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TESTO Commento su Matteo 1,16.18-21.24

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S. Giuseppe (19/03/2007)

Vangelo: Mt 1,16.18-21.24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,16.18-21.24

16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa;

Dalla Parola del giorno

...ecco che gli apparve in sogno un angelo e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo".

Come vivere questa Parola?

Giuseppe, il giusto, ha intuito in Maria il segreto, che sì è compiuto in lei, divenuta grembo per la venuta del Figlio di Dio, e non vuole svelarlo. Sente pure che deve farsi da parte, per lui non c'è più posto accanto alla giovane donna che doveva essere sua e che ora appartiene interamente allo Spirito Santo, che l'ha resa ma-dre. Decide dunque di "rimandarla in segreto", non vuole andare per vie legali, che finirebbero per proclama-re Maria adultera sottoponendola, di conseguenza, alla lapidazione. Giuseppe è angosciato, preso da molti dubbi, ma quella notte, in sogno, un angelo del Signore lo chiama Figlio di Davide. E gli affida la custodia di questo figlio a cui darà il nome. Sarà lui, infatti, il falegname di Nazaret, a garantire l'anagrafe umana del Figlio di Dio.

Il suo non è compito facile. L'umile artigiano di un piccolo villaggio della Galilea vede la sua vita sconvolta dall' intervento divino. Avvolto dal mistero, prende sempre più coscienza della sua inadeguatezza. Vorrebbe sottrarsi a questo nuovo destino. Come conciliare il ritmo lento e povero del lavoro di bottega con l'irrompere del divino nella sua casa? Come guardare a questo figlio non suo, come farlo crescere, come es-sergli padre senza averlo generato? Come gestire la semplicità del quotidiano con questa nuova sacra realtà? Ma è proprio il quotidiano che diventa la casa del senso. E' lì che avviene il miracolo dell'incarnazione.

Spesso, "anche noi - afferma il teologo K. Rahner- siamo chiamati ad essere i custodi di una realtà sacra in noi stessi, nella nostra vita, nel nostro lavoro. Apparentemente accadono attorno a noi cose irrilevanti, che non sembrano avere a che fare con la storia santa del regno di Dio e della salvezza del mondo. Apparente-mente non facciamo che stringere i tenui legami e le relazioni della vita, delle nostre conoscenze, della nostra professione, ma è proprio in queste cose che Dio ci chiama ad essere i custodi di ciò che è sacro, di ciò che è grande, della grazia di Dio dentro di noi e attorno a noi"

Oggi mi rivolgerò a Giuseppe, il giusto, con questa preghiera:

Aiutami a entrare, con semplicità e abbandono, nel disegno di Dio sulla mia vita affinché diventi segno dell'amore del Padre.

La voce di uno scrittore cattolico

Giuseppe è con Maria e Maria è con il Padre, e il Padre con noi, perché finalmente ci sia aperta la strada a Dio, le cui opere superano la nostra ragione, perché la sua luce non venga spenta dalla nostra lampada e la sua parola dal nostro rumore, perché l'uomo cessi e venga il regno di Dio e perché la sua volontà si compia, perché noi troviamo la nostra origine con profonda gioia.
P. Claudel

 

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