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TESTO Beato chi crederà senza vedere!

don Roberto Rossi  

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II Domenica di Pasqua (Anno A) (07/04/2002)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Il brano del vangelo di questa domenica ci riporta due apparizioni di Gesù risorto, la prima, la sera di Pasqua ai discepoli chiusi nel cenacolo e l'altra, otto giorni dopo, sempre nel cenacolo con la sottolineaura della incredulità di Tommaso e poi della sua fede.

Il saluto di Cristo risorto è sempre "Pace a voi". E' la pace di Cristo morto e risorto, la pace della pasqua, la pace della riconciliazione degli uomini con Dio e degli uomini tra di loro, è la pace di cui ha sempre bisogno il mondo, di cui ha estremo bisogno in questi tempi, in questi giorni.

Gesù dà agli apostoli e alla Chiesa la stessa sua missione: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Primo compito di questa missione è accogliere lo Spirirto Santo e perdonare i peccati, far incontarre le persone con la misericordia di Dio.

E' interessante notare che Gesù non ha istituito il sacramento del perdono (per noi un po' difficile, con accentuazioni negative di timore e di paura) nel venerdì santo, né in altra occasione, ma la sera di Pasqua. Nel giorno della gioia più grande Gesù ci dona il sacramento del perdono, perché vuole darci la gioia di Dio che è infinita, perché vuole farci sperimentare tutta la tenerezza di Dio Padre, come ci aveva raccontato nella parabola del figliol prodigo.

In questo primo incontro manca Tommaso. Di fronte al racconto degli altri, egli si ostina a con credere: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, se non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".

L'incontro della domenica successiva sembra voluto da Gesù proprio per incontrare Tommaso (che avrà passato una settimana d'inferno nel suo essere senza fede) per aiutarlo a credere, per confermarlo nella sua adesione a Lui morto e risorto e alla comunità degli altri (la Chiesa).

Gesù dice: "Metti il dito, metti la mano. e non essere più incredulo, ma credente". Queste parole dobbiamo sentirle caldamente rivolte anche a noi.

Tommaso riesce a pronunciare l'espressione più alta della fede: "Tu sei il mio Signore e il mio Dio". Gesù conclude: "Perché hai veduto, hai creduto, beati quelli che pur non avendo visto crederanno". Qui sono preannunciati i credenti di tutti i tempi, i semplici cristiani, come i santi e i martiri, gli apostoli della evangelizzazione e quelli della carità; qui siamo preannunciati anche noi, credenti di oggi, che "pur non aveno visto", sappiamo che Cristo, morto sulla croce, è risorto ed è il Salvatore, l'unico Salvatore del mondo, il Salvatore della vita di ciascuno di noi. Cristo è il nostro tesoro, la nostra gioia, il senso di tutta la nostra vita. Il vangelo ci ha riportato questi fatti "perché crediamo che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiamo la vita nel suo nome".

Nel vangelo di Giovanni "vedere" Gesù è di una importanza capitale. E' la prova evidente che Dio si è fatto veramente uomo. Già nella prima pagina del vangelo leggiamo l'appassionata testimonianza dell'apostolo: "E il Verbo si fece carne, venne ad abitare in mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria". Soprattutto dopo la risurrezione di Gesù sentiamo riecheggiare il grido di quanti lo hanno visto: Maria di Magdala "ho visto il Signore", gli apostoli "abbiamo visto il Signore". Anche il discepolo che Gesù amava "vide e credette". Anche noi vorremmo vedere Gesù, soprattutto quando ci sentiamo soli, nella prova, sotto il peso delle difficoltà. Forse pensiamo: se fossimo vissuti al tempo di Gesù, avremmo potuto vederlo, toccarlo, ascoltarlo, parlare con lui.

Gesù dice a Tommaso: Beati quelli che pur non avendo visto crederanno.

Gesù pensava anche a noi, che non possiamo vedere Gesù con gli occhi del corpo, ma che pure possiamo vederlo con gli occhi della fede. Anche ai tempi di Gesù non bastava vederlo; tanti pur vedendolo, non gli credettero. Già molti fra i primi cristiani non avevano visto personalmente Gesù, ma vivevano quella beatitudine che siamo chiamati a vivere anche noi. Scrive S. Pietro: "Voi lo amate, acnhe senza averlo visto, perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa". I primi cristiani avevano capito bene dove nasce la fede di cui Gesù parlava: nasce dall'amore. Credere è scoprire di essere amati da Dio; è imparare ad amare ogni giorno gli altri. Così ci testimonia la prima comunità criustiana di cui ci parla il libro degli Atti. Se tu ami, Dio entra in te. Lui dà un modo nuovo di guardare la realtà che ci circonda. La fede ci fa vedere gli avvenimenti con i suoi stessi occhi, fa scoprire il disegno che Egli ha su di noi, sugli altri, sulla creazione intera.

Un esempio luminoso di questo nuovo modo di guardare le cose con gli occhi della fede è quello di Teresa di Gesù Bambino. Una notte, a causa della tubercolosi che l'avrebbe portata alla morte, ebbe uno sbocco di sangue. Avrebbe potuto dire: "Ho uno sbocco di sangue". Invece disse: "E' arrivato lo Sposo". Ha creduto anche senza vedere. Ha creduto che in quel dolore Gesù veniva a visitarla e la amava: il suo Signore e il suo Dio!

 

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