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TESTO La MIssione che nasce dalla Trinità

padre Romeo Ballan  

Santissima Trinità (Anno C) (03/06/2007)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 16,12-15

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Riflessioni

C'è una domanda insistente nel cuore dei credenti di tutte le religioni: com'è Dio dentro di se stesso? Come vive, cosa fa Dio? Fino a che punto gli interessa l'uomo? Perché gli uomini si interessano di Dio?... E così tante altre domande. Le risposte sono molte e spesso convergenti, pur basandosi soltanto sulle capacità della mente umana. È il mistero di Dio! Una realtà oggettiva che parla da sé, e che il cuore umano non può eludere, nonostante le pretese forzate di forme di ateismo antico e moderno. Il mistero divino acquista per noi una luce nuova, ricchezze sorprendenti, quando Gesù –Dio in carne umana- viene a rivelarci l'identità vera e totale del nostro Dio, che è comunione piena di Persone.

Con una certa facilità i manuali di catechismo sintetizzano il mistero divino dicendo che "Dio è uno solo in tre Persone". Con questo è già detto tutto, ma tutto resta ancora da capire, da accogliere con amore e adorare nella contemplazione. Il tema ha una importanza centrale anche sul fronte missionario. Con facilità si afferma pure che tutti i popoli -anche i non cristiani- sanno che Dio esiste, quindi anche i 'pagani' credono in Dio. Questa verità condivisa -pur con differenze e riserve- è la base che rende possibile il dialogo fra le religioni, e in particolare il dialogo fra i cristiani e altri credenti. Sulla base di un Dio unico comune a tutti, è possibile tessere un'intesa fra i popoli in vista di azioni concordate a favore della pace, in difesa di diritti umani, per la realizzazione di progetti di sviluppo. Ma questa è soltanto una parte dell'azione evangelizzatrice della Chiesa, la quale offre al mondo un messaggio che ha contenuti di novità ed obiettivi di maggior portata.

Per un cristiano non è sufficiente fondarsi su un Dio unico, e tanto meno lo è per un missionario cosciente della straordinaria rivelazione ricevuta per mezzo di Gesù Cristo, rivelazione che abbraccia tutto il mistero di Dio, nella sua unità e trinità. Il Dio cristiano è unico ma non solitario. Il Vangelo che il missionario porta al mondo, oltre a rafforzare e perfezionare la comprensione del monoteismo, apre all'immenso, sorprendente mistero del Dio, che è comunione di Persone. La festa della Trinità è festa della comunione: la comunione di Dio dentro di sé, la comunione tra Dio e noi; la comunione che siamo chiamati a vivere, annunciare, costruire.

Le tre letture di questa festa ci parlano successivamente delle tre Persone della Trinità Santa: il Padre, il Figlio e lo Spirito. Il Padre è presentato nel ruolo di creatore dell'universo (I lettura): dall'insieme Dio non appare solitario, ma condivide con Qualcuno -una misteriosa Sapienza- il suo progetto di creazione. Tutto è creato con amore; tutto è bello, buono; Dio si rivela innamorato, geloso della sua creazione (v. 30-31). Fortunato l'uomo che sa riconoscere la bellezza dell'opera di Dio, come canta il salmo responsoriale! Abbiamo qui anche i fondamenti teologici ed antropologici dell'ecologia e della bioetica. Il Figlio (II lettura) è venuto a ristabilire la pace fra l'uomo e Dio (v. 1), e lo Spirito riversa nei nostri cuori l'amore di Dio (v. 5). Il Dio cristiano è sempre vicino all'uomo, in lui, a suo favore.

Per il cristiano la Trinità è presenza amica, compagnia silenziosa ma rassicurante, come diceva santa Teresa di Lisieux, missionaria nel suo monastero: "Ho trovato il mio cielo nella Santa Trinità che dimora nel cuore". Il mistero di Dio è così ricco ed inesauribile che ci sorpassa sempre. Gli apostoli stessi (Vangelo) erano incapaci di "portare il peso" di tutto il mistero divino, per cui Gesù ha affidato allo "Spirito di verità" il compito di guidarli "alla verità tutta intera" e di annunziare loro "le cose future" (v. 12-13). La parte più 'pesante' del mistero di Dio è certamente la croce: il problema del dolore nel mondo, la morte, la sofferenza degli innocenti, la morte stessa del Figlio di Dio in croce... Eppure, grazie alla luce-amore-forza interiore dello Spirito promesso da Gesù, anche questo mistero acquista senso nella vita dei santi. A tal punto che Paolo (II lettura) si vantava "anche nelle tribolazioni" (v. 3); Francesco d'Assisi trovava la "perfetta letizia" anche nelle situazioni negative e lodava Dio per "sorella morte"; e Daniele Comboni, che partì da Verona per l'Africa 150 anni fa (1857), arrivò a scrivere alla fine della sua vita: "Io sono felice nella croce, che portata volentieri per amore di Dio genera il trionfo e la vita eterna". Solo lo Spirito può illuminare anche "l'assurda follia" della croce! È lo Spirito che sostiene i martiri e i missionari del Vangelo di Gesù. (*)

Parola del Papa

(*) "Il Nuovo Testamento ci presenta Cristo come missionario del Padre. Tante volte Gesù parla di sé in relazione al Padre che lo ha inviato nel mondo... Siamo invitati a fissare lo sguardo su di Lui, perché la missione della Chiesa sussiste solo in quanto prolungamento di quella di Cristo... E l'evangelista mette in risalto, anche plasticamente, che questo passaggio di consegne avviene nello Spirito Santo: 'Alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo...»' (Gv 20,22)".
Benedetto XVI

Omelia nel Santuario di Aparecida, Brasile, 13.5.2007

Sui passi dei Missionari

- 3/6: Ss. Carlo Lwanga e 21 compagni martiri d'Uganda, uccisi (fra 1885-1886) a Namugongo e dintorni di Kampala. – Assieme a loro, furono uccisi altri 23 giovani di confessione anglicana.

- 4/6: Afonso Mwembe Nzinga, re del Kongo, fu il primo sovrano africano a ricevere il Battesimo (1491). Nel 1518, suo figlio Enrico diventò il primo vescovo nero dell'Africa subsahariana.

- 5/6: S. Bonifacio, vescovo e martire (675-754), monaco britannico, grande evangelizzatore della Germania, vescovo di Magonza, sepolto a Fulda.

- 6/6: S. Norberto (1080-1134), vescovo di Magdeburgo, fondatore dei Premostratesi; missionario in Francia e Germania.

- 6/6: S. Marcellino Champagnat (1789-1840), fondatore dei Piccoli Fratelli di Maria (Fratelli Maristi), per l'educazione e formazione dei giovani.

- 6/6: S. Raffaele Guízar Valencia (Messico, 1878-1938), vescovo di Veracruz, che, nonostante la persecuzione, esercitò strenuamente il ministero episcopale, soffrendo l'esilio e altre pene.

- 8/6: B. Giacomo Berthieu, (1838-1896), sacerdote gesuita francese, missionario per oltre 20 anni in Madagascar; morì martire a Ambiatibé.

- 8/6: B. Maria Teresa Chiramel Mankidiyan (1876-1926), religiosa carmelitana del Kerala (India), fondatrice delle Suore della Sacra Famiglia, dedite a giovani e bisognosi.

- 9/6: B. Giuseppe de Anchieta (1534-1597), sacerdote gesuita, nato nelle isole Canarie, missionario e apostolo del Brasile, fondatore della città di São Paulo.

 

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