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TESTO Il Signore è mia luce e mia salvezza (288)

don Remigio Menegatti  

II Domenica di Quaresima (Anno C) (04/03/2007)

Vangelo: Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Gen 15, 5-12.17-18) narra come Dio stipula il patto di Alleanza con Abramo. Un antico cerimoniale di Ur prevedeva il passaggio dei contraenti in mezzo ad animali uccisi, per significare la sorte che riservata a chi non mantiene fede agli impegni. Nel segno del forno fumante e la fiaccola accesa che passa in mezzo agli animali, Dio si impegna, mentre Abramo è preso da uno strano torpore che l'uomo prova quando entra a contatto diretto con il divino, come Adamo nel momento della creazione di Eva. Dio offre così il patto come un dono gratuito ad Abramo e a quanti diventeranno la sua numerosa discendenza. In questo modo il Signore si "trasfigura", mostrandosi nella sua realtà più vera, manifestando il suo volto di amore.

Il vangelo (Lc 9, 28b-36) come in ogni anno nella seconda di quaresima presenta la trasfigurazione di Gesù. Dopo il racconto delle tentazioni superate, si mostra la meta di una strada impegnativa: la risurrezione. Un traguardo non esclusivo per Gesù: chi vive come lui e si affida alla sua Alleanza giungerà alla stessa gloria della risurrezione.

Salmo 26
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
Di te ha detto il mio cuore:
«Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco.

Non nascondermi il tuo volto.

Non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,

non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,

si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

Il salmo sottolinea alcuni atteggiamenti tipici dell'uomo di fronte all'Altissimo. Si parte con una professione di fede, che non punta tanto sui titoli di Dio, quanto invece sulla forza che da lui sgorga per l'uomo: il Signore è difesa che mette l'uomo al riparo anche di fronte alla presenza di un esercito di nemici schierato a battaglia.

Si passa quindi ad una invocazione: si chiede a Dio di ascoltare la voce del suo fedele, senza nascondere il suo volto. Quando si manifesta la persona in cui confidiamo – "non nascondermi il tuo volto" – proviamo sicurezza e sperimentiamo la serenità che promana dalla sua vicinanza rassicurante. Dio è invocato come "mio aiuto", "mia salvezza" da colui che si riconosce suo "servo".

La sicurezza – "sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi" – si traduce, infine, in un invito rivolto a chi ascolta la professione di fede: "spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore". La fede nasce anche dall'ascolto dei prodigi di Dio.

Un commento per ragazzi

Tante volte siamo condizionati dalla prima impressione: il primo giorno di scuola guardiamo con attenzione quelli che saranno i nostri compagni di classe e poi diventeranno anche i nostri amici. Così pure quando arriviamo al campo scuola e siamo chiamati a presentarci tra tanti ragazzi sconosciuti. In questo primo momento vediamo solo l'esterno, appare solo il volto dei nostri nuovi amici. Certo, anche il look, ma quello può cambiare facilmente, mentre il sorriso o il volto serio di quelli che ci circondano, e saranno per un po' i nostri "compagni di avventura", quello è importante.

Abramo sta incominciando a conoscere un nuovo Dio, colui che lo ha chiamato e gli ha chiesto di lasciare la sua terra, le sue convinzioni, i suoi idoli, e realizzare la grande avventura: diventare padre di tutti i popoli". Non c'è ancora la confidenza e la fiducia che traspare invece nel salmo, frutto di un lungo cammino a fianco di Dio. La prima impressione risulta molto importante: Abramo è attento a cogliere quanto gli può indicare la vera identità di questo Dio misterioso. Come sempre avviene quando l'uomo si trova a contatto con Dio, prova un certo timore – il testo parla di vero e proprio terrore – ed è vinto dal sonno che indica la fatica umana di resistere di fronte a qualcosa di troppo grande. Avviene lo stesso per Pietro e per i suoi due amici sul monte che viene identificato con il Tabor quando Gesù si trasfigura, mostrando il suo volto di Risorto. Dio fa conoscere ad Abramo il suo volto: è lui che si impegna – solo la fiamma passa attraverso gli animali squartati – senza chiedere nulla in cambio all'uomo. Il volto di Dio appare allora come chi dona gratuitamente; non cerca dei sudditi su cui comandare, bensì dei figli da amare. Prima di chiedere fedeltà, manifesta la sua fedeltà impegnandosi in prima persona nel patto di alleanza.

In questo modo Dio libera Abramo dalla comprensibile paura di avere lui, l'Altissimo, come compagno della sua vita, e non solo di qualche giorno di campo scuola o di una mattinata di lezione. Anche Gesù mostra il suo vero volto a coloro che condividono la sua strada verso Gerusalemme, il cammino di vita che lo porta alla sofferenza della passione e morte, per giungere alla gioia della risurrezione. Mostra il suo volto di vincitore per sostenerli quando vedranno quello stesso volto rigato dal sangue a causa delle spine piantate sulla testa, un volto coperto dagli sputi di chi lo sbeffeggia, tumefatto per i colpi prodotti sia degli schiaffi, sia cadendo a terra sotto il peso del palo traversale della croce.

E per noi, che quel volto non riusciamo a vederlo, se non dipinto? È possibile anche per noi trovare qualcosa che ci incoraggia e sostiene il nostro cammino? Nella scena del monte Tabor risuona anche una voce, che contiene un invito deciso, quasi un ordine: "Ascoltatelo". Anche questo è un modo per conoscere il suo volto, e per lasciarsi coinvolgere nella sua alleanza. È il modo più normale e importante che possiamo valorizzare adesso.

È mai possibile "vedere" il volto di uno grazie al racconto di chi l'ha incontrato? Se chi ce lo presenta è onesto e chiaro, se ci mette passione ed entusiasmo, sì, è possibile. Senza pensare adesso all'identikit che si costruisce ascoltando la descrizione dei testimoni...possiamo ricordarci di tanti fatti in cui il racconto di altri ci ha coinvolti, e ci ha in qualche maniera fatto "incontrare" e conoscere chi li ha interessati tanto da diventare loro amico. Il cammino di fede è proprio questo ascolto che diventa una delle strade possibili per incontrare il Signore. Non è solo conoscere delle storie, ricordarci di parole chiave, ma di entrare anche noi in contatto con Gesù, e scoprire che lui rinnova la sua alleanza con tutti, perché questo patto non è stato stipulato solo con Abramo o con qualche altro fortunato. Dio lo rinnova ogni volta con ciascuno dei suoi figli. Anche con noi, quindi!

Un suggerimento per la preghiera

O Padre, ascoltando il racconto dei tuoi gesti d'amore abbiamo scoperto che chiami anche noi "ad ascoltare il tuo amato Figlio" perché chiami tutti alla gioia della tua alleanza". Ti chiediamo: "nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito perché possiamo godere la visione della tua gloria" e conoscere sempre meglio il tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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