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TESTO Commento su Ger 11,19

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Sabato della IV settimana di Quaresima (24/03/2007)

Brano biblico: Ger 11,19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevano che essi tramavano contro di me, dicendo: " Abbattiamo l'albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non venga più ricordato".

Come vivere questa Parola?

Il profeta Geremia ricorda con dolore il momento in cui, per opera di Dio, è venuto a conoscenza della congiura che i suoi compaesani avevano ordito contro di lui. Non ne rivela i motivi, ma esprime la sua innocenza paragonandosi a un "agnello mansueto" che, maltrattato, non apre bocca. Tale immagine, presente anche nel quarto canto del Servo sofferente di YHWH (Is 53,7) verrà usata ampiamente nei Vangeli per esprimere il dolore del Messia, che espia in silenzio il peccato del mondo.

In particolare, nella Passione secondo Matteo, il Signore Gesù appare con le caratteristiche dell'umiltà, del silenzio, della pazienza che "tiene duro" fino alla fine. In Lui si compiono tutte le Scritture: non parla, rimane solo; non reagisce agli insulti: si consegna, si lascia condurre alla morte.

Questo agnello mansueto sta ancora davanti ai nostri occhi; oggi porta il nome di tanti poveri, deboli, indifesi. E' un rifugiato che arriva dal mare dopo un viaggio tragico in cui ha visto morire i suoi amici. E' una donna sfruttata a cui è stata tolta ogni dignità. E' il giovane lavavetri che s'accosta alla tua macchina ferma al semaforo. E' il portatore di handicap colpito dai bulli della sua stessa classe. E' la ragazzina della metropolitana, che tende incerta la mano per chiedere un aiuto. E' il malato terminale che attende consolazione.

Gesù continua la sua passione nei suoi fratelli e sorelle, che ai nostri giorni ci vivono accanto. E tu sei capace di guardarlo negli occhi, di rivolgergli una parola, di farlo sentire persona e patire con lui o sei tra quelli che, sicuri della loro giustizia, lo condannano o rimangono indifferenti di fronte alla sofferenza e al bisogno?

Nella pausa contemplativa, ricorderò i volti dei poveri e degli ammalati che ho incontrato, mi esaminerò sull'atteggiamento che ho avuto con loro e pregherò così:

Signore Gesù, tu che hai provato l'angoscia della passione, della tortura, del disprezzo, consola quelli che soffrono e concedimi cuore e braccia per aiutarli. Fa' che non sia indifferente di fronte al dolore.

La voce di una testimone dei nostri giorni

Passa, Signore. I miei occhi, le mie mani, la mia bocca sono tuoi. Questa donna così triste di fronte a me: ecco le mie labbra perché tu le sorrida. Questo bambino quasi grigio, tant'è pallido: ecco i miei occhi perché tu lo guardi. Quest'uomo così stanco, così stanco: ecco tutto il mio corpo perché tu gli dia il mio posto, e la mia voce, perché tu gli dica dolcissimamente: " Siediti". Questo ragazzo così fatuo, così sciocco, così duro: prendi il mio cuore per amarlo con esso, più fortemente di quanto non gli sia mai accaduto.
Madeleine Delbrêl

 

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