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TESTO Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore (294)

don Remigio Menegatti  

II Domenica di Pasqua (Anno C) (15/04/2007)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (At 5, 12-16) è come una veloce sintesi – il termine preciso è sommario – per "raccontare" in poche battute la vita della comunità che si lascia illuminare dalla luce del Risorto. Si insiste sul senso dell'unità che si è creato tra i credenti, e si manifesta nello stare insieme per la preghiera, per la celebrazione della pasqua settimanale, e per la condivisione dei beni. I miracoli compiuti da Pietro suscitano l'attenzione di tanta gente che accorre a Gerusalemme portando i malati perché siano guariti. Le grandi opere compiute da Gesù, continuano ora nella comunità dei suoi amici.

Il vangelo (Gv 20, 19-31) ci parla dell'incontro di Gesù risorto e soprattutto di Tommaso, l'apostolo assente nell'apparizione del primo giorno dopo il sabato. La sua fatica a credere senza i segni della risurrezione diventa proverbiale, ma soprattutto conferma quanto non fosse facile per gli amici di Gesù accogliere la novità della Pasqua. La risurrezione di Gesù infatti è completamente nuova rispetto a quelle di Lazzaro, la figlia di Giairo, il figlio della vedova di Nain. La vittoria di Gesù sulla morte è davvero la grande novità: la bella notizia al centro della "bella notizia", ovvero del vangelo.

Salmo 117
Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.

Lo dica la casa di Aronne:
eterna è la sua misericordia.
Lo dica chi teme Dio:

eterna è la sua misericordia.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;
ecco l'opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno fatto dal Signore:

rallegriamoci ed esultiamo in esso.

Dona, Signore, la tua salvezza,
dona, Signore, la vittoria!
Benedetto colui che viene
nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore;

Dio, il Signore è nostra luce.

Il salmo 117 è il salmo pasquale per eccellenza, recitato dagli ebrei nei giorni di festa e in particolare alla fine della cena di pasqua (anche Gesù, come ci ricorda Mt 26,30). Facilmente accompagna nel pellegrinaggio al tempio - la "casa del Signore" - (come si legge nell'ultima strofa di questa domenica).

Diversi sono i destinatari dell'invito alla lode: la "casa di Aronne" – cioè la comunità dei sacerdoti –, il popolo di Israele – inteso come la più ampia comunità dei credenti –, come pure "chi teme Dio" – sono i proseliti, ovvero i nuovi credenti –. Appare subito il motivo dell'invito a lodare il Signore: "eterna è la sua misericordia". Misericordia che Dio manifesta nell'aver scelto "la pietra scartata dai costruttori" per farne una "testata d'angolo". Questo fatto appare così importante da suscitare la meraviglia e la fede in chi ascolta, che viene ripetutamente invitato a cantare: "eterna è la sua misericordia".

Quest'opera grande – mai indicata esplicitamente – rende manifesto il giorno del Signore, giorno atteso, in cui si sperimenta la salvezza promessa da tempo. Un giorno che per noi cristiani si realizza nella risurrezione del Signore Gesù, evento così grande da motivare un tale invito a rallegrarsi ed esultare.

L'ultimo tratto del salmo usato in questa domenica si chiude con l'invocazione a Dio – riconosciuto come "nostra luce" – perché doni sempre la salvezza e la vittoria, che poi altro non è che il senso ultimo e vero della Pasqua.

Un commento per ragazzi

In alcuni fumetti esiste la "macchina del tempo", nascosta nei sotterranei del museo cittadino, gelosamente custodita e oculatamente gestita da alcuni scienziati che chiamano all'occorrenza dei validi collaboratori con il gusto dell'avventura disposti a viaggiare nel tempo per rivivere eventi storici. Ci sono, più realisticamente, dei programmi culturali ed educativi che cercano di ricostruire eventi del passato attraverso iscrizioni, reperti e altre testimonianze per sapere qualcosa di più di quanto sta alla base della nostra storia e cultura.

Sia con la fantasia, sia con una scienza più seria, cerchiamo di sentirci coinvolti, non solo come spettatori in vicende stoiche che non possiamo certo ignorare, e diventano stimolo per la ricerca.

Anche leggendo il vangelo possiamo provare il desiderio di entrare anche noi in queste vicende, o almeno provare a rivivere, non solo in maniera virtuale, quanto accaduto. Ci piacerebbe sentire l'emozione degli apostoli quando scoprono che Gesù, l'amico e Maestro che era stato crocifisso, è di nuovo vivo e presente in mezzo a loro. Avvertiamo con una certa nostalgia e invidia lo stile della prima comunità, dove sembra il vangelo fosse vissuto con facilità; ma attenzione perché non era tutto facile neppure allora.

Qui non si tratta tanto di immagini che ci aiutano a ricostruire quegli incontri e a rivivere quello stile; e neppure di sognare di fronte ai gesti che consideriamo fondamentali per la comunità. Prima di tutto siamo chiamati a scoprire che Gesù è comunque presente anche nella nostra comunità quando si riunisce per la pasqua settimanale. Se pure non lo vediamo fisicamente, lui è presente nella Parola che ascoltiamo, nel Pane che spezziamo, e nell'Assemblea riunita per celebrare l'incontro con lui.

Le sue parole sono chiare, e risuonano con convinzione anche adesso; il Pane che spezziamo è veramente comunione con Cristo. Siamo chiamati ad essere il suo Corpo nella vita quotidiana, e portare così nella settimana la novità che annunciamo nella messa domenicale. Lo Spirito è continuamente donato anche a noi per superare il peccato che ci divide e ci rende meno disponibili a vivere quanto ci viene proposto per essere anche noi una "bella notizia", un vangelo vivente e significativo. Non ci saranno miracoli quando la nostra ombra sfiora un malato; appaiono però le tante scelte di servizio attraverso il volontariato, le associazioni che si dedicano ai bisognosi e soprattutto tanti piccoli gesti poco conosciuti, ma molto importanti. E per tutti si sottolinea la vita concreta in famiglia, a scuola, in gruppo parrocchiale, in palestra e sul campo da gioco. Tutte possibilità per testimoniare che il nostro essere cristiani non si limita alla messa domenicale, magari partecipata solo per "precetto", quanto invece perché siamo felici di essere amici di Gesù e vogliamo non tanto rievocare pagine antiche ed entusiasmanti, quanto piuttosto rendere vivo Cristo in questo tempo. E se siamo come Tommaso – un discepolo un po' difficile che pretende di saperne di più – vorrà dire che saremo anche i primi a impegnarsi per arrivare ai traguardi che la Parola di Dio ci indica: non una "rievocazione storica", bensì l'esigenza di autenticità per vivere la nostra risurrezione già adesso. Siamo risorti con Cristo per essere autentici testimoni di Gesù risorto, qui e adesso, in questo tempo, con le sue sfide e possibilità, perché il Vangelo sia sempre una Parola viva, anche all'inizio del terzo millennio.

Una Parola che risuona anche se i nostri gesti resteranno tra quelli non scritti, come ricorda Giovanni alla conclusione del brano che abbiamo ascoltato (Cfr Gv 20, 30-31). Non diventeranno notizia per giornali o telegiornali; le televisioni non ci dedicheranno speciali, anche perché non è questo il nostro obiettivo. Ciò che conta, e che Dio ci assicura, è la sua presenza in mezzo a noi, e che noi attuiamo il Vangelo già nella scelta di viverlo con autenticità. In fondo ci viene solo di essere contenti della nostra fede, vivendo con gioia e convinzione la proposta di Gesù. Se facciamo fatica, non smettiamo di confidare nella sua pazienza e bontà. L'ha dimostrata a Tommaso, accettando le sue richieste di verificare la sua identità – vedendo, toccando –; certamente non lascerà deluse le nostre domande. Non come storici che vogliono sapere, bensì amici che desiderano vivere con fede.

Un suggerimento per la preghiera

"O Padre", grazie perché ogni settimana chiami anche noi quando "nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che è il Primo e l'Ultimo, il Vivente che ha sconfitto la morte". Ti chiediamo come figli: "donaci la forza del tuo Spirito, perché, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria."

Libri di don Remigio Menegatti

 

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