria Vianney, Omelia per la VI domenica dopo Pentecoste

Quale gioia per un cristiano che ha la fede, che, alzandosi dalla santa Mensa, se ne va con tutto il cielo nel suo cuore!... Ah, felice la casa nella quale abitano tali cristiani!... quale rispetto bisogna avere per essi, durante la giornata. Avere, in casa, un secondo tabernacolo dove il buon Dio ha dimorato veramente in corpo e anima!

- Forse, mi direte ancora: se questa felicità è così grande, perché dunque la Chiesa ci dà il comandamento di comunicarci una volta ogni anno?

- Questo comandamento non è fatto per i buoni cristiani, esiste soltanto per i cristiani pusillanimi e indifferenti verso la salvezza della loro povera anima. Agli inizi della Chiesa, la più grande punizione che si poteva imporre ai cristiani era di privarli di tale felicità; ogni volta che avevano la gioia di assistere alla santa Messa, avevano la gioia di comunicare. Mio Dio! possibile che dei cristiani rimangano tre, quattro, cinque e sei mesi, senza dare questo nutrimento celeste alle loro povere anime? La lasciano morire di inedia!... Mio Dio!, che guaio e quale accecamento!... avendo tanti rimedi per guarirla e un cibo così adatto a conservarla in salute!

La Chiesa, vedendo quanto già i cristiani perdevano di vista la salvezza delle loro povere anime, sperando che il timore del peccato facesse loro aprire gli occhi, dette loro un comandamento che li obbligava a comunicarsi tre volte all'anno, a Natale, a Pasqua e a Pentecoste. Ma in seguito, vedendo che i cristiani diventavano sempre più insensibili alla loro disgrazia, la Chiesa ha finito per non obbligarli più ad avvicinarsi al loro Dio, tranne una volta all'anno. O mio Dio!, che disgrazia e quale accecamento che un cristiano sia obbligato a mezzo di leggi a cercare la sua felicità!

comunione eucaristicaeucaristiaanno sacerdotalecomunione

inviato da Parrocchia S. Giovanni M. Vianney - Roma, inserito il 26/06/2009

PREGHIERA

18. Casa comune

Rivista Il Cenacolo

Padre, sulle nostre terre d'Europa,
tessute di ombre e di luce, di notte e di brume,
di mattine soleggiate e di sere cariche di frutti;
sulle nostre terre d'Europa imbevute
di sangue e di compassione, di fanatismo
e di ricongiungimenti fraterni, volgi, Signore, il tuo sguardo.

Conosciamo bene il nostro passato di ingiustizia,
così come gli ideali di libertà e le luci di futuro
offerte senza calcolo al mondo moderno,
ma tu, Signore, dove ci chiami oggi?

Tu hai dato a qualcuno, cinquant'anni or sono, uno spirito di Pace:
e così, la riconciliazione ha vinto ogni spirito di rivincita,
la fiducia ha ricucito le lacerazioni. Colline d'orgoglio
si sono abbassate, pianure fertili si sono aperte
ed è venuta la pace. Cha sia la tua Pace!

Noi ti benediciamo o Padre, per i passi compiuti
gli uni verso gli altri; abbiamo saputo vincere la voce del sospetto,
scoprire ciò che sta al di là delle frontiere e delle maschere,
abbiamo trovato fratelli e sorelle in umanità.

Ti benediciamo per i semi di umanità germinati in mezzo a noi:
per le tante ricchezze spirituali di cui ci hai colmato.
Ti benediciamo per tutte queste lingue, culture e religioni
che cantano la generosità dei tuoi doni.
Che lo Spirito di Pentecoste ci insegni l'universalità!

Che il Cristo, compagno di Martino e di Benedetto,
di Caterina e di Cirillo sulle strade d'Europa,
accompagni oggi il nostro cammino.
Sia Lui stesso l'ospite della nostra casa comune
l'ispiratore della nosrta solidarietà.

preghieraeuropaunità

inviato da Ester Da Ponte, inserito il 05/06/2009

PREGHIERA

19. Pentecoste

Fernando Filanti

Come vela che il tempo ha logorato,
anima mia,
ancora tendi a cercare il vento,
che improvviso gonfia di vita i cuori annoiati, disperati,
poi torna a far sorridere i bimbi,
ad inumidire gli occhi dei vecchi.
Vento leggero che intrecci misteriose melodie,
tra i fragili canneti e le ombrose foglie degli alberi.
Vento leggero, annuncio discreto di un passaggio
dalla morte alla vita,
dal buio alla luce,
nel silenzioso cuore della notte.

preghieravita

inviato da Fernando Filanti, inserito il 29/05/2009

PREGHIERA

20. Ed eccoti...

Paolino Iorio

Maria è il tuo nome,
tu una ragazza,
vergine di Nazareth,
ti immagino così:
una adolescente
dai capelli neri
e dagli occhi neri,
vivaci e penetranti,
e con un viso delicato.
Ma ancora più bella
la tua umiltà
e il tuo cuore semplice,
ecco perché un giorno
dicesti si
ad un Messaggero,
che forse mentre cucivi,
nel silenzio della tua casa,
ti sorprese
con quella notizia bella
ma sconvolgente:
essere la mamma di Gesù.
E ti sei fidata
dicendo: Eccomi,
e così hai cambiato tutto,
la mia vita,
la vita dell'umanità,
e ci hai donato la gioia,
quella che dura per sempre:
il Verbo si è fatto carne.
Ed eccoti in viaggio
per il censimento
e durante il viaggio
i dolori del parto,
nessuno ti accolse
forse perché
il Salvatore nostro
voleva nascere povero,
in una mangiatoia,
a Betlemme,
perché noi fossimo ricchi
ma solo di lui.
Ed eccoti lì,
con Gesù bambino
nelle tue braccia,
vicino a San Giuseppe,
tra un bue e un asinello,
che vi riscaldano
in quella notte gelida
del Natale,
mentre guardi stupita
i pastori che vengono
ad adorare il tuo Figlio.
Ed eccoti a Nazareth,
mentre allevi Gesù:
mentre giochi con lui
e poi ti occupi della casa:
pensi a cucinare,
a fare il bucato,
ad essere una buona
madre e moglie.
Ed eccoti a Gerusalemme
e mentre sei lì
non trovi Gesù,
che spavento ti sarai presa,
mentre lo cercavi,
e che sollievo
quando lo trovasti
nel tempio,
in mezzo ai dottori.
Ed eccoti a Cana,
con la tua sensibilità femminile,
capisci che manca il vino
e lo dici a Gesù,
e così che accade
il primo segno
del Regno di Dio tra noi:
l'acqua diventa vino.
Ed eccoti
ai piedi della croce,
piena di dolore,
insieme a Giovanni
e Gesù ti dice:
"Donna ecco tuo figlio,
figlio ecco tua Madre";
così sei diventata
la nostra Mamma
e noi ti abbiamo accolto
nella nostra vita.
Ed eccoti lì,
quando hai incontrato
il tuo Figlio Risorto
e gioiosa lo hai abbracciato,
mentre sapevi che noi figli
eravamo salvi ormai.
Ed eccoti in preghiera
con i discepoli
a Pentecoste,
mentre nasce la Chiesa
dal soffio dell'Amore.
Ed eccoti innalzata
accanto al tuo Figlio
che ti porta con se
nella Gloria,
e preghi per noi.
Ed eccoti qua,
mentre cammini con noi,
per le strade del mondo,
e ci prendi per mano
perché siamo figli deboli
che hanno bisogno
della loro Mamma.

mariamadonnapreghierapentecostefamiglia

inviato da Paola Pacchiano, inserito il 29/05/2009

Pagina 1 di 3