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Monaci Benedettini Silvestrini  

Giovedì della II settimana di Quaresima (08/03/2007)

Vangelo: Lc 16,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

In antitesi, Geremia descrive l'empio (che trova ogni appoggio su valori terreni) e il credente (che confida nel Signore). Il primo cresce in un terreno arido, mentre il secondo gode della vicinanza dell'acqua. Geremia prosegue il suo ragionamento dimostrando l'importanza del "cuore", considerato nucleo decisionale e affettivo di ogni comportamento. Tutto dipende dal principio direttivo che orienta la condotta e motiva le azioni; con la luce dello Spirito Santo, il battezzato è invitato a decidere, a riprendere in mano i suoi principi e i suoi valori, per raggiungere una genuina maturità spirituale, anche nella preghiera. La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro non si limita a giudicare il significato delle ricchezza. Se il ricco è anonimo, il povero invece riceve una identità: Lazzaro (in ebraico: Dio aiuta). Ma la parabola illustra anche il significato del tempo, che è descritto nella sua fase finale, in compagnia di Abramo (padre della nostra fede), di Mosè e dei Profeti (scrittori della Parola di Dio). Il povero è immerso nei doni della salvezza, mentre il ricco è isolato; nemmeno un miracolo di risurrezione sarebbe capace di scuotere la durezza di un cuore chiuso nei suoi interessi terrestri. Attraverso la riflessione biblica, la nostra vita si avvicina sempre di più al modello unico: Cristo Signore, fattosi povero per arricchirci con la sua povertà.

 

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