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TESTO Quaresima: “Uomo dove sei?”

mons. Antonio Riboldi

I Domenica di Quaresima (Anno C) (25/02/2007)

Vangelo: Lc 4,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

affinché essi ti custodiscano;

11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Abbiamo lasciato alle spalle quella farsa, usata a volte per nascondere ciò che veramente siamo, che si chiama carnevale. Ma c'è proprio bisogno di ricorrere a finte maschere, che vorrebbero dare al nostro volto, e quindi alla vita, l'espressione di ciò che non è? Direi proprio di no.

Troppe volte tanti la maschera se la portano addosso tutti i giorni: un volto che non può essere 'volto di bellezza divina'.

E la Chiesa giustamente ci chiama a farci prendere per mano ed entrare nella Quaresima, tempo di grande spiritualità, con una cerimonia, suggestiva se vogliamo, ma soprattutto piena di verità.

Il Mercoledì delle Ceneri, cessato il chiasso carnevalesco, sparge sul nostro capo la cenere e ci ammonisce: "Uomo, donna, ricordati che sei cenere e cenere diventerai". E non è forse così, se guardiamo alla nostra natura di creature e a come finiamo? Quante volte recandomi al cimitero, questa verità mi si affaccia, vedendo come le ossa dei nostri cari, dopo qualche anno di sepoltura, finiscono in polvere, conservata in una teca, deposta nei loculi. Ma non è semplice togliersi la maschera.

Gesù, prima di iniziare la sua missione tra di noi, ci ha dato esempio di come entrare nella verità, affrontando a viso aperto chi ci mette la maschera, ossia l'autore di ogni inganno, satana.

Racconta il Vangelo di Luca: "Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: Se tu sei il Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane. E Gesù gli rispose: Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio. Il diavolo lo condusse allora su di un alto monte: Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinnanzi a me, tutto sarà tuo. Gesù gli rispose: Sta scritto: Solo al Signore tuo Dio ti prostrerai, lui solo adorerai. Lo condusse allora a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: Se tu sei il Figlio di Dio buttati giù, sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano, e anche: Essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra. Gesù gli rispose: E' stato detto: Non tenterai il Signore tuo Dio. Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione il diavolo si allontanò da Lui per ritornare al tempo fissato" (Lc 4, 1-13).

E sappiamo tutti come Gesù, nella sua missione, avuta dal Padre, non ricorse né al potere, morte del servizio, né a 'fare colpo', con quella passione dell'apparire tanto frequente oggi, ma visse nell'umile povertà: uomo ultimo di tutti e fra tutti.

Non cercò il successo, 'vendendo l'anima al diavolo', come oggi a volte accade... ma, in un'annientata umiltà, sulla Croce, divenne veramente 'nulla'. Era venuto, Gesù, per portarci l'Amore del Padre, per aiutarci ad uscire da ogni inganno e vivere la verità e usò la sola arma dell'Amore, che è farsi nulla per ricrearci totalmente. Volle così indicarci la via per essere davvero 'santi'.
Ma è facile seguire Gesù?

C'è una bella pagina di un 'quaresimale' di Paolo VI, che invito tutti a leggere attentamente.

"Siamo circondati da qualcosa di funesto, cattivo, perverso, che eccita le nostre passioni, approfitta delle nostre debolezze, si insinua nelle nostre abitudini, segue i nostri passi e ci suggerisce il male. La tentazione è dunque l'incontro fra la buona coscienza e l'attrattiva del male e nella forma più insidiosa di tutte. Il male, infatti, non ci si presenta con il suo vero volto, che è nemico, orribile e spaventoso. Accade proprio il contrario. La tentazione è la simulazione del bene, è l'inganno per cui il male assume la maschera del bene. E così l'uomo ha perduto il senso del peccato. L'uomo moderno si adatta ad ogni cosa: è capace di fare l'avvocato delle cose cattive pur di sostenere la libertà del proprio piacimento, e che tutto può e deve manifestarsi senza alcuna preclusione nei confronti del male: una libertà indiscriminata per ciò che è illecito. Si finisce così per teorizzare tutte le espressioni della vita interiore: l'istinto prende il sopravvento sulla ragione, l'interesse sul dovere, il vantaggio personale sul benessere comune. L'egoismo diviene perciò sovrano della vita dell'individuo e di quella sociale. Perché? Perché si è dimenticato ciò che è bene e ciò che è male. Non si conosce più la norma assoluta per tale distinzione, vale a dire la legge di Dio. Chi non tiene più conto della legge del Signore, dei suoi comandamenti e precetti e non li tiene più riflessi nella propria coscienza, vive in una grande confusione e diventa nemico di se stesso. È innegabile infatti che tanti malanni nostri sono procurati dalle nostre stesse mani, dalla sciocca cattiveria, ostinata nel ricercare non quello che giova, ma quello che è nocivo all'esistenza. Bisogna dunque rinnovare, rinvigorire la nostra capacità di giudicare, di discernere il bene dal male. In conseguenza, allorché il male si presenta attraente, lusinghiero, seducente, utile, facile, piacevole, noi dobbiamo dimostrare tanta energia e sapienza, da dire recisamente e risolutamente: no. Questo è il modo per respingere e superare la tentazione...il cristiano è forte, coerente, leale, coraggioso, eroico, se occorre" (discorso Quaresima 1965).

E' un discorso 'duro', ma necessario, quello che ci offre Paolo VI. Necessario per ritrovare la via del bene, frutto della giustizia e dell'amore, in fondo frutto della nostra vittoria sugli inganni del demonio, sempre pronto a sedurci. È bene ricordare che satana, il male, lotta contro Dio, aggredendo noi: offrendoci qualcosa di impossibile, nocivo, cerca di far sì che 'voltiamo le spalle' a Dio.

Ricordate il suo subdolo agire con i nostri progenitori, come viene narrato nella Bibbia? Erano stati creati da Dio e portavano tutti i segni della Bellezza e del Bene, che è nel Padre. Dio mise alla prova il loro amore: la scelta tra Lui e 'altro'. E si affaccia subito satana, 'il più astuto degli animali', intelligente nel sedurre, proponendo qualcosa di 'bello': 'diventare Dio'! Un'onnipotenza che sbalordisce la donna, attira l'uomo: 'vogliono essere come Dio', ma contro Dio e, alla fine, si trovarono 'nudi'.

Come risuona ieri e per tutta la storia degli uomini quella Voce del Padre, piena di dolore, nel vedersi rifiutato e preferito al nulla: "Uomo dove sei?". La risposta la dice lunga, ieri, oggi, sempre: "Mi sono nascosto perché sono nudo". Quella storia di confronto tra l'amore di Dio e l'amore a se stessi, suggerita con astuzia, sempre, da satana, è la nostra storia.

In questi ultimi tempi gli scienziati ci avvertono che stiamo andando incontro a veri cataclismi. Ci invitano a cambiare stile di vita. Ci fanno paura...apparentemente! Infatti l'uomo continua a preferire e perseverare nel suo stile di vita, affrettando così quello che teme. Che contraddizione! L'uomo è davvero incomprensibile nel suo agire? O solo ignorante? O incapace di mettersi in discussione per fare scelte di serietà e di vero benessere?

Non abbiamo più parole per descrivere gli orrori morali, in tutti i campi: dalla guerra alle torture, all'uomo 'mercificato' del consumismo, non più persona libera, alle violenze sociali e familiari, ma poi, praticamente, nel nostro vivere quotidiano, sosteniamo ciò che condanniamo, ci sgomenta e ci fa paura!

Da qui la serietà della Quaresima: tempo in cui Dio si fa vicino, ancora una volta, cercando di strapparci una maschera inaccettabile dell'anima.

Un giorno, a Roma, uscendo dalla Chiesa di S. Carlo al Corso, posta di fronte ad un Hotel, vidi uscire dall'albergo un uomo che si trascinava a stento, con il volto solcato da rughe: mostrava una vecchiaia precoce. Chi era con me mi disse il nome di quell'uomo disfatto: un grande artista della TV. Lo rividi alla sera condurre la sua trasmissione, famosa. Era letteralmente ringiovanito... per opera del cerone! Ma l'uomo vero era quello incontrato nel pomeriggio, alla luce del sole. Quante volte anche noi, per le tante 'creme' che ci mettiamo sul volto dell'anima, appariamo ciò che non siamo.

Nella Quaresima, vorremmo tutti riacquistare la bellezza del cuore, che Dio ci dona, se torniamo a Lui. Ma per ottenere questo occorre:

- mettersi davanti allo specchio della Parola di Dio e lasciarsi plasmare da Lui. È difficile, nella nostra vita caotica, ritagliarsi un momento per stare con Dio, ma è necessario, perché da soli non riusciremo mai a darci la Luce, che sola proviene da Dio.

- Dialogare con Dio, nella preghiera, perché solo il Padre ci educa alla santità, ci aiuta a sottrarci all'inganno del demonio, pronto a farci vedere 'lucciole per lanterne', sicura strada verso l'infelicità!

- Vestire 'il sacco' della penitenza. Cosa costerebbe ogni giorno toglierci un po' di superfluo, e ne abbiamo troppo, per un gesto di carità verso chi è povero e ha bisogno di noi? Provate. È una grande gioia quella che si prova nel rendere felice chi non lo è. La capacità di rinuncia è gioia.
È difficile 'fare Quaresima' così? Direi proprio di no.

È offrire a questo mondo, popolato 'di gaudenti e disperati', la via per ritrovare la vera Gioia della Resurrezione, profonda e duratura.

Ogni volta che incontro un fratello o una sorella, che si sono liberati dall'inganno del demonio ed hanno scelto con fortezza, coerenza, di farsi illuminare il viso dalla bellezza di Dio, provo gioia. Non mi resta; carissimi, che augurarvi una Santa Quaresima, Insieme.

Ai miei giovani che, a volte, mi confessavano la difficoltà di uscire 'dal gregge del mondo', dicevo che vivere di Dio è andare contro corrente, come sanno fare i santi. Così dico a voi, carissimi, che volete andare incontro a Cristo Risorto, senza maschere e 'a viso aperto'!

 

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