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TESTO Commento su Dan 3,40

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della III settimana di Quaresima (13/03/2007)

Brano biblico: Dan 3,40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Dalla Parola del giorno

Non c'è delusione per coloro che confidano in te.

Come vivere questa Parola?

L'espressione fiorisce sulle labbra di tre giovani condannati al rogo per la loro fedeltà a JHWH. Una situazione limite, diremmo disperata. Eppure in questo grido dell'anima affiora solo una certezza incrollabile: non c'è delusione per coloro che sperano in te. Questo il fondamento e la realtà della speranza cristiana. Non una vaga e incerta possibilità, a cui afferrarsi nel disperato tentativo di non venir travolti dalle situazioni, ma una certezza che si fonda sulla "memoria", gelosamente custodita, di un Dio fedele e misericordioso. Un Dio-Padre, Amico, Alleato alla cui "clemenza" e "benevolenza" affidarsi con immensa fiducia. È questa serena certezza che, anche nelle situazioni più tragiche, quelle che sembrerebbero prive di uno sbocco, infonde il coraggio di andare avanti senza turbarsi. Fideismo cieco e irrazionale che porta ad assumere un atteggiamento di passiva e infantile attesa di qualche intervento straordinario? Tutt'altro. È un credere all'Amore. È un consegnarsi all'Amore che, comunque vadano le cose, non verrà meno mai. La preghiera che ne sgorga è allora un umile e fiducioso rimettersi a Dio, senza cercare di piegarlo ai nostri desideri o di suggerirgli la via da battere, quasi ne sapessimo più di Lui. Proprio come hanno fatto Marta e Maria: "Colui che tu ami è ammalato"; come ha fatto sua Madre: "Non hanno più vino". Il problema è verbalizzato e presentato, ma in modo tale che la stessa richiesta di un intervento trasuda fiducia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripeterò lentamente e più volte questa frase, lasciando che mi scenda dentro e si radichi in me come una certezza interiore.

Non c'è delusione per chi confida in te, o Signore. Sono pronto a ripeterlo con le labbra, ma ne sono veramente convinto? Rimuovi, ti prego, quella radice di incredulità che mi impedisce di restarmene tra le tue braccia sereno e tranquillo "come bimbo svezzato in braccio a sua madre", anche nei momenti più difficili.

La voce di un autore spirituale

Affidiamo le cose impossibili nelle mani di DIO PADRE, e abbandoniamoci, come fanno i bambini...
Ignazio Larragnaga

 

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