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TESTO Davanti a chi mi prostro?

don Marco Pratesi  

I Domenica di Quaresima (Anno C) (25/02/2007)

Brano biblico: Dt 26,4-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

affinché essi ti custodiscano;

11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

La prima lettura ci invita, col Vangelo, a farci questa fondamentale domanda: a chi mi prostro? Chi è mio signore? Non è questione, infatti, di non avere signori: illusorio. La questione è invece appunto chi, cosa io serva.

Nella professione di fede che il Deuteronomio fa fare all'israelita che offre le primizie del raccolto, ci sono due riconoscimenti.

Primo: mio padre era soltanto un vagabondo errante per le strade del mondo senza meta e senso.

Secondo: ci siamo trovati in una oppressione gravissima. Il testo insiste molto su questo punto con due terne di termini: "gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù... il Signore vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione". Eravamo sotto il potere di chi non ci amava e ci sfruttava per sé, senza possibilità alcuna di liberarci.

Abbiamo gridato, il Signore ci ha liberato e donato gratuitamente la terra. Presento questi frutti per dire che ho ben presente tutto questo, e lo esprimo col gesto della mia prostrazione: so bene che questi prodotti del mio lavoro sono puro dono.

A chi, dunque, mi prostro? A chi penso di dovere la mia vita? Ognuno chieda il discernimento al Signore e risponda.

Come cristiani, sappiamo bene di essere stati anche noi sottratti ad una condizione di erranza senza meta (cf. 1Pt 2,25). In un mondo dove abbondano proposte e sollecitazioni di ogni genere, è facilissimo vagare nella storia fluttuando in essa senza identità né scopo.

Come cristiani siamo chiamati a liberarci dalle schiavitù dei tanti idoli che sembrano darci vita, ma in realtà sostengono solo se stessi col nostro sangue.

Da nessuno dipende la nostra vita se non dal Signore: "lui solo adorerai" (Lc 4,8). La quaresima ci richiama a questa essenzialità: dobbiamo prostrarci solo di fronte a Dio; per essere di tutto il resto signori.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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