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TESTO Commento su Marco 11,11-26

mons. Vincenzo Paglia  

Venerdì della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/06/2007)

Vangelo: Mc 11,11-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Terminata la giornata dell'ingresso a Gerusalemme come il Messia, Gesù torna a Betania, probabilmente nella casa di Marta, Maria e Lazzaro. Sono i suoi giorni più difficili e ha bisogno di una casa amica dove fermarsi, anche se è Gerusalemme la città ove predicare. Al mattino seguente ritorna in città. E mentre scende verso Gerusalemme, sente fame. C'è lungo la strada un albero di fico, molto frondoso. Gesù si avvicina, ma non trova frutti. Lo maledice e il fico si secca. Non è un gesto dispettoso, ma simbolico. E' vero, Gesù aveva fame ma non di pane, come appare anche in altra parte del Vangelo, bensì di amore. Gesù aveva sete, ma non di acqua, come sulla croce, bensì di affetto. Se siamo sterili di amore, se non siamo generosi nell'affetto, se non siamo disponibili con chi ha bisogno, se siamo, appunto, come quell'albero pieno di foglie ma senza frutto, saremo inutili a noi e agli altri. Siamo già secchi nel cuore. Giunto a Gerusalemme, Gesù si reca direttamente nel tempio, cuore della città santa, come per prendervi possesso. Giuntovi, inizia "a scacciare coloro che vendevano e compravano". Non è un semplice gesto moralizzatore che vuole togliere abusi e regolare l'andamento della vita del tempio. Il gesto di Gesù è ben più radicale. Egli "caccia" dal tempio, dalla comunità e dal cuore, quella religiosità fatta solo di ritualità esteriore che si nutre di rapporti falsi e rivendicativi, che si rapporta con Dio e con i fratelli come in un mercato ove non c'è la gratuità dell'amore ma la compravendita dei rapporti. Il tempio è la casa della preghiera, è il luogo del rapporto diretto con il Padre, è il luogo ove i figli si raccolgono e sono accolti dal Padre. Gesù stesso è il vero tempio, una casa aperta a tutti gli uomini, anche agli stranieri, accessibile a "tutti i popoli" della terra. La sua casa, il suo corpo, è il regno dell'amore e del perdono, della fraternità e della pace.

 

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