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II Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/01/2002)

Vangelo: Gv 1,29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Ordinario: così si chiama il tempo liturgico che stiamo vivendo in questi giorni. Tempo ordinario: e cioè tempo che non è segnato da grandi feste, ma scorre regolare, ritmato soltanto dalla festa settimanale della Domenica.

Così è pure gran parte della nostra vita: ordinaria. E cioè normale, molto spesso senza grandi novità, tutto sommato regolare. Ogni settimana ripetiamo sostanzialmente le stesse cose: la scuola, il lavoro, il tempo libero; le gioie, le fatiche, le attese... Una vita ordinaria è spesso la nostra: così ordinaria che a volte ci pesa, tanto che vorremmo cambiare, fuggire, trovare qualcosa di nuovo, di diverso. Perché ci capita spesso che l'ordinario diventi noioso, ripetitivo, insopportabile, al punto da desiderare radicalmente altro...

Anche per Giovanni il Battista la vita pareva molto ordinaria: aveva predicato il suo Vangelo di conversione, aveva battezzato molta gente sulle rive del fiume Giordano, aveva atteso e invocato la venuta del Messia. E ora tutto questo gli pareva molto ordinario; e forse troppo ordinario, perché il Messia tardava a venire, e metteva a dura prova la sua pazienza...

A Giovanni tutto questo pareva proprio troppo ordinario: lo stesso Gesù di Nazareth, all'inizio, gli era parso troppo ordinario, al punto di non riconoscerlo per quello che davvero era. "Io non lo conoscevo" ripete Giovanni nel Vangelo di questa Domenica (Gv 1,29-34). Soltanto all'inizio, però: perché d'un tratto Giovanni apre gli occhi, e riconosce in quel Gesù, così ordinario e normale, il Figlio di Dio: "e io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio". D'un tratto Giovanni apre gli occhi e riconosce nell'ordinaria storia degli uomini la straordinaria presenza di Dio.

Così può essere anche per noi, in questo "tempo ordinario" che inizia, in questa vita ordinaria che continua: anche a noi può accadere di incontrare Dio nell'ordinario. Perché il Signore non ci chiede di fare cose straordinarie per vedere il suo volto: "sacrificio e of-ferta non gradisci" - preghiamo nel salmo 39 - "non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa; ma questo di me è scritto sul rotolo del libro, che io faccia il tuo volere". Soltanto questo è scritto, sol-tanto questo è necessario: fare il suo volere. E cioè: faticare ogni giorno, nell'ordinario, ma con occhi attenti, per scoprire lì lo Spirito di Dio, al modo di Giovanni, che lo ha scoperto in Gesù di Nazareth.

E allora sì che saremo santi, come San Paolo chiamava i cri-stiani del suo tempo (cfr 1Cor 1,1-3): santi, gente che splende di bellezza e di bontà. Diventeremo capaci di amare questo tempo così ordinario, e in questo modo impareremo ad amare e a gustare tutta la nostra vita. Scopriremo che non serve essere dei "superman" per vi-vere bene: basta aprire gli occhi sulla presenza di Dio che già oggi ci sostiene.

Proprio come Gesù: che non era certo un "superman", ma che ha giocato davvero bene la sua vita. Fino alla fine, fedele alla buona volontà del Padre.

 

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