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TESTO Dalle disgrazie alla conversione del cuore

padre Romeo Ballan  

III Domenica di Quaresima (Anno C) (11/03/2007)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Riflessioni

Le vittime alle Torri Gemelle, alle stazioni di Madrid e Londra, lo tsunami asiatico, il ciclone X, l'ennesimo incidente del sabato notte, Auschwitz e Hiroshima... E tutte le vittime di attentati, massacri, incidenti, catastrofi, violenza, schiavitù, tumori, epidemie, aids... Di chi è la colpa di questi mali? C'entra Dio? Che ne pensa Lui? Come interpreta Gesù fatti del genere? Sono alcune delle molte domande che si fanno davanti a mali come questi. Anche Gesù è attento e informato sui fatti del giorno (Vangelo): ci riflette, li giudica con criteri propri, non secondo la mentalità corrente, ne fa un'analisi critica, li commenta in modo -diremmo noi oggi- 'politicamente scorretto', scomodo, controcorrente.

Lo volevano coinvolgere in una critica pubblica a Pilato per un atto certamente sanguinario e sacrilego (v. 1). La lezione che Gesù trae da quel fatto, come pure dalla morte di 18 persone per la caduta della torre di Siloe, va ben oltre l'interpretazione comune della maggioranza, per leggervi l'invito di Dio ad un cambio di vita, al fine di non perire tutti allo stesso modo (v. 3.5). La tentazione era duplice: nel caso di Pilato, credere che bastasse ribellarsi e soppiantare il procuratore romano; nel caso delle vittime della torre, pensare subito ad un castigo per opera di agenti esterni o per un peccato. È la reazione più frequente e più comoda: puntare il dito sugli altri, cercare un colpevole esterno, pensare che il male sia nelle cose, credere che il male sia solo fuori di noi, vincolare sempre malattie o disgrazie a colpe commesse o a un castigo divino. Sono atteggiamenti tipici della mentalità pagana, riscontrata spesso dai missionari presso ambienti non cristiani, ma anche tra cristiani non ancora del tutto convertiti.

Gesù ci libera da quella mentalità, che: da un lato, ci impedisce di arrivare alle cause vere dei mali che ci capitano inducendoci al fatalismo e alla passività; e dall'altro lato, ci induce all'idea falsa di un Dio castigatore e interventista. Gesù va alla radice dei problemi e dei possibili cambiamenti: invita a convertirsi, a cambiare il cuore perché le cose migliorino. Le cose andranno meglio se le persone cambiano dal di dentro; solo dal cambio del cuore verrà un miglioramento delle strutture umane, religiose, socio-politiche. Questa è la notizia buona e nuova, il Vangelo che cambia la mentalità, il cuore, la vita. Quel commento di Gesù sui fatti di cronaca non è un'evasione, ma una lettura più profonda. Il Vangelo non passa ai margini della storia, non si limita a sfiorarla, ma entra dentro i fatti, arriva alla coscienza delle persone: è lì che Dio costruisce il suo Regno di amore e di libertà. "Il Regno di Dio non è qualcosa di parallelo alla storia, ma la interpella e la interpreta" (Gustavo Gutiérrez).

Davanti a fatti dolorosi e atroci, viene da domandarsi: dov'era Dio con la sua onnipotenza? Ma si rischia di dimenticare gli ampi spazi di libertà e di responsabilità umane che Dio affida all'uomo. Ermes Ronchi cerca di rispondere così: "Dov'era Dio? No. Dov'era l'uomo, quel giorno? Se l'uomo non cambia, se non imbocca altre strade, se non si converte in costruttore di alleanza e di libertà, questa terra andrà in rovina perché fondata sulla sabbia della violenza e dell'ingiustizia. Se non vi convertirete, perirete tutti". Per questo Dio ci usa misericordia e pazienza: ci fa dono del tempo come realtà nella quale si attua la salvezza. Anzi ci aggiunge un tempo supplementare, "ancora quest'anno", per portare frutti; altrimenti alla fine si rischia di essere tagliati fuori (v. 7-9). Il Signore ha la pazienza, ma "i poveri non possono aspettare", dice la campagna missionaria per gli obiettivi del Millennio; non bisogna farli aspettare oltre. La quaresima ci ricorda ancora questa solidarietà con chi più soffre. (*)

L'esperienza del popolo d'Israele, avverte Paolo (II lettura), serva da esempio e ammonimento per noi (v. 6.11): nonostante che tutti siano stati testimoni e partecipi di innumerevoli opere di Dio a loro favore, molti non corrisposero alle attese di Dio e si persero (v. 5). Il monito è chiaro: non cullarsi in illusioni per presunti meriti, ma vivere umilmente nella coerenza (v. 12). Sempre con la fiducia riposta in Dio, amante e liberatore del suo popolo. Così si è auto-rivelato Dio a Mosè nel roveto che ardeva senza consumarsi (I lettura): Dio della vita, Dio degli antenati (v. 6), Dio che vede la miseria del suo popolo, ode il suo lamento, conosce le sue sofferenze e si fa vicino per liberarlo (v. 7-8). Egli è Colui che è (v. 14), Dio presente sempre, ovunque, per tutti. Emmanuele. Una presenza creatrice e liberatrice. L'impegno evangelizzatore dei grandi missionari nasce sempre, come per Mosè (v. 4s), da una forte esperienza di Dio e dal coinvolgimento personale nella sofferenza della gente: tale è stato il cammino di Francesco Saverio, Pietro Chanel, Daniele Comboni, Francesca Saverio Cabrini, Teresa di Calcutta...


Parola del Papa

(*) "Tra le questioni essenziali, come non pensare ai milioni di persone, specialmente alle donne e ai bambini, che mancano di acqua, di cibo, di un tetto? Lo scandalo della fame, che tende ad aggravarsi, è inaccettabile in un mondo che dispone dei beni, delle conoscenze e dei mezzi per porvi fine. Esso ci spinge a cambiare i nostri modi di vita, ci richiama l'urgenza di eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell'ambiente e uno sviluppo umano integrale per oggi e soprattutto per domani".
Benedetto XVI

Discorso al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede (8.1.2007)


Sui passi dei Missionari

- 12/3: S. Luigi Orione (1872-1940), sacerdote, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e di alcune Congregazioni per l'assistenza ai più bisognosi.

- 15/3: S. Luisa de Marillac (1591-1660), vedova, fondatrice, con S. Vincenzo de Paoli, delle Figlie della Carità.

- 15/3: B. Artemide Zatti (1880-1951), salesiano, medico missionario in Patagonia (Argentina).

- 15/3: 'Compleanno' di S. Daniele Comboni (1831-1881): nacque a Limone sul Garda (Brescia) e morì a Khartoum (Sudan); fu il I° Vicario apostolico dell'Africa Centrale.

- 17/3: S. Patrizio (385-461), nato in Inghilterra, fu il grande missionario ed evangelizzatore dell'Irlanda; fu vescovo di Armagh ed è patrono dell'Irlanda.

 

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