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TESTO "Pronto? Non parla!"

don Ricciotti Saurino  

IV Domenica di Pasqua (Anno C) (29/04/2007)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Tuffate nel morbido letto, nonna e nipotina recitano insieme le preghiere della sera e fanno il resoconto della giornata. Dopo il bacio della "buona notte", la stanza è avvolta dal silenzio e la luce si spegne. Passano pochi istanti, ma sul cuore della bimba quel buio è come una pesante cappa. Avverte la solitudine e, nonostante siano vicine e nella stessa stanza, anche la nonna sembra sia scomparsa con la luce. Poi, con voce tremante, la bimba chiama: "Nonna!". "Che c'è, tesoro?". "Parla! Perché, quando parli, è come se fosse accesa la luce!"
La voce... il calore di una presenza!

Alla Maddalena è bastato che un personaggio sconosciuto pronunciasse il suo nome per identificare il Maestro. Un nome modulato dall'onda di un grande affetto espresso nella semplicità e con intensità, come di chi non ha bisogno di molte parole per rivelare la carica interiore.

A volte basta una sola parola per causare danni irreparabili, come ne basta una sola, pronunziata con effusione di tenerezza, per far impazzire di gioia e per sollecitare una persona.

Parliamo spesso di ascolto della voce del Signore e invidiamo quanti l'hanno veramente sentita. Per noi c'è solo silenzio!

Scherzando con un amico, dopo aver stazionato a lungo davanti al crocifisso di S. Damiano, quello che ha parlato a S. Francesco, ci siamo alzati dicendoci: "Forse abbiamo sbagliato orario, vuoi vedere che, appena andiamo via, parlerà?"

Certamente ha parlato ancora, e i fortunati ascoltatori non sono stati quelli che hanno indovinato l'orario di parlatorio tra cielo e terra, ma quelli che hanno percepito l'intensità d'amore che li ha scossi dal loro torpore.

Perché la comunicazione iniziata con Gesù, la Parola, non si interrompe più...

E' una bomba che esplode senza boato esterno, ma che è avvertita solo dall'interessato e che gli provoca una irrefrenabile reazione.

Per troppo tempo ho atteso di avvertire nell'aria un suono, una voce, e con mio sommo dispiacere devo ammettere che la ricerca di vibrazioni sonore mi ha fatto perdere le locuzioni interiori. Volevo sentire una voce... e ho ignorato la certezza di essere amato. Volevo una conferma vocale a quello che già stavo vivendo...

Ho pensato a quanto fossi duro d'orecchio quando ho letto "le mie pecore ascoltano la mia voce". In un primo momento vi avevo sentito un freddo invito all'obbedienza e ho pensato che Gesù indicasse la caratteristica dei Suoi seguaci nella caparbia esecuzione dei Suoi insegnamenti. Avevo confuso il Maestro con un comandante al quale si deve obbedienza indiscussa, come accade in ambiente militare.

E quanti ancor oggi nelle nostre fila avvertono la fede come un ordine da eseguire! Rigidi nelle loro risposte e nei loro atteggiamenti, fedeli a un dittatore, pronti a battere i tacchi e sordi al battito del cuore...

Poi, parlando con qualcuno, ho avvertito che la frase celava qualcosa di più bello e più confortante...

Un discepolo di Gesù non è fedele ad un ordine, ma avverte nelle parole di Lui il calore del Suo affetto, la dolcezza del Suo amore, la sicurezza della Sua protezione e, soprattutto, attraverso la Parola viene inondato della Sua vitalità. Un discepolo è tale non perché esegue disposizioni, ma perché riconosce una voce.

In un rapporto affettuoso e d'intimità, qual è la "conoscenza" che Egli ha di noi, le parole non sono ordini, ma persuasioni che passano attraverso la dolcezza di un invito... "stai con me"..."seguimi"...

E lo stare con Lui comporterà non un premio agli obbedienti e ai meritevoli, ma una comunicazione di sentimenti vigorosi, i sentimenti di Dio, la vitalità Sua, quella stessa che anima Lui e che supera di gran lunga quella umana... "do la vita eterna"...

Il suo calore non permetterà di smarrirci...E' già smarrito chi non si sente amato. La sua vicinanza è garanzia di protezione... "nessuno può rapirle".

E la protezione divina non è un recinto a prova di invasori... sono braccia allargate, cuore di Padre, mano stretta che dà sicurezza, ma che non dispensa dalle asperità del percorso.

A Francesco è bastato il crocifisso di San Damiano per avvertire la presenza amorosa di Dio...A me quello è rimasto muto, ma parla qualche altro e... la vita!

 

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