PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento Giovanni 8,1-11

mons. Ilvo Corniglia

mons. Ilvo Corniglia è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

V Domenica di Quaresima (Anno C) (25/03/2007)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 8,1-11

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Nel profeta Isaia (43, 16-21: I lettura) il Signore ci invita ad aprire gli occhi per riconoscere con stupore gioioso e viva gratitudine ciò che Egli ha operato, sta operando e opererà in nostro favore: "Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?". Questa novità assoluta è Gesù e il suo mistero pasquale (cfr. 2Cor. 5,17; Apc. 21,5...).Dio ci ha liberati e fatti suoi, plasmandoci come suo popolo, che celebra le sue lodi e ripete con l'esultanza di Maria: "Grandi cose ha fatto il Signore per noi" (Sal resp.).

Di novità trabocca l'esperienza di Paolo (Fil. 3, 8-14: II lettura). L'Apostolo evoca la svolta decisiva della sua vita, quando ha incontrato Gesù risorto ed è stato afferrato, "sequestrato", da Lui. Da quel momento tutto si è come capovolto per Paolo e la scala dei valori si è completamente rovesciata. Ormai ciò che lo interessa, lo affascina e riempie di significato la sua vita è Cristo e il suo rapporto totalizzante con Lui. "Dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta", che è raggiungere Cristo nella pienezza della sua risurrezione. C'è qui anche tutto il programma della nostra vita.

La novità caratterizza il comportamento di Gesù e il dono che offre alla donna peccatrice. Tutto il brano evangelico evidenzia la misericordia di Dio che si fa visibile in Gesù. La domanda che gli avversari gli pongono è estremamente insidiosa e tale da non lasciare apparentemente nessuna via d'uscita. Se dichiara che la donna adultera deve essere rilasciata, si mette contro la legge di Mosè che puniva con la morte il peccato di adulterio (cfr. Dt. 22, 22-24). Poteva essere accusato di violare la Legge. Se invece dice di lapidarla, smentisce e rinnega tutto il suo comportamento improntato al perdono e all'accoglienza dei peccatori. Gesù come reagisce? Col gesto di chinarsi a scrivere per terra vuol fare intendere che si rifiuta di giudicare. Si dissocia dagli accusatori della donna: non punta il dito con loro contro di lei e già in qualche modo prende le sue difese. Inoltre, evitando di guardarla negli occhi, desidera non confonderla e non umiliarla ulteriormente. Col suo silenzio, che imbarazza gli accusatori, li invita a riflettere. Poi, nella risposta che dà, si richiama alla Legge stessa, la quale ordina che il testimone sia il primo a lapidare il colpevole (cfr. Dt. 17,7). Ma, invitando a cogliere lo spirito della Legge, sposta il problema per portarlo sul piano della coscienza degli ascoltatori: prima di esprimere un giudizio sulla donna, ciascuno deve esprimerlo su se stesso ("Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei"). Gesù afferma decisamente, e anche in maniera provocatoria, che il comportamento dell'uomo complice (e quante sono le forme di complicità!) è altrettanto colpevole di quello della donna. Non ci sono sconti, anche se la mentalità del tempo (e di ogni tempo) era propensa a fare questi "sconti" all'uomo. Non ci sono discriminazioni: sia l'uomo che la donna sono persone con pari dignità e responsabilità. Gesù non va contro la Legge, ma fa scoprire in essa una nuova dimensione: l'obbligo di amare il prossimo come se stesso non impedisce di vedere la gravità delle colpe altrui, ma esige che si tratti il prossimo con giustizia. Ora ogni vera giustizia consiste in primo luogo nel mettere ordine nella propria coscienza. Uno dopo l'altro gli uomini si allontanano. Rimangono loro due soli: la donna e Gesù, "la misera e la misericordia" (s. Agostino). La donna, tutta sorpresa di ritrovarsi libera, non pensa a fuggire. Resta inchiodata davanti a Gesù, l'unico che con la sua innocenza sarebbe in grado di condannarla e scagliare la pietra contro di lei. "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?" Gesù la interpella col titolo di "donna" (=signora). La tratta quindi con grande rispetto, non come un oggetto ma come una persona di cui riconosce la dignità, nonostante si sia infangata col peccato. E lei: "Nessuno, Signore". In questa risposta si colgono i suoi umili sentimenti di gratitudine e abbandono a Gesù. E Lui: "Neanch'io ti condanno" (=ti perdono). Gesù non minimizza, non sottovaluta il comportamento peccaminoso della donna, che conserva tutta la sua gravità. Non è permissivo verso il male dell'adulterio: "Non peccare più!". Semplicemente perdona. E perdono - chi lo ha provato lo sa - è riabilitazione, è rinascita a vita nuova, è aria fresca di primavera, è possibilità di essere diversi per ricominciare, per iniziare un cammino nuovo. E' "perdono" cioè "super-dono", dono per eccellenza, dono superlativo, che può venire solo da Dio e da Colui che di Dio è il Figlio. Gesù libera definitivamente la donna. La libera da ogni condizionamento del suo passato e le apre un futuro impensabilmente nuovo. Se dicendole "Non ti condanno" l'assicura che le concede il perdono di Dio e cioè la pace e la comunione piena con Lui, quando aggiunge "Va' e d'ora in poi non peccare più!" non le rivolge una semplice esortazione, ma le fa il dono di un nuovo modo di vivere, nella fedeltà e nell'amore. Se Gesù prima non guardava la donna, ed era questa un'attenzione d'amore verso di lei, ora la guarda. Il suo sguardo, che si posa limpido e rassicurante su di lei, le trasmette l'amore del Padre, che non ama condannare, ma ricuperare i suoi figli e rilanciarli nel bene.

"Chi di voi è senza peccato...". Gesù mette a nudo l'ipocrisia di quanti sanno vedere nel fratello soltanto le zone d'ombra e i lati negativi, senza intuire la sua capacità di ricupero e le sue immense risorse, che potrebbero essere attivate da una maggiore misericordia nei suoi confronti. A differenza degli accusatori che giudicano la donna irrecuperabile, Gesù le dimostra fiducia e con ciò l'aiuta a ricuperare fiducia in se stessa. "Neanch'io ti condanno". Glielo dice dopo che nessuno l'ha condannata: Egli è felice di associarsi agli altri nel risparmiare la donna. Vuole che tutti gli altri si uniscano a Lui nell'usare misericordia.

"Neanch'io ti condanno. Va' e d'ora in poi non peccare più!".

Queste parole Gesù desidera ripeterle anche a me. Soprattutto quando lo incontro nel Sacramento della Riconciliazione. Qui Egli mi assicura: "Non ti condanno", cioè ti assolvo, ti perdono. Ciò che ti pesa del tuo passato è sommerso nella mia misericordia. "Va'", cioè rimettiti in cammino insieme ai tuoi fratelli anch'essi perdonati e rinnovati come te. Io sono con voi e vi sostengo con la mia forza.

Ma queste parole Gesù vuole ripeterle attraverso di te a molte altre persone. Ciò accade ogni volta che nei rapporti familiari e sociali, davanti all'ennesimo fallimento dell'altro, attivi nel tuo cuore la misericordia e sai dire più con l'atteggiamento che con le parole: "Non ti condanno. Non ti tolgo la mia stima e la mia fiducia. Guardo con speranza al tuo futuro. Scommetto sulle tue risorse, sulle tue possibilità e soprattutto sull'amore che Dio ti porta". In questo modo aiuteremo il fratello a rialzarsi e a riprendere con nuovo slancio il cammino.

Questa scena evangelica si realizza ogni volta che si celebra il Sacramento della Riconciliazione. Ci abbiamo mai pensato? La sappiamo rivivere in prima persona?

Quante volte nei rapporti quotidiani avverto che Gesù mi sta chiedendo di esercitare la misericordia?

La festa dell'Annunciazione del Signore, che ricorre oggi, ma per ragioni liturgiche è trasferita a domani, ci richiama l'immensa "novità" che è entrata nel mondo – il Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto – grazie all'accoglienza di Maria. Rivivendo anche noi il "sì" della Vergine Madre, permetteremo alla novità infinita che è Cristo di dilagare nella nostra vita e in quella degli altri.

 

Ricerca avanzata  (53995 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: