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TESTO Commento su Giovanni 21,20-25

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della VII settimana di Pasqua (26/05/2007)

Vangelo: Gv 21,20-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,20-25

20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».

24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Dalla Parola del giorno
Tu seguimi!

Come vivere questa Parola?

Quando il Signore Gesù chiama non ammette confronti. Chiama ciascuno in modo particolare e a ciascuno chiede di essere fedele alla propria chiamata: Pietro, sospinto dal ministero apostolico, non potrà indugiare né volgersi indietro, renderà testimonianza al suo Signore fino a dare la vita nel martirio del sangue; Giovan-ni, chiamato ad una vita più raccolta e contemplativa, non potrà tacere ciò che ha udito, ciò che ha visto, ciò che ha contemplato, ciò che le sue mani hanno toccato, "ossia il Verbo della vita", "e noi sappiamo che la sua testimonianza (martyria) è vera".

Solo aderendo al personale e intimo appello si entra nel piano di grazia, amorosamente pensato per ciascuno di noi dal Padre. La testimonianza a cui siamo chiamati non è una libera scelta, ma una libera risposta ad un progetto che fa capo solo a Dio Trinità d'Amore. Ecco perché ogni confronto è fortemente apostrofato da Gesù: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi". Non stare a misurare con la tua miope misura il mistero del fratello, non volere a tutti i costi che si omologhi alla tua pur entusiasta e appassionata missione; nessuna testimonianza è in sé sufficiente: il martirio di Pietro non è tutta la rivelazio-ne della gloria del Signore, ma neanche la testimonianza di Giovanni; l'una e l'altra, come ogni altra voca-zione, sono autentiche e vere se cedono il passo alla rivelazione di Cristo stesso, cioè se sono tese verso la sua seconda venuta gloriosa.

Come Pietro testimoniamo Gesù nel servizio ai fratelli, pronti a dare la vita; e come Giovanni perseveriamo a stare alla Sua Presenza nell'attesa adorante della sua venuta.

Oggi nella mia pausa contemplativa, ridico al Signore Gesù il mio amore con la stessa passione di Pietro: "Signore tu sai tutto, tu sai che ti amo", e sosto anche in silenziosa adorazione, come Giovanni, invocando l'avvento del Suo Regno oggi, nel mio cuore e nel mondo intero.

La voce di un testimone

Beati noi, se sapremo essere i testimoni di Cristo nell'ora presente, perché il Vangelo permei più profonda-mente il mondo. La vocazione di Cristo risuona in fondo allo spirito con la sua dolcezza e la sua veemenza.
Paolo VI

 

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