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TESTO Popoli tutti, lodate il Signore (298)

don Remigio Menegatti  

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VI Domenica di Pasqua (Anno C) (13/05/2007)

Vangelo: Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,23-29

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (At 15, 1-2.22-29), come nelle domeniche precedenti, presenta l'organizzazione e lo sviluppo della prima comunità. La Chiesa si espande trovando nuove situazioni da affrontare, e domande a cui dare risposte che non siano limitate solo ad una piccola comunità. La questione della circoncisione viene rinviata alla comunità più ampia che si riunisce a Gerusalemme per decidere. È chiara anche la presenza e l'azione di uno dei protagonisti della comunità: lo Spirito Santo. L'obiettivo chiaro è la comunione: non c'è Chiesa senza la vera comunione dei suoi membri; per realizzare questa comunione – che non è solo sintonia tra le persone perché coinvolge anche Dio – è necessario abbattere ogni eventuale barriera, come ad esempio quella che separa ebrei dagli altri popoli.

Il vangelo (Gv 14, 23-29) ci riporta a prima della risurrezione: siamo nel Cenacolo, la sera precedente la morte di Gesù. Il discorso di addio presenta una ricchezza di contenuti: Gesù chiede fedeltà alla Parola che ha annunciato; una Parola non sua, ma del Padre che lo ha mandato. Annuncia l'invio dello Spirito e lo presenta come "il Consolatore" che si pone a fianco dei discepoli per sostenerli nella testimonianza. Gesù affida la sua pace, diversa da quella che possono ricevere dagli uomini; pace che realizza la piena comunione degli uomini con Dio, che così può finalmente "abitare" in mezzo al suo popolo.

Salmo 66
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,

fra tutte le genti la tua salvezza.

Esultino le genti e si rallegrino,
perché giudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio,

e lo temano tutti i confini della terra.

Il salmo richiama che la salvezza è offerta da Dio a tutti i popoli. Una rilettura cristiana, che lega la salvezza soprattutto con la Pasqua di Gesù, sottolinea ancora di più il dono di Dio per ogni uomo e popolo della terra. La vittoria di Gesù sul peccato e sulla morte non diventa "tesoro geloso" riservato al Figlio di Dio, quasi una conseguenza della sua divinità (come Dio non può morire!). È una vittoria che raggiunge il suo senso più pieno, e si attua in modo ampio solo se coinvolge "i popoli tutti". In tal modo arriva fino a quei "confini della terra", come protagonisti chiamati a lodare Dio. Il Padre infatti dona a tutti la sua più alta benedizione nella risurrezione di Cristo. Questa vittoria realizza la salvezza per "tutte le genti".

In tal modo ogni uomo può godere la bellezza del volto del Signore, perché lo sente vicino alla sua vita. Il suo volto dona serenità e gioia perché esprime tutta la tenerezza che si possa desiderare.

Un commento per ragazzi

Ci sono dei personaggi che appaiono pochissimo, ma che si impegnano sempre molto perché riesca bene l'attività in cui sono coinvolti. Di loro non si parla quasi mai, non trovano posto nelle cronache delle partite o di eventi musicali o artistici. Non vengono fermati per strada con richieste di autografi, o di foto scattate con l'immancabile cellulare. I loro nomi non appaiono nei titoli di coda, e meno ancora in quelli iniziali, del film. Eppure senza di loro sarebbe complicato disputare la partita, partecipare al concerto, vedere un'opera artistica tale da suscitare il nostro apprezzamento.

Anche nella comunità cristiana qualcuno ha il compito di farla funzionare se pur apparendo solo qualche volta. E anche quando ne parliamo non sappiamo dire molto di lui, tanto è "misterioso", quanto è necessario. Forse si rischierebbe di andare avanti ancora diverse righe senza capire di chi sto parlando, a chi mi riferisco. Il grande protagonista della vita della comunità cristiana è...sì, avete indovinato – o siete bravi perché ascoltate i discorsi – è appunto lo Spirito Santo. È lui il "grande consolatore" che Gesù promette e poi invia, annuncia e quindi dona, assicura come sostegno ai suoi amici e manda perché sperimentino la grande forza dell'amore che lui stesso ha vissuto e donato nella sua vita tra noi. Di lui noi non sappiamo dire molto; ci è più facile usare delle immagini, come del resto fa la stessa Bibbia. Il Libro sacro ci parla infatti di colomba, di vento impetuoso, o soffio leggero, alito di vento, di fuoco... Usiamo allora qualche altra immagine per indicare la sua azione necessaria alla Chiesa. La comunità dei discepoli di Gesù infatti riesce veramente ad essere ciò che Gesù ha pensato per lei solo quando si lascia veramente portare da questo vento che soffia per indicare la rotta e farci navigare.

Un'immagine vicina al mondo di ragazzi (anche super tecnologici e abituati soprattutto a giochi virtuali) potrebbe essere quella dell'aquilone: senza vento è difficile farlo alzare, e se anche ci si riesce, è un'impresa mantenerlo alto in cielo. Assecondando il vento, e tendendo saldamente il filo che lo collega alla terra, avendo davanti spazi abbastanza ampi di manovra, si riesce a fare cose grandi. La comunità non è già belle e fatta, come un aquilone completo che si toglie dalla confezione, pronto a librarsi alto nell'azzurro sconfinato del cielo. È una comunità che si costruisce un po' alla volta, con un necessario impegno di chi vuole arrivare a godere di questo tesoro; una comunità che conosce i tempi abbastanza lunghi e la pazienza per realizzare delle scelte che appaiono belle, ma mostrano anche le necessità di costanza e convinzione. Una comunità che anche quando riesce a stare in alto e a "volare", non smette di richiedere continui aggiustamenti e modifiche; qualche volta riporta anche dei piccoli danni per cui è indispensabile rimettere mano all'impresa che sembrava definitivamente risolta. Una comunità sempre "tenuta in mano" da uomini, consapevoli della grande vocazione e delle loro fatiche; uomini con una mentalità che sa di doversi aprire al Vangelo e sempre sperimenta la fatica di riuscirci. Uomini che devono sempre più assecondare quel vento che, anche quando soffia deciso, mai pensa di abbattere l'aquilone. Un vento che ci chiede di aprire il cuore per apprezzare meglio la sua bellezza e forza.

Non siamo mai troppo grandi per accontentarsi di guardare gli altri intenti a "giocare" con l'aquilone. Non accettiamo che ci considerino così piccoli da non provare anche noi. Vogliamo avere magari solo un piccolo pezzo di carta teso con due stecche leggere, e provvisto di una coda che lo bilancia. Gustiamo l'ebbrezza di alzare lo sguardo e vedere i nostri sogni prendere quota e raggiungere quote sempre più esaltanti.

Lo Spirito ci asseconda, perché non aspetta che noi diventiamo grandi per entrare nella nostra vita come amico. Ci sono tante piccole occasioni in cui anche noi possiamo manifestare l'ebbrezza di volare nel grande cielo di Dio e rendere migliore la comunità in cui viviamo. A cominciare dal nostro gruppo di catechesi o associativo, dalla famiglia, dalla classe in cui possiamo manifestare che siamo felici di essere cristiani, amici di Dio, sospinti dal suo Spirito di vita.

Un suggerimento per la preghiera

O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora in quanti ascoltano la tua parola e la mettono in pratica, manda il tuo Spirito, perché richiami al nostro cuore tutto quello che il Cristo ha fatto e insegnato e ci renda capaci di testimoniarlo con le parole e con le opere. Per il nostro Signore...

Libri di don Remigio Menegatti

 

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