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TESTO Commento su Giovanni 3,16-21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della II settimana di Pasqua (18/04/2007)

Vangelo: Gv 3,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: "Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui".

Come vivere questa Parola?

Continua il dialogo di Gesù con Nicodemo e si apre verso la rivelazione centrale di tutto l'annunzio cristiano: Dio è amore. Amore di un Padre che dona il Figlio per distruggere il peccato e la morte. E' il tema generatore di Giovanni. Quell'esperienza dell'essere il discepolo amato gli ha segnato la vita e percorre tutto il suo Vangelo. Al mondo, alle genti che verranno e decideranno di seguire il Maestro, l'evangelista comunica non solo un sentimento, ma la concretezza dell'esistenza di Gesù venuto per guarire i malati, aiutare i poveri e i piccoli, liberare i prigionieri, difendere lo straniero, l'orfano e la vedova. E' l'annuncio di un Dio che ha viscere di misericordia, di un Dio vicino che non risparmia il tesoro più caro che ha, il Figlio unico, per dimostrare il suo amore.

A questo messaggio d'amore che ha attraversato i secoli, io come reagisco? Rispondo con l'abbandono e la fiducia o rimango indifferente? Ringrazio per il mistero di un Dio che "da ricco che era" si è fatto piccolo e povero per me, oppure continuo a rincorrere i miei miraggi di benessere, il successo, incurante di questa notizia esaltante che cambia il mondo? Percepisco il mio limite, le mie colpe, che mi rendono oggetto di salvezza? Il cuore umile e semplice commuove il Signore. Lui che ha perdonato la donna adultera, che ha promesso la salvezza al ladrone pentito, che ha chiamato Levi, il peccatore, non vuole lasciarci nei nostri problemi, nelle difficoltà e nelle angosce di una vita vissuta senza di Lui anzi, Egli vuole intervenire potentemente nella nostra vita e manifestare il suo amore.

Nella mia pausa contemplativa ripeterò con riconoscenza:

Grazie, Signore, per tutti i doni che sempre mi fai e soprattutto per il dono grande e misterioso del tuo amore.

La voce di un teologo

No, il Signore non è sprovvisto di tenerezza...Proprio lui, in Gesù Cristo, Dio e Signore nostro, infinitamente dolce, infinitamente benigno e clemente, nel quale già siamo risorti, nel quale già viviamo la vita nuova, già siamo ascesi al cielo e sediamo nelle dimore celesti. Per il tuo santo Spirito concedi, o Signore, che noi possiamo comprendere e onorare questo grande mistero di misericordia
Giovanni di Fécamp

 

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