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TESTO Commento su Giovanni 16,12-15

Suor Giuseppina Pisano o.p.

Santissima Trinità (Anno C) (03/06/2007)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

"Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e, quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti!"; così scrive Caterina da Siena, nel Dialogo della divina Provvidenza, paragonando il mistero del Dio uno e trino al mare, un mare sconfinato e profondo, dal quale attingere conoscenza e vita.

Il Mistero della Trinità Santissima, che oggi, la Chiesa, nella liturgia, ripresenta alla nostra considerazione e alla nostra preghiera; è il Mistero più semplice ed alto; Mistero semplice, che può esser contenuto ed espresso in un solo gesto, come il segno di Croce, Mistero altissimo, perché insondabile all'intelligenza umana.

Ma che senso può avere, nel nostro tempo, nella nostra cultura, parlare e proporre il Mistero?

"Vivere senza il mistero, sosteneva D. Bonhoeffer, significa, non saper niente del mistero presente della nostra vita, del mistero dell'altro, del mistero del mondo....significa vivere restando alla superficie delle cose...".

Quanta superficialità ci sia nel modo di vivere attuale, credo, sia palese a tutti.

Nelle nostre società occidentali, il criterio di verità è fondato sulla verificabilità, e verificare, significa sperimentare, analizzare, manipolare, strumentalizzare al fine di ottenere una ricaduta economica, la più alta, se è possibile.

Il Mistero, è, per sua natura al di fuori di questa logica, in quanto, sfugge alle classificazioni, sfugge alle categorie della mente umana, perché le precede e le supera; il Mistero non è manipolabile, non è merce di scambio e, perciò, finisce per esser messo da parte.

Messo da parte il Mistero, l'Invisibile, l'Insondabile Principio della Vita, e di ogni cosa che esista sulla terra, il livello della vita umana si abbassa, e si abbassa, soprattutto, il livello morale, etico e spirituale dell'esistenza; l'uomo si priva da sé delle aspirazioni più alte, quelle che superano la contingenza temporale, per raggiungere le altezze di Dio: il Mistero per eccellenza.

A ricordarci che siamo circondati dal Mistero, c'è la Chiesa, Sposa, Madre e Maestra, che, ancora e sempre, ci pone di fronte al Mistero di Dio, che è Padre, che è Figlio, incarnato, e che è Spirito, Mistero, che, pur sovrastando le capacità conoscitive dell'uomo, non per questo è in conoscibile. Dio, infatti, si è rivelato, e ci ha mostrato il suo Volto amico, in Gesù di Nazareth, il Cristo suo Figlio e ci ha fatto dono del suo Spirito, Spirito di sapienza e di intelligenza, che si comunica all'uomo.

Ecco quanto Paolo scrive, riguardo alla conoscenza del Mistero altissimo di Dio:" Parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato, prima dei secoli,

per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla, se l'avessero conosciuta, non avrebbero ucciso il Signore della gloria. Sta scritto, infatti: «Quel che occhio non vide né orecchio udì, né mai è entrato in cuore d' uomo, questo ha preparato Dio, per coloro che lo amano» (Is.64,3). E, a noi, Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito, infatti, scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1 Cor2,7 10).

Dunque l'uomo può conoscere il Mistero di Dio; quell' uomo, del quale il Salmista dice:".. fatto poco meno degli angeli, e coronato di onore e di gloria..." ( sl.8), è abilitato da Dio stesso, ad accogliere la Rivelazione, ad entrare ed inoltrarsi nel Mistero, a farne esperienza, purché il suo cuore sia capace di amare.

L'incontro con Dio, è la sorpresa più bella che l'uomo possa avere, la più felice e la più esaltante, come giustamente Caterina dice, quando parla di quel "mare profondo" e ricco, la cui conoscenza è inesauribile, e la cui ricchezza nutre e fa crescere.

È questo il senso del Mistero: esso resta tale, non completamente conosciuto, in gran parte inafferrabile, e, nonostante ciò, capace di coinvolgere ed attirare, portando la mente e tutta l'esistenza umana, verso la meta altissima, che è la familiarità e la comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito.

Ed è quanto ci dice il brevissimo, ma pregnante, passo del Vangelo di oggi, tratto, ancora una volta, dal lungo discorso di Gesù, durante l'ultima cena, prima della passione; dalle parole del Maestro emerge, chiaramente, la relazione che intercorre tra il Padre, il Figlio e lo Spirito.

Il Padre, ha dato al Figlio tutto ciò che possiede: la Vita, la Verità, l'Amore:" Tutto quello che il Padre possiede è mio..."; ogni parola che il Cristo ha detto sulla terra, gli è stata detta dal Padre, ed ogni gesto che Egli ha compiuto, è stato il segno della volontà del Padre.

Ora, questa infinita ricchezza di sapienza, il Figlio l' ha donata all'uomo:" Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; il Padre, che dimora in me, fa le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me....non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quel che fa il padrone. Vi ho chiamati amici, perché tutto quel che ho udito dal Padre mio, l' ho fatto conoscere a voi." (Gv.14,10;15,15)

Tuttavia, la limitatezza umana ha, ancora, bisogno di un aiuto, e questo gli verrà dallo Spirito:

".. lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito, e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà."

"Se qualcuno mi ama, aveva detto Gesù, osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e verremo a lui, e faremo dimora presso di lui." ( Gv.14,23)

È il mistero dell'inabitazione del Dio Uno e Trino, per il quale, l'uomo, non solo entra in relazione con Dio e lo conosce, ma diventa sua dimora, dimora della Trinità altissima, in virtù della giustificazione operata dal Figlio.

Tutto ciò, realmente, accade nella vita di ogni uomo, se questi si lascia attirare e conquistare dal Mistero del Dio vicino e solidale, che è Padre ricco di misericordia, che è Figlio, per noi morto e risorto, che è Spirito, il quale genera comunione e spira amore.

Il nostro destino di creature umane, fatte a somiglianza del Creatore, non si esaurisce nel tempo, il nostro destino, raggiunge le altezze di Dio, che si è abbassato fino a noi in Cristo, ed ora ci attira in alto, con l'azione potente dello Spirito, là, dove "saremo sempre col Signore..." (I Ts 4,17)


sr Maria Giuseppina Pisano o.p.
mrita.pisano@virgilio.it

 

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