TESTO Commento su Sof 3,15-16
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Visitazione della Beata Vergine Maria (31/05/2007)
Brano biblico: Sof 3,15-16
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Dalla Parola del giorno
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non vedrai più la sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Come vivere questa Parola?
Al termine del mese di Maria questa festa della visitazione è quanto mai opportuna per ricordarci che Maria è la figura ideale per ricordarci quanto ognuno di noi vive una qualità di esistenza non solo fuori dal "non-senso" ma ricca e preziosa. La scommessa però è che anche a noi come a Maria non Elisabetta ma il Signore stesso possa dire: "Beata, sì beata perché hai creduto". Credere a che cosa, nel mio oggi? Che il Signore è anche in mezzo a me. È Colui che mi terrà al riparo dalla sventura, non nel senso che mi saranno evitati i dolori e le difficoltà (ineludibili, in qualche misura, in ogni vita umana) ma nel senso che il "non temere" di questa parola del profeta Sofonia risuonerà dentro ogni mio giorno, dentro ogni mia fatica. Sì, perché nella Bibbia questa stessa parola è ripetuta 366 volte, dunque una volta per ogni giorno dell'anno, compreso quello bisestile. Ecco perché qui Sofonia aggiunge: "Non lasciarti cadere le braccia". Quel senso di smacco, di sconfitta, quello scoraggiamento che è poi tentazione di "...mollare" tutto, non ha più ragione d'essere. Il cristiano vero, anche nelle sue ore più dure, non è mai uno sconfitto dalla vita. E perciò non è vestito d'umor nero e pessimismo, ma di speranza.
Oggi, lascio risuonare più e più volte queste parole in una mia pausa in cui acquietare il ritmo assillante della vita che tutti tenta di travolgere.
O mio Signore, no non mi lascerò cadere le braccia, ma Tu tienile abbracciate a Te come quelle di un bambino svezzato in braccio a sua madre.
La voce di un Dottore della Chiesa
Tu vedi che Maria non ha dubitato, ma ha creduto, e ha ottenuto perciò la ricompensa della sua fede. «Beata» - dice Elisabetta - «tu che hai creduto». Ma anche voi siete beati, perché avete udito e avete creduto: ogni anima che crede, concepisce e genera la Parola di Dio e riconosce le sue opere. Che in ciascuno sia l'anima di Maria, per glorificare il Signore; che in ciascuno sia lo spirito di Maria per esultare in Dio.
S.Ambrogio