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TESTO Cercate il Risorto

padre Antonio Rungi

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (08/04/2007)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

"Cercate il Risorto" è questo l'invito che ci viene dalla Solennità di oggi, Pasqua di Risurrezione e che il Vangelo di Luca ci rammenta espressamente riportando il racconto della risurrezione di Cristo, dopo tre giorni di sepoltura e soprattutto dopo la morte in croce. Non più il Crocifisso, ma il Risorto è il punto di riferimento della nostra ricerca spirituale e della nostra vita. Un Risorto, tuttavia, con i segni della Passione per ricordarci comunque che non c'è autentica gioia e vita se non attraverso la sofferenza e la morte.

"Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, [le donne] si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno". Ed esse si ricordarono delle sue parole, e, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto".

Anche a noi viene ricordato questo unico ed irripetibile avvenimento della storia dell'umanità, nel quale solo con un atto di fede autentica è possibile credere. Ed oggi di fronte ad una cultura che tende a dimostrare ogni cosa, c'è la tentazione di volere dimostrare anche scientificamente la risurrezione. Il mistero della risurrezione del Signore rientra nel mistero della vita e della morte del Figlio di Dio, Gesù di Nazareth. Scontata la sua esistenza storica e tutto ciò che riguarda la sua vita, riportata nei testi canonici dei Vangeli, si tratta ora di aderire a questo Uomo Dio, morto sulla croce per la salvezza dell'umanità e risuscitato dai morti per indicare all'uomo qual è la sua meta finale, dopo la triste esistenza della vita terrena. La meta della Pasqua che non avrà più fine, anche se per giungere ad essa è necessario passare per la passione e la morte. Cercare il Risorto come dicono gli angeli alle donne che si erano recate al sepolcro nella mattina di Pasqua è quanto mai confortante in un mondo dove tutto sembra parlare della morte, della violenza, della distruzione, dell'odio. La risurrezione di Cristo è l'ultima parola che questa umanità può dire nonostante che la fede vacilli e molti sono i tentativi per far perdere credibilità a questa parola vera e certa non solo per quanti credono, ma per la stessa umanità. Perché Cristo morto e risorto, è morto ed è risorto per tutti. La risurrezione non mette in una condizione di privilegio solo alcuni dell'umanità, quelli che credono in Cristo, ma tutti gli uomini della Terra hanno accesso, direttamente o indirettamente, ai benefici di questo sacrificio e di questa vita oltre la morte. La risurrezione, come la morte, riguarda tutti e per tutti secondo il cuore di Dio è una risurrezione per la vita.

Così preghiamo oggi: "O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto".

Rinascere nella luce del Risorto. E come? Il testo della prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi lo dice con chiarezza: "Fratelli, non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità". Bisogna togliere dalla nostra vita tutto ciò che è peccato, è corruzione, è malizia, è perversione e perversità, per fare spazio alla sincerità e alla verità. La Festa sta tutta qui. Superare una visione di peccato e operare un vero passaggio a livello spirituale e morale che ci porti ad incontrare il Cristo Risorto nella grazia di una vita nuova, nell'amicizia con Dio e con i fratelli. Bisogna essere quel lievito buono che fa fermentare la pasta della nostra coscienza nell'acquisizione di valori sempre più rispondenti al significato della risurrezione e della Pasqua.

E' tempo di fare luce nella nostra vita, di superare le tenebre dell'errore e della menzogna, per entrare nell'armonia di una Pasqua temporale, ma soprattutto eterna, che ci attende al termine della nostra esistenza terrena. Abbiamo il dovere morale e cristiano di essere testimoni della risurrezione di Cristo, ove siamo e con qualsiasi ufficio e compito esistiamo nel mondo, nella chiesa e nella società.

Il testo degli Atti degli Apostoli ci invita non solo a credere nella risurrezione, ma anche ad annunciare la risurrezione con la parola e soprattutto con la vita: "In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: "Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome".

Si tratta di entrare in quella dinamica dell'annuncio del raccontare la risurrezione di Cristo, come fu per Maria, la donna prescelta da Gesù, perché comunicasse agli apostoli ciò che era avvenuto davvero in quel giorno dell'unica vera Pasqua della storia dell'umanità. Racconto fissato in termini poetici nella splendida sequenza della messa di Pasqua che insieme al tutto il popolo dei battezzati reciteremo durante la celebrazione della Parola di Dio della Domenica di Risurrezione: "Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode. L'agnello ha redento il suo gregge, l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. "Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?". "La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea". Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza".

E' la sintesi storica e teologica insieme del mistero della risurrezione del Cristo che da un lato va raccontato, ma dall'altro e sicuramente quello più importante, va vissuto in un'esperienza di preghiera, ascolto, conversione, gioia, speranza, amore e fede profonda come fu quella di Maria e prima di tutto della Madre di Dio, la vera donna della risurrezione e poi degli Apostoli che man mano incominciarono ad avere più chiare le idee sul loro Maestro. Gliene diede anche la possibilità per confermare la loro fede, con le varie apparizioni proprio a partire dal primo giorno della risurrezione e man mano per quaranta giorni consecutivi. Cristo risorto, così, fa sentire più forte ed incoraggiante la sua presenza nella Chiesa nascente e che si costituisce gerarchicamente intorno alla figura di Pietro. Questa Chiesa che oggi attraverso proprio il successore di Pietro continua a gridare forte in ogni angolo del mondo che solo in Cristo morto e risorto c'è la vera salvezza e la libertà del genere umano. Tutto il resto è menzogna e falsità.

 

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