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TESTO Commento su Giovanni 13,31-33.34-35

Omelie.org (bambini)  

V Domenica di Pasqua (Anno C) (06/05/2007)

Vangelo: Gv 13,31-33.34-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Il brano di Vangelo di questa domenica è corto corto, ma racchiude dentro parole preziosissime! Perciò vi invito ad assaporare con me ogni dettaglio, cominciando proprio dalla prima frase: "Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse..."

L'evangelista Giovanni, prima di riferirci le parole del Signore, ci aiuta subito a collocarci nella situazione che sta narrando: dove siamo? Nel Cenacolo. Chi è che si è allontanato? Giuda. E dove sta andando? A tradire Gesù. E gli altri apostoli dove sono? A tavola, con Gesù.

Capiamo subito che questa è l'ultima cena del Maestro. Gesù sa che Giuda sta per consegnarlo a coloro che lo metteranno a morte. Quello che sta per dire agli apostoli è l'ultimo discorso che può ancora pronunciare, sono le sue ultime parole. Gesù ha insegnato alle folle ed ai suoi discepoli per tre anni ed ora il tempo sta finendo. Il Maestro lo sa e lo dice chiaramente: "Figlioli, ancora per poco sono con voi" .

Gesù sa che gli resta davvero poco, pochissimo tempo per raccomandare le ultime cose, quelle più importanti. Se anche i Dodici dimenticassero tutto quello che Gesù ha ripetuto in quegli anni sulle strade della Galilea e della Giudea, devono ricordare queste ultime parole. Quello che Gesù sta per dire loro è troppo importante, troppo prezioso: non possono dimenticarlo.

Dunque, cosa dice Gesù, ora che sta per lasciarli, ora che sta pronunciando quello che è il suo testamento, la consegna della sua eredità?

"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

Gesù dice agli Apostoli che dà un Comandamento Nuovo: ma quelli "vecchi" ce li ricordiamo? Ma sì, ne sono sicura!
Quanti sono? Dieci, proprio così.

A chi li aveva consegnati il Signore Dio sul monte Sinai? A Mosè, giusto!

Ma allora, questo Comandamento Nuovo che Gesù lascia ai discepoli, cancella i comandamenti che aveva ricevuto Mosè? No, assolutamente! Possiamo dire invece che il Comandamento Nuovo racchiude dentro di sé tutti e dieci i comandamenti della Legge Antica.

Perché, cosa dice questo Nuovo Comandamento? "Che vi amiate gli uni gli altri".

Per vivere il Comandamento Nuovo bisogna semplicemente amare.

E chiunque vive davvero l'amore, di sicuro seguirà i dieci comandamenti dell'Antica Alleanza! Se una persona ama veramente, diventa normale per lei non uccidere, non rubare, non dire il falso, non desiderare ciò che appartiene agli altri. Se una persona vive davvero il Comandamento Nuovo dell'amore di certo onorerà i suoi genitori e celebrerà il Signore Dio con tutto il cuore, per invocarlo e lodarlo!

Ora, facciamo attenzione alle parole che usa il Maestro Buono: non solo ci dice qual è il Comandamento Nuovo, ci dice anche come dobbiamo viverlo: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Gesù non ci dice di amare in modo vago, generico, no! Ci spiega bene che dobbiamo amarci l'un l'altro, il nostro amore deve essere persole, volendo bene ad ogni persona, con il suo nome, il suo volto, la sua storia, il suo carattere...

E Gesù ci offre anche l'esempio di come vivere questo amore: è Lui stesso il nostro modello, ci chiede di amare come Lui ci ha amati. Fino a che punto ci ha amati, il Signore Gesù? fino a morire, per amore. Ci ha amati fino a dare la sua vita.

Pensiamoci un attimo: Gesù invita al comandamento dell'amore mentre è nel Cenacolo, abbiamo detto che Giuda è appena uscito, sta andando a tradirlo, a consegnarlo alla morte, eppure il Maestro non si stanca di ripetere agli Apostoli che l'unica cosa che conta è amare!

Non solo: Gesù dice chiaramente che solo chi vive l'amore può davvero essere Suo discepolo. È da come si ama che si può capire se si è davvero discepoli del Maestro.

Non so se a voi è capitato mai di incontrare per strada persone sconosciute, ma di cui avete subito capito il paese di origine.

Non mi riferisco solo a chi ha il colore della pelle diverso!

Per esempio, io sono originaria del Sud Italia e dovunque vado, appena mi metto a parlare, tutti capiscono dal mio accento che sono meridionale.

Gli inglesi dicono che riconoscono dovunque gli italiani perché quando parliamo muoviamo sempre le mani, gesticoliamo... i nostri discorsi non sono mai solo con la voce, ma sempre con tutto il corpo! Persino quando parliamo al telefono, e quindi l'interlocutore non può vederci, lo stesso muoviamo le braccia e le mani per sottolineare quello che diciamo!

Di solito, riconosciamo subito gli americani che vengono in Italia come turisti, dal modo in cui si vestono: per i colori accesi che usano, per gli abbinamenti che scelgono.
Ma secondo voi, come si riconosce un cristiano?

Se va a Messa la domenica? Uhmm... però una persona può anche entrare in Chiesa, stare seduta su una sedia per tutta la durata della Messa, ma non ascoltare neppure una parola, lasciare che tutto le scorra addosso, poi uscire da quella porta e non pensare più a Gesù neppure un istante di tutta la settimana!

Allora, da cosa si riconosce un cristiano? Se prega? Certo, solo che una persona può pregare nel segreto del cuore e nessuno si accorge che sta pregando!

E quindi? Come possono capire che siamo dei cristiani quelli che ci incontrano per strada, i nostri compagni di scuola, quelli che vanno in palestra con noi? C'è un modo per capirlo subito, velocemente, così come si riconosce un turista americano o si capisce che io sono meridionale?

Gesù ci dice che c'è un modo per capire facilmente se qualcuno è un vero cristiano: basta vedere come si comporta. Se ama, se vive il Comandamento Nuovo, allora tutti potranno riconoscere che è discepolo del Signore: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

Così come le persone dicono: "Ah, lei è di certo meridionale!" devono poter dire:"Ah, guarda come sanno amare! Sono certamente discepoli di Gesù!"

Anche senza dire ad alta voce che crediamo nel Signore Risorto, tutti lo possono capire semplicemente dal modo in cui amiamo.
Questo è bellissimo ed insieme impegnativo!

Bellissimo, perché ci dà gioia sapere che la nostra fede in Gesù può trasparire in tutto quello che facciamo, giorno dopo giorno.

Ma è anche impegnativo, perché non è facile vivere sempre bene il Comandamento Nuovo, non è proprio facilissimo amare come Gesù ci ha amati!

Allora fermiamoci un momento nel silenzio e proviamo a guardare alla settimana che ci sta davanti: ogni sera vogliamo prenderci uno spazio, prima di dormire, per ripensare a quello che abbiamo detto, a quello che abbiamo fatto, alle persone che abbiamo incontrato... così da chiederci: "Oggi, chi mi è stato vicino, ha potuto capire che sono davvero un discepolo del Signore Gesù? Chi oggi è stato insieme a me, si è sentito amato come sa amare Gesù?"

E come sarà bello quando potremo vedere che siamo stati davvero trasparenza dell'amore di Gesù! Sapremo allora di stare vivendo il Comandamento Nuovo, il Comandamento dell'Amore.

Commento a cura di Daniela De Simeis

 

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