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TESTO Cristo è risorto

don Roberto Rossi  

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (08/04/2007)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Cristo Gesù, nato e vissuto nella Palestina, dopo aver subito una gravissima passione e morte di croce, è Risorto ed è vivente per sempre: Egli è il Figlio di Dio, il Salvatore di tutti, il Redentore dell'umanità.

Il Cristianesimo, la nostra fede e la nostra religione è vivere la nostra vita con Cristo Risorto, con Gesù che sappiamo vivente nei cieli, nella gloria del Padre, che sentiamo vivente accanto a noi sempre, come guida e pastore, che dà senso pieno alla vita, nelle gioie e nel dolore, nel lavoro, nella famiglia, in tutte le realtà, fino a renderci partecipi della sua vita di risorto nell'eternità.

Tutto questo è ciò che hanno visto e toccato con mano gli apostoli e i primi discepoli, è ciò che hanno annunciato e testimoniato fino al martirio (è una verità che non si mette neanche in dubbio per i martiri...), è ciò che la Chiesa sempre ha annunciato e testimoniato fino ad oggi. E' la verità essenziale della nostra fede, fondata su verità e testimonianza storiche indiscutibili.

Benedetta Bianchi Porro, una ragazza ammalata, ma ricchissima nel cuore, era solita affermare: "Io so che il Signore Gesù è vivo, è con me, col mio patire e dà soavità nella solitudine e luce nel buio", e sapendo con certezza che Cristo l'avrebbe associata a Sé nella risurrezione, diceva: "Non muoio, ma entro nella Vita". Così i santi, i martiri, le anime belle che sempre - con la loro testimonianza - rendono bella la storia, come le stelle rendono bello il cielo nel buio della notte.
Questa è la nostra fede e la nostra missione.

"Gesù Cristo risorto è il centro della nostra fede. È il centro di tutta la vita e la testimonianza della Chiesa. La risurrezione di Cristo è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli sono stati testimoni e non certo creatori. Nello stesso tempo essa non è affatto un semplice ritorno alla vita terrena precedente; è invece la più grande "mutazione" mai accaduta, il "salto" decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l'ingresso in un ordine decisamente diverso, che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l'intero universo: per questo la risurrezione di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana, dall'inizio e fino alla fine dei tempi. Si tratta di un grande mistero, certamente, il mistero della nostra salvezza, che trova nella risurrezione del Figlio di Dio incarnato il suo compimento e insieme l'anticipazione e il pegno della nostra speranza.

Ma la cifra di questo mistero è l'amore e soltanto nella logica dell'amore esso può essere accostato e in qualche modo compreso: Gesù Cristo risorge dai morti perché tutto il suo essere è perfetta e intima unione con Dio, che è l'amore davvero più forte della morte. Egli era una cosa sola con la Vita indistruttibile e pertanto poteva donare la propria vita lasciandosi uccidere, ma non poteva soccombere per sempre alla morte: in concreto nell'Ultima Cena egli ha anticipato e accettato per amore la propria morte in croce, trasformandola così nel dono di sé, quel dono che ci dà la vita, ci libera e ci salva. La sua risurrezione è stata dunque come un'esplosione di luce, un'esplosione dell'amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé.

Tutto ciò avviene concretamente attraverso la vita e la testimonianza della Chiesa; anzi, la Chiesa stessa costituisce la primizia di questa trasformazione, che è opera di Dio e non nostra. Essa giunge a noi mediante la fede e il sacramento del Battesimo, che è realmente morte e risurrezione, rinascita, trasformazione in una vita nuova. È ciò che rileva San Paolo nella Lettera ai Galati: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (2, 20). È stata cambiata così la mia identità essenziale, tramite il Battesimo, e io continuo ad esistere soltanto in questo cambiamento. Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande, nel quale il mio io c'è di nuovo, ma trasformato, purificato, "aperto" mediante l'inserimento nell'altro, nel quale acquista il suo nuovo spazio di esistenza. Diventiamo così "uno in Cristo" (Gal 3, 28), un unico soggetto nuovo, e il nostro io viene liberato dal suo isolamento. "Io, ma non più io": è questa la formula dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo, la formula della "novità" cristiana chiamata a trasformare il mondo. Qui sta la nostra gioia pasquale.

La nostra vocazione e il nostro compito di cristiani consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi col Battesimo: siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella comunità di uomini e di donne entro la quale viviamo". (Benedetto XVI, Convegno di Verona)

Si tratta di ripartire sempre da Cristo, in ogni epoca come in ogni giorno della nostra vita, accogliendo i suoi doni e vivendoli come compiti nella nostra missione: la grazia, la santità, la preghiera, l'Eucarestia domenicale, la riconciliazione, la sua parola, fino a diventare, umilmente ma coraggiosamente, nel nostro tempo i testimoni dell'amore: "Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni verso gli altri", "Questo è il mio comandamento - dice Gesù - che vi amiate gli uni gli altri, come Io vi ho amato". Questo amore è già un anticipo di paradiso sulla terra, in attesa di quello eterno e definitivo: vita di amore vero con Dio e con tutti. Ogni atto di amore e di impegno è un gesto di risurrezione.

L'apostolo Paolo collega continuamente la vita del cristiano con quella di Cristo: in lui siamo "uomini nuovi", battezzati nel suo Spirito, luce e sale della terra. E ci dà la grande consegna di Pasqua: "Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio, pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra".

Poi ci si accorge che quanti pensano e cercano le cose del cielo sono coloro che in effetti sanno affrontare, vivere, costruire le cose della terra nella maniera più vera, non solo cristianamente ma anche nella promozione e nella difesa degli autentici valori umani. Ci aiuta ancora l'esempio del sole: quando c'è il sole e la sua luce noi vediamo il vero volto delle persone e delle cose; quando abbiamo la luce dall'alto, cioè la luce della fede e di Cristo risorto, noi abbiamo la possibilità di vedere e conoscere il valore delle realtà umane, sappiamo dare la giusta proporzione alle cose importanti e a quelle banali, sappiamo distinguere il bene dal male, abbiamo la possibilità di promuovere il vero bene per tutti.

E con la forza di Gesù Redentore possiamo operare ogni giorno tanti segni di risurrezione nel bene che possiamo compiere davanti a Dio e davanti al nostro prossimo. Buona Pasqua a tutti. Cristo è risorto, alleluia!

 

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