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TESTO Commento su Dt 4,7

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Mercoledì della III settimana di Quaresima (14/03/2007)

Brano biblico: Dt 4,7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,17-19

17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Dalla Parola del giorno

Quale grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?

Come vivere questa Parola?

Sembra di leggere quasi una nota di gioioso stupore dietro questa espressione che il deuteronomista attribuisce a Mosè. Il grande condottiero sta per accomiatarsi dal popolo che ha guidato nel lungo peregrinare nel deserto. Il momento è quindi solenne. Non ci si può attardare in discorsi marginali. Come un padre sollecito, egli invita alla fedeltà all'Alleanza e alla Legge. È qui che si inserisce la constatazione sopra riportata. Vi è, allora, un nesso inscindibile tra il dono della Legge e la prossimità di Dio. Si tratta di entrare nella visuale biblica per afferrarne il senso e la ricchezza. L'atto creativo è presentato dalla Genesi come un intervento teso a mettere ordine nel caos primordiale e a creare armonia. La vita germinerà qui, in questo contesto carico di positività, e sarà segnata da una feconda relazionalità. La nota discordante del peccato verrà ad aprire un via d'accesso al caos, con il suo corollario di tenebre e di morte. Al libero e armonioso relazionarsi si sostituirà la paura, il sospetto, l'aggressione. Ed ecco Dio farsi prossimo dell'uomo, offrirgli la sua alleanza, per un cammino di progressiva liberazione, e la Legge, per custodire la libertà conseguita e arginare le forze osti-li del caos che introducono disarmonia fin nel cuore dell'uomo, impedendo alla vita di esplodere in pienezza. Siamo allora alla presenza di ben altro che una realtà oppressiva e castrante! La Legge è il chinarsi premuroso, di un Dio che è Padre, sulla sua creatura perché liberi le proprie ricchezze interiori nel segno dell'amore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, cercherò di cogliere la prossimità di Dio in quell'invito a mettere ordine e armonia nel mio relazionarmi con me stesso, con gli altri, con Dio. Ne ringrazierò, quindi, il Signore, impegnandomi a corrispondere alla sua sollecitudine.

Padre, che mi avvolgi di tenerezza e intessi su di me uno stupendo progetto di amore, aiutami a riportare ordine e armonia in me e intorno a me, accogliendo con umile e gioiosa riconoscenza il tuo invito ad espandermi nell'amore.

La voce di un filosofo polacco

Vengono cancellati i confini tra il bene e il male, tra il vero e il falso. Nel caos che ne risulta non si sa che cosa gli uomini pensano, perché essi, convinti di non essere chiamati dalla verità e dal bene, non sanno che cosa dovrebbero pensare. Di conseguenza i loro pensieri si piegano ai dettami delle circostanze determinate dalle proprie voglie e da quelle degli altri. Nel caos gli uomini, non avendo il coraggio di esistere come domande che cercano la verità e il bene del proprio essere e del mondo in cui vivono, non hanno dove andare; davanti a loro si stende soltanto il vuoto. Confusi corrono dappertutto, per paura di restare fuori dal progresso. Eppure non vanno da nessuna parte.
Stanislaw Grygiel, filosofo polacco

 

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